
Cinque anni. Tanto ci è voluto ad un duo del Conneticut per realizzare e pubblicare questo DeathConsciousness. 85 minuti di musica per un doppio che definirlo come semplice disco pare quantomeno riduttivo. Esperienza di vita, diario lungo e sofferto, parole e anime che grondano di sangue fluttuanti in un tempo non ben definito, in uno spazio senza coordinate. Tredici tracce totali, sette per la prima parte, sei per la seconda. Impalpabile nella sua essenza, eppure denso e colmo di tragicità, di colpi a fuoco e pause meditative. Nel suo dipanarsi esplora gli angoli più nascosti e reconditi dell'esistenza, e passa in rassegna emozioni e sentimenti in tunnel di immagini buie e soffuse, dark e all'ombra. Non si venga a parlare di puro e semplice copia-incolla. Rievocando la tradizione dark, quella post-punk e lo shoegaze, il duo da alle stampe un lavoro monumentale nel suo svolgersi, dotato di un emotività spinta agli estremi, vero e proprio viaggio a cavallo fra Inferi e Purgatorio. Non v'è spazio per nenie rassicuranti o filastrocche da giornate primaverili, nè per romantiche note per teneri innamorati. DeathConsciousness è un concept sulla tragicità del quotidiano, sulla instabilità e sulla fragilità di quel filo rosso chiamato vita. Attitudine prettamente dark, sprazzi cyber-punk, paesaggi deserti, nebbia e alberi che si stagliano su orizzonti non ben definiti, sfuriate shoegaze, ritmi incalzanti à la Joy Division. Un mix micidiale.
Per chi ama: Lycia, Joy Division, Sisters of Mercy, My Bloody Valentine.
Voto: 8.5