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The Schiff Lectures


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2 replies to this topic

#1 OffTopic

    Groupie

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Inviato 23 settembre 2007 - 15:46

Benritrovati.
Apro un topic per segnalare che qui:

http://music.guardia...1943867,00.html

potrete trovare una serie di lezioni tenute un paio d'anni fa dal grande pianista ungherese sulle 32 sonate per pianoforte di Beethoven, come introduzione ad un'integrale pubblica.
Si tratta di oltre 10 ore di ascolto, in un inglese comprensibilissimo, che potranno darvi gustose sorprese, nel (ri)scoprire sonate che, spesso per pigrizia o per pregiudizio, non avete mai tenuto molto in considerazione.
Il linguaggio non è mai troppo tecnico, perciò l'ascolto è consigliato anche a chi non mastichi molta grammatica musicale.
Schiff si preoccupa soprattutto di analizzare i singoli episodi e le loro correlazioni, i rapporti di forza tra i movimenti, i debiti di Beethoven con i maestri del passato e le innumerevoli innovazioni da lui introdotte, sia in termini pianistici che compositivi in genere.
L'amore del pianista per il Maestro si manifesta soprattutto nella sua analisi delle sonate meno note: devo ammettere che, per la prima volta, ho amato ed apprezzato a pieno l'op.2 n.2 e l'op.7 - due sonate sulle quali Schiff si sofferma molto - nonostante avessi avuto modo di ascoltarle più volte in interpretazioni di grande rilievo.
Insomma, io lezioni-concerto ne ho viste molte, ma queste stanno certamente su un altro livello.

Con l'occasione, peraltro, ho avuto modo di apprezzare le sue interpretazioni beethoveniane, davvero meravigliose, che mi hanno fatto venire una gran voglia di procurarmi i dischi già usciti per la ECM della sua integrale. Più acolto Schiff, meno apprezzo il suo celebre Bach e più amo il resto (l'ultimo Schubert, per esmpio  :-*).
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#2 kingink

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Inviato 23 settembre 2007 - 17:08

http://music.guardia...1943867,00.html
...


O_O O_O O_O O_O
Off...ti voglio bene, credimi

Con l'occasione, peraltro, ho avuto modo di apprezzare le sue interpretazioni beethoveniane, davvero meravigliose, che mi hanno fatto venire una gran voglia di procurarmi i dischi già usciti per la ECM della sua integrale. Più acolto Schiff, meno apprezzo il suo celebre Bach e più amo il resto (l'ultimo Schubert, per esmpio  :-*).


Lo sai che è successa la stessa cosa anche a me.
Ho avuto la fortuna di seguire l'integrale delle sonate beethoveniane che lo ha tenuto impegnato per più di due anni al Conservatorio di Milano.
Schiff è superlativo, soprattutto nelle ultime tre op.109, 110 e 111 e nell'Appassionata.
Nei bis di alcuni concerti ha presentato anche improvvisi di Schubert....
Devo dire che il pubblico era completamente esterefatto. Credo che il pianista ungherese dia proprio il meglio di sè su Schubert.
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#3 OffTopic

    Groupie

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Inviato 23 settembre 2007 - 18:51

Ho avuto la fortuna di seguire l'integrale delle sonate beethoveniane che lo ha tenuto impegnato per più di due anni al Conservatorio di Milano.


Non ti invidio eh... no no...  >:(

Nei bis di alcuni concerti ha presentato anche improvvisi di Schubert....
Devo dire che il pubblico era completamente esterefatto. Credo che il pianista ungherese dia proprio il meglio di sè su Schubert.


Il doppio della Decca che racchiude le ultime tre sonate e gli improvvisi op.90, infatti, è stupefacente, anche se non ho termini di paragone se non per la sonata in si bemolle.
Ora, non vorrei dire una castroneria, ed è possibile che io sia stato influenzato dai recenti ascolti delle lezioni sul Guardian, ma, specie nell'esecuzione delle prime sonate, trovo ci sia "molto Schubert" nel Beethoven di Schiff: nel far risaltare i contrasti ed i passaggi repentini tra maggiore e minore, così come nel compiacersi e sottolineare con una grazia, per me, inaudita quegli episodi che sembrano isolati dal resto della composizone e che rendono tutta la musica di Schubert, che ne è prodiga, intimamente "liederistica", talvolta anche nelle grandi forme - questo è, perlomeno, il mio modo di vedere Schubert. Non solo: ho molto apprezzato il gusto nella scelta di tempi non troppo veloci per l'esecuzione delle sonate "facili" (op.49, op.14), spesso eseguite, ache da interpreti eccelsi, con una furia che presuppone tempi, lunghezze, sviluppi mastodontici e non permettono di apprezzare queste composizioni bellissime.
Eppure, allo stesso tempo, c'è un'attenzione per gli sviluppi, le trasformazioni dei soggetti, le strutture profonde e tormentate delle forme della sonata beethoveniana che ne rendono le esecuzioni di Beethoven quantomai pertinenti.
Poi, come dicevo, magari sono semplicemente influenzato da queste lezioni, dovrò riprendere il suo Beethoven tra un po' di tempo per essere obiettivo.

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