Annunciato sette mesi fa, sarà finalmente edito a metà aprile, in Gran Bretagna e negli USA, un'ulteriore opera postuma di John. R.R. Tolkien: "The Children of Hurin", a quasi un secolo da quando l'autore ne iniziò la stesura.
A occuparsi di riunire fogli, appunti, manoscritti è stato, ancora una volta, il figlio Christopher, grazie al cui lavoro possiamo leggere molte pagine del padre: "Il Silmarillion", "I racconti perduti", "I racconti ritrovati" e "I racconti incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo".
� proprio in queste opere che la leggenda dei figli di Hurin è già stata in parte raccontata, ma adesso avrà luce integralmente, senza interruzioni o commenti.
La trama non è semplice, nulla a che vedere con quella decisamente più lineare de "Il signore degli Anelli"o "Lo Hobbit". Si intrecciano stirpi di uomini ed Elfi, fanno la loro comparsa nani, hobbit e orchi, in una terra ancora tutta da forgiare, sconquassata dalla armate di Morgoth, l'Oscuro Signore, e dei suoi aiutanti: Sauron, Gothmog, signore dei Balrog (ricordate il Balrog di Morgoth che Gandalf e compagni incontrano nelle miniere di Moria?), o Ungoliant, enorme ragno, progenitore di Shelob. Il linguaggio è antico, difficile, e la narrazione complessa.
Certamente bisognerà valutare come avrà limato Christopher le pagine del padre, ma ci si aspetta un lavoro più simile alle altre opere postume che alla trilogia.
In fondo Tolkien iniziò la sua immensa opera proprio inventandosi un linguaggio, un alfabeto, traendo spunto dai suoi studi e dalle sue passioni: filologia, letteratura medioevale, in particolare, dialetto medievale dell'Inghilterra centro-occidentale; tutte discipline di cui fu anche docente universitario.
La sua passione per le lingue antiche e le storie fantastiche diede origine ai suoi lavori quasi per caso, quando, scrisse, su un foglio bianco, verso la fine degli anni venti: "In un buco nel terreno viveva uno hobbit".
Nonostante avesse già iniziato la stesura del "Silmarillion" (1917), quel nome lo colpì a tal punto che decise di dedicarsi a raccontare una storia che parlasse proprio degli hobbit, per spiegare meglio cosa fossero queste strane creature. Così nacque la saga degli hobbit e della guerra per l'Unico anello.
I figli di Hurin è un capitolo antico di questa storia. Siamo nella prima era della Terra di mezzo appena distrutta da Morgoth, l'Oscuro Signore, dopo la Nirnaeth Arnoediad (battaglia delle innumerevoli lacrime). Morgoth era stato confinato nella Terra di mezzo da Eru (il Creatore) per averlo contrastato durante il canto della creazione, cui parteciparono tutti i Valar. Lo schema è ispirato alla Bibbia, e alla caduta di Lucifero, in principio il più grande di tutti gli angeli, per aver tentato di contrastare Dio.
Il protagonista è Túrin Turambar, cresciuto dal Re elfico Thingol, dopo che il padre, Hurin, venne sconfitto e catturato da Morgoth, che maledisse la sua discendenza: tutto ciò che il figlio di Húrin avrebbe fatto, sarebbe diventato fonte di male, sciagura e disperazione per lui e tutti i suoi cari. La sua vita e la sua battaglia contro l'Oscuro Signore, passano attraverso la solitudine e la lontananza dalla madre a dalla sorella, la morte dell'amico Beleg e l'ultima lotta contro Glaurung, il più potente di tutti i draghi.
L'editore, HarperCollins, la descrive come una "storia epica di avventura, di tragedia, di amicizia e di eroismo". In realtà è difficile trovare soluzione di continuità tra il Silmarillion, Lo Hobbit e la saga de Il Signore degli anelli, il progetto di Tolkien era unico e forse, con la stesura di questo nuovo romanzo, si potrà rendere ancora più organica l'opera, dando una lettura più armoniosa alla prima era della Terra di mezzo.
Il libro sarà arricchito da una serie di illustrazioni di Alan Lee (Oscar per la migliore scenografia ne "Il ritorno del Re"). Non si sa ancora nulla per l'edizione in italiano, ma ciò che è probabile è la sua trasformazione in nuovo capitolo filmico, un prequel del lavoro di Peter Jakcson.
possiamo utilizzare la discussione anche per parlare delle altre opere di tolkien, ho controllato e non ce ne sono già aperte.