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Birmania... chi mi spiega qualcosa???


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53 replies to this topic

#1 varrick

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Inviato 28 settembre 2007 - 11:39

What's goin' on? Non ci capisco un cactus...
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#2 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 28 settembre 2007 - 12:30

Ti so solo dire che da una ventina di anni vige una strana dittatura.Che non lascia filtrare alcuna notizia o immagine dello Tsunami che ha devastato quel golfo ma si fa scappare le copiose immagini di rivolta di monaci e civili di questi giorni....
....mah.... ?!
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#3 Guest_persephone_*

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Inviato 28 settembre 2007 - 16:18

proprio oggi, tornata da scuola, ho beccato su rai3 un programma che ne parlava..mi pare si chiami "C'era una volta"..
quel poco che sono riuscita a vedere mi ha commossa, gente che per fuggire dall'oppressione tenta la fuga verso i paesi vicini, ma lì non trova un destino migliore :'(

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#4 Mia

    Classic Rocker

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Inviato 28 settembre 2007 - 16:31

http://www.corriere....pressione.shtml


speriamo che qualcosa si smuova!  :'(
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#5 varrick

    Groupie

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Inviato 28 settembre 2007 - 21:57


Ti so solo dire che da una ventina di anni vige una strana dittatura.Che non lascia filtrare alcuna notizia o immagine dello Tsunami che ha devastato quel golfo ma si fa scappare le copiose immagini di rivolta di monaci e civili di questi giorni....
....mah.... ?!


Mah le notizie c'erano, bastava cercarle.
Più che altro diciamo che da vent'anni non frega un cazzo a nessuno della Birmania.
E tempo un paio di settimane tornerà a non fregarcene un cazzo (a me per primo :-[).


Cinico, ma vero... Quel documentario di oggi era comunque un gran pugno allo stomaco...
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#6 virginia wolf

    apota

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Inviato 28 settembre 2007 - 22:21

Dal libro "Asia" di Tiziano Terzani, la parte che riguarda la Birmania.
E' del 1991, ma la situazione da allora non è purtroppo cambiata.


http://xenu.com-it.n...xt/birmania.htm
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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#7 Nightly Crow

    pivello

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Inviato 29 settembre 2007 - 00:02

proprio oggi, tornata da scuola, ho beccato su rai3 un programma che ne parlava..mi pare si chiami "C'era una volta"..
quel poco che sono riuscita a vedere mi ha commossa, gente che per fuggire dall'oppressione tenta la fuga verso i paesi vicini, ma lì non trova un destino migliore :'(

Il programma è di Mio zio...se qualcuno è interessato posso cercare di avere la puntata..
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#8 varrick

    Groupie

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Inviato 29 settembre 2007 - 05:48

Tuo zio è il tipo baffuto che si incazza coi poliziotti birmani? Fagli veramente vivissimi complimenti, è un grande, magari se ne vedessero più spesso di lavori simili!  O_O
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#9 Guest_runciter_*

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Inviato 29 settembre 2007 - 07:21

Più che altro diciamo che da vent'anni non frega un cazzo a nessuno della Birmania.


ma no, a qualcuno invece importa eccome:

Halliburton Inc. is the multibillion-dollar oilfield company that made our vice president such a rich man. Dick Cheney was head honcho of Halliburton until Little George Bush plucked him from CorporateWorld to come to Washington and run BushWorld, previously known as the US government. Lately, Cheney's been under fire for his tendency to stomp on anyone who gets in the way of the oil industry's agenda.

But stomping is simply the corporate way, and Cheney is only acting now as he did as CEO. Halliburton is one of the few US companies that still does business with the thuggish, totalitarian rulers of Burma. Not only did Burma's thugs overthrow democracy there, but they maintain their power through human rights violations so severe that they give brutality a bad name.

Corporations like Halliburton have long done business deals with these thugs, providing the foreign capital for them to buy the weapons they need to keep repressing Burma's people. But in the 1990s, the repression got so repulsive that dozens of corporations pulled out. Not Halliburton, though.


http://www.alternet....ts/story/10885/

per fare un esempio (l'articolo è del 2001).
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#10 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 29 settembre 2007 - 11:24


Più che altro diciamo che da vent'anni non frega un cazzo a nessuno della Birmania.


ma no, a qualcuno invece importa eccome:

Halliburton Inc. is the multibillion-dollar oilfield company that made our vice president such a rich man. Dick Cheney was head honcho of Halliburton until Little George Bush plucked him from CorporateWorld to come to Washington and run BushWorld, previously known as the US government. Lately, Cheney's been under fire for his tendency to stomp on anyone who gets in the way of the oil industry's agenda.

But stomping is simply the corporate way, and Cheney is only acting now as he did as CEO. Halliburton is one of the few US companies that still does business with the thuggish, totalitarian rulers of Burma. Not only did Burma's thugs overthrow democracy there, but they maintain their power through human rights violations so severe that they give brutality a bad name.

Corporations like Halliburton have long done business deals with these thugs, providing the foreign capital for them to buy the weapons they need to keep repressing Burma's people. But in the 1990s, the repression got so repulsive that dozens of corporations pulled out. Not Halliburton, though.


http://www.alternet....ts/story/10885/

per fare un esempio (l'articolo è del 2001).


[semi OT]Cioè, la Birmania è dominata dai Thugs :o ?[/semi OT]
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L'amour physique
Est sans issue

#11 delta9

    pivello

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Inviato 29 settembre 2007 - 13:01

http://xenu.com-it.n...xt/birmania.htm


questo brano è agghiacciante!! :'(

premesso che fino a qualche giorno fa non sapevo niente della Birmania, sono rimasto sconvolto quando ho scoperto che questo regime esiste dagli anni sessanta e non se ne è quasi mai parlato (mentre nelle ultime ore è diventato di moda)...


Più che altro diciamo che da vent'anni non frega un cazzo a nessuno della Birmania.


ma no, a qualcuno invece importa eccome:

Halliburton Inc. is the multibillion-dollar oilfield company that made our vice president such a rich man. Dick Cheney was head honcho of Halliburton until Little George Bush plucked him from CorporateWorld to come to Washington and run BushWorld, previously known as the US government. Lately, Cheney's been under fire for his tendency to stomp on anyone who gets in the way of the oil industry's agenda.

But stomping is simply the corporate way, and Cheney is only acting now as he did as CEO. Halliburton is one of the few US companies that still does business with the thuggish, totalitarian rulers of Burma. Not only did Burma's thugs overthrow democracy there, but they maintain their power through human rights violations so severe that they give brutality a bad name.

Corporations like Halliburton have long done business deals with these thugs, providing the foreign capital for them to buy the weapons they need to keep repressing Burma's people. But in the 1990s, the repression got so repulsive that dozens of corporations pulled out. Not Halliburton, though.


http://www.alternet....ts/story/10885/

per fare un esempio (l'articolo è del 2001).


da quel poco che sono riuscito a scoprire a proposito della birmania sul web, gli interessi economici di russia e cina nei confronti di questo stato sono subito saltati fuori... ma mi sembrava strano che i buon vecchi stati uniti non centrassero in qualche modo  :-\

comunque oggi la mia prof. d'italiano mi ha detto che in questi giorni i parenti dei capi del regime hanno chiesto il visto agli usa (negato) per poter rifugiarsi negli states (segno che il regime non è più tanto sicuro di riuscire a reprimere la rivolta)... ho cercato sul web ma non ho trovato niente a tal proposito... qualcuno ne sa qualcosa??
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#12 Brucaliffa

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Inviato 29 settembre 2007 - 14:12

Per parlare di Birmania, invece di parlare degli USA sarebbe più corretto parlare di Cina, che non vuole che si prendano misure contro il regime militare birmano:
http://www.ansa.it/o...l_96532297.html
Qui un po' di chiarezza sugli interessi della Cina:
La posta in gioco è altissima per la Cina. In Birmania, essa conta quattro interessi vitali, che rischiano grosso con il crollo della giunta militare. Il primo è elementare: il commercio, che supera il miliardo di dollari all'anno, con relativa partecipazione per quel che riguarda petrolio e gas. Il secondo è strategico: gli stretti rapporti che intercorrono tra la Cina e il regime militare in Birmania garantiscono alla Cina l'accesso fino all'Oceano Indiano, consentendole sia di aggirare, in caso di emergenza, il collo di bottiglia dello Stretto di Malacca, come pure di stabilire i suoi capisaldi di vigilanza tanto in Birmania quanto nelle isole vicine. Il terzo, invece, è una combinazione di politica e religione. Se i monaci buddhisti birmani riusciranno a rovesciare il regime, ecco che saranno di esempio e ispirazione ai loro confratelli del Tibet.
Il controllo della Cina sul Tibet è assai più serrato di quello del governo birmano sul proprio Paese. E c'è un altro avvenimento in arrivo che preoccupa i cinesi: la successione dell'attuale Dalai Lama, capo spirituale del Tibet, in caso di morte. Oggi il Dalai Lama ha 72 anni e gode di ottima salute. Al suo decesso, tuttavia, si accenderà una disputa su chi sarà proclamato la sua reincarnazione e successore. Un precedente birmano potrebbe trasformare questo dibattito in un confronto più audace e violento. Il quarto interesse della Cina riguarda la sua reputazione. Se apparirà associata a una dittatura abbattuta oppure in una repressione feroce, la sua buona reputazione ne soffrirà.

http://www.corriere....a_myanmar.shtml

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#13 Merlo

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Inviato 29 settembre 2007 - 18:11

Comunque qui potete trovare la petizione al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

All'atto pratico dubito che possa servire a qualcosa, ma mi sembra moralmente doveroso firmare.

http://www.petitiono...8/petition.html
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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#14 alcatr4z

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Inviato 30 settembre 2007 - 11:19

Dire che di Birmania non se ne sia mai parlato è alquanto ingeneroso, basti pensare che gli U2 tempo fa dedicarono il brano "Walk on" al leader dell'opposizione, già premio nobel per la pace, Aung San Suu Kyi!

Certo non paragoniamola alla popoliratità raggiunta da Nelson Mandela per esempio, ma la storia di questa piccola grande donna oramai è nota al mondo da parecchi anni, almeno da quando nel 1990 fu costretta agli arresti domiciliari dall'attuale regime dopo aver vinto elezioni democratiche con la sua Lega Nazionale per la Democrazia!

La storia contemporanea di questo Paese del Sud Est asiatico è alquanto intricata, già colonia Inglese subisce l'occupazione Giapponese durante la SEconda Guerra Mondiale dai quali si libera grazie ad un'alleanza con tra gli alleati e la resistenza locale guidati dal generale Aung San padre di Suu Kyi.

Aung San passò alla guida di un governo transitorio, ma fu ben presto assassinato dai suoi rivali politici che presero il controllo del paese istaurando una repubblica dilaniata però da feroci conflitti interni legati alla multietnicità del paese e alla voglia delle minoranze etniche di dar vita ad uno stato federale.

Nel 1962 la fragile repubblica cedette il passo ad una feroce dittatura militare che per 26 anni condusse riforme di stampo socialista isolando definitivamente il paese dal resto del mondo!

Nel 1988 ci furono violentissime rivolte stundetesche che costrinsero la giunta  militare al governo a dimettersi, si formò un governo transitorio con a capo un altro militare che avrebbe dovuto traghettare il paese fino ad elezioni libere!

Le elezioni si tennero 1990 e come detto vennero stravinte dal partito di Aung San Suu Kyi, ma il risultato fu invalidato dai militari e Suu Kyi fu costretta agli arresti domiciliari con la possibilità di poter abbandonare il Paese, cosa  che non ha mai fatto.

Dal 1988 questa feroce giunta militare come quella precedente nega al popolo Birmano i diritti umani più elementare, libertà di stampa e di intraprendenza economica. Costringe molti dei suoi cittadini a lavorare come schiavi per restaurare i monumenti testimoni della ricca storia del paese per attirare quanti più turisti e valuta straniera. Il turismo ed una delle voci d'entrata più importanti per il regime militare, l'opposizione birmana ha sempre invitato il mondo a non VISITARE PIU' il Paese per negare al regime i lauti guadagni portati dal turismo di massa.

La protesta dei monaci di questi giorni è di chiaro stampo non violento, e si rifà direttamente al coraggio di Suu Kyi che oramai temo sia stata imprigionata nelle carceri birmane; se da un lato pare completamente inutile  e idealista dall'altro pare stia spaccando l'esercito in due! Il numero 2 birmano pare abbia chiesto di poter dialogare con la leader dell'opposizione, cosa non gradita al resto del giunta....

Le notizie sono pochissime e non filtrano, però è falso dire che della Birmania non si sa nulla e a nessuno gliene frega, molti sanno e purtroppo c'è chi osteggia una risoluzione ONU contro la giunta militare, e non mi rifersisco solo ai Cinesi, anche Putin si sta facendo valere in questo senso.
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#15 Brucaliffa

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Inviato 30 settembre 2007 - 12:20

Posto l'articolo di Alessandro Piperno, che almeno ci ha provato a essere sensibile e solidale:

Stampiamo i bonzi sulle nostre t-shirt

«Provo a dare un nome al contegno di questi monaci: vorrei chiamarla religione della libertà» 

Sarei disonesto se affermassi che so tutto della Birmania e della guerriglia in corso a Rangoon. Così come sarei un ipocrita e un filisteo se dichiarassi che le immagini che i Tg non smettono di mandare in onda di militari assai ben equipaggiati che si abbattono su monaci pelati muniti solo del loro coraggio mi abbiano sconvolto. Siamo uomini del Ventunesimo Secolo, abituati ad obbrobri ben più insopportabili, piacevolmente protetti dalla zincata corazza d'un cinismo pieno di savoir vivre.
Ecco perché di norma non me la sento neppure troppo di giudicare la fiacca indifferenza dell'opinione pubblica. Siamo fatti così ?? noialtri esseri umani ?? insensibili alle cose che non ci toccano e non ci riguardano personalmente. Indifferenti agli avvenimenti non interpretabili secondo i diaframmi politici cui siamo così pigramente affezionati. Eppure se ci penso, se penso a quei monaci e a quei militari, vedendo quelle immagini che mostrano la parodistica, grottesca furia di un esercito regolare al cospetto della mite dignità di quei bonzi, così in contrasto con il rosso delle loro tonache, ecco che mi colgo turbato. Chiamatela pure emozione indotta o commozione ragionata. Ma stavolta ho davvero il presentimento di trovarmi di fronte a qualcosa di eroico. Per capirlo basta porsi la più elementare delle domande: per cosa rischiano la pelle questi strani pacifici individui? Per cosa offrono ai calci dei fucili le loro teste pallide e scintillanti? Per cose dannatamente pratiche, ordinariamente quotidiane: in assenza di idee roboanti da contrabbandare, protestano contro l'aumento del carburante (sì, un pieno di benzina). C'è qualcosa di laico in questi monaci che prendono così seriamente la loro religione della non violenza, che non giocano con la parola "pace" ma che la realizzano con un contegno inerme così umanamente decoroso. Mi ha colpito leggere di quel giovane monaco che con le lacrime agli occhi intimava a un altro manifestante di allontanarsi perché toccava a lui prendersi le bastonate. Così come mi ha colpito il viso infantile di quella signora premio Nobel per la pace, così poco premio Nobel per la pace. Per non dire della comicità non sguaiata e miracolosamente priva di risentimento dei Moustache Brothers, mitico gruppo di dissidenti birmani confinato da anni in un appartamento dove offre la propria arte a pochi turisti illuminati. La verità è che ci troviamo di fronte a un fatto nuovo rispetto al classico conflitto novecentesco marchiato dalle stigmate dell'ideologia. Il regime militare che, tra alterne vicende, tiene in scacco la Birmania da quasi mezzo secolo ha avuto persino il buon gusto di sbarazzarsi con gli anni del comodo diaframma di un'ennesima ideologia totalitaria, per trasformarsi in un Potere crudo, nero, senza fronzoli, allo stato brado: qualcosa di irragionevole e caligolesco che esiste per esistere e che esercita il proprio dominio per puro gusto del dominio.

Ebbene questo regime discreto (chi prima dei bonzi in piazza parlava della Birmania?) eppure così torvamente minaccioso (non ha alcuno scrupolo ad accoppare giornalisti e fotografi) si trova davanti a un branco di individui che professano la più liberale e individualista delle grandi religioni e che chiedono cose semplici e pratiche: un po' di libertà e un po' di benzina a buon prezzo. Bisogna capire che ci troviamo di fronte a qualcosa allo stesso tempo di antico e di nuovo. Questi monaci hanno un legame di parentela con uomini come Ghandi o come Martin Luther King. Sono pacifici, ironici, non odiano nessuno, amano il proprio paese, non bruciano bandiere, non si fanno saltare in aria, hanno una fiducia discreta nel professare la verità delle loro idee, con i loro occhialetti tondi e le espressioni attonite sembrano una parodia interpretata da Peter Sellers, eppure sono maledettamente determinati. E se l'invincibile impero inglese si sbriciolò al cospetto della fermezza di un omino, c'è da sperare che questo regime da operetta possa fare la stessa fine. Per cultura e per deformazione familiare non sono molto incline alle espressioni pompose. Quindi è con un po' di imbarazzo, non senza vergogna che provo a dare un nome al contegno di questi monaci: vorrei chiamarla religione della libertà (le minuscole, date le circostanze, appaiono indispensabili). Una fede low profile ma high cost, fondata sugli aspetti concreti dell'esistenza, scandita dai loro canti profondi e monotoni. Ecco questi monaci, pur senza saperlo (è bene che non lo sappiano), sono autentici eroi della religione della libertà. Ed è con un vago sorriso di scherno e con un po' di malumore che penso ai nuovi e vecchi profeti pop che euforizzano i cuori dei ragazzi sedicenti libertari e di vecchi nostalgici gauchisti che infestano il nostro decrepito continente: tra Fidel Castro, Chávez, e tutti i loro compari drogati di demagogia ribellista le cui effigi ritrovo stampigliate sulle T-shirt dei miei studenti e i cui proclami deliranti inquinano i nostri giornali, scelgo i bonzi.
28 settembre 2007

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#16 alcatr4z

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Inviato 30 settembre 2007 - 13:24

Per saperne di più consiglio questa interessante raccolta di link proposta da l'espresso:

http://gilioli.bloga...zione-in-corso/

Su un sito di questi apprendo che l'ispettore dell'ONU incontrerà Suu Kyi oggi a Rangoon dopo che ieri su un altro invece si parlava di un perentorio rifiuto dei generali a questo incontro!!

C'è anche il collegamento al sito in inglese dei generali birmani con la loro incredibile versione dei fatti....


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#17 Guest_runciter_*

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Inviato 30 settembre 2007 - 13:58

(da un articolo del 2004 di john pilger)

Nel frattempo, l??Unione Europea sostiene il regime incrementando le importazioni, stimate intorno ai 4 miliardi di dollari tra il 1998 e il 2002. Lo scorso ottobre si è svolto a Hanoi il quinto summit dei trentanove stati dell??Asia-Europe Meeting (Asem), e alcuni rappresentanti della giunta militare vi hanno preso parte per la prima volta. Invece di annunciare un boicottaggio, gli europei si sono presentati e non hanno sollevato la questione; anzi, il presidente francese Jacques Chirac ha detto che sperava di poter evitare l??applicazione di sanzioni più pesanti, perché sarebbero andate ??a scapito della popolazione più povera?.

Per ??popolazione più povera? si intenda la Total Oil Company, parte della quale è in mano al governo francese, il più grande investitore straniero in Birmania, dove le infrastrutture stradali e ferroviarie delle compagnie petrolifere sono state a lungo oggetto di accuse di presunto lavoro forzato. Gli euro della Total permettono alla giunta militare di alimentare lo stato di terrore. ??Nessuno dei funzionari dell??UE che ho incontrato finora?, dice John Jackson, ??nega che ci sia un legame tra investimenti stranieri e spese militari in Birmania. Nella settimana in cui il regime ha ricevuto il primo pagamento dalla Total Oil per la costruzione di un gasdotto verso la Thailandia, ha versato un acconto di 130 milioni di dollari per l??acquisto di dieci caccia a reazione MiG-29?.

Jackson punta il dito sulla farsa delle attuali sanzioni dell??UE. Dopo che, nel 2003, ben cento sostenitori di Suu Kyi sono stati pubblicamente picchiati a morte dai soldati, l??Unione Europea ha semplicemente negato i visti agli esponenti della giunta militare e la Germania ha congelato addirittura 86 euro di beni birmani nel suo paese.

Dall'altra parte, la campagna promossa a livello internazionale con un??azione diretta ha fatto registrare enormi smobilitazioni economiche, come nel caso di Premier Oil, Heineken, PepsiCo, British Home Stores. L??attuale ??lista nera? degli investitori include le compagnie petrolifere Total e Unocal, la Rolls-Royce, la Lloyd??s di Londra e le cosiddette compagnie di viaggi di prestigio come Bales, Road to Mandalay e Orient Express. La guida bestseller della Lonely Planet è una delle presenze fisse nella lista: la celebre casa editrice si è resa ridicola da tempo affermando, con leparole di uno dei suoi autori, che la Birmania oggi sta ??molto meglio? e che, nonostante la giunta militare sia ??abominevole?, ??la prigionia politica, la tortura? e ??il servizio civile non volontario allo stato? non sono una novità e ??esistono da secoli?.

link
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#18 Guest_andara_*

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Inviato 30 settembre 2007 - 15:48

Se i monaci buddhisti birmani riusciranno a rovesciare il regime, ecco che saranno di esempio e ispirazione ai loro confratelli del Tibet.


Lo spero. Credo che dipenderà molto dall'esito della situazione in Birmania, a favore dela quale è indispensabile un valido intervento delle istituzioni occidentali magari sotto pressione di tutta l'opinione pubblica.



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#19 Guest_persephone_*

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Inviato 30 settembre 2007 - 16:23


proprio oggi, tornata da scuola, ho beccato su rai3 un programma che ne parlava..mi pare si chiami "C'era una volta"..
quel poco che sono riuscita a vedere mi ha commossa, gente che per fuggire dall'oppressione tenta la fuga verso i paesi vicini, ma lì non trova un destino migliore :'(

Il programma è di Mio zio...se qualcuno è interessato posso cercare di avere la puntata..


ho trovato il sito del programma, con i relativi video, ma non é aggiornato..
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#20 ouspen

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Inviato 02 ottobre 2007 - 10:30

LE VIE DELLA DEMOCRAZIA SONO FINITE di Giovanni Petrosillo

(qualche riflessione sul Myanmar)


Quello che sta succedendo in Myanmar mette noi tutti di fronte ad un dilemma tragico: valgono di più le giuste ragioni dei monaci e degli oppositori della giunta militare che chiedono maggiore libertà e una politica economica più aperta, oppure quelle geopolitiche, i cui indizi riconducono immancabilmente ad un tentativo di destabilizzazione dell??area da parte della politica geostrategica americana? E?? ovvio che il discorso sui diritti civili e sulla democrazia è, palesemente, la testa d??ariete con la quale gli Usa tentano di forzare i bastioni eretti dai paesi non-allineati contro i tentativi di egemonia mondiale messi in atto dall'occidente filo-americano, per cui non si spiega, se non inserendosi nella logica della politica di potenza statunitense, perché, ad esempio, al Kossovo in mano ai criminali etnici dell??UCK si vorrebbe far raggiungere la piena indipendenza mentre nei confronti di Iraq, Afghanistan, Iran ed ora anche Myanmar (in quest??ultimi due casi, attraverso una diversa strategia di assedio mediatico e non di assalto guerreggiato per via della ferma opposizione di Cina e Russia) si proceda con le armi, con le sanzioni economiche e con l??inevitabile pressione mediatica. La rivolta dei monaci è iniziata a causa di un aumento del prezzo del petrolio e del gas che, certamente, danneggia i settori sociali più deboli di un paese che non è un Eldorado ma che l??intervento dell??Occidente ha fatto artatamente precipitare nel caos, per ragioni nient??affatto nobili come si vuol far credere.

Ci sono degli elementi lampanti che lasciano intuire quali siano le vere preoccupazioni degli Usa e dei suoi alleati occidentali i quali, come al solito, utilizzano il paravento dei diritti umani per intorbidare le acque e inserirsi nelle contraddizioni sociali delle aree strategiche del globo. 

Il Myanmar può divenire un avamposto privilegiato per schierare le proprie legioni e porre un freno all??avanzata di Cina e India, per cui anche l??ex-Brimania deve essere sottoposta alla cura democraticistica, a dosi omeopatiche, per la quale il governo statunitense, con il suo stuolo di ONGS, è campione indiscusso.

Che l??obiettivo sia predatorio diviene chiaro allorché si guarda alle mosse che la giunta birmana ha compiuto negli ultimi tempi, a partire dagli accordi con la Cina per la costruzione di un oleo-gasdotto di 2380 kilometri, da dislocare lungo la costa dell'Arakan fino alla provincia cinese dello Yunnan. La Cina si servirebbe di tale pipeline per soddisfare le sue crescenti esigenze energetiche facilitando così l??importazione di petrolio e gas dal Medio Oriente, dall'Africa e dal Venezuela. Ancora una volta il mondo si fa piccolissimo lungo le strade dell??oro nero e di quello blu, tanto che il governo statunitense non può permettere ai cosiddetti ex-paesi in via di sviluppo di agire senza il suo imprimatur e il suo controllo diretto. Ma non si tratta semplicemente di un controllo sulle risorse energetiche del pianeta, che pure può apparire come l??obiettivo più immediato della ??tenzone?, quanto di impedire che si vada rafforzando il coordinamento politico tra Cina, Russia, India e paesi sudamericani (Venezuela).

Ancora, come si può leggere nell??ottimo ??notiziario strategico? di Alex Lattanzio (www.sitoaurora.altervista.org): ??Un altro motivo di intervento in Myanmar, da parte USA, è lo stretto legame, nel progetto di guerra elettronica avanzata, patrocinata dal leader della junta (il Consiglio per la Pace e lo Sviluppo - SPDC), lo specialista di guerra psicologica, Generale Than Shwe. Il progetto, da 1,5 miliardi di dollari, vede la collaborazione  della Cina Popolare. Una collaborazione Cina-Myanmar volta a controllare i movimenti delle guerriglia etnica in Myanmar; Karen, Chan, Wa e altri, che si spostano attraverso i confini con la Cina. Inoltre, tale accordo comprende la sorveglianza strategica dell'area e del traffico navale nell'Oceano Indiano, soprattutto dei movimenti della flotta militare degli USA, senza menzionare il ruolo cruciale del traffico nello Stretto di Malacca?. Ed ecco qui svelate le ??ragioni della democrazia? imposte a ??furor mediatico? dagli organismi internazionali (in preda alle solite convulsioni pro-Usa) e dal circo intellettuale nostrano (al quale non sono immuni nemmeno i sinistri) unanimemente uniti nella condanna ??morale? dell??attuale situazione in Birmania. Detto per inciso i monaci buddisti mi sono anche ??simpatici? e non mi sognerei mai di mettere in dubbio le rivendicazioni di maggior benessere sociale che provengono dai settori più deboli e vessati del popolo. Tuttavia, sarà solo dalla crescita del policentrismo su scala mondiale che si apriranno spazi di rivendicazione, con maggiori possibilità di successo, per i dominati. Pertanto, il nostro compito, almeno in questa fase, è quello di denunciare il tentativo americano (ed occidentale) di ingerirsi nelle faccende interne degli altri paesi con falsi pretesti, ammantati dalla necessità di democratizzare il mondo (ma per meglio dominarlo). La strategia americana non è univoca, al contrario, essa è fortemente differenziata a seconda delle aree nelle quali si trova ad essere esplicata. Se nei confronti dei paesi dell??ex-Unione Sovietica, dove il terreno è più fertile in virtù della vicinanza con l??Europa, bastano le rivoluzioni arancione e le fondazioni sorosiane per orientare le classi dirigenti autoctone, nei paesi che ricadono sotto l??influenza di altre potenze ci si inserisce, invece, nelle contraddizioni sociali esistenti per direzionare il malcontento fino a farlo sfociare, come in Myanmar, nel caos più completo.
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#21 Brucaliffa

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Inviato 02 ottobre 2007 - 10:56

Questo articolo fa schifo, cosa significa? Lasciamo il regime dittatoriale in Birmania perché fa comodo alla Cina? Auspicarne la caduta è troppo filo-americano? Non si può vedere tutto nell'ottica degli Usa che "tentano di forzare i bastioni eretti dai paesi non-allineati contro i tentativi di egemonia mondiale messi in atto dall'occidente filo-americano", gli interessi economici, geografici e politici che la Cina difende proteggendo quella dittatura criminale non hanno nulla di diverso da quelli che gli americani difendono appoggiando altre dittature o facendo le guerre, sono interessi che verrebbero condannati con forza se fossero americani. Spazzatura.
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#22 Merlo

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Inviato 02 ottobre 2007 - 11:00

LE VIE DELLA DEMOCRAZIA SONO FINITE di Giovanni Petrosillo

(qualche riflessione sul Myanmar)
[...]


Queste cose hanno tutte senso e sono verosimili, ma non ci son cazzi: per i birmani mi auguro senza esitazione che il regime cada.

P.S. Fonte?
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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#23 ouspen

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Inviato 02 ottobre 2007 - 11:08

anch'io mi auguro che i regimi oppressivi scompaiano ma il problema è sempre lo stesso: con cosa li sostituisci? 

p.s. la fonte: http://ripensaremarx.splinder.com/
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#24 Brucaliffa

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Inviato 02 ottobre 2007 - 11:26

anch'io mi auguro che i regimi oppressivi scompaiano ma il problema è sempre lo stesso: con cosa li sostituisci? 

p.s. la fonte: http://ripensaremarx.splinder.com/


Con cosa li sostituisci?? Non parlare al plurale di cose che non sai, si fanno le elezioni. In Birmania c'è una donnina che si chiama Aung San Suu Kyi, che vive una vita d'inferno prigioniera della dittatura, un'attivista dei diritti civili premio Nobel per la Pace, la figlia dell'uomo che ha negoziato l'indipendenza dall'Inghilterra negli anni 40, una donna che costruisce scuole e ospedali per il suo popolo, e, cosa più importante di tutte, la donna che nelle elezioni democratiche volute dal regime nel 1990 ha vinto in modo schiacciante, peccato che poi il regime abbia deciso di annullare il risultato delle elezioni.
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#25 ouspen

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Inviato 02 ottobre 2007 - 11:34

Con cosa li sostituisci?? Non parlare al plurale di cose che non sai, si fanno le elezioni. In Birmania c'è una donnina che si chiama Aung San Suu Kyi, che vive una vita d'inferno prigioniera della dittatura, un'attivista dei diritti civili premio Nobel per la Pace, la figlia dell'uomo che ha negoziato l'indipendenza dall'Inghilterra negli anni 40, una donna che costruisce scuole e ospedali per il suo popolo, e, cosa più importante di tutte, la donna che nelle elezioni democratiche volute dal regime nel 1990 ha vinto in modo schiacciante, peccato che poi il regime abbia deciso di annullare il risultato delle elezioni.


infatti io non so. tutto quello che posso fare è cercare di informarmi. a tal proposito leggo:

Aung San Suu Ky , nominata sul campo, dai mass media occidentali, leader dell'opposizione al regime di Yangoon, è l'icona con cui si potrà dare un marchio di rispettabilità e di presentabilità, all'ennesima operazione di scardinamento geopolitico, in funzione antieurasiatica, effettuato dalle centrali atlantiste (Washington, Londra). Perciò non è strano il fatto, che sul mutamento di regime a Yangoon, ci sia la convergenza tra il presidente degli USA George Walker Bush e la relativa consorte Laura e il suo apparente 'acerrimo nemico' George Soros. Quando vi è in gioco l'interesse predatorio e imperialista delle centrali dominanti statunitensi, le sfumature ideologico-demagogiche svaniscono d'incanto. Le elite atlantiste e sinarchiste sanno utilizzare a loro fine le masse di manovra rappresentate da 'idealisti', ONG, umanitarismi formato export, 'intellettuali', 'giornalisti', e via giù così. Insomma quella massa di individui che Lenin, in modo netto e reciso, ha inchiodato chiamandoli 'utili idioti' .
Ciò che non capiscono gli utili idioti, è che la centrale imperialista statunitense sta cercando di infastidire ancora una volta la Repubblica Popolare Cinese, e non solo essa.

Poco si sa di Aung San Suu Kyi, nata a palazzo, cresciuta nelle residenze diplomatiche che rappresentavano la casta dominante in Birmania, che pur dopo la sua defenestrazione le ha permesso di laurearsi ben 3 volte a Oxford, e a proseguire i suoi studi a New York, ed immediatamente entrare nell'ONU.
Ma il suo strenuo richiamo alla figura del padre Aung San parla per lei.
Già, Aung San: l'uomo che nel 1939 (che tempista!) fondò il Partito Comunista Birmano assumendone il titolo di Segretario Generale, e subito dopo il parallelo Partito Rivoluzionario del Popolo (non si sa mai...); che saputo del mandato di arresto inglese mentre era in India, fuggì precipitosamente in Cina per ottenere la protezione del PC cinese. Ma subito intercettato dai giapponesi, si rotolò ai loro piedi e dichiarò obbedienza assoluta, e l'anno seguente rientrò in Birmania a organizzare... l'occupazione giapponese.
Lo stesso uomo che, alle prime difficoltà belliche del Giappone, offrì i suoi servigi all'odiata Londra, fondò l'Organizzazione Antifascista e nel marzo 1945 organizzò l'ammutinamento contro i giapponesi ormai in ritirata.
Divenuto così, come si usava nel 1945, padre della "resistenza", si avviò ai massimi fasti del nuovo stato, per essere prevedibilmente assassinato due anni dopo in circostanza mai chiarite, avendo tradito così tante persone e fedi...'
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#26 Brucaliffa

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Inviato 02 ottobre 2007 - 12:39


Con cosa li sostituisci?? Non parlare al plurale di cose che non sai, si fanno le elezioni. In Birmania c'è una donnina che si chiama Aung San Suu Kyi, che vive una vita d'inferno prigioniera della dittatura, un'attivista dei diritti civili premio Nobel per la Pace, la figlia dell'uomo che ha negoziato l'indipendenza dall'Inghilterra negli anni 40, una donna che costruisce scuole e ospedali per il suo popolo, e, cosa più importante di tutte, la donna che nelle elezioni democratiche volute dal regime nel 1990 ha vinto in modo schiacciante, peccato che poi il regime abbia deciso di annullare il risultato delle elezioni.


infatti io non so. tutto quello che posso fare è cercare di informarmi. a tal proposito leggo:

Aung San Suu Ky , nominata sul campo, dai mass media occidentali, leader dell'opposizione al regime di Yangoon, è l'icona con cui si potrà dare un marchio di rispettabilità e di presentabilità, all'ennesima operazione di scardinamento geopolitico, in funzione antieurasiatica, effettuato dalle centrali atlantiste (Washington, Londra). Perciò non è strano il fatto, che sul mutamento di regime a Yangoon, ci sia la convergenza tra il presidente degli USA George Walker Bush e la relativa consorte Laura e il suo apparente 'acerrimo nemico' George Soros. Quando vi è in gioco l'interesse predatorio e imperialista delle centrali dominanti statunitensi, le sfumature ideologico-demagogiche svaniscono d'incanto. Le elite atlantiste e sinarchiste sanno utilizzare a loro fine le masse di manovra rappresentate da 'idealisti', ONG, umanitarismi formato export, 'intellettuali', 'giornalisti', e via giù così. Insomma quella massa di individui che Lenin, in modo netto e reciso, ha inchiodato chiamandoli 'utili idioti' .
Ciò che non capiscono gli utili idioti, è che la centrale imperialista statunitense sta cercando di infastidire ancora una volta la Repubblica Popolare Cinese, e non solo essa.

Poco si sa di Aung San Suu Kyi, nata a palazzo, cresciuta nelle residenze diplomatiche che rappresentavano la casta dominante in Birmania, che pur dopo la sua defenestrazione le ha permesso di laurearsi ben 3 volte a Oxford, e a proseguire i suoi studi a New York, ed immediatamente entrare nell'ONU.
Ma il suo strenuo richiamo alla figura del padre Aung San parla per lei.
Già, Aung San: l'uomo che nel 1939 (che tempista!) fondò il Partito Comunista Birmano assumendone il titolo di Segretario Generale, e subito dopo il parallelo Partito Rivoluzionario del Popolo (non si sa mai...); che saputo del mandato di arresto inglese mentre era in India, fuggì precipitosamente in Cina per ottenere la protezione del PC cinese. Ma subito intercettato dai giapponesi, si rotolò ai loro piedi e dichiarò obbedienza assoluta, e l'anno seguente rientrò in Birmania a organizzare... l'occupazione giapponese.
Lo stesso uomo che, alle prime difficoltà belliche del Giappone, offrì i suoi servigi all'odiata Londra, fondò l'Organizzazione Antifascista e nel marzo 1945 organizzò l'ammutinamento contro i giapponesi ormai in ritirata.
Divenuto così, come si usava nel 1945, padre della "resistenza", si avviò ai massimi fasti del nuovo stato, per essere prevedibilmente assassinato due anni dopo in circostanza mai chiarite, avendo tradito così tante persone e fedi...'




Che patetico e inefficace (non potrebbe essere altrimenti, da parte di una persona che senza sapere niente si informa all'ultimo minuto per tirare acqua al suo volgare mulino ideologico) tentativo di screditare l'immagine di un personaggio coraggioso e ammirevole come questa donna. Mi fai un po' pena.
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#27 ouspen

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Inviato 02 ottobre 2007 - 13:56

Che patetico e inefficace (non potrebbe essere altrimenti, da parte di una persona che senza sapere niente si informa all'ultimo minuto per tirare acqua al suo volgare mulino ideologico) tentativo di screditare l'immagine di un personaggio coraggioso e ammirevole come questa donna. Mi fai un po' pena.


certo che sei paranoica. ti invito caldamente a darti una calmata perchè il tuo stato psichico attuale mi pare abbia assunto un che di inquietante.

quello che ho postato non vuole screditare la figura di Aung San Suu Kyi, non è mia abitudine formulare giudizi e gettare fango su persone di cui non conosco in modo approfondito la storia.
cerca di leggere bene, magari due, tre volte, prima di rispondere. c'è scritto a chiare lettere:
Aung San Suu Ky è l'icona con cui si potrà dare un marchio di rispettabilità e di presentabilità all'ennesima operazione di scardinamento geopolitico, in funzione antieurasiatica, effettuato dalle centrali atlantiste (Washington, Londra).
capisci il senso?
Le elite atlantiste e sinarchiste sanno utilizzare a loro fine le masse di manovra rappresentate da 'idealisti', ONG, umanitarismi formato export, 'intellettuali', 'giornalisti', e via giù così.
Qui non si scredita Aung San Suu Ky ma la potenze atlantiche che utilizzano il suo status di persona rispettabile e presentabile, per i loro scopi.

Allora è vero che la gente legge con il tono con cui parla! chi è abituato a usare un tono sprezzante tende a leggere le cose degli altri con lo stesso tono, ma è il lettore, non lo scrittore, a dargli un tono sprezzante. [cit.]

hai detto che ti faccio pena, che non hai intenzione di confrontarti con persone come me, che ti freni per non offendermi...vediamo con cosa te ne esci fuori adesso.
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#28 Brucaliffa

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Inviato 02 ottobre 2007 - 14:12

Sì hai ragione, il mio nervosismo non è proporzionato né alla discussione né al tempo e alle energie che ho a disposizione, dovrei lavorare invece di cazzeggiare nel forum, resta il fatto che i tuoi interventi mi irritano molto perché non posso fare a meno di leggerci una grande scorrettezza di fondo, mi dispiace, mi scuso per i toni, il mio fastidio è circoscritto a quello che scrivi qui e non posso farci niente, ma non è mia intenzione giudicarti come persona.
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#29 astrodomini

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Inviato 02 ottobre 2007 - 14:48

Non preoccuparti Angela, la scorrettezza di fondo c'è eccome. Uno che cita Lattanzio poi, personaggio discutibile animato da un veterocomunismo che li fa strizzare l'occhio al regime criminale di Pechino e lo porta ad accusare tutti quelli che non la pensano come lui di essere filogovernativi o di regime (con un tono assolutistico tipo fascismo). Personaggio che non ha nemmeno la decenza di informarsi sulla vicenda del Nobel 1991 Aung San Suu Kyi (ma la filta attraverso quella del padre!!), vicenda tragica che la vede lottare da ventanni per il suo paese. Poco importa se questa protesta è nata dal coraggio e dal sacrificio di monaci in ciabatte, se prima nessuno se la cagava o quasi la Birmania, l'importante è pensare alla povera Cina minacciata dalle centrali atlantiste (!!). La Cina con le atomiche e il veto alle Nazioni Unite. L'importante non è appoggiare i monaci e sperare nella democrazia, denunciare gli Stati Uniti su basi poco chiare e ideologiche è sempre e comunque la prima cosa da fare! Lattanzio vive ancora ai tempi in cui si parlava del S.I.M., non posso che sorridere! :D
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#30 tupelo

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Inviato 02 ottobre 2007 - 14:52

Qui non si scredita Aung San Suu Ky ma la potenze atlantiche che utilizzano il suo status di persona rispettabile e presentabile, per i loro scopi.


Non mi pare che dal testo emerga grande stima per Aung San Suu Ky.
Prima viene relegata al ruolo di "icona", per poi passare a

Poco si sa di Aung San Suu Kyi, nata a palazzo, cresciuta nelle residenze diplomatiche che rappresentavano la casta dominante in Birmania, che pur dopo la sua defenestrazione le ha permesso di laurearsi ben 3 volte a Oxford, e a proseguire i suoi studi a New York, ed immediatamente entrare nell'ONU.
Ma il suo strenuo richiamo alla figura del padre Aung San parla per lei.
...ecc.


Se non è gettare fango...

Ah, "centrale imperialista statunitense", "sinarchista", "l'interesse predatorio e imperialista delle centrali dominanti" sono espressioni che non si possono più leggere senza un sorriso.
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#31 Brucaliffa

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Inviato 02 ottobre 2007 - 15:35

Grazie ragazzi per non avermi lasciato da sola a fare la figura della pazza!  ;)
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#32 Guest_runciter_*

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Inviato 03 ottobre 2007 - 09:05

articolo odierno di massimo nava, un bravo giornalista del corriere:

IN BELGIO
Total, inchiesta per crimini contro umanità
L'accusa: «Manodopera forzata in un gasdotto birmano». Il ruolo di Kouchner

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI ?? Complicità in crimini contro l'umanità: l'accusa di cui dovrebbe rispondere la Total per i servizi resi alla giunta militare birmana compromette l'immagine del gruppo petrolifero e mette nell'imbarazzo la Francia, chiamata a dar prova di coerenza dopo aver affermato a gran voce, per bocca del presidente Sarkozy, la necessità di sanzioni economiche e l'obbligo morale di tagliare presenze e congelare investimenti (non solo francesi) in Birmania.

L'imbarazzo coinvolge il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, che ieri, durante il dibattito all'Assemblea nazionale, ha dovuto assicurare che la Total «non sarà esonerata» da eventuali sanzioni contro il regime. Il gruppo petrolifero è stato messo sotto inchiesta dalla magistratura del Belgio, Paese che dispone di una legislazione pertinente (si pensi all'istruttoria per il genocidio in Ruanda) in relazione a crimini di questo genere, anche nel caso in cui le vittime non siano cittadini belgi. La causa è stata promossa da quattro rifugiati birmani e si riferisce ai lavori di costruzione, negli anni Novanta, del gigantesco gasdotto di Yadana, nel sud del Paese, che oggi alimenta le centrali elettriche della Thailandia con una produzione di 17 milioni di metri cubi al giorno. La costruzione del gasdotto birmano è stata spesso al centro di indagini internazionali che denunciavano il ricorso a lavori forzati sotto il controllo dell'esercito. Da parte sua, la Total ha sempre negato di aver favorito queste pratiche, per ammettendo, nel 2001, di aver indennizzato operai birmani, circa 400, nel periodo di apertura dei cantieri.

Per sgomberare il campo dai sospetti, nel 2003 la Total affidò una missione al socialista Bernard Kouchner, allora libero da incarichi di governo. Chi meglio del «french doctor» noto per il suo impegno umanitario e per la difesa dei diritti dell'uomo poteva accertare la verità? Kouchner venne contattato da Jean Veil, figlio di Simone Veil e avvocato della Total. L'attuale ministro degli Esteri si recò in Birmania con la moglie, Christine Ockrent, nota giornalista, che realizzò per Elle un'intervista con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, la quale dichiarava: «E' necessario rifiutare ogni forma di aiuto che possa avvantaggiare la giunta militare». Al termine della missione, retribuita 25 mila euro, il sito della Total pubblicò il rapporto di Kouchner che tracciava un'immagine positiva del gruppo petrolifero, escludendo che la Total potesse essersi prestata «ad attività contrarie ai diritti dell'uomo». «Non è più l'epoca di embarghi e sanzioni, la cui efficacia è limitata e provoca sofferenze fra i più poveri», scriveva nel rapporto il french doctor, il quale ha sempre respinto l'accusa di benevolenza retribuita nei confronti della Total, ricordando al contrario i benefici apportati alla popolazione locale sul piano sanitario.

Le polemiche sulla missione di Kouchner vennero archiviate, come la situazione politica e civile della Birmania. Intanto continuarono gli affari e i commerci. Non solo della Total, ma delle innumerevoli società americane, europee, cinesi e asiatiche. La questione si è riproposta in questi giorni, quando la strategia delle sanzioni economiche (non solo per la Birmania, ma anche nei confronti dell'Iran) è stata riproposta con forza proprio dalla Francia. «Facciamo appello alle società private, per esempio alla Total, a dar prova di grande prudenza per quanto riguarda gli investimenti in Birmania e chiedo che non ce ne siano di nuovi», ha detto Nicolas Sarkozy dopo aver ricevuto il leader dell'opposizione in esilio a Parigi, Sein Win.
Da parte sua, la Total non ha commentato l'iniziativa della magistratura belga. Il gruppo, ai tempi della tangentopoli francese o dei traffici sul petrolio di Saddam, ha dovuto affrontare accuse non meno gravi della schiavitù nei villaggi della Birmania. Sarkozy promette un cambio di atteggiamenti e mentalità anche in politica estera. Vedremo.

Massimo Nava
03 ottobre 2007


http://www.corriere...._birmania.shtml

n.b. koucnher è uno di quelli che non si farebbero problemi a bombardare l'iran.
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#33 Pierrotelaluna

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Inviato 03 ottobre 2007 - 09:26

Io quando vedo queste cose, non riesco a credere che un soldato riesca davvero a fare quello che fa verso altri suoi compaesani.
Ma come è possibile?
Capisco che il dittatore di turno non si faccia scrupoli, ma tutti quei ragazzi con una divisa?! Davvero una divisa fa questo? Ubbidire e ubbidire a tutto.
Pensare che monaci tibetani, monaci birmani vengano massacrati da dei ragazzi solo per obbidire a degli ordini mi da la nausea verso il genere umano. Gli animali queste cose non le fanno.
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Ti ritiri tu? Tiritirità?
Tannen, io ti maledico.

#34 virginia wolf

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Inviato 03 ottobre 2007 - 12:39


Vi segnalo il blog di Enzo Reale Asiaedintorni , che quest'estate ha seguito la Birmania in un ampio e interessante
reportage.

  • 0
Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#35 Ukrainian Roulette

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Inviato 04 ottobre 2007 - 18:18

Or ora sento al TG3 regionale i lamenti degli uomini dalla coda di paglia,altresì chiamati sindacalisti,che puntano il dito contro i deprecabili imprenditori veneti che acquistano legnami dalla Birmania sostenendo un regime dittatoriale....ma perchè mi torna in mente Telekom-Serbia ?!
;D
  • 0
<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#36 virginia wolf

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Inviato 05 ottobre 2007 - 21:43

proprio oggi, tornata da scuola, ho beccato su rai3 un programma che ne parlava..mi pare si chiami "C'era una volta"..
quel poco che sono riuscita a vedere mi ha commossa, gente che per fuggire dall'oppressione tenta la fuga verso i paesi vicini, ma lì non trova un destino migliore :'(


http://www.rai.tv/mp...7^36213,00.html
  • 0
Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#37 il_pado

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Inviato 05 ottobre 2007 - 22:30

Il razzismo culturale sinceramento non l'ho colto e neppure il senso di superiorità. Certo è pervaso da una certa freddezza ma non è una poesia: è un'analisi geopolitica!


e invece c'è eccome, perchè antepone i propri interessi ideologici anti-americani a quelli del popolo birmano. E non ci vuole molto a capire che la tesi di fondo è: meglio qualunque regime, anche il più feroce, che una democrazia pronta al dialogo e alla collaborazione con gli Stati Uniti.
Poi siamo tutti d'accordo che spesso queste neonate democrazie (speriamo lo diventi anche la Birmania) siano imperfette e facilmenti influenzabili, ma questo è un problema ben diverso. Magari per il momento è meglio provare a chiedersi cosa preferiscono i monaci birmani, i contadini schiavizzati e tutta la popolazione spremuta per costruire Nyapydaw.

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#38 ouspen

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Inviato 06 ottobre 2007 - 00:21

e invece c'è eccome, perchè antepone i propri interessi ideologici anti-americani a quelli del popolo birmano. E non ci vuole molto a capire che la tesi di fondo è: meglio qualunque regime, anche il più feroce, che una democrazia pronta al dialogo e alla collaborazione con gli Stati Uniti.


questa è una conclusione oltremodo semplicistica, non puoi ridurre ad una frase del genere tutto l'articolo.
come ho gia detto, molto spesso l' anti-antiamericanismo porta ad essere più faziosi degli antiamericani propriamente detti e a leggere alcune esternazioni con una certa leggerezza.
pensi che l'ideologia anticapitalista e antiimperialista possa portare a vedere con indifferenza le condizioni dei birmani oppressi e calpestati? stiamo capovolgendo la realtà: essere antiamericano (nel senso politico del termine) significa esattamente stare dalla parte dei dominati.
il popolo birmano soffre, è un dato di fatto, però c'è anche un proverbio che dice "il peggio non ha fine". ecco l'errore, tu pensi che questo significhi voler mantenere lo status quo, ma io ti chiedo: alle attuali condizioni geopolitiche, migliorerà la situazione dei birmani con la sola caduta della junta militare? oppure ai tiranni in divisa si sostituiranno altri tiranni con la faccia pulita e la coscienza sporchissima? brucaliffa mi ha assicurato che il problema non si pone in quanto il nuovo governo avrà Aung San Suu Ky come guida.
però quando si mettono di mezzo gli stati uniti ho imparato, forse a torto, ad andarci con i piedi di piombo.
riallacciandomi all'articolo postato su un altro thread, ripropongo la distinzione tra libertà «formale» e libertà «reale»: la libertà «formale» è la libertà di scelta all'interno delle coordinate dei rapporti di potere esistenti, mentre la libertà «reale» designa un intervento che mina alle basi queste stesse coordinate, per un cambiamento radicale e non solo apparente e momentaneo.
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#39 astrodomini

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Inviato 06 ottobre 2007 - 10:19

alle attuali condizioni geopolitiche, migliorerà la situazione dei birmani con la sola caduta della junta militare? oppure ai tiranni in divisa si sostituiranno altri tiranni con la faccia pulita e la coscienza sporchissima? brucaliffa mi ha assicurato che il problema non si pone in quanto il nuovo governo avrà Aung San Suu Ky come guida.


Nessuno può conoscere il futuro, di sicuro sarebbe cosa buona e giusta che la giunta militare sia destituita e si apra una nuova fase in Birmania. Se poi sarà una fase democratica o nuovamente tirannica (io non lo credo) questo ce lo potrà dire solo il tempo, non certo le analisi strampalate e veterocomuniste di Lattanzio che si preoccupa più dell'America e del proteggere la Cina (!!) rispetto a chi quotidianamente subisce angherie e oppressione.

però quando si mettono di mezzo gli stati uniti ho imparato, forse a torto, ad andarci con i piedi di piombo.


Mentre se si dovesse mettere in mezzo la democraticissima e liberalissima Cina.. :)

Queste posizioni dietro a ideali alti e radicali portano solo al mantenimento dello status quo in attesa di non si sa bene quale sconvolgimento, rendiamocene conto.
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#40 malluto

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Inviato 06 ottobre 2007 - 15:32

recentemente, come scrive Repubblica di oggi, sono trapelate nuove foto in cui vengono mostrati dei camion militari che schiacciano alcuni dissidenti disposti in fila per terra.....
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#41 il_pado

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Inviato 07 ottobre 2007 - 21:16


pensi che l'ideologia anticapitalista e antiimperialista possa portare a vedere con indifferenza le condizioni dei birmani oppressi e calpestati? stiamo capovolgendo la realtà: essere antiamericano (nel senso politico del termine) significa esattamente stare dalla parte dei dominati.
il popolo birmano soffre, è un dato di fatto, però c'è anche un proverbio che dice "il peggio non ha fine". ecco l'errore, tu pensi che questo significhi voler mantenere lo status quo, ma io ti chiedo: alle attuali condizioni geopolitiche, migliorerà la situazione dei birmani con la sola caduta della junta militare? oppure ai tiranni in divisa si sostituiranno altri tiranni con la faccia pulita e la coscienza sporchissima? brucaliffa mi ha assicurato che il problema non si pone in quanto il nuovo governo avrà Aung San Suu Ky come guida.


la caduta della giunta militare è un condizione necessaria affinchè le condizioni dei birmani migliorino. Quanto le condizioni migliorino e come migliorino dipende da tante variabili, influenza americana compresa. Sta di fatto che si avrà un miglioramento per il semplice fatto che cadrà un regime e non se ne instaurerà un altro: ammesso che il nuovo corso dello stato birmano nasca sotto l'ala protettrice degli USA (cosa che non darei così scontata) saremo di fronte a una nuova democrazia. Ormai abbiamo capito che gli USA non si fidano più di mettere ai posti di comando dittatori amici, hanno preso troppe fregature con tiranni voltaspalle. Al massimo si limitano a non infastidire quelli che ancora dimostrano fedeltà, ma in linea generale la nuova tendenza è cercare il dialogo costante con regimi democratici, magari influenzanbili con armi economici. Ecco, magari mi potrai dire che le condizioni economiche dei birmani non miglioreranno tantissimo - potresti avere ragione, è una probabilità da tenere in considerazione - ma perlomeno riacquisteranno diritti politici, libertà di espressione e movimento, libertà di inziativa economica e tante altre quisquilie che al momento sono loro negate.





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#42 Guest_soul crew_*

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Inviato 07 ottobre 2007 - 21:18



pensi che l'ideologia anticapitalista e antiimperialista possa portare a vedere con indifferenza le condizioni dei birmani oppressi e calpestati? stiamo capovolgendo la realtà: essere antiamericano (nel senso politico del termine) significa esattamente stare dalla parte dei dominati.
il popolo birmano soffre, è un dato di fatto, però c'è anche un proverbio che dice "il peggio non ha fine". ecco l'errore, tu pensi che questo significhi voler mantenere lo status quo, ma io ti chiedo: alle attuali condizioni geopolitiche, migliorerà la situazione dei birmani con la sola caduta della junta militare? oppure ai tiranni in divisa si sostituiranno altri tiranni con la faccia pulita e la coscienza sporchissima? brucaliffa mi ha assicurato che il problema non si pone in quanto il nuovo governo avrà Aung San Suu Ky come guida.


la caduta della giunta militare è un condizione necessaria affinchè le condizioni dei birmani migliorino. Quanto le condizioni migliorino e come migliorino dipende da tante variabili, influenza americana compresa. Sta di fatto che si avrà un miglioramento per il semplice fatto che cadrà un regime e non se ne instaurerà un altro: ammesso che il nuovo corso dello stato birmano nasca sotto l'ala protettrice degli USA (cosa che non darei così scontata) saremo di fronte a una nuova democrazia. Ormai abbiamo capito che gli USA non si fidano più di mettere ai posti di comando dittatori amici, hanno preso troppe fregature con tiranni voltaspalle. Al massimo si limitano a non infastidire quelli che ancora dimostrano fedeltà, ma in linea generale la nuova tendenza è cercare il dialogo costante con regimi democratici, magari influenzanbili con armi economici. Ecco, magari mi potrai dire che le condizioni economiche dei birmani non miglioreranno tantissimo - potresti avere ragione, è una probabilità da tenere in considerazione - ma perlomeno riacquisteranno diritti politici, libertà di espressione e movimento, libertà di inziativa economica e tante altre quisquilie che al momento sono loro negate.

come la splendida democrazia irachena, insomma.
speriamo che domattina inizino i bombardamenti, quindi.
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#43 il_pado

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Inviato 07 ottobre 2007 - 21:22


come la splendida democrazia irachena, insomma.
speriamo che domattina inizino i bombardamenti, quindi.


ti risulta che la dittura irachena sia caduta in seguito ad una spontanea sollevazione popolare?
spero che tu colga la differenza tra un intervento militare invasivo e un sostengo esterno da parte della comunità internazionale ad un movimento di protesta interno al paese. sinceramente non capisco il parallelo tra due situazioni che non hanno nulla in comune.


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#44 Guest_soul crew_*

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Inviato 07 ottobre 2007 - 21:25



come la splendida democrazia irachena, insomma.
speriamo che domattina inizino i bombardamenti, quindi.


ti risulta che la dittura irachena sia caduta in seguito ad una spontanea sollevazione popolare?
spero che tu colga la differenza tra un intervento militare invasivo e un sostengo esterno da parte della comunità internazionale ad un movimento di protesta interno al paese. sinceramente non capisco il parallelo tra due situazioni che non hanno nulla in comune.


se gli usa intervenissero a rimuovere la dittatura, farebbero la stessa cosa che hanno fatto in iraq, con risultati disastrosi, innanzitutto per la popolazione, e poi non mi pare che la democrazia instaurata in iraq abbia tutta questa gran legittimazione popolare, ogni giorno ci sono morti, attentati, sparatorie ecc ecc
per carità, io non ho certo la soluzione in tasca, però quella indicata da te non mi pare una buona idea.
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#45 il_pado

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Inviato 07 ottobre 2007 - 21:41



se gli usa intervenissero a rimuovere la dittatura, farebbero la stessa cosa che hanno fatto in iraq, con risultati disastrosi, innanzitutto per la popolazione, e poi non mi pare che la democrazia instaurata in iraq abbia tutta questa gran legittimazione popolare, ogni giorno ci sono morti, attentati, sparatorie ecc ecc
per carità, io non ho certo la soluzione in tasca, però quella indicata da te non mi pare una buona idea.


ma a me pare che leggi un pò quello che vuoi tu. Innanzitutto non mi sono espresso sulla qualità della democrazia irachena e non ho mai fatto riferimento a nessuna legittimazione popolare. Anzi la differenza che volevo farti notare sta proprio qua: in Birmania la democrazia la stanno chiedendo, lo fanno scendendo in piazza e pigliandosi le bastonate. A dirla tutta l'avevano anche conquistata la democrazia con regolari elezioni una ventina d'anni fa, poi la giunta ha deciso che quei risultati non erano graditi e ha annullato tutto. Insomma qua non si tratta di esportare democrazia perchè fa comodo agli americani, si tratta di aiutare il popolo birmano ad ottenere qualcosa che sta palesemente chiedendo a gran voce. E spero che sulla bontà della loro richiesta siamo tutti d'accordo.
Per quanto riguarda la soluzione in tasca: a me non pare di aver individuato, fino a qui, nessuna soluzione concreta. Tu hai tirato in ballo un intervento militare a cui io non ho mai fatto riferimento. Comunque visto che parli di soluzioni: gli Stati Uniti da vari anni stanziano fondi per il sostengo della democrazia birmana (non ne sono sicuro ma mi pare rientrassero nel programma MEPI), l'Unione Europea questo non lo fa. Considerando che questi fondi hanno permesso l'organizzazione di sindacati clandestini e altre piccole conquiste di libertà non penso sia una strada da lasciare inentata da parte europea.


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#46 Guest_soul crew_*

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Inviato 08 ottobre 2007 - 08:09

sì il pado, ma non ci prendiamo in giro, dire che si vuole una democrazia amica degli usa, significa una cosa precisa, oppure credi che i monaci birmani riescano a convincere i militari con le parole?
come si potrebbe instaurare questa democrazia amica degli usa? sentiamo.
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#47 Brucaliffa

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Inviato 08 ottobre 2007 - 09:34

«Birmania, cremate le vittime delle stragi»
I dissidenti denunciano: «Almeno duecento cadaveri bruciati in segreto»

BANGKOK (THAILANDIA) ?? La speranza della pacifica rivoluzione zafferano si è perduta, prima, nella violenza e nella crudeltà della repressione. E, ora, nell'orrore inimmaginabile dell'ultima rivelazione uscita dalla Birmania grazie al coraggio dei dissidenti. I militari starebbero utilizzando il crematorio pubblico che si trova a nordest di Rangoon per far sparire i corpi delle vittime della repressione, così da impedire ogni futura «conta del male».

«Ho visto personalmente bruciare 71 cadaveri », ha rivelato un testimone oculare alle fonti del Corriere. La notizia è stata confermata, dall'ex capitale birmana, anche da un giornalista del Sunday Times, anonimo per evidenti ragioni di sicurezza, dato che la giunta militare è pronta ad arrestare qualunque reporter che sia entrato nel Paese con l'unico stratagemma possibile: un visto turistico. La descrizione di quanto avvenuto è raggelante ma non consente di stimare un bilancio, neppure approssimativo, di quante siano effettivamente le vittime della repressione. La giunta è ferma a dieci uccisi «ufficiali». Mentre per l'opposizione democratica i morti sarebbero «almeno duecento ». Secondo il settimanale britannico, fonti differenti hanno riferito a diplomatici e volontari di organizzazioni internazionali come, sin dalla notte del 28 settembre, ovvero a 24 ore dall'inizio delle violenze nei monasteri e della sparatorie nelle città, camion militari coperti da teloni verdi siano stati osservati mentre si dirigevano nell'area del crematorio pubblico. Le strade che portavano verso l'edificio erano guardate a vista da soldati in assetto di guerra, pronti a minacciare di morte chiunque si fosse solamente affacciato alle finestre di casa. «Non c'è stato alcun tentativo di identificare i corpi ?? ha spiegato al reporter del Sunday Times un diplomatico occidentale ??. Nessuno si è preoccupato di restituire i resti alle famiglie o semplicemente garantire un minimo rito funebre secondo la tradizione buddista». Sandar Win, una dissidente esule a Mae Sot, lungo la frontiera birmano-thailandese, pochi giorni fa aveva confermato al Corriere: «Mio marito era rimasto in Birmania, era uno dei leader della rivolta. ? stato prelevato dalla polizia politica per essere "interrogato". Pochi giorni più tardi i miei figli mi hanno telefonato per informarmi della sua morte, "accidentale" secondo le autorità. Abbiamo chiesto il corpo indietro: non abbiamo nemmeno avuto una risposta». La pratica di bruciare i cadaveri per impedire un bilancio ufficiale della repressione non è nuova, in Asia.

Anche l'esercito cinese fece sparire nello stesso modo i resti di molti degli uccisi a piazza Tienanmen, nel giugno 1989. Allora i camini del crematorio di Babaoshan, il «cimitero degli eroi» a Pechino, emisero un lugubre fumo grigio per giorni: adesso lo stesso agghiacciante spettacolo è visibile nell'ex capitale birmana. A Rangoon, oltre a queste notizie, autentiche secondo la locale comunità diplomatica perché confermate da fonti diverse, si sono diffuse voci ?? anche queste credibili, purtroppo ?? che negli ospedali si registrano ancora decessi nonostante la calma apparente nelle strade ormai perduri da giorni. La ragione? «Ai medici ?? ha fatto sapere un volontario straniero ?? non è stato consentito di curare i feriti: ordini precisi dei militari. Senza alcun tipo di trattamento, è inevitabile che molti tra coloro che hanno subito ferite possano essere morti nel giro di pochi giorni». C'è da aggiungere che continuano gli arresti di civili e monaci, con continui raid nei monasteri. Le autorità affermano che sarebbero state sequestrate «armi e munizioni». E i media di regime ammoniscono: «I monaci devono aderire alle leggi di Dio e del governo, se violano tali leggi commettono reati».


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#48 virginia wolf

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Inviato 11 ottobre 2007 - 07:21

Forse qualcosa sta cambiando....
BIRMANIA: NON SPARARONO AI MONACI, ARRESTATI 5 GENERALI


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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#49 Guest_persephone_*

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Inviato 15 ottobre 2007 - 13:56

Forse qualcosa sta cambiando....
BIRMANIA: NON SPARARONO AI MONACI, ARRESTATI 5 GENERALI


si spera..
http://www.ansa.it/s..._115105455.html
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#50 ouspen

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Inviato 18 ottobre 2007 - 22:31

Immagine inserita

george salvaci tu, che sei un uomo di pace.
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