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Stars Of The Lid - And Their Refinement Of The Decline


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8 replies to this topic

#1 Piper

    Life is too short For iTunes

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Inviato 11 aprile 2007 - 18:25

mi pare si sia parlato poco di questo disco ( l'ho intravisto in qualche playlist).

incredibile la sua capacità ipnotica, ti mantiene in una specie di estasi allucinata per tutta la sua durata. sembra di essere in una sorta di acquario cosmico, abitato da animali eterei che osserviamo al rallentatore.

a giudicare dalla recensione di francuzzo direi che anche lui si è un bel pò allucinato con questo disco  asd
  • 0
<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
 Song 'e Ondarock - web Radio|

#2 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 11 aprile 2007 - 21:40


a giudicare dalla recensione di fracuzzo direi che anche lui si è un bel pò allucinato con questo disco  asd


asd
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#3 Davide

    aspirante indie

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Inviato 05 maggio 2007 - 19:26

Un gran disco, sicuramente.

Essendo Kranky mi aspettavo qualcosa di più "duro " - sempre per gli standard della casa, ovvio - invece è qualcosa di magniloquente e soffuso, ambientale e quasi sinfonico, cmq splendido.

Bello pure " Copia " degli Eluvium, nn li conoscevo, sono ottimi.
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#4 khonnor

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Inviato 06 maggio 2007 - 07:35


Essendo Kranky mi aspettavo qualcosa di più "duro " - sempre per gli standard della casa, ovvio - invece è qualcosa di magniloquente e soffuso, ambientale e quasi sinfonico, cmq splendido.


Beh, per me la Kranky è una delle etichette "ambientali" per eccellenza. :)
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noncuranti della fine, del calore, di poterci sciogliere.

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#5 Davide

    aspirante indie

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Inviato 06 maggio 2007 - 14:00

Si si, ma sarà che la Kraky me la ricordo soprattutto per i tempi dei Labradford...cmq un ambienti legata al post rock insomma...
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#6 norb

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Inviato 06 maggio 2007 - 16:39

Si si, ma sarà che la Kraky me la ricordo soprattutto per i tempi dei Labradford...cmq un ambienti legata al post rock insomma...


in effetti la scena è la stessa. ambient che nasce dalle chitarre elettriche e dai ronzii degli amplificatori più che da wavestation e oscillatori.
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#7 Guest_telegram_*

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Inviato 18 novembre 2007 - 00:32

Riporto su perché, anche a giudicare dalle poche risposte, mi sembra sia passato un po' sotto silenzio...
mai così melodici, hanno finalmente trovato il perfetto connubio fra rigore e forza comunicativa...
sono abissi emozionali ma disegnati con tinte pastello, scavi profondissimi contornati di quiete... poesia pura, con arrangiamenti insospettabilmente variegati (fiati, chitarre, piano, archi)...
e pur essendo lunghissimo non riesco a trovare un solo brano da scartare...
è un disco meraviglioso, dategli una possibilità, fa davvero il mazzo tanto a Eluvium (ok ok, niente concorrenza, però quello ha attecchito, e questo avrebbe le carte per fare altrettanto...)
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#8 astrodomini

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Inviato 14 dicembre 2007 - 12:59

Ascoltato ieri. Il disco è sicuramente bello e con molti punti davvero entusiasmanti (Humectez La Mouture è il mio brano preferito) ma è troppo lungo e finisce per diluirsi troppo in momenti con un pathos minore che a mio avviso sono un pochettino superflui. Ecco, se si fossero limitati a un unico CD forse ci troveremmo di fronte a un vero e proprio capolavoro.
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the music that forced the world into future


#9 Bateman

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  • LocationPoggiomarino (Na)

Inviato 19 dicembre 2007 - 09:30

Non mi ha convinto pienamente. Un po' evanescente. La lunghezza non è uno dei suoi pregi. Poi...quelle note. Abusate, quindi prevedibili. Ciò nulla togliendo al valore relativo del disco. In questo 2007 fa la sua parte.
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“La poesia del lirico non può dire nulla che nella sua più immensa universalità e validità assoluta non sia stato già nella musica che costringe il lirico a parlare per immagini. Appunto perciò il simbolismo cosmico della musica non può essere in nessun modo esaurientemente realizzato dal linguaggio, perché si riferisce simbolicamente alla contraddizione e al dolore originari nel cuore dell’uomo primordiale, e pertanto simboleggia una sfera che è al di sopra di ogni apparenza e anteriore a ogni apparenza. Rispetto a tale sfera ogni apparenza è piuttosto soltanto un simbolo: quindi il linguaggio, come organo e simbolo delle apparenze, non potrà mai e in nessun luogo tradurre all’esterno la più profonda interiorità della musica, ma rimarrà sempre, non appena si accinga ad imitare la musica, solo in un contatto esteriore con la musica, mentre neanche con tutta l’eloquenza lirica potremo avvicinarci di un solo passo al senso più profondo di essa.”
F.Nietzsche, La nascita della tragedia




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