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Il romanzo di formazione


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12 replies to this topic

#1 Joey

    Classic Rocker

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Inviato 30 ottobre 2007 - 18:08

Il tema del percorso d'iniziazione è una delle strutture più diffuse nella letteratura di ogni tempo, a cominciare dai miti e le tragedie classiche, passando per Dante, e fino ai romanzi moderni e contemporanei. Secondo alcuni semiologi, è addirittura la struttura delle strutture, implicita in qualunque testo letterario (e persino musicale) anche laddove non è temetizzata. Limitandoci a dove questa struttura è resa più esplicita, quali sono i vostri preferiti romanzi di formazione?

I miei sicuramente "Demian" di Hesse e "Il giardino dei Finzi-Contini" di Bassani. In questi giorni sto leggendo con grande piacere "Enrico di Ofterdingen" di Novalis: pensavo fosse piuttosto noioso, invece mi sto ricredendo...
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#2 Guest_kobaia_*

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Inviato 30 ottobre 2007 - 18:44

su tutti Flaubert con l'educazione sentimentale e Mann con Dottor Faust

poi Pasolini ragazzi di vita
Salinger il giovane holden

Hesse mi piaceva moltissimo fino a quando non è diventato un eroe dei ciellini al che mi è scaduto
purtroppo io sono fatto così

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#3 Joey

    Classic Rocker

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Inviato 30 ottobre 2007 - 18:47

Hesse mi piaceva moltissimo fino a quando non è diventato un eroe dei ciellini


Questa me l'ero persa...  ???
per me resta comunque un grande autore, nonchè a mio giudizio il maggiore discepolo di Nietzsche in campo letterario.
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#4 Moonchild

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Inviato 30 ottobre 2007 - 19:34


I miei sicuramente "Demian" di Hesse e "Il giardino dei Finzi-Contini" di Bassani.


Questi piacciono molto anche a me.
Bello anche il Giovane Holden, impossibile non citarlo, e anche se non sono dei classici penso possano rientrare
nella categoria la maggior parte degli altri suoi racconti (molto carino Franny e Zooey).

Il mio preferito in assoluto comunque è "L'isola di Arturo" di Elsa Morante.
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#5 Dudley

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Inviato 30 ottobre 2007 - 20:34

Impossibile non citare "Il giovane Holden". Altre cose ... uhm ... così a bruciapelo mi viene in mente la "Trilogia della frontiera" di Cormac McCarthy. Se non sbaglio anche nel "Don Segundo Sombra" di Güiraldes c'era una figura giovanile ...
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#6 Colonna Infame

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Inviato 30 ottobre 2007 - 20:56

Indubbiamente "Memorie dal Sottosuolo" di Dostoevskij. E' un autore che in seguito ho abbandonato, non sentendo verso le sue opere una grande attrazione. Ma quel breve romanzo del 1865 fu per me, sedicenne, la presa di coscienza di un certo stato esistenziale in cui mi trovavo.
Dopo di che è arrivato Ugo Foscolo con il suo "Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis", per giungere poi a Nietzsche. Per me formativi furono i suoi "Ecce Homo" e "L'Anticristo", prima ancora che "Così Parlò Zarathustra", che assimilai solo in seguito.
Infine c'è stato l'amato Cavalcare le Vette di Omar Vecchio, che pur non essendo un autorità letteraria mi ha dato veramente tanto.
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#7 Joey

    Classic Rocker

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Inviato 30 ottobre 2007 - 21:06

Per me formativi furono i suoi "Ecce Homo" e "L'Anticristo", prima ancora che "Così Parlò Zarathustra", che assimilai solo in seguito.


Lo stesso vale per me... Zarathustra è possibilmente l'opera più inaccessibile di Nietzsche... chissà perchè, tutti si ostinano a leggerla per prima... comunque forse hai travisato un pò il senso del topic (in cui possono incidentalmente rientrare Zarathustra e Ortis, ma non particolarmente gli altri che hai citato).

Comunque tra i romanzi di formazione avevo dimenticato il grandioso "Iperione" di Hölderlin, credo il mio preferito in assoluto. Benchè ci siano molte affinità, l'Ortis di Foscolo invece non sono mai riuscito ad apprezzarlo del tutto (a parte alcune pagine)... 
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#8 Colonna Infame

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Inviato 30 ottobre 2007 - 21:14

Hai ragione in pieno Joey. Anch'io cominciai da lì, ma rimasi stordito e debbo ammettere anche disturbato. Solo più tardi, dopo varie vicende strettamente personali e dopo aver preso in mano qualche altro suo scritto, mi sono riavvicinato ed ho letto con più serenità "Così Parlo Zarathustra". L'ho preso in mano altre due volte, ma penso che dovrò rifarlo ancora una terza e forse una quarta volta. Non si smette mai di far nuova luce su un pensatore come Nietzsche.
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#9 Shammgod

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Inviato 01 novembre 2007 - 12:11

Di sicuro non si riconduce alla definizione di "romanzo di formazione" in senso stretto, ma lo cito lo stesso, se non altro perchè è il mio libro preferito: Notturno Indiano di Tabucchi.
Il percorso che il protagonista compie è un viaggio sia fisico che spirituale, e la ricerca del vecchio amico diventa in realtà un pretesto o una metafora per la ricerca della propria anima, per la scoperta della condizione umana, attraverso una serie di indizi ed incontri casuali ma tutti in qualche modo determinanti.
Insomma la narrazione prende il via con una meta apparentemente ben precisa, ma lo svolgersi della vicenda non è predeterminato, e l'esito finale rimane in uno stato di semi-oscurità, di non completo disvelamento.
Adoro ogni singolo capitolo di questo libro, ogni singola pagina, e l'espediente meta-letterario finale è la cigliegina sulla torta di un romanzo veramente ben scritto.
Uno dei regali più belli che abbia mai fatto è stata la mia copia consumata e slabbrata di questo libro.


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#10 DONBRIZIO

    Roadie

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Inviato 18 gennaio 2008 - 19:15

Indubbiamente "Memorie dal Sottosuolo" di Dostoevskij. E' un autore che in seguito ho abbandonato, non sentendo verso le sue opere una grande attrazione. Ma quel breve romanzo del 1865 fu per me, sedicenne, la presa di coscienza di un certo stato esistenziale in cui mi trovavo.
Dopo di che è arrivato Ugo Foscolo con il suo "Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis", per giungere poi a Nietzsche. Per me formativi furono i suoi "Ecce Homo" e "L'Anticristo", prima ancora che "Così Parlò Zarathustra", che assimilai solo in seguito.
Infine c'è stato l'amato Cavalcare le Vette di Omar Vecchio, che pur non essendo un autorità letteraria mi ha dato veramente tanto.


Anche per me "Memorie dal sottosuolo" è stato fulminante, stupendo... Ammetto la mia ignoranza, devo ancora leggere "Delitto e Castigo", che Rodja mi dice essere addirittura superiore, ma secondo me quella magia provata leggendo Memorie non la troverò più... Assieme al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa... Musicalmente i Metallica... Da "Ride the ligthning" al Black album rappresentano la mia iniziazione "mistica"... Non so, in quella musica c'è qualcosa di misterioso, qualcosa che sfugge, come un'indagine in una zona d'ombra, indefinita, come la nebbia che sfuma i contorni e nasconde chissà che nelle valli e nei paesini di montagna d'inverno...
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#11 ArchieFisher

    pacato come il vecchio che ho in avatar da 50 anni

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Inviato 18 gennaio 2008 - 19:48

Al liceo mi avevano fatto studiare "A portrait of the artist as a young man" di Joyce, che per quel poco che mi ricordo è il romanzo della formazione di Stephen Dedalus (che poi ritornerà anche in Ulysses).

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Life was never better than
in nineteen sixty-three

Ogni vita ha peso e dimenticanza calcolabili

"What kind of music do you usually have here?"
"Oh, we got both kinds. We got Country, and Western."

#12 thetarro

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Inviato 19 gennaio 2008 - 09:44

Al liceo mi avevano fatto studiare "A portrait of the artist as a young man" di Joyce, che per quel poco che mi ricordo è il romanzo della formazione di Stephen Dedalus (che poi ritornerà anche in Ulysses).


Confermo, si tratta del trait d'union tra "Gente di Dublino" e il capolavoro incompreso "Ulysses", in cui si parla della giovinezza al college di Dedalus. Bel libro, sicuramente propedeutico al flusso di coscienza che verrà dopo..
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#13 bax84

    pivello

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Inviato 24 gennaio 2008 - 00:54

Anch'io volevo citare "Dedalus, ritratto dell'artista da giovane", ma mi avete preceduto.

Cmq mi è piaciuto molto!  ;)
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