Io sto recuperando una lacuna della quale soltanto io sono responsabile, 'il giardino dei finzi contini'.
Non credevo potesse piacermi, invece sta ammaliandomi. E' elegante, dolce, a suo modo filmico, certi passaggi ti aprono mondi di immaginazioni, come nell'istante in cui Micòl apre per la prima volta 'le porte' del giardino al protagonista, che incanto quelle righe. E poi c'ha delle descrizioni del Ferrarese che te lo figuri così bene che ti sembra d'averci trascorso estati intere.
Forse perchè assegnato come "lettura obbligatoria" ai tempi del Liceo e quindi letto controvoglia, ma me lo ricordo discretamente noioso.