cosa state leggendo
#16001
Inviato 09 giugno 2017 - 08:05
#16002
Inviato 09 giugno 2017 - 08:06
A latere: guardate per cosa spende i soldi il ministero dei beni culturali, invece di darli a me e Nijinsky down by the schoolyard:
(vi consiglio BdU nel finale o la Panicucci -penso sia lei- che cita inconsapevolmente Proust)
Quel che poi mi dà fastidio è questa immagine fuorviante della lettura come svago e attività riposante, bella. Oltre a queste campagne di sensibilizzazione (de che, poi?) con testimonial alquanto discutibili.
#16003
Inviato 09 giugno 2017 - 08:09
Le virgole sono l'inciampo, si sa. Impediscono di entrare nel discorso come è stato pensato, disinnescano il significato uniformandolo. Si sa.
Sì ma infatti la "scabrosità" delle virgole in meno ha il suo perché(,) ora lo capisco meglio.
#16004
Inviato 09 giugno 2017 - 08:24
A latere: guardate per cosa spende i soldi il ministero dei beni culturali, invece di darli a me e Nijinsky down by the schoolyard:
(vi consiglio BdU nel finale o la Panicucci -penso sia lei- che cita inconsapevolmente Proust)
Quel che poi mi dà fastidio è questa immagine fuorviante della lettura come svago e attività riposante, bella. Oltre a queste campagne di sensibilizzazione (de che, poi?) con testimonial alquanto discutibili.
Con la musichetta che si interrompe e riparte sempre uguale e i libri di scena... Maronna...
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#16006
Inviato 09 giugno 2017 - 09:58
Beh anche l'esordio di Jerry e il cameo di Signorini e Blasi non sono male.
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#16007
Inviato 09 giugno 2017 - 14:28
[cosa non state leggendo] c'e' un nuovo libro di arundhati roy (il dio delle piccole cose)!
#16008
Inviato 09 giugno 2017 - 22:48
ultimamente ho letto alcune cose abbastanza carine: Galizia di Pollack, un resoconto storico su questa regione dell'est Europa, si legge molto bene, ricco di malinconia ed ebrei ovunque, alla fine viene voglia di andare a visitare la regione.
Ho finito da poco "io sono vivo e voi siete morti" di Carrère, viaggio nella vita di Philip k Dick, un viaggio allucinato nella vita di un pazzo che termina con la sua morte.
Ho iniziato "vita agra" di Bianciardi ma il mattone dell'estate è in arrivo: La società aperta ed i suoi nemici, di Popper, libro che mi è stato consigliato da un professore di genetica in pensione. Più che consigliato mi ha costretto "Herr Solimani, fra 6 mesi voglio una mail con le sue impressioni, non mi deluda" "Alles klar Herr Professor".
#16009
Inviato 10 giugno 2017 - 16:23
#16010
Inviato 10 giugno 2017 - 17:17
Vi segnalo (vi intimo) che il libro è stato ristampato per gli stessi tipi e si trova persino nelle biblioteche di provincia. Datevi una possibilità.
Joao Guimaraes Rosa, Grande Sertao
Libro stranissimo, affascinante. La confessione-monologo di un vecchio ex-bandito (la parola italiana è fuorviante: sarebbe un jacunco) del Sertao, che si rivolge a un vossignoria: ogni tanto questo interpellarsi a vossignoria scioglie il cuore, pensando che questo uomo di carta e parole, sta chiamando in causa nient'altri che noi. La traduzione è di livello, la sintassi e il discorso spezzettati, ma a volte sembra di leggere gli epiteti di Omero o di una qualche saga antica: del resto è l'ennesimo Ulisse che traccia il suo destino, cantando ai Feaci. Insieme al paesaggio degli altipiani del Brasile, con la sua flora e la sua fauna: probabilmente molto sfugge. Libro sull'amore e sull'amicizia, sull'essenza del nostro diventare la nostra vita, libro umanissimo insomma, ma con Mefistofele sempre in agguato.
Nonnulla. I colpi che vossignoria ha sentito non erano di rissa di uomini, no, Dio ne guardi. Ho sparato contro un albero, dietro casa, dalla parte del torrente. Per esercizio. Lo faccio tutti i giorni, mi piace; fin da quando ero appena un ragazzo. E lì, sono venuti a chiamarmi. Per via di un vitello: un vitello bianco, erratico, gli occhi che manco un cristiano – che era apparso; e con faccia di cane. Cosí m'hanno detto; io non l'ho voluto vedere. E poi con le labbra rovesciate in fuori, per difetto di nascita, quello sembrava ridere come una persona. Faccia di gente, faccia di cane: decisero - era il demonio.
E sentivo il bisogno di porre le dita, leggere, molto leggere, su quei suoi occhi teneri, occultandoli, per non dover sostenere di vedere così il richiamo, quegli occhi quella bellezza verde, che mi avevano fatto ammalare fino a quel punto, tanto impossibilmente.
#16011
Inviato 10 giugno 2017 - 17:21
Ho finito da poco "io sono vivo e voi siete morti" di Carrère, viaggio nella vita di Philip k Dick, un viaggio allucinato nella vita di un pazzo che termina con la sua morte.
Lo metto in lista.
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#16012
Inviato 10 giugno 2017 - 17:23
Potevi dirlo prima che cacciassi 25 zucche per Paradiso di Lezama Lima. Lettura d'agosto.
Siamo vittime di una trovata retorica.
#16013
Inviato 10 giugno 2017 - 17:23
Ho finito da poco "io sono vivo e voi siete morti" di Carrère, viaggio nella vita di Philip k Dick, un viaggio allucinato nella vita di un pazzo che termina con la sua morte.
Lo metto in lista.
Fai molto bene.
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#16015
Inviato 11 giugno 2017 - 09:21
Ho letto Il vij di Gogol, racconto affascinante.
#16016
Inviato 11 giugno 2017 - 11:31
Ho finito da poco "io sono vivo e voi siete morti" di Carrère, viaggio nella vita di Philip k Dick, un viaggio allucinato nella vita di un pazzo che termina con la sua morte.
Lo metto in lista.
Fai molto bene.
poi scegli l'opzione sposta in cima alla lista
#16017
Inviato 13 giugno 2017 - 08:35
Iniziato "Il Nascondiglio" di Christophe Boltanski, il primo capitolo è bello bello
#16018
Inviato 14 giugno 2017 - 08:46
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#16019
Inviato 14 giugno 2017 - 10:20
No, sto ancora leggendo Guerra e pace ed è arrivata anche qui La Provvidenza.
Comunque sono contento di constatare come la Provvidenza di Tolstoj sia quasi più vicina a un'idea di psicostoria che alla provvidenza manzoniana. Ma nel 1800 Hari Sheldon era ancora lungi da venire.
#16020
Inviato 15 giugno 2017 - 08:10
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#16021
Inviato 15 giugno 2017 - 10:34
Io mi... mi sopravvivo
Questa confessione flebile a fil di voce, quasi liberatoria nel farsi strada dal fondo dell'animo, sfidando una forza di gravità che agisce sotto forma di peso insostenibile della coscienza, della conoscenza di essa e di sè, che riesce a sfondare le porte che chiudono a doppia mandata questo grumo nero pece, denso ed oleoso, opprimente di una insostenibile rassegnazione, rappresenta la condizione presente di Antonio Roquentin.
Una condizione vissuta attimo per attimo, istante per istante, vivisezionando ogni piccola particella di un presente che dura giusto l'attimo in cui lo si afferra e lo si percepisce, poi scompare nelle turbe di un passato che torna a chiedere il suo conto, mai domo, il cui confronto provoca dolore ed inquietudine.
Ormai tutto è sfuggevole, immerso in una vacuità trasparente che tutto lascia passare senza benché minima percezione, intangibile, un continuo sovrapporsi di pezzi di un puzzle incompiuto, ognuno unico ed incompatibile col suo complementare, che rimangono impressi una frazione di secondo nelle loro sembianze e nella loro conformazione prima di sfaldarsi e trasformarsi un sostanza amorfa, accantonata e dimenticata dallo scorrere del tempo.
Niente ha più senso, rimane solo il ricordo di viaggi passati, esperienze che formano e costituiscono la memoria che giustifica l'esistenza di una coscienza che ha ormai come unica identità quella di conoscere se stessa. Un vecchio amore lontano che ritorna ed un disco di musica jazz sono gli ultimi barlumi di bellezza a cui rimanere attaccati.
Ho iniziato Dedalus - Ritratto dell'artista da giovane, mio primo Joyce
#16022
Inviato 15 giugno 2017 - 14:26
Finito dopo tempo immemore La pelle di Malaparte. L'enorme spessore dell'autore Malaparte, per sensibilità, estro, cultura e padronanza della prosa, traspare pagina per pagina; traspare però pure l'uomo, in cui altrettanto spessore personalmente non ho riscontrato: tanta retorica autoreferenziale, tanta supponenza mascherata da commiserazione (autocommiserazione), tanta e meticolosa ricerca di rottura e straordinarietà, quasi di sensazionalismo facile e pensiero oppositivo, che sappia di squisitamente alternativo, a oltranza. Insomma, respiro lirico e trattazione superba, ma spesso quasi irritante. Da persona che, pur non dichiarandolo apertamente, sa di essere grande, e pretende di dimostrartelo costantemente anche attraverso lo sprezzo del prossimo.
Da leggere.
#16023
Inviato 15 giugno 2017 - 14:34
Finito dopo tempo immemore La pelle di Malaparte. L'enorme spessore dell'autore Malaparte, per sensibilità, estro, cultura e padronanza della prosa, traspare pagina per pagina; traspare però pure l'uomo, in cui altrettanto spessore personalmente non ho riscontrato: tanta retorica autoreferenziale, tanta supponenza mascherata da commiserazione (autocommiserazione), tanta e meticolosa ricerca di rottura e straordinarietà, quasi di sensazionalismo facile e pensiero oppositivo, che sappia di squisitamente alternativo, a oltranza. Insomma, respiro lirico e trattazione superba, ma spesso quasi irritante. Da persona che, pur non dichiarandolo apertamente, sa di essere grande, e pretende di dimostrartelo costantemente anche attraverso lo sprezzo del prossimo.
Da leggere.
C'è un tasso di istrionismo e narcisismo nella sua scrittura, che rimandano - oltre che all'uomo - a certo superomismo (che non ha niente a che vedere con l'autentico Nietzsche) oggi francamente datato e più o meno sgradevole a seconda delle sensibilità personali.
Ma Malaparte era così. Prendere o lasciare (il pacchetto completo).
Secondo me è buona cosa conoscerlo (al di là del fatto che il libro ha pagine godibili e interessanti).
Dest, che l'enfant du pays, aveva scritto mi pare qualcosa su questo romanzo (e citandone un altro, pressoché coevo e di medesima tematica, secondo lui superiore).
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#16024
Inviato 15 giugno 2017 - 14:56
Perfettamente d'accordo. Letto solo recentemente quel famoso epitaffio di Montanelli, mi verrebbe da dire che a occhio e croce, per quanto velenoso, è comprensibile.
Mi piacerebbe recuperarlo l'intervento di dest; se è un post su questo topic mi armo di cercatore.
#16025
Inviato 15 giugno 2017 - 15:05
Mi dispiace, mi sa che ricordate male - forse era Piersa, non io. Il libro coevo probabilmente era napoli 44 di Lewis, che invece ho letto e che effettivamente ho trovato notevole
edit: trovato
http://forum.ondaroc...94#entry2095749
mi ricorda un po' Moro.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).
#16026
Inviato 15 giugno 2017 - 15:19
Eh, si vede che per un wishful thinking ricordavo che tu avessi anche commentato La Pelle, ma ovviamente non potevi farlo...
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#16027
Inviato 15 giugno 2017 - 17:09
Mi dispiace, mi sa che ricordate male - forse era Piersa, non io. Il libro coevo probabilmente era napoli 44 di Lewis, che invece ho letto e che effettivamente ho trovato notevole
edit: trovato
Non troppo tiempo fa è uscito un film-documentario su Napoli 44 che sembrava benfatto. L'hai visto? Io no, causa distribuzione assente. http://www.mymovies..../2016/naples44/
@Mavis: con Dedalus ricordo che ho fatto una fatica incredibile, e ricordo solo una parte bellissima in cui Dedalus cerca di resistere alla tentazione di grattarsi il naso che gli prude.
Ulisse intanto procede, spesso non so dove debba andare a parare causa wandering mind, però c'è un nodo costante: Ulisse, Amleto, Leopold, il padre, il figlio, morto uno o morto l'altro tipo Gesù, Troia rotta e Grecia vincitrice e che Penelopea-Molly fu meretrice.
Ora mi chiedo davvero che cosa abbiano letto quelli che accostano Horcynus Orca a Ulysses: a parte una struttura di fondo, che però è archetipica (viaggio e incontri: Odissea, Divina Commedia), i due stili davvero sono distantissimi e penso che D'Arrigo non abbia nessun debito.
Altro pensiero vagante. Proust è morto e ha finito la Recherche nel '22, mentre usciva Ulysses (e Wasteland, sticazzi): pur essendo due capi, libri davvero distantissimi, con Joyce sembra di stare al cinema. Poi Céline a una decina d'anni di distanza scrive qualcosa che sembra incredibilmente più contemporaneo, sembra già rompere con la cultura-letteratura europea novecentesca, spazza via i due mostri di cui sopra come se fossero di 50 anni prima, è un francese americano. #ilballodelmattone
#16028
Inviato 18 giugno 2017 - 18:58
In attesa dei racconti di Malamud, un Maigret o due. Il primo è La balera da due soldi.
Alla fine quando dico uno o due, sono sempre 2. Il secondo è stato L'ombra cinese (molto bello).
Ora i racconti di Malamud dal 1940 al 1962.
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#16029
Inviato 22 giugno 2017 - 08:32
William, se sei ancora intento alla lettura, ho trovato questa lista per fare mente locale con i personaggi (tra quelli di Ulisse e Twin Peaks stavo diventando scemo)
https://www.cliffsno.../character-list
#16030
Inviato 22 giugno 2017 - 09:09
Io pensavo di avere più problemi con quelli di Guerra e Pace, ma (primo libro a parte dove facevo fatica a distinguerli) me la sto cavando egregiamente (meglio che con Twin Peaks).
#16032
Inviato 22 giugno 2017 - 12:39
William, se sei ancora intento alla lettura, ho trovato questa lista per fare mente locale con i personaggi (tra quelli di Ulisse e Twin Peaks stavo diventando scemo)
Mi sono bloccato a metà del lungherrimo capitolo del bordello, ma credo che un po' per volta nei prossimi giorni riprenderò il ritmo... Intanto do un'occhiata al link, thanks.
#16033
Inviato 24 giugno 2017 - 12:54
Qualche giornalista, prendendo brillantemente a prestito la struttura del celebre aforisma di Carl von Clausevitz, ha scritto che "Il tennis è il proseguimento della letteratura con altri mezzi" (Antonio Gnoli, Tennis e aborigeni. L'Australia di Clerici, "La Repubblica", 13 febbraio 2012, e poi anche Daniele Bellasio, Dieci ragioni per dire che il tennis è letteratura, "Il Sole 24 ore", 28 agosto 2012). Con spirito ironico, alcuni anni fa un certo Theodor Saretsky aveva basato tutto un libretto sul paradosso per cui il sesso sarebbe la "sublimazione del tennis" (Il sesso come sublimazione del tennis, ovvero I taccuini segreti di Freud scoperti e annotati da Theodor Saretsky, a c. di Ida Omboni, Mondadori, Milano 1988). A David Forster Wallace si sarebbe potuta invece attribuire la considerazione de Il tennis come esperienza religiosa, titolo editoriale attiribuito a una raccolta di due saggi dell'autore di soggetto tennistico più una postfazione. Trattasi di un libretto che si legge in una serata, contenente: (i) Democrazia e commercio agli US Open; (ii) Federer come esperienza religiosa; (iii) Solipsismo e trascendenza: il tennis come arte di Luca Briasco.
*
Quanto a (i), non è degno di alcuna attenzione per chi sia interessato esclusivamente al gioco dal punto di vista di uno scrittore di genio, visto che l'autore dal lungo nome e dalle lunghe note vi parla di tutto fuorché del tennis, ma si limita - per modo di dire - a fare la cronaca di tutto ciò che vede attorno a sé in una giornata agli US Open, NY, cui accede grazie a un prezioso pass da giornalista, mentre un sudatissimo Sampras è occupato a sconfiggere Philippoussis.
*
Di tutt'altro tenore il saggio (ii). Qui DFW fa mirabilmente quanto segue:
1) descrive con rapimento alcuni scambi di un incontro Federer-Agassi agli US Open 2005 visto in TV (con una distinzione tra il vederlo sullo schermo, che è come vedere un porno, e dal vivo, che è come la realtà vissuta - osservazione che tornerà più avanti rimodulata);
2) denomina le intuizioni geniali dello svizzero "Momenti Federer";
3) si applica ad argomentare la seguente tesi, dimostratasi non pura retorica simil-giornalistica ma verificata "sul campo", che DFW ruba al conducente di una navetta per la stampa: "se non avete mai visto [Federer] giocare dal vivo e poi lo fate, di persona, sulla sacra erba di Wimbledon, con una canicola che vi prosciuga [...], siete tagliati per vivere [...] una fottuta esperienza quasi religiosa";
4) accenna ai due mondi contrapposti (nonché ai rispettivi tic e ad altri elementi di contorno) rappresentati da Federer e Nadal (nemesi dello svizzero), giocatori che DFW è andato a veder fronteggiarsi in finale a Wimbledon 2006, e descrive alcuni scambi tra i due, sottolineando come una conclusione di successo di Federer al termine di quattro o cinque colpi fosse implicita, contenuta e preparata con cura sin dall'inizio dei palleggi precedenti;
5) spiega la difficoltà del giocare a tennis, delle infinite variabili che ne determinano il gioco e come un preadolescente dev'essere dotato di particolari doti, fra cui un posto di tutto rilievo ha uno spiccato senso cinestetico, per aspirare a diventare un giorno, se non proprio un Federer, almeno un professionista;
6) illustra le differenze tra il tennis delle racchette di legno e il tennis odierno, come quest'ultimo sia più "atletismo e forza bruta" quando quello era qualcosa di più raffinato e lento, ovvero come quello di oggigiorno sia essenzialmente un "gioco di potenza da fondocampo" basato sempre più (e Nadal è maestro in questo) sull'accelerazione prodotta alla pallina dalla tecnica del topspin (possibile solo con le racchette dai materiali più leggeri in uso dagli anni '80 in poi, che hanno un piatto corde più ampio rispetto a quello delle racchette di legno, usando le quali era necessario colpire la pallina per forza nel centro del piatto corde stesso, e necessariamente di piatto, per non sbagliare).
7) afferma che seppure il tennis sia cambiato nel modo appena spiegato, Federer può esser considerato un genio del tennis proprio in quanto travalica la monotonia del gioco moderno esiliato a fondo campo, perché oltre giocare in quel modo "che è una meraviglia" padroneggia anche una varietà di soluzioni diverse: "Ci mette anche l'intelligenza, l'intuitività occulta, il senso del campo, la capacità di interpretare e manovrare gli avversari, di combinare effetto e velocità, di fuorviare e dissimulare, di usare fiuto tattico, la visione periferica e la portata cinestetica anziché soltanto la velocità meccanica".
*
Il (iii) infine, di Luca Briasco, è una brevissima rassegna delle presenze del tema-tennis all'interno dell'opera di DFW. Di questo tratterrò con me alcune similitudini scrittura-tennis e metafore del gioco:
a) la citazione dal libro-intervista con Lipsky in cui DFW ricorda che il suo saggio migliore "parla tutto del tipo di mentalità necessaria per fare un discorso come: 'Ok, devo assolutamente portare a casa questo punto. Quindi adesso mi concentro, ce la metto tutta e non mi faccio distrarre'" (Come diventare se stessi, p. 113);
b) il fascino geometrico e la difficoltà dello sport: "E' come giocare a biliardo con palle che non ne vogliono sapere di stare ferme. E' come giocare a scacchi correndo" (Tennis, tv, trigonometria, tornado, p. 12);
c) "è lo sport più bello che esista e anche il più impegnativo. Richiede controllo sul proprio corpo, coordinazione naturale, prontezza, assoluta velocità, resistenza e quello strano miscuglio di prudenza e abbandono che chiamiamo coraggio. Richiede anche intelligenza. Anche un singolo colpo in un dato scambio di un punto di un incontro professionistico è un incubo di variabili meccaniche" (ibid. pp. 350-1);
d) in Infinite Jest gli elementi che creano un corto circuito tra la visione del tennis e la riflessione dello scrittore sul proprio stesso percorso artistico sono la frammentazione e bellezza pura, l'infinità di possibili colpi e risposte, il calcolo e l'assolutezza del gesto estetico, l'immaginazione di sé stessi e dell'avversario. Cito la frase per me più più significativa nel lungo brano citato: "Schtitt sapeva [...] che il vero tennis non era più riducibile a fattori delimitati o a curve di probabilità di quanto lo fossero gli scacchi o la boxe, i due giochi di cui è un ibrido" (p. 97).
e) ancora in Infinite Jest, la stupenda riflessione sulla solitudine del tennista e sulla lotta con sé stessi, per trascendersi: "La grande intuizione di Schtitt [...]: Il vero avversario, la frontiera che include, è il giocatore stesso. C'è sempre e solo l'io là fuori, sul campo, da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. Il ragazzo dall'altro lato della rete: lui non è il nemico: è più il partner della danza. Lui è il pretesto o l'occasione per incontrare l'io. E tu sei la sua occasione. Le infinite radici della bellezza del tennis sono autocompetitive. Si compete con i propri limiti per trascendere l'io in immaginazione ed esecuzione. Scompari dentro il gioco: fai breccia nei tuoi limiti: trascendi: migliora: vinci. [...] Si cerca di sconfiggere e trascendere quell'io limitato i cui limiti stessi rendono il gioco possibile. E' tragico e triste e caotico e delizioso. E tutta la vita è così, come cittadini dello Stato umano: i limiti che ci animano sono dentro di noi, devono essere uccisi e compianti, all'infinito" (pp. 99-100; e sconfiggere i limiti sarebbe anche - annota Briasco - la croce e la delizia della scrittura di DFW).
*
Il tennis: questo gioco ineffabile, soprattutto per i giocatori stessi, che a furia di ripetizioni giungono a compiere i movimenti quasi ciecamente (mi viene in mente l'iperbolico Carmelo Bene: "Edberg [...], essendo il tennis, non può giocare al tennis e gioca addormentato, e infatti si addormenta come i cavalli, Stefan Edberg. E' straordinario"), in virtù di una cinestesia affinata e mettendo in opera automatismi fatti propri con anni e anni di esercizio... Uno sport che ci regala "istanti sospesi" in cui coincidono sofferenza e piacere, momenti totalizzanti in cui si viene soggiogati dalla sua bellezza, eppure così effimeri... A proposito, quale migliore paragone, di cui autore è il mitico McEnroe, se non quello "dei punti e dei game del tennis" visti (ecco un altro suggestivo trait-d'-union tra tennis e letteratura) come "poesie scritte sull'acqua" (Sul serio, p. 142)?
#16034
Inviato 26 giugno 2017 - 09:04
Sulla scia de "La vita agra", letta l'anno scorso, ho finito di leggere "Il lavoro culturale" ed ora ho appena iniziato "L'integrazione".
Proverò a scrivere qualcosa una volta finito.
#16035
Inviato 27 giugno 2017 - 11:06
Sto leggendo "Abbacinante. L'ala sinistra" di Cartarescu.
Bel trip.
#16036
Inviato 27 giugno 2017 - 11:24
Metto la copertina grossa perchè è grosso anche il libro:
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#16037
Inviato 27 giugno 2017 - 16:22
Pure io sto leggendo il libro di Omar Di Monopoli.
Dunque, ho letto pure io l'ultimo Di Monopoli, "Nella perfida terra di Dio". È un autore che conosco bene, avendo letto tutto quanto da lui pubblicato. E devo dire che pure con quest'ultimo romanzo mi ha convinto, siamo (ancora) dalle parti del suo classico, violento western pugliese, fatto di personaggi sgradevoli, mafiosi di provincia, bambini cresciuti in fretta, pestaggi, lotte di cani, tradimenti, e ovviamente vendette - tutto sullo sfondo di una Puglia gretta, inquinata, perennemente infuocata.
Temevo, per questo romanzo, perchè la sua ultima fatica (una raccolta di racconti) mia aveva un po' deluso ... Qui invece torniamo a buoni livelli. OK, manca un po' l'effetto sorpresa dei primi suoi romanzi, storia e linguaggio ricalcano quanto da lui già scritto, per cui non aspettatevi miracoli o mirabolanti cambiamenti d'indirizzo - sempre nel girone di una buona, solida narrativa di genere siamo (i paragoni con Faulkner sono ovviamente fuori luogo, a meno che non ci si accontenti di un vago, generico richiamo al Sud ed alle sue tragedie). Quindi sì, consigliato per l'estate, da leggersi sotto all'ombrellone, e speriamo che prima o poi il Di Monopoli si cimenti con qualcosa di diverso, magari di più ambizioso.
#16038 Guest_Michele Murolo_*
Inviato 28 giugno 2017 - 10:49
#16039
Inviato 28 giugno 2017 - 11:39
Pure io sto leggendo il libro di Omar Di Monopoli.
Dunque, ho letto pure io l'ultimo Di Monopoli, "Nella perfida terra di Dio". È un autore che conosco bene, avendo letto tutto quanto da lui pubblicato. E devo dire che pure con quest'ultimo romanzo mi ha convinto, siamo (ancora) dalle parti del suo classico, violento western pugliese, fatto di personaggi sgradevoli, mafiosi di provincia, bambini cresciuti in fretta, pestaggi, lotte di cani, tradimenti, e ovviamente vendette - tutto sullo sfondo di una Puglia gretta, inquinata, perennemente infuocata.
Temevo, per questo romanzo, perchè la sua ultima fatica (una raccolta di racconti) mia aveva un po' deluso ... Qui invece torniamo a buoni livelli. OK, manca un po' l'effetto sorpresa dei primi suoi romanzi, storia e linguaggio ricalcano quanto da lui già scritto, per cui non aspettatevi miracoli o mirabolanti cambiamenti d'indirizzo - sempre nel girone di una buona, solida narrativa di genere siamo (i paragoni con Faulkner sono ovviamente fuori luogo, a meno che non ci si accontenti di un vago, generico richiamo al Sud ed alle sue tragedie). Quindi sì, consigliato per l'estate, da leggersi sotto all'ombrellone, e speriamo che prima o poi il Di Monopoli si cimenti con qualcosa di diverso, magari di più ambizioso.
http://www.lindiceon...outhern-gothic/
#16040
Inviato 28 giugno 2017 - 12:00
Segnalo l'ultima fatica del maestro Ford, Tra di loro (Between Them)
Per ora l'ho comprato, speriamo non piova così lo leggo in spiaggia
mi ricorda un po' Moro.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).
#16041
Inviato 28 giugno 2017 - 12:00
#16043
Inviato 29 giugno 2017 - 16:27
Buono.
A Junger piaceva un po' troppo ammazzare il prossimo (un po' troppo per i miei gusti, s'intende, oggi va di moda mostrarsi molto virili su queste cose... ), ma questo - se non ricordo male e nella memoria non lo confondo con Il tenente Sturm - non ha troppe insistenze su questo punto.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#16044
Inviato 29 giugno 2017 - 18:20
Ho iniziato il mio primo romanzo di De Lillo: "Rumore Bianco". So che è un po' controverso e criticato, voi che ne pensate?
Vabbè dai, visto che non ti risponde nessuno, te lo dico io che è un capo.
Devo ammettere che come primo approccio a De Lillo mi risultò un po' difficile, ma poi approfondendo l'autore e a una seconda lettura mi conquistò.
Inutile dire che però avrebbe più senso parlarne quando l'avrai finito.
#16045
Inviato 29 giugno 2017 - 18:37
Buono.
A Junger piaceva un po' troppo ammazzare il prossimo (un po' troppo per i miei gusti, s'intende, oggi va di moda mostrarsi molto virili su queste cose... ), ma questo - se non ricordo male e nella memoria non lo confondo con Il tenente Sturm - non ha troppe insistenze su questo punto.
Non ho mai letto lo Junger narratore ma a brevissimo colmerò la lacuna... comunque, dicevo, io mi ero già sconvolto per il fanatismo futurista e il bellicismo esaltato di Fuoco e movimento.
Vado con Tempeste d'acciaio?
E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.
#16046 Guest_Michele Murolo_*
Inviato 29 giugno 2017 - 18:46
Buono.
A Junger piaceva un po' troppo ammazzare il prossimo (un po' troppo per i miei gusti, s'intende, oggi va di moda mostrarsi molto virili su queste cose... ), ma questo - se non ricordo male e nella memoria non lo confondo con Il tenente Sturm - non ha troppe insistenze su questo punto.
Mah più che una passione per ammazzare il prossimo coltivava una specie di mistica della guerra. I suoi libri migliori mi sembrano quelli sulla prima guerra mondiale(Con Nelle tempeste d'acciaio come capolavoro). Ho letto anche altri suoi libri ma non mi sono piaciuti.
@Stephen: Come ho già scritto Nelle tempeste d'acciaio è un capolavoro. Io personalmente l'ho divorato.
#16047
Inviato 29 giugno 2017 - 18:51
Buono.
A Junger piaceva un po' troppo ammazzare il prossimo (un po' troppo per i miei gusti, s'intende, oggi va di moda mostrarsi molto virili su queste cose... ), ma questo - se non ricordo male e nella memoria non lo confondo con Il tenente Sturm - non ha troppe insistenze su questo punto.
Mah più che una passione per ammazzare il prossimo coltivava una specie di mistica della guerra. I suoi libri migliori mi sembrano quelli sulla prima guerra mondiale(Con Nelle tempeste d'acciaio come capolavoro). Ho letto anche altri suoi libri ma non mi sono piaciuti.
@Stephen: Come ho già scritto Nelle tempeste d'acciaio è un capolavoro. Io personalmente l'ho divorato.
Personalmente non sono un fanatico di Nelle tempeste d'acciaio.
Sia nel senso che dicevo prima (Mick, la mistica della guerra e la passione per ammazzare il prossimo non è che siano poi né in contraddizione né così lontane, per quanto non si sovrappongano in maniera perfetta), sia tutto sommato nemmeno da quello letterario, per quanto sia più ambizioso dei due racconti che citavo prima.
Nella mia personale classifica delle opere sull WW1 non è credo nei primi cinque...
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#16048 Guest_Michele Murolo_*
Inviato 29 giugno 2017 - 18:57
Nella mia decisamente si infatti lo sto rileggendo insieme a Boschetto 125
Sulla questione della mistica hai ragione: lo dico perché non mi sembra che ci sia in Junger un godimento, un sadismo nel vedere l'altro soffrire. Anzi una volta risparmia una soldato inglese(mi sembra) che è indifeso(ok poi ammazza di notte anche un cecchino). C'è forse il disperato tentativo di vivere gli ideali cavallereschi in una guerra dove ormai la fa da padrona la tecnica e il caso(della bomba che cade dall'alto e ammazza chi ammazza).
#16049
Inviato 29 giugno 2017 - 19:07
Nelle Tempeste è molto bello e letterariamente molto riuscito il passo in cui descrive l'attimo in cui viene colpito (Junger fu ferito molto gravemente e fu davvero a un millimetro dal lasciarci la pelle in quella occasione - lo dico per chi non ha letto il libro). Sensazioni (fisiche) e pensieri.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#16050
Inviato 29 giugno 2017 - 20:02
C'è forse il disperato tentativo di vivere gli ideali cavallereschi in una guerra dove ormai la fa da padrona la tecnica e il caso(della bomba che cade dall'alto e ammazza chi ammazza).
Sì, questa è una cosa molto jungeriana, nel senso che nella mia testa è il primo passo di un percorso che lo porterà al punto di svolta de Il lavoratore e La mobilitazione totale , per poi proseguire con la filosofia del "chi si fa i fatti propri campa cent'anni", e anche di più nel suo caso. c'è proprio questo snodo, mi pare pacifico, che dalla constatazione del tramonto di un'epoca prova a pensare dapprima alle inerenti occasioni di "rivoluzione di destra", e in seguito osserva il mondo con molto più pessimismo e individualismo.
E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.
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