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La banda, di E. Kolirin


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9 replies to this topic

#1 satyajit

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Inviato 23 marzo 2008 - 14:57

Segnalo questo delizioso film israeliano, nè dramma nè commedia, premiato all'ultimo Cannes. Il regista è un debuttante che qualcuno ha già accostato a Kaurismaki. Se il paragone non mi sembra così centrato, tuttavia sono convinto che questo Kolirin sia un nuovo autore da tenere d'occhio.
Il film è piuttosto distante dalla solita opera semidocumentaristica sul conflitto arabo-israeliano e assomiglia più a certo cinema introspettivo europeo, cui aggiunge l'arma della sottile ironia.
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#2 verdoux

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Inviato 26 marzo 2008 - 22:56

Bellissimo film del regista esordiente  Eran Kilirin dal quale, in quanto israeliano, ci saremmo aspettati un film su temi relativi al conflitto palestinese e alla terra promessa; temi che sono sì presenti, ma molto molto sottotraccia ad una commedia ironica e farsesca, quanto mai improbabile seppur tanto vera per sentimenti ed umanità, le cui note dolenti traboccano di malinconia ed amarezza.
� un film corale, ma parliamo di un coretto di poche voci a cappella, una piccola banda, da camera, la storia di un incontro improbabile dicevo, vabbè improbabile, ebrei ed egiziani qualche volta si sono incontrati davvero e non sempre per caso, tra spaesati della terra alla ricerca di un dialogo, alla ricerca di se stessi, il maresciallo e la locandiera, quando la banda passò ��
Verrebbe da dire un gioiellino di film, ma è troppo poco, propenderei per prenderlo tremendamente sul serio, non come un film esotico, ma come una ventata di aria fresca che costituisce veramente qualcosa di nuovo ed originale dal punto di vista dello stile filmico e del modo di proporre i contenuti.

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#3 satyajit

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Inviato 27 marzo 2008 - 18:41

Bellissimo film del regista esordiente  Eran Kilirin dal quale, in quanto israeliano, ci saremmo aspettati un film su temi relativi al conflitto palestinese e alla terra promessa; temi che sono sì presenti, ma molto molto sottotraccia


Quand'è che si parla di palestinesi, scusa? E di terra promessa?


Noto due aspetti, connesi, riportati da tutte le recensioni di questo film, con cui non concordo.
Primo, che si tratti di una commedia. Intanto sgambrami il campo dagli equivoci: se intendiamo la commedia come genere, questo è tutt'altro che un film di genere. Ma anche se bilanciamo risate e lacrime e se valutiamo il finale, la speranza emerge in maniera esigua rispetto a un falliemnto esistenziale che accompagna quesi tutti i personaggi di questo film.
Ne segue - e questo è il secondo punto - che di ottimismo  ce n'è ben poco, nonostante gli arabi instaurino un dialogo con gli israeliani.
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#4 verdoux

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Inviato 27 marzo 2008 - 23:17


Bellissimo film del regista esordiente  Eran Kilirin dal quale, in quanto israeliano, ci saremmo aspettati un film su temi relativi al conflitto palestinese e alla terra promessa; temi che sono sì presenti, ma molto molto sottotraccia


Quand'è che si parla di palestinesi, scusa? E di terra promessa?


non se ne parla, si sottintende con l'irrealtà palese della situazione da caos calmo rappresentata e dalla scelta, certo non casuale, degli ospiti egiziani, con tutte le implicazioni conseguenti del passato recente, prossimo e remoto;

Noto due aspetti, connesi, riportati da tutte le recensioni di questo film, con cui non concordo.
Primo, che si tratti di una commedia. Intanto sgambrami il campo dagli equivoci: se intendiamo la commedia come genere, questo è tutt'altro che un film di genere. Ma anche se bilanciamo risate e lacrime e se valutiamo il finale, la speranza emerge in maniera esigua rispetto a un falliemnto esistenziale che accompagna quesi tutti i personaggi di questo film.
Ne segue - e questo è il secondo punto - che di ottimismo  ce n'è ben poco, nonostante gli arabi instaurino un dialogo con gli israeliani.


mi è sembrato una commedia, nella più ampia accezione del termine;


sapevate che oggi si pagava un euro al cinema? ne ho approfittato per rivederlo e in seconda visione mi è parso ancora più bello;
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#5 ArabaFenice

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Inviato 04 giugno 2008 - 09:42

Visto sabato;l'ho trovato bellissimo:come regia,fotografia e mi ha impressionato la recitazione degli attori.Un film che narra l'incontrarsi o lo sfiorarsi,di solitudini di luoghi e persone.E' il primo film israeliano che vedo; per caso qualche consiglio su altri film di registi israeliani?
Cmq un film da vedere senz'altro :-*
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#6 satyajit

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Inviato 05 giugno 2008 - 18:50

Visto sabato;l'ho trovato bellissimo:come regia,fotografia e mi ha impressionato la recitazione degli attori.Un film che narra l'incontrarsi o lo sfiorarsi,di solitudini di luoghi e persone.E' il primo film israeliano che vedo; per caso qualche consiglio su altri film di registi israeliani?


E' una cinematografia decisamente vitale.
Prova a consultare il programma dei film proposti dalla cineteca di Milano.

http://www.cinetecam...ss_israele.html


Se vuoi un titolo secco: Kadosh.
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#7 ArabaFenice

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Inviato 06 giugno 2008 - 09:01

Grazie per la dritta :D Vado a vedere :-*
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#8 bowman

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Inviato 07 giugno 2008 - 10:16

Visto due volte. Mi ha stimolato tante riflessioni soprattutto sul diverso modo di intendere il cinema, e direi la vita, che proviene spesso dal Medio Oriente. Più che parlare del valore in sé della pellicola (alto, altissimo, ogni inquadratura o stacco non è mai fine a se stesso) vorrei comunicarvi le mie riflessioni.
E' fondamentalmente un film sull'universalità dei sentimenti.
La macchina da presa cerca di tradurre in immagini ciò che c'è prima di qualsiasi immagine: noi, il nostro sguardo. Ci si sofferma sulla "condizione del guardare" prima ancora che sul "guardare".
Il senso delle nostre azioni non sta nelle azioni in sé ma nello spirito che le pervade.
Ed il film, a mio avviso, mostra lo spirito delle cose prima ancora che le cose stesse.


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#9 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 20 giugno 2008 - 22:36

Eâ?? un film molto tenero, molto dolce.
Mette in campo lâ??incontro fra due culture che si vorrebbero ostili, ma solo in un accenno, nel pieno nulla israeliano, viene sottolineato che la banda sperduta sia poi di religione diversa rispetto agli abitanti che li accolgono.
Gli otto musicisti incontrano quindi un gruppo di persone avvolte in una densa solitudine, nel deserto israeliano e sono loro, gli egiziani, che vengono da una metropoli, che per mezzo del seduttore del gruppo riescono a indurre un ragazzo molto timido a farsi avanti con una ragazza; è il direttore della banda che incarna il mito della bellezza cinematografica per la donna che li accoglie; sono loro tutti, quasi dei pifferai magici, a spargere il fascino della musica che cattura tutti stupefacendoli.
Davvero molto dolce , con tutti quanti che sono pervasi da un bisogno di amore, tra aspirazioni disilluse, colpe che non si riescono a dimenticare e voglia di essere amati e stare insieme. Da citare dunque la gag del ragazzo che aspetta tutte le sere, imperterrito, vicino al telefono pubblico in mezzo ad una strada, che la sua ragazza lo chiami, attendendo uno squillo in una notte che sarà magica e melanconica per tutti. Per un buon tratto del film si crede che sia il matto del paese, con la sua testardaggine cocciuta, ma poi, quando sembra che anche lâ??evidenza lo mortifichi, quel telefono squillerà per lui regalandogli un profluvio di parole dâ??amore.
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#10 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 12 aprile 2011 - 22:01

Un film che utilizza la semplicità e la leggerezza per parlare di sentimenti molto profondi.
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