Riuscire a difendere il superbonus vuole veramente dire vivere sulla luna, nei futuri libri di storia al capitolo "come si e' arrivati alla crisi del debito sovrano italiano" sara' una delle misure usate per esemplificare la demenziale inettitudine di una classe politica di accattoni.
Cito:
Nel 2022 il debito/PIL è passato dal 149,8% del 2021 al 144,7% (-5,1 punti percentuali)
Ricordo che a livello di performance (tutti gli indicatori, dalla produzione industriale, al pil, all'occupazione, al rapporto debito/pil) il peggiore di SEMPRE è stato il governo Monti che ha letteralmente immiserito l'economia italiana. E ripeto il rapporto debito/pil con lui è salito in modo impressionante.
Rapporto debito/pil sicuramente diminuito grazie al fantasmagorico effetto volano del superbonus che ha raggiunto i 200B* secondo l'imparzialissma analisi di Nomisma pagata da ANCE. Gli altri paesi europei il loro rimbalzo post covid come e' noto lo hanno mancato perche' non hanno inventato una misura geniale di trasferimento -ennesimo- di decine di miliardi verso il grande asset produttivo del mattone e relative fatture gonfiate che tanto paga pantalone e impresine edili spuntate come funghi che da domani -svanita la pentola d'oro in fondo all'arcobaleno- sicuramente non peseranno sui conti pubblici ma concorreranno nei mercati internazionali con i colossi del settore grazie al know-how acquisito nel rifare il bagno alla sora lella.
Quando poi arrivera' la realta' di tassi al rialzo a presentare il conto daremo la colpa a Mario Monti.
*in pratica senza il superbonus tra il 2021 e 2022 avremmo avuto decrescita, meno male che si e' inventato questo geniale strumento
Aggiungiamoci anche questo:
https://www.corriere...f2d07bb2a.shtml
Gli effetti sul deficit
Giancarlo Giorgetti, oggi ministro dell’Economia, manifestò la sua insofferenza per il sistema dei bonus-casa in un’intervista di più di un anno fa (clicca qui per leggerla). Se però il governo ha agito solo adesso a bloccare l’uso dei crediti d’imposta come fossero moneta con cui si può pagare e che si può trasferire ad altri, è perché adesso c’è una novità. Eurostat, l’agenzia statistica europea, ha messo l’Italia di fronte a una scelta: iscrivere i 120 miliardi di euro di crediti d’imposta già generati nei deficit di questo e dei prossimi quattro o cinque anni; oppure iscriverli a deficit negli anni scorsi durante in quali i crediti d’imposta furono generati (fra il 2020 e il 2022).
La sola cosa impossibile era continuare a far sparire quei costi dai saldi annuali della finanza pubblica.
Il governo ha dunque scelto: gli oneri vanno messi nei conti degli anni in cui i crediti d’imposta cedibili sono stati decisi, fra il 2020 e l’inizio del 2023. Si rivedranno dunque drasticamente al rialzo i disavanzi dal 2020 al 2023 e scopriremo degli anni con deficit vicini o sopra al 10% del prodotto interno lordo, livelli da tarda prima Repubblica.
@ucca i tuoi conti sul deficit sono al netto del superbonus.