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New Literalism: La Piaga Del Film-Spiegone


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21 replies to this topic

#1 paloz

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Inviato 09 marzo 2025 - 10:17

Stamane al risveglio mi trovo nel feed questo articolo e mi sento meno solo.

Sul New Yorker viene inquadrato ciò che ho trovato di stridente e fastidioso proprio negli ultimi, chiacchieratissimi The Substance, Anora ed Emilia Pérez.

 

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Many of today’s biggest movies are plagued by a style that Namwali Serpell has started calling the New Literalism. “When I say literalism, I don’t mean realistic or plainly literal,” she writes. “I mean literalist, as when we say something is on the nose or heavy-handed, that it hammers away at us or beats a dead horse. As these phrases imply, to re-state the screamingly obvious does a kind of violence to art.”
 
The pervasiveness of this trend was evident in the films nominated for Best Picture at the Academy Awards this year.  Sean Baker’s “Anora” is a self-described “Cinderella story” about a sex worker who falls for the oldest trick in the book: the rich trick who wants to marry her. When the heroine says that she wants a Disneyland princess suite for her honeymoon, her bestie helpfully cries, “Cinderella!” Coralie Fargeat’s “The Substance” dramatizes older celebrities’ fear of being displaced by casting Demi Moore as a 50-year-old star who births a genetically generated younger self—literally, through her back. Jacques Audiard’s “Emilia Pérez” features droning musical numbers that recite events as they occur: “I’d like to know about sex-change operation.” “I see, I see, I see. Man to woman, or woman to man?” “Man to woman.” “From penis to vagina.”
“It’s hard to say which came first: our so-called media illiteracy or the dumbing down of the media,” Serpell continues. “Complaints about our inability to read, interpret, or discern irony, subtlety, and nuance are as old as art. What feels new is the expectation, on the part of both makers and audiences, that there is such a thing as knowing definitively what a work of art means or stands for, aesthetically and politically. This strikes me as a blatant redefinition of art itself.” Read about why movies have become so ham-fisted and didactic.
 
 
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#2 markmus

    cui prodi

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Inviato 09 marzo 2025 - 11:29

non li ho visti questi ma e' un po' quello che ho trovato fastidiosissimo in barbie se ho capito il concetto.

per certi versi anche poor things di lanthimos ma forse estendo troppo?


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#3 paloz

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Inviato 09 marzo 2025 - 11:42

Su Poor Things il discorso può starci forse per il finale cona sottomissione del maschio "caprettato", ma per il resto la favola di emancipazione l'ho trovata molto più obliqua ed espressivamente libera di quanto la critica, a posteriori, volesse far credere. È chiaro che un film non si può valutare sulla base di pochi elementi discreti, ma la tendenza indicata dall'articolo mi sembra molto evidente e pericolosamente pervasiva.
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esoteros

 

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#4 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 09 marzo 2025 - 15:53

Anora è un anti-Cenerentola (così come rappresenta un modello antitetico a Pretty Woman) e mi pare che quello che scrive sia abbastanza superficiale (o per comodo o per effettiva mancanza di analisi del testo). Poi l'ultimo cinema della Rohrwacher (dice di aver apprezzato La chimera...) non è che manchi dei problemi che lui rileva. Ciò detto non è propriamente una novità, è una questione piuttosto evidente già da una decina d'anni e deriva dal fatto che ormai la scrittura è ripiegata sulla scrittura seriale che nella sua declinazione contemporanea (ossia, post-Netflix) è così: lineare, ripetitiva, auto-evidente. Inoltre non bisogna dimenticare che il cinema americano è sempre stato mediamente più didascalico, adesso è tutto più acuito perché - e qui concordo - pare non bisogna dare alcun tempo alla riflessione e all'interpretazione, tutto deve essere già digerito e il fruitore pronto al prossimo contenuto.
  • 3
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#5 100000

    Enciclopedista

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Inviato 09 marzo 2025 - 16:40

discorso lunghissimo che mi interessa moltissimo, articolo molto interessante anche se magari sui singoli esempi si potrebbe dire qualcosa (barbie per me è l'esempio più lampante e deleterio al riguardo, ma magari qualcosa si salva anche dei film didascalici)

l'ansia della chiarezza mi sembra faccia il paio con l'ansia da verità e "storie vere" che mi sembra sia altrettanto diffusa / e l'ironia (non quella retorica, dire una cosa per intenderne un'altra, ma quella romantica: il dire una cosa e contemporaneamente il contrario, facciamoci a capire: ironia nel senso di aperto, non definito, non quella dei film marvel) sempre più pericolosa, quando credo fortemente nel suo essere l'essenza di qualunque forma artistica
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#6 Tom

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Inviato 09 marzo 2025 - 19:11

Per quanto mi riguarda il didascalismo è un mezzo come un altro, ci sono fior di grandi registi che sono molto didascalici.

Il problema mi sembra semmai la banalità delle cose che spesso vengono didascalizzate e i contesti iper-semplificati in cui vengono espresse.


  • 4

#7 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 09 marzo 2025 - 23:46

Però vuoi mettere quant'è più monetizzabile il neologismo? asd
 
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Discorsi condivisibili comunque (meno alcuni esempi, per me, che se inclusi farebbero risalire la tendenza alla notte dei tempi).
Aggiungo che tra le persone da convincere con le ovvietà, prima ancora del pubblico finale ci sono finanziatori, commissioni ecc. Ho avuto anch'io un'esperienza simile recentemente. Che poi magari non ti chiedono di essere così esplicito nel prodotto finale, ma durante tutte le fasi di pitch e lavorazione ti viene chiesto l'elevator pitch, lo spiegare il tuo progetto in 30 sec, dov'è la connessione col pubblico ecc, tutte domande che portano naturalmente alla selezione di quel tipo di progetti che si spiegano da soli.


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#8 paloz

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Inviato 10 marzo 2025 - 23:06

Va da sé che l'articolo non è legge e che il mio intento non era di imporlo come nuovo discrimine assoluto tra bene/male cinematografico. Io stesso trovo che alcuni esempi siano un po' forzati e vòlti ad avvalorare la tesi a tutti i costi (The Brutalist non mi è parso così letterale, né nella Statua della Libertà capovolta né altrove)*. Certi toni sono anzi in forte odore woke e questo finisce con l'inficiare sul discorso di fondo che invece continua a sembrarmi rilevante e degno di ulteriore indagine.

 

Rispondo a Blake su Anora: il punto non è che sia o meno una Cinderella Story, ma il fatto che il riferimento venga esplicitato così nettamente dal co-protagonista. Che la vicenda si riveli poi antitetica rispetto alla favola Disney sarebbe evidente anche allo spettatore più ingenuo, ma allora perché imboccarlo in questo modo?

Certo i casi peggiori sono il cringe di Emilia Pérez (from penis to vagina) e la Trump Tower con scritto sopra "Trump Tower" mentre Trump ti dice che si chiamerà Trump Tower. Ma non sono altro che gradazioni di quella ridondanza che alla lunga rischia di far estinguere il non detto, il legittimo dubbio e la libera interpretazione dell'opera d'arte.

 

Rispondo anche a Tom sul didascalismo: concordo, il mezzo è lecito, tutto sta nel non piegarlo a uno schema troppo rigido e/o a una visione artistica stereotipata. I detrattori di Malick hanno tutte le ragioni per non apprezzarlo, credo soprattutto a motivo del suddetto didascalismo: ma non si può dire che il suo cinema sia vacuo, sorretto unicamente da frasi fatte con cui "imboccare" lo spettatore; rimangono narrazioni dal respiro contemplativo e che soprattutto sembrano voler lasciare molto più spazio all'occhio che alla mente, e dunque alla parola. Anche se non amassi certi suoi film, non mi sognerei di aggiungerlo al novero della discussione in oggetto perché in Malick le risposte non sovrastano mai le domande.

 

 

Mi fa comunque piacere che si sia innescato un piccolo dibattito e spero che prosegua in qualche forma.

 

 

* Peraltro viene portato come esempio positivo Conclave che non mi è parso brillare particolarmente per sottigliezza (e originalità, se per questo), né vantare quel piccolo grande finale rivelatorio cui allude l'ultimo paragrafo.


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esoteros

 

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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#9 Tom

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Inviato 11 marzo 2025 - 10:37

Intendiamoci, anch'io noto il problema e ne sono infastidito, ma per me è solo uno dei tanti sintomi di un problema più generale, che è quello della pessima scrittura che affligge una buona parte del cinema odierno (ovunque, non solo a Hollywood).

 

L'articolo mi sembra abbastanza fuori fuoco perlomeno a livello di esempi, perché messa come la mette l'autrice non capisco chi mai potrebbe scampare al sospetto di didascalismo. Mi pare ne faccia una questione troppo... letterale.

 

Per altro quello dell'eccesso di messaggio è un tema che nel cinema ricorre costantemente almeno dai tempi del passaggio dal muto al sonoro e di cui sono stati accusati praticamente tutti i grandi del cinema, soprattutto da Welles in poi. E infatti Quarto potere era accusato di essere troppo didascalico nei suoi simbolismi, persino lo stesso Welles, nell'ambito delle polemiche con Mankievicz, era arrivato a considerava il finale con lo slittino un trucco retorico troppo plateale.


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#10 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 11 marzo 2025 - 11:28

A me personalmente più che il didascalismo dei dialoghi e delle situazioni della maggior parte dei prodotti odierni da fastidio il didascalismo delle immagini.
Mi spiego con un esempio veloce.
Questo è il finale di Cinque Pezzi Facili di Rafelson del 70
https://youtu.be/0fz...vFIawyJ1nuGT0gx
È un finale che segue Jack Nicholson in una serie di campi lunghi e medi, alternati ad alcuni più ravvicinati quando si guarda allo specchio o nel breve dialogo nella cabina del camion.
Un finale del genere secondo la sintassi cinematografica odierna non sarebbe proponibile: dovrebbe essere molto più lungo perché ci si sentirebbe in dovere di mostrare una serie di primi piani alternati tra Nicholson e la Black che lo aspetta, probabilmente ci si fisserebbe sull'occhio umido o lo sguardo perso dei protagonisti, ci sarebbe la sottolineatura con musica o con una canzone.
Insomma verrebbe messo in immagini tutto il non detto che rende efficace la scena non lasciando nulla alla fantasia dello spettatore, il 90% del cinema ormai funziona così, tutto deve essere non solo spiegato ma mostrato nella maniera più chiara, lineare e immediata possibile, di conseguenza anche le emozioni suscitate nello spettatore non potranno che essere univoche e superficiali e drammaticamente prive di qualsiasi ambiguità.
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#11 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 11 marzo 2025 - 12:04

Questo secondo me è anche uno dei motivi perché poche opere odierne rimangono a livello visivo, essendo la maggior parte delle immagini meramente esplicative non sono in grado di caricarsi di nessun altro significato finendo quindi per funzionare solo nell'ambito della loro immediata fruizione.
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#12 John Trent

    Genio incomprensibile

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Inviato 11 marzo 2025 - 14:27

Premesso che, per fortuna, basta uscire da Hollywood per vedere ancora un sacco di cinema fatto come si deve, questa tendenza c'è addirittura nei film comici. Gag visiva, personaggi che spiegano la battuta nei dialoghi.
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#13 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 11 marzo 2025 - 15:46

Bravo Earl per Dio, e se ci aggiungi la Famosa Piaga Del Color Grading è uno scenario ancor più deprimente.
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#14 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 11 marzo 2025 - 16:08

E ci sarebbe anche il ben noto problema delle riprese aeree...asd
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#15 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 12 marzo 2025 - 12:04

Siamo pur sempre nell'epoca in cui la gente si appende l'insegna "Kitchen" o "Cuisine" in cucina...


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#16 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 12 marzo 2025 - 12:27

A me personalmente più che il didascalismo dei dialoghi e delle situazioni della maggior parte dei prodotti odierni da fastidio il didascalismo delle immagini.


che se vogliamo è il problema vero del succitato Anora, almeno nella prima parte, in cui il regista con un montaggio tanto frenetico quanto molesto, si sente in dovere di rappresentare tassativamente tutti i topoi del way of life degli ultra-ricchi, senza risparmiarci nulla; personalmente l'ho trovato molto peggio della battuta su Cinderella che - nel registro volutamente realista e becero dei dialoghi fra stripper di periferia - direi che può starci (proprio perché ovvia)

 

comunque agghiacciante che un filmetto del genere vinca oscar e palma d'oro (dovrebbero essere 4 film in tutto ad aver infilato la combo)


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#17 paloz

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Inviato 12 marzo 2025 - 17:48

comunque agghiacciante che un filmetto del genere vinca oscar e palma d'oro (dovrebbero essere 4 film in tutto ad aver infilato la combo)

 

 

Apparentemente intoccabile: a parte una buona regia, non ci ho visto nulla di straordinario e anzi certe interpretazioni le ho trovate fin troppo sopra le righe, inclusa la protagonista (ancor più intoccabile, pare).


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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#18 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 16 marzo 2025 - 12:31

Però vuoi mettere quant'è più monetizzabile il neologismo? asd
 
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Discorsi condivisibili comunque (meno alcuni esempi, per me, che se inclusi farebbero risalire la tendenza alla notte dei tempi).
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Ma gli elevator pitch ci sono sempre stati, così come i pitch "x meets y", è poi appunto nelle varie fasi di sviluppo e preproduzione che si approfondisce e si raffina il progetto sia personalmente che agli occhi degli altri. Io ci vedo più un binomio letale di deviazione mediale [che ovviamente impatta anche sullo sviluppo] e aberrazione ideologica tematica [se si guarda ai film che vengono citati nell'articolo e nel topic è evidente, anche se il primo difende Conclave che sotto la facade formale è il peggiore di tutti, un Dan Brown col padellone giapponese]


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The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#19 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 23 marzo 2025 - 21:46

beh però molte volte le didascalie sono solo interpretazione dei critici che poi la spacciano come verità assoluta 

 

per dire, nella non esaltante recensione di OC su Brutalist s'insiste sulla presunta didascalia esplicita dello stupro (aka il magnate che stupra il creativo, aka negazione della libertà, etc) ma può benissimo esser visto come un semplicissimo stupro, senza star lì a guardare troppo questi simil simbolismi


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#20 paloz

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Inviato 27 marzo 2025 - 10:21

La tendenza del critico a vedere "il paesaggio nella fava", come diceva la mia prof di semiotica, è tutto un altro discorso e ovviamente in sé problematico: ma lì siamo pur sempre nell'interpretazione soggettiva, anche se forzata, e infatti The Brutalist è uno degli esempi più deboli messi sul piatto dall'articolo sul New Literalism.

 

Io in parte ce l'ho ritrovato anche nel nostrano "C'è ancora domani", film che ero deciso a non vedere sapendo che avrei perso il mio tempo, ma che quando mi ci sono trovato è stato pure peggio di quanto credessi. 

- Se po' sape' perché questo è il primo 'giorno pija più de me?

- Ma quello è omo, no?

 

Si poteva optare per una battuta sagace, uno sguardo di sufficienza, qualunque cosa, tranne la risposta sbracata alla Vanzina.

In generale sto film produce l'effetto sarcastico del finto film della Fanelli (A piedi scarzi) anche essendoci dentro la stessa Fanelli in maniera non-ironica. Mastandrea sepolto vivo dentro un ruolo senza spessore alcuno, la Cortellesi sbattutissima che si crede Anna Magnani, un corredo di ruoli secondari recitati come la solita fiction Rai. Ogni frase, un'imboccata.


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#21 William Blake

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Inviato 27 marzo 2025 - 11:14

Annovererei il fresco fresco e irricevibile "Adolescence"
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#22 paloz

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Inviato 27 marzo 2025 - 15:29

Annovererei il fresco fresco e irricevibile "Adolescence"

 

Quello bastavano due fotogrammi a distanza per capire che non è cosa.


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