Dove inizia l'avanguardia?
#51
Inviato 15 luglio 2006 - 16:52
#52
Inviato 15 luglio 2006 - 17:50
Volevo solo dare la mia risposta alla domanda: "Dove comincia l'avanguardia?" La mia risposta è: l'Avanguardia, è l'avanguardia di qualcos'altro.
Concordo in pieno, ed è quello che ho cercato di fare capire nel messaggio postato precedentemente. Che dire di Cage. Riprendo parafrasando il pensieri di Massimo Mila, il quale dice come Cage sia stato fautore di nuove tendenze musicali emergenti nel secondo dopoguerra. Lo stesso Mila spiega come Cage fosse più una figura di grande teorico, che di musicista vero e proprio; in poche parole Mila descrive Cage come un grande pensatore, ma di contro altare le sue conquiste puramente musicali (la teoria applicata alla pratica) sono alquanto minori. Io ho sempre abbracciato la tesi in questione e mi sento di includere il 4:33 e altre opere del musicista americano in questo contesto di analisi. Sia inciso non voglio sminuire la portata rivoluzionaria di Cage, ma ritengo che d'avangurdisti nel 900 ce ne siano stati e stati.....
purtroppo i più tendono a far coincidere il termine avanguardia con il termine contemporaneo; ed è un errore. L'intelligenza dell'ascoltatore è quella di contestualizzare storicamente ciò di cui fruisce.
Quando ascolto Beethoven (il mio avatar non mente) e lo calo nel periodo storico d'appartenenza riesco a capire la portata innovativa (Avanguardista della sua arte). Il problema del "pochi o molti" è un enigma che c'è stato, c'è e ci sarà sempre. Tutti i grandi, o meglio la maggior parte sono per pochi. Non si deve affatto pensare, ricito Beethoven, che il genio di Bonn fosse un compositore per la massa. Lo stesso Goethe, recensendo la quinta sinfonia del ludwig ebbe modo di parafrasare che non si poteva scrivere musica di tal genere, Debussy agli albori del 900 si stupì che la nona sinfonia non fosse sommersa dalle scartoffie scritte a proposito. Ora Beethoven dopo 200 anni è stato metabolizzato (quasi del tutto). Si fa fatica ancora ad ascoltare Schoenberg e i sui fidi allievi, figuriamoci Cage !!!!!
#53
Inviato 15 luglio 2006 - 17:58
ma ci fu chi, non avendo mai ascoltato niente di lui e men che meno letto qualcosa del suo pensiero
La risposta è li, Cage era anche un pensatore, non faceva le cose a caso, le sue teorie sono molto vicine alla filosofia, anche se purtroppo io ne ho letto solo qualche spezzone qua e là su internet. Su ubuweb.com ci sono molte sue conversazioni, mi sembra alcune anche con Morton Feldman, però ovviamente bisogna avere una buona conoscenza dell' inglese perchè sono scaricabili in formato audio.
ti do perfettamente ragione. anzi probabilmente cage è più importante come teorico che come compositore in senso classico (anche perchè della classicità se ne sbatteva altamente). avete mai visto i film surrealisti di man ray o leger?? sono immagini che si succedono apparentemente a caso, ma dentro nascondono i germi del rinnovamento culturale nascente, e che si rifletterà poi in movimenti come l'espressionismo tedesco o, più avanti, la nouvelle vague in francia. non capisco perchè venga così difficile accettare l'importanza teorica dello stesso procedimento che cage operava però in musica. secondo me l'aneddoto sugli area è chiarissimo e chiarificatore. non è pensabile la maggor parte della musica che si ascolta oggi (sopratutto quella di cui si discute giornalmente in questo forum) se non si fa riferimento a questi personaggi che hanno cercato si spostare più in là il confine tra ciò che è musica e ciò che non è considerato tale.
#54
Inviato 30 luglio 2006 - 19:14
#55
Inviato 04 agosto 2006 - 23:09
nel Novecento ne abbiamo memoria ricchissima perchè l'arte è diventata tecnicamente riproducibile (e questo ha reso molto più facile la contaminazione, fondamentale aspetto di ogni avanguardia), suppongoperò che anche prima ci siano state figure di spicco in questo senso. non solo nella musica.
Nel Novecento poi per la prima volta (sempre supposizioni mie) le avanguardie rivestono un valore politico forte.
poi c'è avanguardia e avanguardia, la monofonia di harry parch non ha la stessa importanza storica della dodecafonia di schomberg, così come dubito uno come brian eno rivesta in questo senso un ruolo importante.
si tende di solito a legare questo termine alla musica colta, berio stockhausen....ma è solo a causa dell'impostazione ancora borghese della "cultura". sicuramente la portata concettuale delle composizioni di guaccero è mostruosa, ma dal punto di vista storico della musica ha avuto molta più rilevanza la musica -altrettanto avanguardistica- dei pere ubu.
#56
Inviato 06 agosto 2006 - 22:36
riguardo al discorso cage: non vedo perchè cage debba essere considerato un compositore totalmente diverso dagli altri... anche lo stesso concerto citato prima rientra in quello che è il discorso sull'happening, sull'evento, sull'arte come situazione..chiaro che in quel concerto facevano parte della musica anche le proteste e le derisioni del pubblico...è una concezione forte ma è pur sempre un'arte di suoni con dei possibili significati culturali.
la musica di cage poi se non sbaglio rimanda a questioni riguardo a zen e meditazione, a una sorta di dissolvimento dell'io attarverso la concezione dell'aleatorietà o casualità... non ricordo molto più di così, ma insomma, quello che voglio dire è che il messaggio c'è, è poco assimilabile, ma è cultura. ah, poi un'altra cosa: ma è sicuro che sia stato lui a inventare il piano preparato? bela burtok non lo usava già?
comunque in definitiva l'avanguardia è sia nella classica che nel jazz che nel rock...e chiamare il rock musica popolare mi pare obsoleto..si, ci sono movimenti giovanili molto vicini alla musica, ed è difficile pensare al movimento dark come una sorta di scuola di vienna riaggiornata in chiave anni 80... però ormai il rock è così ampio che non credo si possa dire che la musica industriale o la psichedelia di roy montgomery sia nata come espressione di un'esigenza popolare...piuttosto io vedo ogni musica come espressione di un'esigenza umana individuale radicata in un contesto sociale e che si fa universale...e in questo che si parli di classica o rock non mi pare faccia differenza. che ci siano dischi rock radicati nel folk e quindi popolari non v'è dubbio...ma vi sono tanti altri dischi rock che sono colti, e probabilmente tanti altri che sono sia popolari che colti...ma poi il folklore non è sempre cultura? (anche se io preferisco l'avanguardia all'antropologia..)
scusate la prolissità e qualche non-sense qua e là ...
#57
Inviato 31 agosto 2006 - 20:31
#58
Inviato 07 settembre 2006 - 20:19
quindi inizia probabilmente, quella musicale, quando qualcuno ha battuto un osso su un tronco prima di altri .. in tempi più recenti credo proprio che russolo sia uno degli avanguardisti più di avanguardia sebbene i risultati musicali dell'intonarumori erano scorregge messe a confronto a varèse, stockhausen o cage.. schaffer ha avuto una grande intuizione ma i risultati musicali non son certo capoloavori. diciamo che sono molto importanti.
questo russolo lo scriveva nel 1913 <a href="http://www.drexkode....umori.htm">arte dei rumori</a>.. osservando che oggi il rumore è una componente significativa della musica di molte sottoculture giovanili direi che russolo è un nostro eroe nazionale, talmente d'avanguardia che non se ne sono resi conto nemmeno molti che ascoltano musica.. ma non era rumore?
#59
Inviato 08 settembre 2006 - 09:04
#60 Guest_Julian_*
Inviato 08 settembre 2006 - 09:18
Una cosa che mi stupisce, per tornare al rock, è il fatto che spesso si parli di musica rock d'avanguardia solo in riferimento a gruppi che in fin dei conti fanno per l'appunto musica d'avanguardia in senso lato e non rock (penso ai Popol Vuh, ai Vampire Rodents).
Secondo me invece si dovrebbe parlare di rock d'avanguardia il relazione agli autentici innovatori del verbo rock, come Velvet Underground, ma anche King Crimson, Pere Ubu, i Germs (già, per me il loro è un rock d'avanguardia), i Metallica (idem).
#61
Inviato 08 settembre 2006 - 18:01
#62
Inviato 03 ottobre 2006 - 17:08
Ora Beethoven dopo 200 anni è stato metabolizzato (quasi del tutto). Si fa fatica ancora ad ascoltare Schoenberg e i sui fidi allievi, figuriamoci Cage !!!!!
Prima di tutto lasciami dire che non sono d'accordo con la tua visione dell'assimilazione dell'avanguardia: la storia della musica, come tutto il resto d'altronde, non ha uno sviluppo lineare. Anzi, all'interno del '900, tutte le avanguardie hanno mostrato la caratteristica di ripiegarsi ad anello su loro stesse. Il fenomeno di cui parlo è evidentemente quello citato nella straordinaria opera (d'avanguardia?) di Hofstadter, Goedel Escher Bach: una struttura formale giunge a tale livello di complessità e di potenzialità espressive da essere in grado di costruirsi un modello interno di sè stessa. Cage fà parte di questo processo: analizza, scompone e annulla la Musica con la Musica stessa (meta-Musica, no?).
Succede questo interessante fenomeno con l'opera di Cage: le sue composizioni vorrebbero essere significanti puri e invece vengono recepiti come significati puri! Ogni sua opera è composta di suoni che anelano a un'esistenza incondizionata e invece vengono trattati alla stregua di tediosi paragrafi sulla teoria estetica della musica. Cage dice: "ascolta!", e l'ascoltatore analizza (quanti paragoni con l'arte figurativa!). Che poi il vegliardo sia sincero o faccia il furbetto non è importante. L'importante è che con la sua musica al limite della teoria l'evoluzione della ricezione estetica dell'informazione musicale fà un grosso salto, totalmente non-lineare.
Perchè? perchè come ho detto, Cage analizza la musica, ne coglie l'essenza, e la rifiuta. Dopo di lui l'Avanguardia è finita, non esiste più. Perchè non esiste più Musica. Questa è la sua grandezza, se vogliamo chiamarla tale: aver stroncato definitivamente una creatura comunque in fin di vita. Cage smaschera la reale essenza della musica, ovvero l'astrazione del suono, e la rifiuta, ponendo la concretezza del suono come punto di partenza (e in ciò non è stato un genio, c'erano già stati i vari Schaeffer, Duchamp e Russolo, è stato solo più metodico, direi quasi meticoloso, nel farlo). Dopo di lui, esistono solo musiche, non la Musica, se non come istituzione formale priva di qualunque senso (perchè Ligeti è -era, RIP- un compositore contemporaneo e Frank Zappa no? fortunatamente anche gli addetti ai lavori si stanno accorgendo di tali incongruenze e oggi ad Angelica si trova un Ornette Coleman e un Goebbels a fianco di uno Stockhausen...).
Per cui direi: l'Avanguardia finiscecon Cage. Dopo la sua musica/teoria, esistono solo una miriade di stili multiformi, vagamente ridondanti, che io personalmente non chiamerei avanguardie, in quanto non esistendo più Musica non esiste più un percorso lineare che può essere anticipato da qualcuno. Il termine ha perso qualunque rapporto con la sua radice etimologica.
Non vi è più la possibilità di shockare l'ascoltatore, perchè egli ha già esperito lo shock ultimo, ovvero l'annullamento totale della Musica (4'33'').
In secondo luogo, prendo spunto sempre dal quote per collegarmi al thread su natura e storia, nella sezione avanguardia.
Quel tuo "metabolizzato" in quote fa eco al mio "assimilabile esteticamente" in quel thread, e riprendendo le teorie che ho esposto lì, dovrebbe essere chiaro che non credo si possa parlare a priori della possibilità di metabolizzare ogni tipo di musica: se stiamo a ciò che ci dice quell'ipotesi, esiste un limite superiore di complessità che impedisce alle nostre facoltà estetiche di metabolizzare un messaggio musicale. Facendo un esempio decisamente approssimativo, sarebbe come dire che capire la musica di Cage equivale a saper leggere a occhio un codice informatico: quasi nessuno è in grado di farlo (e ovviamente nessuno vuole farlo!), e probabilmente nessun umano sarà mai in grado di farlo.
#63
Inviato 03 ottobre 2006 - 19:42
riprendendo le teorie che ho esposto lì, dovrebbe essere chiaro che non credo si possa parlare a priori della possibilità di metabolizzare ogni tipo di musica: se stiamo a ciò che ci dice quell'ipotesi, esiste un limite superiore di complessità che impedisce alle nostre facoltà estetiche di metabolizzare un messaggio musicale. Facendo un esempio decisamente approssimativo, sarebbe come dire che capire la musica di Cage equivale a saper leggere a occhio un codice informatico: quasi nessuno è in grado di farlo (e ovviamente nessuno vuole farlo!), e probabilmente nessun umano sarà mai in grado di farlo.
sempre molto interessante, Paz. questo si ricollega al thread che hanno aperto qui sopra, su consonanza e dissonanza. in questo senso potrebbe esistere un limite della complessità oltre il quale la dissonanza non può più essere assorbita dalla consonanza... in questo senso non parlerei di relativismo dell'armonia, ma forse di 'funzionalismo' (sparo il termine così)
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