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La musica, i testi, una questione italiana


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118 replies to this topic

#1 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 16:39

Titolo del menga ma mi si perdoni.

Ho un grosso problema con la musica italiana. Se è cantata, non riesco a ignorare i testi. Ci faccio caso per forza, e se non mi piacciono (o meglio, se non li trovo perfetti) mi incazzo e mi fa schifo direttamente anche la canzone.
D'altro canto, per una qualche idiosincrasia mia mi stanno qui gli artisti italiani che cantano in inglese (Gaznevada classica eccezione che conferma la regola).

Il fatto è che dalla canzone italiana chiedo qualcosa di diverso che da quella straniera, e quel qualcosa sta nell'essere si' bella musica, ma anche belle parole, parole nella mia lingua.

Prima domanda: come vi ponete rispetto alla questione suddetta? Autrement dit: che rapporto avete con la musica italiana, e in particolare coi testi?


Seconda domanda, più terra terra. Quali sono i vostri autori di testi preferiti? C'è qualche stile che vi piace particolarmente (che ne so, nonsense, roba melensa etc). Citerei tranquillamente anche singole canzoni, ma per favore con un minimo di commento sullo stile e sul perché vi piacciono.
Sono in cerca di dritte e consigli, se non si fosse capito.
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#2 bosforo

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Inviato 30 settembre 2008 - 16:54

Parto dal fondo: amo gli scrittori di testi semplici (Violent Femmes), sul quotidiano (Blur), demenziali/ironici (Camper Van Beethoven), pungenti (Minutemen), fantascientifici (Ultravox!) e con costruzioni particolari (Wire)*.

* per costruzioni particolari intendo "giochi di parole sulla struttura", come in The 15th:

Reviewed, it seemed
As if someone were watching over it
Before it was
As if response were based on fact

Providing, deciding, it was soon there
Squared to it, faced to it, it was not there

Renewed, it fought
As if it had a cause to live for
Denied, it learned
As if it had sooner been destroyed

Providing, deciding, it was soon there
Squared to it, faced to it, it was not there

Reviewed, it fought
As if someone were watching over it
Before it had sooner been denied
Renewed, it seemed
As if it had a cause to live for
Destroyed, it was later based on fact


bello come scomponendo il testo e scambiando le frasi ha ancora senso!



parlando degli italiani, io spero sempre cantino in inglese così non è immediato il significato di ciò che sento... giacché odio i testi dei gruppi italiani, ultra-seriosi e troppo poetici. Se cantassi, lo farei in inglese. Ad ogni modo la mia tolleranza verso i testi brutti è enorme, visto che i testi non li cago... non ci faccio caso anche ascoltando attentamente il pezzo, seguo più la melodia della voce
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#3 Greed

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Inviato 30 settembre 2008 - 17:12

Neanche io riesco a ignorare i testi, e cerco di conoscerli sia in italiano che in inglese.
Quando ascolto la musica italiana mi soffermo più sul testo e poi sulla musica secondariamente. Forse ciò è anche dato dal fatto che gli artisti italiani che ascolto si distinguono per i testi (De Andrè, Battiato, Guccini, De Gregori..i classici, insomma) e ciò implica che se un testo italiano non ha un verso, la canzone suddetta viene subito schifata dal sottoscritto.
Bisogna tener conto anche che italiano e inglese sono molto differenti e l'approcio nella scrittura di un testo cambia molto tra le due lingue: ci sono anche artisti italiani che scrivono in inglese ma che sono in difficoltà con l'italiano.

Tra gli stili di scrivere in italiano apprezzo molto De Andrè e Guccini, che hanno un approcio poetico e seguono una metrica (anche se la canzone, rispetto alla poesia, ha il vantaggio che può essere più libera e si possono "mascherare" eventuali sillabe mancanti a fine verso ecc..).
Di Battiato è notevole il modo in cui riesce ad accostare immagini ed idee (e in più lui ha una grande attenzione per la musica).
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#4 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 17:42

Completo il post iniziale citando i miei, di preferiti.

Guccini: al di là della sua poetica (ho già tediato abbastanza a riguardo in separata sede) anche per la capacità di narrare per immagini. "Scirocco", "Quello che non", "Autogrill", "Signora Bovary". "Scirocco" stilisticamente parlando è uno dei suoi testi che preferisco: parlando di gesti e oggetti riesce a raccontare una situazione tra persone e la sua evoluzione.

De André soprattutto, ancora, nei suoi episodi più impressionisti. "Volta la carta", "Parlando del naufragio della London Valour", "Coda di lupo" accostano immagini, metafore e slittamenti di significato disegnando vicende a volte chiare, altre del tutto ermetiche. Mi piace anche il suo continuo rielaborare stili tipici della narrativa popolare (vedi ancora "Volta la carta", o "Sally"). Ho citato solo canzoni di "Rimini" e in effetti a livello di stile dei testi è quello che in assoluto preferisco.

Di Battiato adoro la capacità di saltare di palo in frasca, di mescolare alto e basso, di girare attorno alle cose costruendo testi apparentemente senza senso che però creano una sensazione specifica e finiscono per veicolare un messaggio (quasi) chiaro. Una delle mie canzoni preferite da questo punto di vista è "Scalo a grado":

Ho fatto scalo a grado
la domenica di Pasqua
gente per le strade
correva andando a messa.

L'aria carica d'incenso
alle pareti le stazioni del calvario
gente fintamente assorta
che aspettava la redenzione dei peccati.

Agnus dei qui tollis peccata
mundi miserere
dona eis requiem.

Il mio stile è vecchio
come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore
nel mio sangue non c'è acqua
ma fiele che ti potrà guarire.

Ci si illumina d'immenso
mostrando un poco la lingua
al prete che dà l'ostia
ci si sente in paradiso cantando dei salmi un poco stonati.

Agnus dei qui tollis peccata
mundi miserere
dona eis requiem.


Sia Morgan che Max Gazzé hanno saputo a modo loro recepire la lezione di Battiato. Il primo mi piace da matti nelle cose per i Bluvertigo (da solista non lo conosco), in tutto il suo riprendere l'estetica surrealista lavorando di associazioni di idee. Una penna notevolissima.
Gazzé è molto più altalenante ma ha scritto degli ottimi testi ("Cara Valentina", "La favola di Adamo ed Eva", "L'amore pensato") sfruttando gli accostamenti di immagini per evocare un calore quotidiano.

Con Mogol ho un rapporto difficile. Alcuni testi mi piacciono molto, sia tra i più paraculi ("Fiori rosa fiori di pesco", stupendo), sia tra quelli più sperimentali ("La collina dei ciliegi"). Però ci trovo delle cadute di stile pazzesche, degli scivoloni nella banalità che mi fanno incazzare di brutto. Finché si tratta di canzoni intere ("Dolce di giorno", "Io vivrò (senza te)") non me ne faccio un grande problema, ignoro il pezzo e via. Il problema è in canzoni come "Ma è un canto brasileiro", strofa stupenda e poi bridge con rime di una pacchianeria spiazzante:

Eppure non sei meno bella
in casa senza cerone
non dico che sei una rosa
sarei un trombone
ma ti vorrei vedere
qualche volta in bikini
senza sfondi di isole lontane
e restare un po' vicini

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#5 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:02

Rapporto disastroso per quanto riguarda quelli che sono considerati i classici del cantautorato nostrano, ottimo quando si deraglia dai soliti schemi...

non salvo mezza-riga-mezza dei vari DeGregori, Conte, Guccini, Dalla...
salvo DeAndré in parte perché credo sia superiore a quelli di cui sopra, un po' perché trovo le sue canzoni decenti dal punto di vista musicale, e la sua voce molto più bella: riesco a giudicare il testo di una canzone solo in rapporto alla canzone stessa. Leggerlo a vuoto senza conoscere la canzone mi serve quasi sempre a molto poco...

Altri che non mi piacciono per niente: Caparezza (rimarrà un mistero l'apprezzamento che ho letto in questo forum da parte di alcuni - trovo i suoi testi strutturalmente poveri e dai contenuti imbarazzanti); Mogol, che è poi la ragione per cui non riesco a amare per intero nessun disco del Battisti anni Settanta (musicalmente parlando almeno "Il nostro caro angelo" e "Anima latina" li trovo clamorosi, ma quei testi!)...

Passiamo al bene.
Battiato lo adoro, il suo stile colto, ironico e la capacità di assemblare mezzo testo a forza di citazioni risultando del tutto naturale è miracolosa (di contro detesto tutti i suoi imitatori, da Morgan a Gazzè).
Le Orme quando riuscivano a liberarsi dai postumi del Sessantotto sapevano scrivere testi di rara poesia.
Camisasca mi piace mediamente abbastanza.
Faust'o non mi dispiace ma penso sia dovuto al fatto che metà dei suoi testi sono scopiazzati da John Foxx. asd
Ma l'apice per me è rappresentato dalle canzoni tradizionali napoletane, con giochi linguistici e un'espressività spettacolari (certo sarebbe meglio se interpretate da Murolo o Bruni anziché da Nino D'Angelo o Massimo Ranieri), e fra i moderni Panella, che stacca tutti sulla distanza. Un vero avanguardista della parola cantata.
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#6 bosforo

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:08

Faust'o non mi dispiace ma penso sia dovuto al fatto che metà dei suoi testi sono scopiazzati da John Foxx. asd


ma non è vero, dai!

lui è un grandissimo scrittore di testi, oltre che cantante e songwriter
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#7 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:22

parlando degli italiani, io spero sempre cantino in inglese così non è immediato il significato di ciò che sento... giacché odio i testi dei gruppi italiani, ultra-seriosi e troppo poetici.


cosa ti fa credere che all'estero siano diversi? Che poi, come fai a mettere assieme Lolli e Skiantos?

Se cantassi, lo farei in inglese. Ad ogni modo la mia tolleranza verso i testi brutti è enorme, visto che i testi non li cago... non ci faccio caso anche ascoltando attentamente il pezzo, seguo più la melodia della voce


io di contro trovo il cantare in inglese, a meno che non lo si padroneggi veramente perfettamente una roba di un provincialismo tristissimo. Poi non toglie che ci sono cose italiane cantate in inglese che mi piacciono, ma per come la vedo io, pena e schifo. Ma proprio pena e schifo e malinconia, uno che canta in inglese stentato non ha un cazzo da dirmi, non ha una sua cultura, è uno che canta in inglese perchè è convinto che sia più fico, e magari la trincera pure con il classico: "l'inglese suona meglio".
Sarà appunto che i testi mi interessano molto e sono parte integrante di una canzone

comunque per me i migliori nello scrivere testi, senza molta fantasia, De Andrè, De Gregori, Guccini, Ferretti. Poi personalmente mi piacciono molto i testi di Filippo Gatti.
Gli altri tutti dietro. Quelli degli Skiantos sono decisamente divertenti ma come invenzione quella della rima scema ha il fiato corto, infatti i dischi dopo i primi dove vogliono far vedere che sono intelligenti diventano pesantemente retorici. Battiato mi piace ma spesso mi fa storcere il naso per un tono troppo compiaciuto, Gaber è bravo ma spesso la metrica è la sua ultima preoccupazione, Clementi è bravo ma non esageriamo, idem Agnelli, idem Gaetano che a volte passa per genio, idem pure Gianmaria Testa (che qualche bel testo ce l'ha). Godano ha scritto qualcosa di valido ma quando gli parte il lato decadente-letterario sarebbe da prendere a schiaffi, Mogol spesso è mediocre.
Ah, si quel poco che ho sentito di Jannacci mi piace davvero molto.
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#8 paloz

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:23

Completo il post iniziale citando i miei, di preferiti.

Guccini

De André

Battiato


Meno male che mi hai ricordato i tre personaggi da salvare, sennò forse ti avrei risposto che testi e musica italiani per me van buttati pressoché tutti nel cesso.
Sarebbe stato un errore madornale.

Ah già: Le Orme.
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#9 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:23

Rapporto disastroso per quanto riguarda quelli che sono considerati i classici del cantautorato nostrano, ottimo quando si deraglia dai soliti schemi...

non salvo mezza-riga-mezza dei vari DeGregori, Conte, Guccini, Dalla...
salvo DeAndré in parte perché credo sia superiore a quelli di cui sopra


classico discorso di chi ha sentito due cose in croce. Bah, certa supponenza mi fa incazzare veramente.
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#10 Pierrotelaluna

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:25

Non ho una prefereza per tipologie di testi.
Mi piacciono sia ricercati, sia semplici. Però devono avere un minimo di significato, anche se di difficile comprensione, come quelli di Agnelli. Odio invece quelli dei Verdena che non significano un caxxo.
Meglio poi se evocano un qualcosa di non ordinario. Immagini, colori, storie.
Ad esempio "Febbre" e "Pierrot e la luna" di Pelù. Quei testi di Pelù li ho amati non poco.
Così i testi di Ligabue in "Sopravvisuti e sopravviventi".
Mi hanno dato i brividi anche alcune parole di Caparezza, "Io vengo dalla luna" e "Nessuna razza".
Sempre impressi poi ho dei testi di Jovanotti, come "Stella Cometa" e "Linea d'ombra".
Battiato, Ferretti e Gofano per i testi più ostici, e Gazzè per quelli finto-semplici.
Un capitolo a parte sono i testi di canzoni d'amore. Presentissimi nel Bel Paese, ma che io spesso rigetto, a meno che non sono trattati dai sopra citati parolieri.
Il testo d'amore non deve essere convenzionale. Questo un pò manca dalle nostre parti. Lo catano in pochi. Quelli sopra credo che soddisfino questo criterio, insieme a De Andrè, Guccini, De Gregori ( questo non sempre).
Mi è sempre piaciuta l'ironia di Rino Gaetano e del primo Vasco Rossi. Nel discorso ironia ci sta bene anche Gazzè.
Tra i testi più semplicetti cito solo i Baustelle. Non ne apprezzo molti altri.

Ho sempre odiato e sempre odierò i testi d'amore sfigato. Del tipo "in ginocchio da te" oppure "Ti baciava le labbra e io di rabbia morivò già". Ma daii!


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Ti ritiri tu? Tiritirità?
Tannen, io ti maledico.

#11 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:28

del primo Vasco Rossi.


ecco, effettivamente il primo Vasco è molto meno peggio di quanto molti credono.
Ah, ho un problema con Ciampi, però probabilmente è stato tra i più originali e sinceri in assoluto.
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#12 bosforo

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:28


parlando degli italiani, io spero sempre cantino in inglese così non è immediato il significato di ciò che sento... giacché odio i testi dei gruppi italiani, ultra-seriosi e troppo poetici.


cosa ti fa credere che all'estero siano diversi? Che poi, come fai a mettere assieme Lolli e Skiantos?


mah in linea generale non lo sono per quanto mi è capitato (cioè, mai trovato merde come Benvegnù e Godano all'estero, magari altri tipi ma non così)

io di contro trovo il cantare in inglese, a meno che non lo si padroneggi veramente perfettamente una roba di un provincialismo tristissimo. Poi non toglie che ci sono cose italiane cantate in inglese che mi piacciono, ma per come la vedo io, pena e schifo. Ma proprio pena e schifo e malinconia, uno che canta in inglese stentato non ha un cazzo da dirmi, non ha una sua cultura, è uno che canta in inglese perchè è convinto che sia più fico, e magari la trincera pure con il classico: "l'inglese suona meglio".
Sarà appunto che i testi mi interessano molto e sono parte integrante di una canzone


per me nessun problema se la pronuncia è buona (posso tollerare qualche eccezione dai)... anche i kraftwerk cantavano in inglese!
il fatto è che per me la musica di un gruppo della regione X non deve per forza rappresentare la sua realtà culturale, quindi non vedo dove stia la pena  :P


Odio invece quelli dei Verdena che non significano un caxxo.


li salvo solo per questo infatti: non hanno senso, non possono fare così schifo come quelli di Godano che hanno un senso... brutto!
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#13 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:29

lui è un grandissimo scrittore di testi, oltre che cantante e songwriter

Leggi "Hotel Plaza" e "Il mio sesso", tanto per dire i due più sfacciati che mi ricordo. Soprattutto la seconda, secondo me doveva avere l'accortezza di mettere la firma di Foxx fra i credits. Sulla grandezza di Faust'o nessun dubbio, ovvio!

Dimenticavo Ferretti: riesce a essere al contempo uno di quelli che mi piace di più e di meno. Ossia, lo adoro in generale, ma ogni tanto se ne esce con robe bambinesche e imbarazzanti (ogni riferimento a coiti molesti è puramente voluto: per anni ho odiato quel disco esclusivamente a causa di quella canzone, che continuo a ritenere una schifezza piazzata in mezzo a una sfilza di diamanti)...


classico discorso di chi ha sentito due cose in croce. Bah, certa supponenza mi fa incazzare veramente.

Conosco per intero "Gelato al limon", "Paolo Conte", "Rimmel", "Bufalo Bill", "Com'è profondo il mare", "Lucio Dalla", "Via Paolo Fabbri 43", "Radici", più una marea di canzoni sparse di ognuno. Conosco ciò di cui parlo, mi spiace. La supponenza sta semmai nel non accettare le opinioni altrui.
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#14 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:29


Rapporto disastroso per quanto riguarda quelli che sono considerati i classici del cantautorato nostrano, ottimo quando si deraglia dai soliti schemi...

non salvo mezza-riga-mezza dei vari DeGregori, Conte, Guccini, Dalla...
salvo DeAndré in parte perché credo sia superiore a quelli di cui sopra


classico discorso di chi ha sentito due cose in croce. Bah, certa supponenza mi fa incazzare veramente.


Senza accusare di supponenza nessuno, credo pure io che molti di questi autori abbiano dato il meglio - almeno per i miei gusti attuali - con alcuni dei loro brani meno noti.
Parlo essenzialmente di Guccini e De André, perché purtroppo Dalla Conte e De Gregori li conosco molto male (Conte tendenzialmente mi piace, di Dalla adoro "Com'è profondo il mare"). Ho iniziato ad ascoltarli attirato dalle "solite" canzoni politico-sociali, arrivando anni dopo a preferire nettamente le canzoni su altre vene. Sia tematiche che stilistiche. Per l'appunto il guccini di "La locomotiva" mi entusiasma ancora oggi ma non è nemmeno vagamente un mio riferimento stilistico, come può esserlo invece quello di "Asia" - pezzo su cui difficilmente uno interessato a "farsi un'idea" su Guccini si sofferma inizialmente.
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#15 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:34

telegram, prova ad ascoltare, di Guccini, la canzone Madame Bovary. Ho letto da qualche parte che e' la sua preferita, e non dico che sia anche la mia ma a livello stilistico (mi riferisco ai testi) la trovo tra le sue migliori in assoluto.
Con ogni probabilità non ti piacerà, d'altra parte se non ti piace la voce il modo di cantare la musica etc... Però mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensi del testo e di come è scritto.

Nessunissima polemica, semplicemente mi incuriosisce capire cosa si possa trovare di brutto in qualcosa che trovo praticamente perfetto :)
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#16 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:37



parlando degli italiani, io spero sempre cantino in inglese così non è immediato il significato di ciò che sento... giacché odio i testi dei gruppi italiani, ultra-seriosi e troppo poetici.


cosa ti fa credere che all'estero siano diversi? Che poi, come fai a mettere assieme Lolli e Skiantos?


mah in linea generale non lo sono per quanto mi è capitato (cioè, mai trovato merde come Benvegnù e Godano all'estero, magari altri tipi ma non così)


bè se consideri che i massimi scrittori di testi, almeno per quanto riguarda l'inglese sono considerati i soliti Dylan (si, ricordo il discorso sull'ironia ma spero che non ci sia bisogno di specificare), Cohen, Young eccetera...


io di contro trovo il cantare in inglese, a meno che non lo si padroneggi veramente perfettamente una roba di un provincialismo tristissimo. Poi non toglie che ci sono cose italiane cantate in inglese che mi piacciono, ma per come la vedo io, pena e schifo. Ma proprio pena e schifo e malinconia, uno che canta in inglese stentato non ha un cazzo da dirmi, non ha una sua cultura, è uno che canta in inglese perchè è convinto che sia più fico, e magari la trincera pure con il classico: "l'inglese suona meglio".
Sarà appunto che i testi mi interessano molto e sono parte integrante di una canzone


per me nessun problema se la pronuncia è buona (posso tollerare qualche eccezione dai)... anche i kraftwerk cantavano in inglese!
il fatto è che per me la musica di un gruppo della regione X non deve per forza rappresentare la sua realtà culturale, quindi non vedo dove stia la pena  :P


non deve rappresentare la sua realtà culturale, ma si spera che uno rappresenti se stesso, non la Coca cola. Ora, di sicuro c'è chi padroneggia l'inglese bene quanto l'italiano, ma credo siano eccezioni. E gli altri? Di che cantano? Perchè cantano? Chi li obbliga? Che mi fotte di te (non tu Bosforo eh) se non hai talmente un cazzo da dire che me lo dici in una lingua non tua con una pronuncia che per un inglese deve fare lo stesso effetto che ha per noi sentire Mal?
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#17 bosforo

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:38


lui è un grandissimo scrittore di testi, oltre che cantante e songwriter

Leggi "Hotel Plaza" e "Il mio sesso"


ma quelli sono espliciti tributi a "Plaza" e "My Sex", il resto mi sembra diverso anche se si sa da che immaginario pescava Faust'o.

ecco, lui è uno che mescola aulico e profano/sporco, altro che Godano  asd
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#18 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:40

Conosco per intero "Gelato al limon", "Paolo Conte", "Rimmel", "Bufalo Bill", "Com'è profondo il mare", "Lucio Dalla", "Via Paolo Fabbri 43", "Radici", più una marea di canzoni sparse di ognuno. Conosco ciò di cui parlo, mi spiace. La supponenza sta semmai nel non accettare le opinioni altrui.


ah. Due dischi a testa di gente che ne ha fatto più di venti a testa, e allora li conosci. A' telegram, sei Scaruffiano.
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#19 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:44

Nessunissima polemica, semplicemente mi incuriosisce capire cosa si possa trovare di brutto in qualcosa che trovo praticamente perfetto :)

Figuriamoci se potrebbe esserci polemica, riusciresti a rendermi simpatica anche un'apologia dell'apartheid. :P Sul testo che dici: io lo ascolto, ma sicuro che possa piacere a uno che trova tronfi, retorici e pacchiani nei tratti in cui provano a essere ironici quelli di "Radici" e "Via Paolo Fabbri 43"? Va bene che se non ricordo male è un pezzo di diversi anni successivo, proviamoci un po'... ;)

Bosforo: saranno omaggi, ma usano le stesse identiche parole, nel caso de "Il mio sesso" pure parecchio a lungo (credo siano più i versi di Foxx che i suoi se li contiamo)... nulla da ridire su lui, ha scritto testi che adoro, ma ogni tanto ha fatto pure il paraculo, tutto qui. :P


ah. Due dischi a testa di gente che ne ha fatto più di venti a testa, e allora li conosci. A' telegram, sei Scaruffiano.

Sono i due dischi generalmente più considerati delle loro carriere (tranne "Gelato al limon" di Conte, che è una conoscenza d'infanzia), pertanto perché dovrei insistere con l'esplorazione di autori quando quelli che secondo tutti rappresentano i loro vertici mi hanno fatto schifo, anche e soprattutto dal punto di vista dei testi? Tu dopo due dischi che ritieni orridi, entrambi fra i più considerati del proprio autore, approfondiresti un qualsiasi artista?
Posto che quelli sono i dischi che conosco per intero, più innumerevoli canzoni sparse.
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#20 Panfilo Maria Lippi

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:45

Conosco per intero "Gelato al limon", Paolo Conte


Curiosità: quale degli (innumerevoli) dischi senza titolo di Conte hai ascoltato?
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#21 Ian Smith

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:47

Dalla non l'ha ancora citato nessuno?
e non il primo (i testi glieli scriveva Norisso), ma quello immediatamente successivo, quello geniale, assurdo e incredibilmente poetico de "Quant'è profondo il mare" (si veda la title track, ma anche Treno a Vela, Corso Buenos Aires e Il Cucciolo Alfredo).
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#22 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:50

Curiosità: quale degli (innumerevoli) dischi senza titolo di Conte hai ascoltato?

La pietra miliare di Ondarock, fra l'altro l'ho riascoltato di recente, proprio pochi giorni prima che venisse miliarizzato, coincidenza delle più strambe! Ogni tanto mi vengono gli scrupoli di coscienza e ripesco 'sti classici del cantautorato nostrano, ma ogni volta finisco solo col farmi del male. :D
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#23 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:51

[quote author=telegram link=topic=7990.msg372265#msg372265 date=1222798784]
ah. Due dischi a testa di gente che ne ha fatto più di venti a testa, e allora li conosci. A' telegram, sei Scaruffiano.[/quote]
Sono i due dischi generalmente più considerati delle loro carriere[/quote]

sono una parte marginale delle loro carriere (di cantautori che conosco benissimo). "Non salvo una riga", "De andrè è senz'altro superiore", ma come fai a dirlo?  Ma vabbè lasciamo perdere.

[quote author=telegram link=topic=7990.msg372265#msg372265 date=1222798784]
(tranne "Gelato al limon" di Conte, che è una conoscenza d'infanzia), pertanto perché dovrei insistere con l'esplorazione di autori quando quelli che secondo tutti rappresentano i loro vertici mi hanno fatto schifo, anche e soprattutto dal punto di vista dei testi? Tu dopo due dischi che ritieni orridi, entrambi fra i più considerati del proprio autore, approfondiresti un qualsiasi artista?[/quote]

no, ma più che altro eviterei di pontificare, con tanta sicurezza poi.

[quote author=telegram link=topic=7990.msg372265#msg372265 date=1222798784]
Posto che quelli sono i dischi che conosco per intero, più innumerevoli canzoni sparse.
[/quote]

si, immagino anche quali.
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#24 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:55

Cioè i titoli che ho citato sarebbero marginali nelle rispettive carriere? Sei sicuro di quello che dici? Io è la prima volta che sento dire una cosa del genere riguardo a quelli che da sempre vedo considerati quasi all'unanimità i loro capolavori, ma tant'è. Com'è profondo il mare e Lucio Dalla marginali nella carriera di Dalla? Rimmel e Bufalo Bill marginali in quella di DeGregori? Paolo Conte del 1984 marginale in quella di Conte? Paolo Fabbri e Radici marginali in quella di Guccini?
Se è così dimmi quali sono i dischi non marginali, ovviamente che siano distantissimi dallo stile di quelli che ho ascoltato altrimenti non mi piacerebbero, e li ascolto.

Ma poi voglio dire, basta usare la logica: se un artista non mi piace al suo apice, come potrebbe piacermi nelle cose minori? A meno che fra le cose minori non ci siano dischi distantissimi dallo stile dei maggiori, in quel caso segnalali pure e vediamo di nascosto l'effetto che fa.
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#25 Pierrotelaluna

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Inviato 30 settembre 2008 - 18:56



Odio invece quelli dei Verdena che non significano un caxxo.


li salvo solo per questo infatti: non hanno senso, non possono fare così schifo come quelli di Godano che hanno un senso... brutto!


I Verdena quando li ho ascoltati ho sempre pensato "Sta roba la posso scrivere anche io". Basta mettere qualche parola difficile insieme.
Di rimando i testi di Godano mi hanno sempre suscitato forti emozioni. Di rabbia, di calma, di inquietudine. Mi hanno sempre creato immagini forti nella mente.
I Verdena li metto dietro anche ai Prozac+.  :-X
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#26 Panfilo Maria Lippi

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Inviato 30 settembre 2008 - 19:05


Curiosità: quale degli (innumerevoli) dischi senza titolo di Conte hai ascoltato?

La pietra miliare di Ondarock, fra l'altro l'ho riascoltato di recente, proprio pochi giorni prima che venisse miliarizzato, coincidenza delle più strambe! Ogni tanto mi vengono gli scrupoli di coscienza e ripesco 'sti classici del cantautorato nostrano, ma ogni volta finisco solo col farmi del male. :D


Cos'ha che non ti piace quel disco? :'(
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#27 bosforo

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Inviato 30 settembre 2008 - 19:07




Odio invece quelli dei Verdena che non significano un caxxo.


li salvo solo per questo infatti: non hanno senso, non possono fare così schifo come quelli di Godano che hanno un senso... brutto!


I Verdena quando li ho ascoltati ho sempre pensato "Sta roba la posso scrivere anche io". Basta mettere qualche parola difficile insieme.
Di rimando i testi di Godano mi hanno sempre suscitato forti emozioni. Di rabbia, di calma, di inquietudine. Mi hanno sempre creato immagini forti nella mente.
I Verdena li metto dietro anche ai Prozac+.  :-X


scusa ma son proprio quelli di Godano delle sequenze di paroloni, quelli dei Verdena hanno un livello da scuola media, sono solo a caso, mica parole difficili...

ah, per me "li so fare anche io" non è un demerito per i testi... come ho scritto amo i testi dei Violent Femmes  ;)
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#28 dick laurent

    ...

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Inviato 30 settembre 2008 - 19:08

Cioè i titoli che ho citato sarebbero marginali nelle rispettive carriere? Sei sicuro di quello che dici? Io è la prima volta che sento dire una cosa del genere riguardo a quelli che da sempre vedo considerati quasi all'unanimità i loro capolavori, ma tant'è.


Bene, quindi se uno ascolta Low di Bowie e non gli piace, ha capito tutto di Bowie, giusto?


Com'è profondo il mare e Lucio Dalla marginali nella carriera di Dalla? Rimmel e Bufalo Bill marginali in quella di DeGregori? Paolo Conte del 1984 marginale in quella di Conte? Paolo Fabbri e Radici marginali in quella di Guccini?


marginali nel senso che sono solo una piccola parte della loro produzione. Ad esempio per me Bufalo Bill e Rimmel sono buoni (specie il primo), ma non sono i migliori. Ma non è che hai detto "ho sentito due dischi, mi fanno cagare", ma "non salvo una riga".
Ahò, non hai niente da dire e infatti non lo dici. In questo caso almeno, di sicuro  :)





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#29 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 20:01

Bene, quindi se uno ascolta Low di Bowie e non gli piace, ha capito tutto di Bowie, giusto?

A parte che anche fra i più strenui sostenitori di De Gregori o Dalla, gente che sostiene che i suddetti abbiano fatto più di due capolavori non ne conosco (Claudio pure che a dir poco li venera mi sembra si fermi a due 8 a testa); mentre Bowie ha prodotto una quantita di musica memorabile ben maggiore. Posto questo, se uno dopo aver ascoltato "Hunky Dory" e "Low" mi dicesse che fanno pena (non che gli siano "solo piaciucchiati", intendo proprio che gli abbiano fatto schifo), gli direi che evidentemente Bowie non può piacergli, di certo non gli consiglierei di insistere, visto che se quei due non sono piaciuti è difficile che gli possa far cambiare idea un "Let's Dance", o ben peggio, un "Never Let Me Down". Capire un artista significa conoscerne la discografia intera? John Zorn allora non potrà mai capirlo nessuno. asd Per me l'estetica si può capire benissimo anche con l'ascolto di poche opere-chiave (a volte di una sola: prendi i Ramones, per entrare nel loro mondo è sufficiente un disco - non che ne abbiano fatto uno solo bello sia chiaro). Abbiamo evidentemente una concezione dell'arte diversa (e non mi stupisce, visto anche quanto sono distanti i nostri gusti).


marginali nel senso che sono solo una piccola parte della loro produzione. Ad esempio per me Bufalo Bill e Rimmel sono buoni (specie il primo), ma non sono i migliori. Ma non è che hai detto "ho sentito due dischi, mi fanno cagare", ma "non salvo una riga".

Poniamo anzitutto che è la primissima volta che sento dire che il migliore di De Gregori non è fra quei due, e quindi non vedo perché dovrei fidarmi più di te-isolato (anche considerando, come dicevo, che hai gusti agli antipodi dei miei) che di decine-di-altri. Detto ciò, a me i testi di quei due dischi fanno tutti ribrezzo: roba che dovendo quantificare in voti il picco non supererebbe il 3. Ora dimmi: con questi pressupposti, pensi che per me nella discografia di De Gregori possa esserci un disco capace di farmi ricredere? La risposta secondo me è "no", ma se per te c'è la possibilità, segnala pure. Presupposto essenziale: non deve ricordare neanche lontanamente quei due dischi lì, non si deve neanche minimamente intuire che si tratti dello stesso autore.

Per il resto, la chiave del problema è che tu vuoi imporre una verità (la tua), come se il sottoscritto l'avesse minacciata, ma se rileggi ho scritto chiaro e tondo che "non salvo mezza riga", una frase il cui soggetto sottointeso è "IO".

Jova: non ti tedio col discorso sulla produzione, che trovo piatta e pacchiana, il punto è più nel fatto che è musica troppo incentrata sui testi. La trovo monotona, senza sorprese, e dopo un po' mi stimola la pennichella... infine un particolare non irrilevante: la sua voce rientra nella top-10 dei suoni più irritanti che io abbia mai udito, più in alto anche del gesso che stride sulla lavagna. :D
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#30 nino#

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Inviato 30 settembre 2008 - 20:02

A mio modo di vedere, una canzone è soprattutto musica. La parte vocale, spesso, tendo a
considerarla un ulteriore strumento musicale, che caratterizza ulteriormente l'opera in
quanto strumento, in genere, unico... Non dico che questo sia giusto, ma che è una mia
abitudine (sicuramente sbagliata). A volte mi rendo conto di ascoltare una canzone da anni
e di non essermi mai soffermato sul testo. Inoltre, nella maggioranza dei casi, i testi
delle canzoni sono in inglese e, pur conoscendolo abbastanza, mi viene ancora più difficile
soffermarmi sul loro significato. Anche per le canzoni in italiano, spesso mi colpisce il
suono delle parole, non il loro significato e quindi, canzoni con testi super-impegnati
(cantautori in genere), con testi da scuola media (i Verdena, che mi piacciono abbastanza),
con testi non-sense (i Wolfango che mi piacciono da matti) per me non fa differenza.
Quello che mi coinvolge è l'insieme dei suoni... Certo, i sono delle eccezioni: ad esempio,
con Il Porto Sepolto di Andrea Chimenti, come si fa a non fare attenzione ai
testi (visto che sono poesie di Ungaretti)?
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VINDICA TE TIBI

#31 Pierrotelaluna

    Classic Rocker

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Inviato 30 settembre 2008 - 20:06





Odio invece quelli dei Verdena che non significano un caxxo.


li salvo solo per questo infatti: non hanno senso, non possono fare così schifo come quelli di Godano che hanno un senso... brutto!


I Verdena quando li ho ascoltati ho sempre pensato "Sta roba la posso scrivere anche io". Basta mettere qualche parola difficile insieme.
Di rimando i testi di Godano mi hanno sempre suscitato forti emozioni. Di rabbia, di calma, di inquietudine. Mi hanno sempre creato immagini forti nella mente.
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scusa ma son proprio quelli di Godano delle sequenze di paroloni, quelli dei Verdena hanno un livello da scuola media, sono solo a caso, mica parole difficili...

ah, per me "li so fare anche io" non è un demerito per i testi... come ho scritto amo i testi dei Violent Femmes  ;)


Vero, quelli di Godano sono più pregni di paroloni, però ti danno nell'insieme un senso che non si trova nei testi dei Verdena.

Alla fine comunque parliamo di quisquilie, nel senso che ognuno di noi due cerca  e/o apprezza cose diverse.
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#32 Panfilo Maria Lippi

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Inviato 30 settembre 2008 - 20:15

il punto è più nel fatto che è musica troppo incentrata sui testi


Pensa che io invece di Conte ho sempre avuto la sensazione opposta: cioè di un paroliere che scrive essenzialmente per assecondare l'atmosfera della musica; uno dei pochi cantautori italiani in cui il rapporto di dipendenza musica/testo è nettamente a favore della prima. Si nota anche dal suo modo di scrivere: tutto giocato sull'accumulazione di immagini o sul puro gioco linguistico.
In realtà ti ho chiesto di Conte proprio perchè lo trovo molto diverso dagli altri cantautori che hai citato (che pure mi piacciono tutti un bel po'), ma non vuol dire che non ti possa dispiacere quanto loro :D
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#33 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 20:33


Bene, quindi se uno ascolta Low di Bowie e non gli piace, ha capito tutto di Bowie, giusto?

A parte che anche fra i più strenui sostenitori di De Gregori o Dalla, gente che sostiene che i suddetti abbiano fatto più di due capolavori non ne conosco (Claudio pure che a dir poco li venera mi sembra si fermi a due 8 a testa);


conosci decisamente poco l'argomento: ad esempio di De gregori vengono considerati 5 dischi
superiori agli altri, al di là di quello che ne penso io, non è una mia opinione ma diciamo, l'opinione comune. Alice non lo sa, La pecora, Bufalo Bill, Rimmel e Titanic.

Posto questo, se uno dopo aver ascoltato "Hunky Dory" e "Low" mi dicesse che fanno pena (non che gli siano "solo piaciucchiati", intendo proprio che gli abbiano fatto schifo), gli direi che evidentemente Bowie non può piacergli, di certo non gli consiglierei di insistere, visto che se quei due non sono piaciuti è difficile che gli possa far cambiare idea un "Let's Dance", o ben peggio, un "Never Let Me Down". Capire un artista significa conoscerne la discografia intera? John Zorn allora non potrà mai capirlo nessuno. asd Per me l'estetica si può capire benissimo anche con l'ascolto di poche opere-chiave (a volte di una sola: prendi i Ramones, per entrare nel loro mondo è sufficiente un disco - non che ne abbiano fatto uno solo bello sia chiaro).


sono perfettamente d'accordo. Io ho solo contestato il "non salvo una riga", che fa presumere che tu quelle righe le conosci bene un po' tutte, o almeno tutte le migliori.

Abbiamo evidentemente una concezione dell'arte diversa (e non mi stupisce, visto anche quanto sono distanti i nostri gusti).


ah si? strano, io ho visto un sacco di dischi che piacciono a tutti e due, il trucchetto delle visioni opposte non tiene, daje su

Poniamo anzitutto che è la primissima volta che sento dire che il migliore di De Gregori non è fra quei due,


a riprova di quanto conosci maluccio l'argomento. Ad esempio per Guglielmi il migliore è la Pecora, e qualcosa di musica italiana credo la sappia.

Ora dimmi: con questi pressupposti, pensi che per me nella discografia di De Gregori possa esserci un disco capace di farmi ricredere? La risposta secondo me è "no", ma se per te c'è la possibilità, segnala pure. Presupposto essenziale: non deve ricordare neanche lontanamente quei due dischi lì, non si deve neanche minimamente intuire che si tratti dello stesso autore.


ma io non ti voglio far ricredere di un bel nulla, solo che l'argomento non erano i dischi ma i testi, e tu liquidi l'opera omnia di cantautori dicendo che "non salvi una riga" quando poi ne hai una conoscenza marginale.
Mi verrebbe da chiederti comunque per restare ai dischi che hai sentito perchè non ti piace un testo come "il pensionato", così per capire.
Tanto per tornare in argomento.



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#34 Moonchild

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Inviato 30 settembre 2008 - 20:51


Ho un grosso problema con la musica italiana. Se è cantata, non riesco a ignorare i testi. Ci faccio caso per forza, e se non mi piacciono (o meglio, se non li trovo perfetti) mi incazzo e mi fa schifo direttamente anche la canzone.


Io ho lo stesso atteggiamento... se trovo un testo ridicolo o brutto, difficilmente riesco ad apprezzare
la canzone. E mi capita spesso proprio con dei brani di spaghetti-prog... qualcuno non me ne voglia se legge,
ma sono costretta a ricitare i Pholas Dactylus  asd
viceversa, se mi piace molto un testo tendo a chiudere un occhio anche su canzoni che non sono del tutto nelle mie corde.

Quanto ai preferiti, viaggio dai classiconi di Dalla alle nevrosi di Camerini passando per il trash di Tony Tammaro, ma
devo dire che da quando ho scoperto il meraviglioso mondo Panella/Carella difficilmente riesco ad ascoltare altro  O_O



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#35 Ian Smith

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Camerini


cazzo!
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#36 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 21:14



io di contro trovo il cantare in inglese, a meno che non lo si padroneggi veramente perfettamente una roba di un provincialismo tristissimo. Poi non toglie che ci sono cose italiane cantate in inglese che mi piacciono, ma per come la vedo io, pena e schifo. Ma proprio pena e schifo e malinconia, uno che canta in inglese stentato non ha un cazzo da dirmi, non ha una sua cultura, è uno che canta in inglese perchè è convinto che sia più fico, e magari la trincera pure con il classico: "l'inglese suona meglio".
Sarà appunto che i testi mi interessano molto e sono parte integrante di una canzone


per me nessun problema se la pronuncia è buona (posso tollerare qualche eccezione dai)... anche i kraftwerk cantavano in inglese!
il fatto è che per me la musica di un gruppo della regione X non deve per forza rappresentare la sua realtà culturale, quindi non vedo dove stia la pena  :P


non deve rappresentare la sua realtà culturale, ma si spera che uno rappresenti se stesso, non la Coca cola. Ora, di sicuro c'è chi padroneggia l'inglese bene quanto l'italiano, ma credo siano eccezioni. E gli altri? Di che cantano? Perchè cantano? Chi li obbliga? Che mi fotte di te (non tu Bosforo eh) se non hai talmente un cazzo da dire che me lo dici in una lingua non tua con una pronuncia che per un inglese deve fare lo stesso effetto che ha per noi sentire Mal?


Io non credo che, necessariamente, l'arte debba riflettere la cultura locale di chi l'ha creata. Non credo nemmeno che il fine dell'arte debba essere racchiudere l'anima dell'autore. Insomma, mi va benissimo che si rappresenti la Coca-cola e non sé stessi (tanto, gira che ti rigira, anche nell'esprimere la Coca-cola uno ci mette del suo - ma non me ne frega nulla).

Semplicemente, a me piace giocare con la lingua. E mi piace che si giochi con la mia lingua. Se un italiano sceglie di cantare in inglese faccia pure, potra' anche realizzare musica eccelsa (vedi Ephel Duath o Gaznevada) ma non lo recepiro' come "musica italiana". Non andra' incontro a una mia specifica esigienza, che e' quella di sentire musica cantata in italiano.

E sia chiaro, io adoro l'inglese, e' una lingua che mi piace da matti - tant'e' che quando scrivo recensioni su RYM o sul mio blog lo faccio in inglese. Mi piace incorporare modi e costruzioni dell'inglese (molto meno termini specifici) anche quando scrivo in italiano, ma appunto: il divertimento nasce dal giocare con l'italiano.

Una canzone per cui vado matto e' "Tungsteno", degli Scisma. Adoro quella commistione di italiano e inglese che non e' condotta riempiendo il testo di parole inglesi fighe per fare i fighi, ma e' quasi l'opposto.
Non che i termini inglesi suonino male, ma sono seguiti da parole italiane che li stemperano, accentuano il senso di "patchwork" quasi mettendoli in ridicolo:

Someday prendo un nastro rosso
sarà come tu lo vuoi
il mio cerchio azzurro e verde
non traspare limiti
someday prendo un pesce rosso
involucri di plastica
vado in centro e mi rifletto
in lenti divergenti blu
someway walking nelle piazze
watchin?? cielo elettrico
sotterraneo e silenzioso
corre un cavo verso sud
something splitting in fase neutro
fast connection ?? subito
l??elio è sazio e sta inglobando atomi di idrogeno
god bless me
tungsteno e aria
painting mondo sopra tela
zooming in togliattigrad
reaching bunker sotterraneo
stepping nell??oscurità
pulling filo interruttore noting luce unusual
satellites as lampadine
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#37 Moreno Saporito

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i primi molto inquadrati in quel periodo, quasi ingenui ma belli; quando è diventato arlecchino ancora meglio, dei cartoni animati
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#38 dick laurent

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io di contro trovo il cantare in inglese, a meno che non lo si padroneggi veramente perfettamente una roba di un provincialismo tristissimo. Poi non toglie che ci sono cose italiane cantate in inglese che mi piacciono, ma per come la vedo io, pena e schifo. Ma proprio pena e schifo e malinconia, uno che canta in inglese stentato non ha un cazzo da dirmi, non ha una sua cultura, è uno che canta in inglese perchè è convinto che sia più fico, e magari la trincera pure con il classico: "l'inglese suona meglio".
Sarà appunto che i testi mi interessano molto e sono parte integrante di una canzone


per me nessun problema se la pronuncia è buona (posso tollerare qualche eccezione dai)... anche i kraftwerk cantavano in inglese!
il fatto è che per me la musica di un gruppo della regione X non deve per forza rappresentare la sua realtà culturale, quindi non vedo dove stia la pena  :P


non deve rappresentare la sua realtà culturale, ma si spera che uno rappresenti se stesso, non la Coca cola. Ora, di sicuro c'è chi padroneggia l'inglese bene quanto l'italiano, ma credo siano eccezioni. E gli altri? Di che cantano? Perchè cantano? Chi li obbliga? Che mi fotte di te (non tu Bosforo eh) se non hai talmente un cazzo da dire che me lo dici in una lingua non tua con una pronuncia che per un inglese deve fare lo stesso effetto che ha per noi sentire Mal?


Io non credo che, necessariamente, l'arte debba riflettere la cultura locale di chi l'ha creata. Non credo nemmeno che il fine dell'arte debba essere racchiudere l'anima dell'autore. Insomma, mi va benissimo che si rappresenti la Coca-cola e non sé stessi (tanto, gira che ti rigira, anche nell'esprimere la Coca-cola uno ci mette del suo - ma non me ne frega nulla).


bè alla fine quello intendevo. Ma usare una lingua che si conosce in maniera mediocre "perchè suona meglio" è davvero metterci qualcosa di proprio? Personalmente penso proprio di no. Ma poi a chi ti stai rivolgendo? Se ti piace "il suono", allora non ha più senso fare vocalizzi alla Cocteau twins, piuttosto? Fa meno provincialotto perlomeno, e visto che ti interessa il suono non sei ancorato alle regole che ha pure l'inglese

E sia chiaro, io adoro l'inglese, e' una lingua che mi piace da matti - tant'e' che quando scrivo recensioni su RYM o sul mio blog lo faccio in inglese.



questo però è comprensibile, sei su un sito "internazionale" dove viene usato l'inglese e tu mi pare che lo conosca abbastanza bene.

Mi piace incorporare modi e costruzioni dell'inglese (molto meno termini specifici) anche quando scrivo in italiano, ma appunto: il divertimento nasce dal giocare con l'italiano.

Una canzone per cui vado matto e' "Tungsteno", degli Scisma. Adoro quella commistione di italiano e inglese che non e' condotta riempiendo il testo di parole inglesi fighe per fare i fighi, ma e' quasi l'opposto.
Non che i termini inglesi suonino male, ma sono seguiti da parole italiane che li stemperano, accentuano il senso di "patchwork" quasi mettendoli in ridicolo:

Someday prendo un nastro rosso
sarà come tu lo vuoi
il mio cerchio azzurro e verde
non traspare limiti
someday prendo un pesce rosso
involucri di plastica
vado in centro e mi rifletto
in lenti divergenti blu
someway walking nelle piazze
watchin?? cielo elettrico
sotterraneo e silenzioso
corre un cavo verso sud
something splitting in fase neutro
fast connection ?? subito
l??elio è sazio e sta inglobando atomi di idrogeno
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painting mondo sopra tela
zooming in togliattigrad
reaching bunker sotterraneo
stepping nell??oscurità
pulling filo interruttore noting luce unusual
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bè questa in effetti usa l'inglese ma appunto in maniera molto differente, il mio discorso era rivolto ad altro
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#39 Ian Smith

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Inviato 30 settembre 2008 - 21:48



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i primi molto inquadrati in quel periodo, quasi ingenui ma belli; quando è diventato arlecchino ancora meglio, dei cartoni animati


tra l'altro la canzone il cui pezzo di testo hai in firma a me piace moltissimo.
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#40 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 21:51

Ma poi voglio dire, basta usare la logica: se un artista non mi piace al suo apice, come potrebbe piacermi nelle cose minori? A meno che fra le cose minori non ci siano dischi distantissimi dallo stile dei maggiori, in quel caso segnalali pure e vediamo di nascosto l'effetto che fa.


Parlo esclusivamente per Guccini. Io l'ho conosciuto in era pre-slsk e pre-dc++, ovvero: a singole canzoni. Col senno di poi ho rimesso assieme gli album e sono arrivato a dire: il suo album che preferisco e' questo, quest'album ha il tale tema conduttore etc. Ma di base per me Guccini e' soprattutto un autore di canzoni, non di album.
Non parlerei di autentici "apici" nella carriera. I suoi "apici" consistono semplicemente nell'aver saputo concentrare in un album N canzoni stupende arrangiate bene e compatte dal punto di vista tematico. Ma i pezzi di Guccini che preferisco, e che ritengo piu' indicativi per comprendere la sua poetica ed apprezzarlo, sono sparsi qua e la', anche in mezzo a dischi nel complesso cosi' cosi'.

Un disco o due, "i suoi capolavori", non sono davvero sufficienti per comprendere Guccini come artista. Forse vale per tutti gli artisti, non lo so, ma per Guccini ne ho l'assoluta certezza.

L'unica canzone orrenda che per me abbia scritto, comunque, e' "Luna Fortuna". Non la consiglierei nemmeno al mio peggior nemico :D
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#41 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 21:58

Ma poi voglio dire, basta usare la logica: se un artista non mi piace al suo apice, come potrebbe piacermi nelle cose minori? A meno che fra le cose minori non ci siano dischi distantissimi dallo stile dei maggiori, in quel caso segnalali pure e vediamo di nascosto l'effetto che fa.


Parlo esclusivamente per Guccini. Io l'ho conosciuto in era pre-slsk e pre-dc++, ovvero: a singole canzoni. Col senno di poi ho rimesso assieme gli album e sono arrivato a dire: il suo album che preferisco e' questo, quest'album ha il tale tema conduttore etc. Ma di base per me Guccini e' soprattutto un autore di canzoni, non di album.
Non parlerei di autentici "apici" nella carriera. I suoi "apici" consistono semplicemente nell'aver saputo concentrare in un album N canzoni stupende arrangiate bene e compatte dal punto di vista tematico. Ma i pezzi di Guccini che preferisco, e che ritengo piu' indicativi per comprendere la sua poetica ed apprezzarlo, sono sparsi qua e la', anche in mezzo a dischi nel complesso cosi' cosi'.

Un disco o due, "i suoi capolavori", non sono davvero sufficienti per comprendere Guccini come artista. Forse vale per tutti gli artisti, non lo so, ma per Guccini ne ho l'assoluta certezza.


strastrastraquotissimo. Hai scritto quello che a me non andava di elaborare, comunque 10+. E si, vale lo stesso discorso per gli altri

L'unica canzone orrenda che per me abbia scritto, comunque, e' "Luna Fortuna". Non la consiglierei nemmeno al mio peggior nemico :D


io sarei meno generoso, dai ce ne sono varie. Tra l'altro Guccini è riuscito a scrivere "gasometro" in una sua canzone, non è da tutti
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#42 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 22:07



Ho un grosso problema con la musica italiana. Se è cantata, non riesco a ignorare i testi. Ci faccio caso per forza, e se non mi piacciono (o meglio, se non li trovo perfetti) mi incazzo e mi fa schifo direttamente anche la canzone.


Io ho lo stesso atteggiamento... se trovo un testo ridicolo o brutto, difficilmente riesco ad apprezzare
la canzone. E mi capita spesso proprio con dei brani di spaghetti-prog... qualcuno non me ne voglia se legge,
ma sono costretta a ricitare i Pholas Dactylus  asd
viceversa, se mi piace molto un testo tendo a chiudere un occhio anche su canzoni che non sono del tutto nelle mie corde.


La vedo tale e quale a te. Del prog italiano detesto tendenzialmente i testi. Salvo quelli piu' fiabeschi (Pierrot Lunaire, Celeste) perche' mi affascina molto la geometrica semplicita' della narrativa popolare. Mi piacciono le cose piu' sperimentali (Picchio dal pozzo, tardi Stormy Six). Sono riuscito dopo anni di odio ad apprezzare "Forse le lucciole non si amano piu'" perche' finalmente ho capito che i testi non hanno senso (il che li giustifica nel loro suonare immondamente ampollosi).
Per il resto detesto davvero molte cose, su tutti gli spocchiosissimi testi del Gruppo di Alternativa.
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#43 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 22:14

Comunque la discussione non nasceva con l'intento di dir male di questo e quello, ma soprattutto di dir bene dei propri preferiti.
Benissimo che si discuta dei testi che convincono poco e che i sostenitori li difendano, ma non vorrei trasformare tutto in uno scontro sul valore di Guccini. Guccini lo conosco e sul suo "valore" (se cosi' vogliamo chiamarlo) non ho dubbi.

Mi interessano invece altri nomi. dick hai citato Filippo Gatti, non so assolutamente chi sia. Me ne parli un po'?

ps. Gia' che ci sei mi citi le canzoni "brutte" di Guccini? Ovviamente anche io ne trovo tante che belle non sono, ma l'unica che davvero detesto e' quella li' (ma l'ultimo "Ritratti" l'ho sentito pochissimo, mi ha fatto schifo da subito).
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#44 Moonchild

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Inviato 30 settembre 2008 - 22:23

Sono riuscito dopo anni di odio ad apprezzare "Forse le lucciole non si amano piu'" perche' finalmente ho capito che i testi non hanno senso (il che li giustifica nel loro suonare immondamente ampollosi).


concordo per tutti i testi tranne appunto, la title-track, dalla cui retorica immondamente ampollosa mi sono
fatta irretire anche io :D

niente a che vedere però con Picchio Dal Pozzo, l'ultima parte di Seppia è da prendere e incorniciare, proprio per
quel discorso del giocare con l'italiano di cui parlavi sopra... stupendo  ;)


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#45 wago

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Inviato 30 settembre 2008 - 22:35

niente a che vedere però con Picchio Dal Pozzo, l'ultima parte di Seppia è da prendere e incorniciare, proprio per
quel discorso del giocare con l'italiano di cui parlavi sopra... stupendo  ;)


"Seppia" sarebbe da incorniciare e basta, in realta' :*
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#46 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 23:10

Mi interessano invece altri nomi. dick hai citato Filippo Gatti, non so assolutamente chi sia. Me ne parli un po'?


come no. Gatti è il cantante degli elettrojoyce, gruppo alternativo di Roma.
Fanno roba che in teoria dovrebbe far cagare anche te, ma siccome sulla musica italiana i tuoi gusti variano sensibilmente rispetto a quelli sulla musica straniera, vedi mai.
Musicalmente innovativi zero, rock-cantautorale tra Joy Division, Pearl Jam e Eels, ma meno originali (nelle recensioni dicevano che fosse originale l'inserimento del pianoforte in una formazione rock, boh). Peggio di quello che temevi.
Però nello scrivere testi lui secondo me è tra i migliori in italia, nel genere poetico-incacchiato-serioso. cioè quello che fa fuggire a gambe levate Bosforo, e pure Francis, e pure Telegram, A me che invece piacciono pure i musicisti che si prendono sul serio i primi due loro, specie il primo molto più asciutto e meno romantico.

questa è la canzone con cui li ho scoperti, Balena (che poi vabbè, tra tanti pezzi duri è proprio una delle due ballate del disco)
http://www.youtube.c...h?v=dd_RvB77g10

questa è dal secondo, Licenziare (c'è pure il sopra citato Guglielmi nel video)
http://www.youtube.c...h?v=zbsAk1xUrYE

poi sul tubo c'è anche Segnali, ma è un pezzo che già mi piace meno, vira un po' troppo sul romantico. Si, decisamente dovendo scegliere punta sul primo album (se poi nel caso improbabile quando ti interessa te li passo). E' molto meno noto ma per me è il migliore. Il secondo è quello per cui sono conosciuti e con cui sono diventati famosi, ma c'è quel lato romanticone che me li fa piacere di meno.

Tra i loro testi uno che mi piaceva molto era Freddo



In un mondo di geni e di masse
trovi facile collocazione
il resto è preda di rimozione
e ognuno deve appartenere a una casta di addetti ai lavori
insostituibile, fuori discussione, chiuso, capace

Se tutto non può cambiare
tutto non può cambiare
tutto non può cambiare

è difficile stabilire la distanza tra le case
in collina mi dicono che tira una brezza freddissima la sera
sui viali conviene coprirsi
restare in casa

se tutto non può cambiare
se tutto non può cambiare
tutto non può cambiare


ah, poi c'è un terzo disco dove lui si è avvicinato al buddismo e al cantautorato e per me è decisamente inferiore. Qualcosa si salva, ma nel complesso è trascurabile. E poi conosco il suo primo solista dove c'è qualche bel pezzo e vale più del terzo e musicalmente osa di più, elettronica e qualche arrangiamento più sperimentale (nei limiti) ma ancora only for fan.

ps. Gia' che ci sei mi citi le canzoni "brutte" di Guccini? Ovviamente anche io ne trovo tante che belle non sono, ma l'unica che davvero detesto e' quella li' (ma l'ultimo "Ritratti" l'ho sentito pochissimo, mi ha fatto schifo da subito).


Su ritratti sono come te, in pratica non lo conosco, penso di averlo sentito due volte in tutto e non mi ricordo nulla. E considerando che ho consumato tutti gli altri dischi è tutto dire.
Comunque, ci sono canzoni che mi piacevano all'inizio e che adesso trovo imbarazzanti tipo Don chisciotte. Non la trovo imbarazzante ma almeno ingenua una canzone come Il sociale e l'antisociale che una volta mi piaceva parecchio.
Non mi piace tango per due. Canzone delle colombe e del fiore, il caduto, il matto manco me le ricordo. Idem Dovevo fare del cinema, le cinque anatre e mondo nuovo non mi dicono granchè, via paolo fabbri la trovo decisamente bruttina anche se qualche verso mi piace (nettamente la peggiore del disco). Poi sicuramente qualche altra. Ah, si Luna fortuna, e a proposito invece mi piaceva molto il pezzo immediatamente successivo, Parole. Che poi è tutto uno sdottorare però la trovavo irresistibile
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#47 dick laurent

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Inviato 30 settembre 2008 - 23:19


Sono riuscito dopo anni di odio ad apprezzare "Forse le lucciole non si amano piu'" perche' finalmente ho capito che i testi non hanno senso (il che li giustifica nel loro suonare immondamente ampollosi).


concordo per tutti i testi tranne appunto, la title-track, dalla cui retorica immondamente ampollosa mi sono
fatta irretire anche io :D

niente a che vedere però con Picchio Dal Pozzo, l'ultima parte di Seppia è da prendere e incorniciare, proprio per
quel discorso del giocare con l'italiano di cui parlavi sopra... stupendo  ;)


anche a me i nonsense dei Picchio divertono parecchio, comunque è bellissima anche la conclusione della Floricoltura dove sono gasatissimi e chiedono un'opinione a Monica  asd
i testi della locanda invece non sono nulla di che, anche se New York non è proprio malissimo da quel punto di vista. Tra i tanti ricordo letteralmente agghiaccianti invece i Cervello
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#48 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 23:43

...

Guarda wago, poni che conosco diversi pezzi sparsi dal repertorio suo e dei Nomadi, più quei due dischi per intero. Fanno all'incirca un trenta-trentacinque pezzi di Guccini da me conosciuti. Ora, se da questi 30-35 pezzi non riesco a salvarne uno, posso sì o no dire in tutta tranquillità che Guccini lo trovo orrido? O devo conoscere ogni sua cosa, magari anche dagli ultimi dischi, perché la mia considerazione cali ulteriormente? :D Con 30-35 pezzi conosciuti uno l'idea se l'è fatta eccome, dai... ho appena sentito questa "Signora Bovary", e tacendo sull'arrangiamento (che suoni! Sono totalmente anti-wago, come fanno a piacerti? O è lo stacco col sax che ti infinocchia? :P )... confesso che l'ho dovuta ascoltare tre volte, e alla fine mi sono dovuto leggere il testo perché ogni volta l'attenzione mi finiva sulla kitscheria di arrangiamento e produzione...
non mi piace, o almeno non mi piace così con quella voce e in quel contesto... "di minuti lunghi come il sudore,
di ore che tagliano come falci,
e i tuoi pensieri solo un cane in chiesa
che tutti prendono a calci..."
< questo passaggio per esempio distrugge tutta l'atmosfera evocativa costruita fino a quel momento, tacendo la banalità della rima, o quei "Ma cosa c'è" e "C'è ancora", posti nei momenti più enfatici, con l'accortezza di un pescivendolo (magari presi da soli stavano pure bene, ma su quella musica no: li avrei voluti strisciati, senza quei due stacchi strumentali, che li trasformano in retorico miele)...
insomma non orrida come ritengo tanti altri suoi pezzi, ma ben lungi dall'avermi minimamente toccato... anche perché, bene o male, si sente che è lui, e sentendosi che è lui non mi piace. E questo è un altro dei punti che sto cercando di far capire. Detesto Guccini e detesto DeGregori, pertanto se un loro pezzo risente del loro stile, non può piacermi. E' fisiologicamente impossibile, non importa quanto possa essere bello, perché per me se si sente che sono loro la bellezza è preclusa, a prescindere. Quindi o ci sono loro pezzi in cui la loro paternità non si intuisce neanche da lontano (e la vedo dura visto quando sono marcati i loro modi di scrivere testi e la loro voce - ma in caso, insisto, consigliatemeli), oppure lasciatemi dire in tutta tranquillità che IO non ne salvo nulla. :P
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#49 Guest_telegram_*

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Inviato 30 settembre 2008 - 23:57

Altri scrittori di testi che non mi dispiacciono...

Angelo Branduardi, se solo avesse saputo evolversi anziché ripetersi all'infinito, ma robe come "La Luna", "Confessioni di un malandrino" e "Ballo in fa diesis minore" sono da lacrime agli occhi (sì lo so che l'ultima è ripresa da bla bla)...
Ivan Graziani: spassoso (o delicato, a seconda) come pochi e soprattutto leggero, del tutto estraneo ai modi retorici dei cantautori della sua epoca... fra i miei testi preferiti "Al festival slow folk di Bi-Milano", "Monna Lisa", "Pigro", "Agnese", "Il chitarrista" (quest'ultima sul finale mi fa piegare dal ridere :D )...
Alberto Fortis: di lui me ne piacciono davvero tantissimi, da quelli più delicati ("Il duomo di notte", "La sedia di lillà", "La nena del Salvador", "L'amicizia"), a quelli più gioiosi/caustici/vitali ("Settembre", "A voi romani", "Milano e Vincenzo", "Prendimi fratello")...
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#50 wago

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Inviato 01 ottobre 2008 - 00:14

che suoni! Sono totalmente anti-wago, come fanno a piacerti? O è lo stacco col sax che ti infinocchia?


Guarda, Guccini mi piace da assai prima che avessi i gusti che ho, quella canzone mi e' entrata allora e dubito che ne uscira' ora per questioni di arrangiamento.
Comunque io trovo le rime di Guccini particolarmente originali e inusitate. Eco aveva scritto: "Guccini è forse il più colto dei cantautori in circolazione: la sua poesia è dotta, intarsio di riferimenti: che coraggio far rimare amare con Schopenhauer!". Certo, una volta che hai scelto "falci" per la fine del verso non ti avanzano tante alternative per rimarci...

Piu' che legittimo che Guccini o chi per lui ti infastidisca, ma non penso tu possa dire (e non l'hai fatto, ma si sa mai) che "l'hai capito e non ti piace". Non ti piace e, per questo, non l'hai capito.
Non è ovviamente una prerogativa dei soli cantautori italiani: a me i Pere Ubu fanno schifo avendone ascoltati due dischi in tutto, ma non sostengo certo di averli capiti. Li avessi capiti, con ogni probabilita', mi piacerebbero.

Comunque è probabile che il discorso valga in maniera particolare per i cantautori, che a conti fatti sono per te quasi tutti "problematici". Nell'universo di un autore devi entrarci per capirlo, e solo lentamente i tasselli iniziano a comporsi. "Madame Bovary" non mi aveva assolutamente colpito in principio, lo ha fatto anni dopo il primo ascolto, quando oramai la poetica di Guccini era diventata parte di me. Errore mio il consigliartela dunque, difficilmente avresti potuto leggerci dentro qualcosa, servono troppe nozioni preliminari.
Lo stesso vale, ad esempio, per "Canzone per l'estate" di De André, che pure ha un testo limpido, che probabilmente si fa apprezzare da subito. Dopo anni di ascolti di De André ho iniziato a notarci alcuni particolari che prima non avrei mai notato, ad apprezzare alcune sfumature poetiche impercettibili per chi non appartenga abbastanza al suo mondo.

Cambiando interlocutore... dick, concordo sulla mediocrità di quasi tutte le canzoni che citi. "Don Chisciotte" e' finita per uscire dalle orecchie pure a me, piu' che altro perche' me l'han fatta suonare (lei e "Cyrano") uno sproposito di volte. Di contro mi diverte l'ingenuità di "Il sociale e l'antisociale" e mi piace abbastanza "Le cinque anatre".
"Mondo nuovo" invece è un pezzo che amo molto, tralatro armonicamente e' abbastanza atipica per lui: Sol Dodim Sim Lam nella strofa e Sol Lam Sim Mi7dim Do nel bridge.



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