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La Lenta Morte Interiore Dell'ascoltatore Rock


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#1 wago

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Inviato 12 ottobre 2024 - 12:52

Dopo infiniti thread sulla situazione del forum, intervallati da infiniti (meno uno) thread sulla condizione del sito, ecco finalmente... un thread sulla situazione del sito. E anche un po' del forum. E anche un po' di altro.

 

Ascolto l'ultimo album degli Smile - che per inciso mi sembra davvero il loro più interessante - e rimugino su una serie di osservazioni che ciclicamente mi sono ritrovato a fare in questi mesi e a ben vedere anche anni. Nella fase musicale che viviamo, ci sono numerosi artisti di buona fama e lunga carriera che sono riusciti a mantenere una produzione qualitativamente consistente, e soddisfacente per una buona parte della loro relativamente ampia fanbase. Ne cito alcuni che hanno pubblicato cose di recente (ognuna con le proprie vicende, iati, eventuali reunion): Radiohead/Smile, Nick Cave, Godspeed You Black Emperor, Cure, Peter Gabriel, Slowdive, Blur e dintorni, Yo La Tengo, Swans.
Alcuni di questi sono nomi a cui sono molto legato, altri per nulla: in nessun caso, ammetto, le loro recenti uscite mi hanno fatto gridare al miracolo, e men che meno convinto che questi artisti abbiano una qualche centralità negli sviluppi musicali di questi anni, anche soltanto in campo rock. Eppure, la risonanza e il consenso riscosso da questi nomi è, comparato alla gran parte delle nuove leve, ciclopico.

 

Premetto che la mia prospettiva risente di un inderogabile bias: baso le mie impressioni in larga misura su visite e interazioni di Ondarock e delle sue pagine social. Stando a queste, eccetto forse i bersagli d'odio tipo i Maneskin e una specifica assai ristretta fetta di (non-più-tanto) nuovi virgulti post-post-punk, nulla "tira" di più dei grandi vecchi: quelli che ancora pubblicano musica ritenuta valida, ma anche quelli che si limitano a annunciare tour, parlare del più e del meno, o andare in TV tramite un documentario d'archivio.
Il pubblico di Ondarock sarà particolarmente sclerotizzato, ma non mi pare che "fuori" le cose vadano tanto meglio: grossomodo gli stessi nomi di cui sopra sono spesso i pochi ricollegabili al rock a comparire nelle rassegne di fine anno sia delle testate musicali figlie della cultura indie/alternativa, sia spesso di quelle generaliste.
Accetto comunque che il mio punto di vista possa essere condizionato dall'aver a che fare con una comunità di appassionati specifica: visto però che l'ambiente in cui il sito opera è quello, mi chiedo come interpretare la cosa e, soprattutto, come ci si dovrebbe comportare a riguardo.

La mia principale fonte di crucci è che non penso affatto che in ambito rock non ci siano fenomeni recenti, interessanti ed emozionanti: senza dubbio oltre a quelli c'è molto altro di stimolante in campi altri che non hanno granché a che fare col rock, ma non mi sembra davvero uno di quei periodi (se mai ci sono stati) in cui l'ascoltatore rock non può fare altro che affidarsi al passato e alle solide garanzie dell'usato garantito.
L'altro elemento che mi sconcerta è come riguardo agli artisti sopra proliferino gli elogi. I loro non sembrano mai essere buoni dischi, album da ascoltare volentieri se si è fan consolidati del tal artista: no, sono inevitabilmente capolavori, segno di un genio incommensurabile, quasi doni divini lasciati per noi da creature mitiche lasciate a presidiare la cultura rock in via di inesorabile estinzione. Fra i termini maggiormente ricorrenti, indipendentemente dal mese d'uscita, si incontra nei commenti social "disco dell'anno": ogni volta che mi capita, mi domando quali siano gli altri dischi ascoltati da chi scomoda così agilmente l'espressione, se sono io ad avere un entusiasmo davvero volubile o questi ascoltatori a lasciare davvero poco spazio alla curiosità per stimoli altri rispetto al già noto.

La risposta me la danno, in parte, di nuovo le statistiche legate al sito: a prescindere dalla valutazione ricevuta dai dischi e dall'enfasi con cui il sito li raccomanda, gli artisti poco noti a chi ci segue suscitano pochissimo interesse. Non è raro che album scelti come "creste" per la rispettiva sezione ricevano zero commenti su Facebook e compaiano bassissimi (o non compaiano affatto) nella lista delle pagine più visitate del mese. O la curiosità, o la fiducia verso le proposte del sito, o una combo delle due, sono davvero scarse presso una fetta maggioritaria di chi ci segue.
Le discussioni, quando queste avvengono, sono poi spessissimo orientate a una riproposizione di dogmi e agiografismi inflessibili dei soliti tre-nomi-tre, condite di accuse di svendita se a essere trattati sono anche nomi non propriamente rock (o rock, sì, ma "troppo commerciali" per un ascoltatore di presunto buon gusto). Il tutto a conferma della sostanziale chiusura, non solo verso i nuovi ascolti ma anche verso il confronto, di chi partecipa sulle nostre pagine social.

Capiamoci, una parte di ciò che descrivo è fisiologica: si invecchia e invecchiano i gusti, il pool degli ascoltatori rock si riempie assai più lentamente di nuovi adepti di quanto lo facesse un tempo, è ovvio che chi è noto a molti attirerà l'attenzione di molti mentre chi deve ancora emergere si muova su numeri piccoli. Altri fattori mi sembrano più contingenti e nuovi: la macchina dell'hype, efficiente quasi in modo parossistico nei primi anni Duemila, sembra ampiamente rotta almeno per le uscite ricollegabili al rock, e l'economia delle piattaforme porta a dinamiche per cui se sei già grosso lo diventerai sempre di più mentre se non disponi subito della massa critica sei destinato al fallimento (a meno di sorprese virali e supporto di specifiche community), le pagine pubbliche di social network come Facebook sono diventate una cloaca di odio nemmeno più tanto represso, e i meccanismi di fruizione dettati dal mobile e dallo sminuzzamento dell'attenzione penalizzano le letture corpose e facilitano ulteriormente ciò che acchiappa perché già dotato di un suo proprio "slancio" legato al nome.
Il combinato disposto di questi elementi, però, determina una spirale che trovo mortifera: anziché spingere sulla diversità e tenere gli occhi aperti sui fenomeni emergenti (cosa che, coi suoi limiti, Ondarock risolutamente fa), il sito è incentivato a puntare su contenuti riguardanti i mostri sacri: approfondimenti, rianalisi sotto nuove prospettive, comparazioni e altri contribuiti di qualità, ristampe ma anche annunci di ristampe, classifiche di terze parti riguardo ai migliori dischi del tal artista, dichiarazioni pubbliche, ecc.

Posto che la dinamica questa è, ed è forse più saggio cercare di sfruttarla e incanalarla a proprio vantaggio (come il sito sta facendo, con successo in termini di visite), mi chiedo anche come e se si possa provare a controbilanciarla, a promuovere con efficacia anche un approccio più aperto, a stimolare curiosità.
Un'iniziativa lanciata durante l'estate, e finora capace di raccogliere buoni consensi, è stata creare su Facebook un "recap" mensile dei dischi su cui il sito ha scommesso: un classico carosello di copertine, con breve lancio e link alla recensione del disco del mese, di tutte uscite indicate come "sulla cresta dell'onda" e di tutte le pietre miliari del mese. È qualcosa, senz'altro non abbastanza; soprattuto, però, raggiunge solo chi segue Facebook che è probabilmente la fascia più sclerotizzata dell'utenza.
Che altri format si possono pensare, sia per solleticare un po' di curiosità da parte di chi si è impigrito che, eventualmente, per avvicinare un'utenza nuova, più giovane o anche soltanto più aperta alla novità? A me sono venuti in mente titoli paraculi tipo "Cinque dischi che devi ascoltare se ami 'Ok Computer'". Anche recapponi composti da nuclei sintetici e contenuti meno legati al testo scritto e/o destinati ad altri social potrebbero essere d'aiuto, ma si tratta in ogni caso di iniziative onerose (se non in termini di denaro, almeno in termini di progettazione e impegno) e non vale certamente la pena di lanciarcisi senza avere valutato bene a cosa convenga dare priorità.

Perché lo scrivo qui, visto che in fondo è una questione redazionale?
Beh, in primis perché in realtà non lo è davvero. Parto dal contesto che vivo, ma mi sembra che la dinamica sia più generale e riguardi, come da titolo, un diffuso calo di curiosità da parte degli ascoltatori di musica rock. Come tale, credo la discussione possa interessare un po' tutti qui visto che quello è il background che quasi tutti condividiamo - anche solo per concludere magari che no, che è tutto un abbaglio mio (ne sarei davvero lieto).
In secondo luogo, perché anche il forum risente da tempo (forse da più tempo ancora?) di questo calo di coinvolgimento attorno alle nuove proposte, ma benché non più vispo come quindici anni fa mi pare conservi, rispetto a ciò che vedo fuori, un interesse comunque maggiore, sia in termini di curiosità che di apertura al confronto. Insomma mi sembra un posto giusto per provare a ragionare su cosa sia possibile costruire: siamo dentro al fenomeno ma con un'intensità diversa, abbiamo un legame col sito ma da tempo non così forte come agli inizi, e possiamo insomma guardare al tutto con uno sguardo critico che in un altro ambito della rete non sarebbe scontato.

Grazie a chiunque vorrà dare un suo contributo.


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#2 mongodrone

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Inviato 12 ottobre 2024 - 16:58

semplificando vorresti confrontarti sulle modalità per riportare l'attenzione generale verso un gruppo di musiche nè mainstream (o comunque indie-mainstream) nè di nicchia da parte di:

 

1) boomer/rockers

2) nuove gen/tiktokers

3) utenti del forum

 

quindi 3 modalità diverse. per i boomer l'articolo facebook che dicevi volendo può essere una idea

per la gen z ci vogliono i video di tiktok con un simil-Patrick Bateman che descrive un disco

per gli utenti si fa difficile, dovremmo consultare qualcuno con gusti meno atomizzati

 

p.s. esiste poi ancora questa fascia di musiche che può riunire gli ascoltatori con un minimo di esperienza? senza la condivisione non si crea appunto, è tutto nicchia. per esempio Jon Hopkins rientrerebbe in questa fascia? O dopo 20 anni che sei sulla scena sei un medio(grande) vecchio? (ok che col rock non c'entra niente)


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#3 woody

    Classic Rocker

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Inviato 12 ottobre 2024 - 17:18

Io nell'altro post avevo detto di apprezzare il fatto che ti dilunghi ma stavolta mi sa che facevi meglio a sintetizzare un po' das.gif 
C'è troppa carne al fuoco, ci sono domande e mezze risposte già date, visto che lo scopo de thread è avere delle risposte/un dialogo, forse era meglio sintetizzare e avere dei punti su cui discutere abbastanza chiari.
Avevo un paio di cose da dire in mente ma vedendo la risposta di mongodrone forse meglio se sto zitto che potrei andare off-topic e forse meglio se sto zitto lo stesso che magari son cose che ho già detto altrove e sarebbe inutile e noioso ripetersi.

Sono però curioso di vedere come si evolve, visto che sono a lavoro fino alle 11 in realtà speravo in una rissa das.gif


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#4 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 12 ottobre 2024 - 18:37

Mongo brutale. Wago <3 bello leggere messaggi da forum 2004.

 

Io credo che la recensione da sola non basti più, se esce un album clamoroso non può risolversi in una cresta, cioè nell'articolo in sé. Se davvero ci si vuole "investire" serve crearci l'hype con più opionion pieces a corredo sulla scena, i cugini/contesto, i vari punti di vista ecc (v. le gozerate inglesi degli anni d'oro :D , un po' ci riuscì ). La rece parla quasi ai già convertiti, a chi sa già cosa c'è dentro o a chi vuole scoprirlo da sé, ma servono occasioni per tirar dentro gli occasionali.

 

Per quanto riguarda l'articolo in sé, stiamo lavorando con Claudio per fare in modo che le anteprime di Google Discover (una delle fonti di maggiori accessi) abbiano il format giusto.

Quello degli approfondimenti è perfetto (e sono d'accordo con te wago sulla necessità di titoli con un minimo di hook), sulle rece ci abbiamo/stiamo lavorando (ma la soluzione ovviamente non è un sottotitolo "l'ultima fatica degli alfieri del post-rock gallese").

Screenshot-20241012-183718.png

 

 

Screenshot-20240902-103653.png

 

 

Secondo me, annusando un po' i trend in giro, c'è qualcosa di potenziale anche sul fronte community.

Certo, abbiamo il forum, con qualche ostacolo di troppo e un'impostazione questa sì 2004. C'è il gruppo telegram, che però è un gruppo dei forumisti più che di OR. E c'è l'abbandonato gruppo discord.

Probabilmente un gruppo telegram più strutturato, con una parte con tutti i lanci degli articoli automatizzati commentabili e una di discussione libera, ben spinto dal sito e dalle sue pagine, aiuterebbe a creare discussione attorno alle nuove uscite meno ovvie (ma avrebbe sicuramente una brutta ricaduta sul forum :D ). So di altri siti che hanno adottato questa formula, certo non con numeri da facebook dei tempi d'oro.
 

 

Ultimo spunto, magari in controtendenza: occhio al gasarsi per gli accessi alle news di Morgan e dei grandi vecchi ruock, aiutano coi numeri ma rischiano di annacquare l'identità di OR. A volte l'hype lo si può creare (è certamente difficile).


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#5 wago

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Inviato 12 ottobre 2024 - 20:30

Io nell'altro post avevo detto di apprezzare il fatto che ti dilunghi ma stavolta mi sa che facevi meglio a sintetizzare un po' das.gif 
C'è troppa carne al fuoco, ci sono domande e mezze risposte già date, visto che lo scopo de thread è avere delle risposte/un dialogo, forse era meglio sintetizzare e avere dei punti su cui discutere abbastanza chiari.

 

Eccolo, eccolo, il classico lettore frettoloso obnubilato dalla fruizione social e mobile, che pretende di avere tutto subito e magari anche le domandine perfette per suscitare reactions  asd

 

Mi sa che la state prendendo un po' troppo dura, il post è quel che è, vuole essere uno spunto per andare dove si vuole. Nessun rischio di off topic, insomma. Certo, a me interessano particolarmente i tornaconti pratici ma non fatevi vincolare, non ho mai avuto in mente che questo potesse essere il thread delle soluzioni. Più che altro m'interessa capire se il fenomeno di cui il titolo è percepito anche da voi, su di voi, su altri, secondo quali dinamiche e motivazioni, ecc.
Ovviamente io ho messo giù le mie percezioni e le mie ipotesi ma non è che vogliano essere univoche o in esclusione con quelle (anche diversissime) di altri. Non fate i preziosi: io ho sproloquiato, voi vedete di fare altrettanto, e alla sintesi ci si pensa dopo (che se un tema non lo si sviluppa, c'è poi ben poco da sintetizzare).


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#6 Claudio

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Inviato 12 ottobre 2024 - 21:37

Ultimo spunto, magari in controtendenza: occhio al gasarsi per gli accessi alle news di Morgan e dei grandi vecchi ruock, aiutano coi numeri ma rischiano di annacquare l'identità di OR. A volte l'hype lo si può creare (è certamente difficile).

 

In realtà, non sono tanto quelle le news che trainano (letteralmente) il sito. Anzi, in genere quelle su personaggi mainstream non funzionano particolarmente bene. Il motivo è presto detto: è Discover che governa tutto e Discover da noi pesca soprattutto alcuni tipi di contenuti: recensioni (in primis), speciali tematici e, in caso, news su temi specifici (concerti, classifiche, documentari musicali etc.)

E in ogni caso quel pubblico occasionale (sterminato, il doppio di quello che ci segue abitualmente) che butta un occhio su quel tipo di news rappresenta, per l'appunto, solo in minima parte il nostro target ideale.

 

Mi preoccupa di più, semmai, il fatto che articoli che solitamente erano il pane quotidiano del nostro pubblico (monografie, pietre miliari e persino le nostre classifiche) siano spesso accolte più tiepidamente di quanto accadeva in passato. Credo dipenda in gran parte dal ribaltamento della modalità di fruizione: un tempo era 70% pc vs. 30% mobile, ora si avvicina a un 80% mobile vs. 20% pc, il che giustifica la predilezione per altri tipi di contenuti, più sintetici e accattivanti (ahimé, perché l'approfondimento resta il nostro valore aggiunto rispetto alla concorrenza).

E se nomi classici indie tipo Mercury Rev, Tindersticks, Godspeed etc. tirano sempre, è molto più difficile che nomi più recenti ottengano gli stessi risultati (inclusi i Fontaines Dc).


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#7 Sleepyhead

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Inviato 13 ottobre 2024 - 02:15

Credo frettolosamente sia un calo d'attenzione verso la musica in generale, e Ondarock paga le conseguenze come molti altri.

Io per esempio non riesco a capire perché esistono podcast su Film, Videogiochi, letteratura ma zero sulla musica. È un modo per provare a valorizzare l'approfondimento a mio avviso.

Penso potrebbero essere utili anche le playlist Spotify di Ondarock con riassunti mensili, le classifiche etc...
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"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."


#8 wago

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Inviato 13 ottobre 2024 - 15:13

Io per esempio non riesco a capire perché esistono podcast su Film, Videogiochi, letteratura ma zero sulla musica.

 

Un po' per scherzo, ma ecco qua!

 

https://notebooklm.g...db556910e/audio

 

E' generato automaticamente usando NotebookLM a partire dall'articolo che ho scritto in primavera sul broken beat. Per ora la funzionalità esiste solo in inglese, ma devo dire che il risultato non mi pare male.


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#9 Mr. Atomic

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Inviato 13 ottobre 2024 - 16:14

Credo dipenda in gran parte dal ribaltamento della modalità di fruizione: un tempo era 70% pc vs. 30% mobile, ora si avvicina a un 80% mobile vs. 20% pc

questo sicuramente, io per esempio da mobile non leggo mai niente, ci si rovina gli occhi alla lunga


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#10 Claudio

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Inviato 13 ottobre 2024 - 16:41

Di questo passo finiremo che potremo vedere solo video di 10 secondi e leggere testi di 10 righe (e in parte è già tragicamente così).

In nome della necessità di "non perdere tempo" dietro a qualcosa, si parcellizza tutto stile TikTok e il risultato è che effettivamente si perde tempo. Un po' come buttare una serata televisiva a fare zapping, invece di vedere un bel film di 2 ore.


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#11 wago

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Inviato 13 ottobre 2024 - 19:47

Comunque la questione dei podcast io la trovo interessante. Che non ce ne siano dedicati alla musica non è del tutto vero: io ne ho ascoltati, per preparare articoli in genere, diversi: in particolare ne ricordo uno sugli Yes e uno sulla xenarmonia, entrambi con quintali di puntate disponibili, e in tempi recenti anche Ondarock ha pubblicato news riguardanti nuovi podcast musicali (ne ricordo uno sulla scena alternativa italiana anni 90, mi pare della RAI). Immagino però sia vero che non sono così diffusi o prominenti come quelli su altri temi. Di solito ho trovato come giustificazione il fatto che parlare di musica senza metterla (per ragioni di copyright) sia deludente: non mi ha mai convinto granché, in fondo si legge si parla si discute di musica senza ascoltarla nel mentre e non mi pare la cosa abbia mai rappresentato un problema. Certamente però un podcast è una cosa impegnativa da mettere in piedi, e dopotutto Ondarock ha già due "costole" radiofoniche che permettono a chi lo desideri di ascoltarsi in streaming le puntate anche in differita (trasmettendo peraltro musica al loro interno). Non nego che un tentativo, magari su un progetto limitato come tema e numero di episodi, mi piacerebbe farlo ma credo valga la pena di provarci se davvero si ha sentore possa funzionare bene, o se si riescono a coinvolgere nuove risorse con una competenza specifica legata a quell'ambito.


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#12 123

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Inviato 14 ottobre 2024 - 06:47

Sarà una lenta agonia ma su Facebook è pieno di ascoltatori Rock che si lamentano di tutto, della musica di oggi, dei giovani del l'autotune che sentono anche dove non viene usato.

Non fanno esattamente buona pubblicità al Rock.

Inoltre le recensioni di ondarock non sono garanzia di qualità indiscussa, ma dei gusti del recensore singolo. Sono troppe, caotiche, per artisti davvero troppo di nicchia.

Già di ondacinema ti puoi fidare di più.

Detto ciò ognuno ascolta quello che si pare, per i più giovani un buon metro di valutazione sono gli ascolti e le classifiche. Il ragionamento è anche semplice: se molti ascoltano quel brano o artista si vede che vale la pena.. La recensione di X vale quanto quella di Y tanto mediamente ognuno sarebbe in grado di scriverla.
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#13 mongodrone

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Inviato 14 ottobre 2024 - 07:20

Il ragionamento è anche semplice: se molti ascoltano quel brano o artista si vede che vale la pena..


Accetteresti questo ragionamento anche in politica?


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#14 wago

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Inviato 14 ottobre 2024 - 07:21

Inoltre le recensioni di ondarock non sono garanzia di qualità indiscussa, ma dei gusti del recensore singolo. Sono troppe, caotiche, per artisti davvero troppo di nicchia.

Già di ondacinema ti puoi fidare di più.

 

Interessante, puoi elaborare? Magari partendo dai punti evidenziati. Per "qualità" intendi quella dello scritto o quella del disco? Se la seconda: che cosa è per te la "qualità indiscussa" e come si riconosce?

Il "caotico" è un effetto complessivo (legato al "troppe") o una caratteristica che i singoli testi condividono?

Che cosa rende, a tuo avviso, le proposte di Ondacinema più affidabili?


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#15 Claudio

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Inviato 14 ottobre 2024 - 09:15

Sarà una lenta agonia ma su Facebook è pieno di ascoltatori Rock che si lamentano di tutto, della musica di oggi, dei giovani del l'autotune che sentono anche dove non viene usato.

Non fanno esattamente buona pubblicità al Rock.

Inoltre le recensioni di ondarock non sono garanzia di qualità indiscussa, ma dei gusti del recensore singolo. Sono troppe, caotiche, per artisti davvero troppo di nicchia.

Già di ondacinema ti puoi fidare di più.

Detto ciò ognuno ascolta quello che si pare, per i più giovani un buon metro di valutazione sono gli ascolti e le classifiche. Il ragionamento è anche semplice: se molti ascoltano quel brano o artista si vede che vale la pena.. La recensione di X vale quanto quella di Y tanto mediamente ognuno sarebbe in grado di scriverla.

 

In pratica il tramonto della critica musicale e dell'autorevolezza di un esperto rispetto a chiunque altro ;D

 

P.S. Qualsiasi recensione per me è solo espressione dei gusti del recensore, tutto sta a riconoscere delle capacità critiche e affinità di approccio (o no) al recensore medesimo. Poi a me piace anche leggere recensioni di tizi con cui non sono d'accordo quasi mai, purché siano brillanti, ben scritte e argomentate, mentre se sono noiose non le leggo neanche se concordo.


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#16 123

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Inviato 14 ottobre 2024 - 09:17

Faccio un esempio molto basico. A me piace molto Lady Gaga so che qui è mediamente ignorata e detestata e quindi la seguo su Instagram. Non serve sbattersi troppo in giro se esce qualche cosa di nuovo la sua pagina mi avvertirà. Così esce il nuovo film e un disco ispirato alla colonna sonora. Il mio algoritmo mi avverte e mi segnala pure (o faccio una qualche ricerca? Non ricordo bene tutti i passaggi) sul disco in questione. Mi compare questa recensione davvero molto bella, ascolto il disco mi piace, lo faccio ascoltare ad altri in casa ne parliamo. entro nel forum e l'unico commento che trovo è su quanto faccia schifo il nuovo di Gaga.

 

A questo punto vado a vedere il tabellone e mi aspetto che se questo disco in particolare faccia schifo quelli segnalati come 7.5  8 siano praticamente un mix tra la nona di Beethoven e i Pink Floyd. E invece no ragazzi, non lo sono, sono spesso e volentieri gruppi sconosciuti ai più, di cui il recensore chiuso in bolla si è innamorato. Posso capire con un certo sforzo intellettuale del perchè abbia dato un voto alto, posso anche condividere il criterio, ma a quel punto senza offesa bastava il mio algoritmo se mi fossi messa ad ascoltare quel tipo di musica. Ci prendeva uguale, suggerendomi dischi simili.

 

Su Ondacinema invece le segnalazioni sono molto più mirate secondo me, o forse sono io che guardo meno la televisione. Se parliamo del festiva di Cannes e Venezia o di Oscar non scatta la gara al rutto libero come nei commenti di Sanremo. E' più collegato alla realtà del mercato attuale e mi fido di più.

 

Forse perchè la selezione avviene già nel momento in cui si decide di mandare un film in sala. Attualmente con le piattaforme la selezione avviene tramite il pubblico e gli ascolti. Gli artisti caricano i loro lavori, se vengono ascoltati prima o poi da qualche parte me ne accorgerò. Non serve nemmeno perdere troppo tempo cercando tra troppe e frastagliate segnalazioni.

 

In ogni caso nonostante non ami particolarmente RS questa recensione è la più bella letta nell'ultimo anno, non volevo ascoltare il disco (pensavo fosse una serie di cover jazz un po' scontate, puntavo ad aspettare il numero 7 e fine) e questa recensione mi ha fatto voglia di ascoltare. Ed è quello che mi aspetto da un essere umano che scriva e non da un "pappagallo stocastico" che suggerisce. Che mi spinga ad uscire dalla mia inerzia..

 

https://www.rollings...dy-gaga/942894/


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#17 Mr. Atomic

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Inviato 14 ottobre 2024 - 10:07

Di questo passo finiremo che potremo vedere solo video di 10 secondi e leggere testi di 10 righe (e in parte è già tragicamente così).

In nome della necessità di "non perdere tempo" dietro a qualcosa, si parcellizza tutto stile TikTok e il risultato è che effettivamente si perde tempo. Un po' come buttare una serata televisiva a fare zapping, invece di vedere un bel film di 2 ore.

secondo me la situazione è molto meno tragica, semplicemente come diceva lei direttore si sono scambiati le percentuali mobile-da casa

 

da mobile nessuno si leggera mai una monografia, io almeno sicuramente non mi azzarderei, c'è da giocarsi la retina, quando si parla di gran rivoluzione del mobile spesso ci si dimentica che a guardar a lungo il telefonino viene l'emicrania, o almeno questo nel mio caso

 

per leggere le monografie resta il PC e io penso che molti ancora vadano leggendo quelle monografia che vogliono approfondire, semplicemente il numero risulta più basso rispetto il "clicka a fuggi" da mobile ma è normale, io magari mentre faccio una cagata al lavoro ci clicco sul sito per vedere la nuova pietra il lunedì (che non è ancora uscita tra l'altro) ma poi non ci clicco sopra la pietra, se m'interessa leggo poi a casa dal PC con buona calma


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#18 wago

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Inviato 14 ottobre 2024 - 13:07

123, grazie per la risposta articolata: direi che ho un approccio molto diverso dal tuo (di leggere commenti su dischi di artisti strafamosi e che comunque già ascolterei m'interessa molto poco, uso le recensioni soprattutto per avvicinarmi a musica che ancora non frequento o comunque per allargare il quadro rispetto a quanto già conosco) ma senza dubbio hai chiarito in che modo ti relazioni alle nuove uscite. Mi rimangono però alcuni dubbi riguardo a ciò che avevi scritto nel post precedente: l'aspetto "caotico" delle recensioni di Ondarock in che cosa sta? E la "qualità indiscussa", che mi pareva fosse per te un requisito fondamentale, come si individua e in quali aspetti risiede? Io condivido molto il punto di vista di Claudio secondo cui il giudizio espresso in una recensione debba essere sempre frutto della sensibilità di chi la scrive (tradotto: in sintonia col suo gusto), e quindi non mi ritrovo proprio nel trovare la cosa un fatto negativo, ma fatico anche a cogliere a che servirebbe una recensione (di un disco, ma in realtà anche di un libro o di un film) se vi fosse una qualche "qualità indiscussa" che chiunque può attestare giungendo allo stesso risultato.

Anche l'idea che chiunque sia in grado di scrivere una recensione interscambiabile con quelle altrui mi sembra abbastanza discutibile: chissà, forse vedessi le recensioni di prova che vengono inviate a Ondarock da aspiranti collaboratori, spesso claudicanti anche dal punto di vista dell'italiano, avresti una prospettiva differente.


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"It's a strange world." "Let's keep it that way."

#19 xtc

    Gianfranco Marmoro

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Inviato 15 ottobre 2024 - 08:51

alla fine il lettore ritiene il recensore bravo e competente solo quando dice qualcosa di interessante sull'artista che già conosce ed apprezza, ma in quel caso invece di leggere Ondarock tanto vale iscriversi ad un fan club  


  • 1

#20 Merlo

    Classic Rocker

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Inviato 15 ottobre 2024 - 10:11

da mobile nessuno si leggera mai una monografia, io almeno sicuramente non mi azzarderei, c'è da giocarsi la retina, quando si parla di gran rivoluzione del mobile spesso ci si dimentica che a guardar a lungo il telefonino viene l'emicrania, o almeno questo nel mio caso

 

 

Più che altro la versione mobile di OR è un inferno di popup e adv di Google, spesso mentre leggo una recensione/monografia mi fa il reload di tutta la pagina e mi torna all'inizio...


  • 1

"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#21 Tom

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Inviato 15 ottobre 2024 - 10:18

 

Credo dipenda in gran parte dal ribaltamento della modalità di fruizione: un tempo era 70% pc vs. 30% mobile, ora si avvicina a un 80% mobile vs. 20% pc

 

Senza polemica (oddio un po' sì, dai), ma per leggere più correttamente queste percentuali teniamo in conto anche che su mobile per leggersi qualcosa capita spesso di dover ricaricare due o tre volte la stessa pagina, visto che è quasi inevitabile schiacciare per sbaglio su uno dei TANTI link pubblicitari e non è raro che la pagina vada in tilt per lo stesso motivo. Io onestamente spesso ci rinuncio.

 

EDIT ecco, appena anticipato da Merlo sullo stesso argomento.


  • 0

#22 xtc

    Gianfranco Marmoro

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Inviato 15 ottobre 2024 - 10:57

 

da mobile nessuno si leggera mai una monografia, io almeno sicuramente non mi azzarderei, c'è da giocarsi la retina, quando si parla di gran rivoluzione del mobile spesso ci si dimentica che a guardar a lungo il telefonino viene l'emicrania, o almeno questo nel mio caso

 

 

Più che altro la versione mobile di OR è un inferno di popup e adv di Google, spesso mentre leggo una recensione/monografia mi fa il reload di tutta la pagina e mi torna all'inizio...

 

QUESTO lo ho notato  spesso anch'io e rende impossibile anche la lettura di alcune recensioni


  • 0

#23 Psychonaut

    Psiconauta

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Inviato 15 ottobre 2024 - 11:40

una recensione non può prescindere dal gusto, e ci mancherebbe, e secondo me neanche da ciò che evoca in chi la scrive.

Ma non dovrebbe prescindere nemmeno da nozioni tecniche importanti che descrivano un minimo "oggettivamente" il disco, secondo me; ad esempio, uso di tempi particolari, strumentazioni particolari enon, tipologie di arrangiamenti ecc, cosicché oltre all'evocare personale, c'è un qualcosa che possa farmi capire cosa mi aspetta. 


  • 1

#24 Claudio

    I am what I play

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Inviato 15 ottobre 2024 - 13:13

 

 

Credo dipenda in gran parte dal ribaltamento della modalità di fruizione: un tempo era 70% pc vs. 30% mobile, ora si avvicina a un 80% mobile vs. 20% pc

 

Senza polemica (oddio un po' sì, dai), ma per leggere più correttamente queste percentuali teniamo in conto anche che su mobile per leggersi qualcosa capita spesso di dover ricaricare due o tre volte la stessa pagina, visto che è quasi inevitabile schiacciare per sbaglio su uno dei TANTI link pubblicitari e non è raro che la pagina vada in tilt per lo stesso motivo. Io onestamente spesso ci rinuncio.

 

EDIT ecco, appena anticipato da Merlo sullo stesso argomento.

 

Ma pagando tre euro a bimestre si evita tutto ciò - e in futuro ancora di più quando la versione per chi non accetta i cookies sarà anche completamente ads free.

Quindi non avete scuse! ;D


  • 1

#25 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 15 ottobre 2024 - 14:47

ma io non pago manco 10 centesimi proprio per principio, come non pago per andare al cesso, se mi dicono "2 euro" allora io dico "ah si? e allora tanti saluti e buona fortuna" poi vado fuori e piscio al primo albero che trovo nella speranza che non spuntino fuori bambini come in questo caso quasi sempre accade. 

 

io per evitare pubblicità proprio non leggo nulla da mobile (oltre per salvarmi alla lunga la retina) semmai un click veloce per vedere classifiche nuove o la nuova pietra, ma poi non leggo mai, anche il click solo in casi di estrema noia/ momenti morti


  • 0

#26 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 15 ottobre 2024 - 15:05

una recensione non può prescindere dal gusto, e ci mancherebbe, e secondo me neanche da ciò che evoca in chi la scrive.

Ma non dovrebbe prescindere nemmeno da nozioni tecniche importanti che descrivano un minimo "oggettivamente" il disco, secondo me; ad esempio, uso di tempi particolari, strumentazioni particolari enon, tipologie di arrangiamenti ecc, cosicché oltre all'evocare personale, c'è un qualcosa che possa farmi capire cosa mi aspetta. 

io apprezzo molto quelle con le introduzioni geografiche-spaziali, che introducono la band XYZ o cantante xyz presentando la scena 8nazionale, regionale, urbana, subculturale) da dove arriva, mi da sempre un bel slancio per proseguire la lettura 


  • 0

#27 Claudio

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Inviato 15 ottobre 2024 - 19:32

ma io non pago manco 10 centesimi proprio per principio, come non pago per andare al cesso, se mi dicono "2 euro" allora io dico "ah si? e allora tanti saluti e buona fortuna" 

 

E allora ti tieni i banner, ringraziando pure, perché ti rendiamo un servizio gratis!


  • 0

#28 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 15 ottobre 2024 - 20:08

 

ma io non pago manco 10 centesimi proprio per principio, come non pago per andare al cesso, se mi dicono "2 euro" allora io dico "ah si? e allora tanti saluti e buona fortuna" 

 

E allora ti tieni i banner, ringraziando pure, perché ti rendiamo un servizio gratis!

 

servizio che però è sempre stato gratuito, gratuito da almeno 22 anni das.gif

 

mi dovete ringraziare voi a me per i click semmai, direttore, non diciamo cazzate, troppo gran business pigliarsi i soldi per la pubblicità e poi farsi anche pagare per non vedere la stessa pubblicità


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#29 Gozer

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Inviato 15 ottobre 2024 - 20:23

Vabè, però come si pretende che il sito possa crescere e far bene se anche uno che pretende di apprezzarlo è così aggressivo al riguardo? 


  • 0
RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#30 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 15 ottobre 2024 - 20:41

ma forse non sono stato capito, io in realtà sono soddisfattissimo, leggo ben volentieri approfondimenti/pietre e monografia dal PC, nessun problema pure con le pubblicità 

 

da mobile dico che non si può leggere nulla per principio, almeno parlo per me poi non so gli altri 

 

quello che dico io è: occhio che bisogna saper leggere bene i dati, perchè sarà anche vero che ci sono più accessi da mobile ma saranno immagino al 80% equivalenti di zapping, mentre chi vuole leggere in modo più approfondito continuerà da PC secondo me


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#31 music won't save you

    reprobo

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Inviato 15 ottobre 2024 - 21:07

bello leggere messaggi da forum 2004.

 

In effetti sembra proprio di leggere una delle mitiche analisi-pippone del 2004. Se così, allora…

 

Come premessa, la prima cosa utile da fare sarebbe uscire dalla prospettiva di un singolo forum/sito/rivista, perché – evidentemente – le sue proposte e i feedback da esse ricevuti non può rappresentare un campione significativo di tutto quello che gira intorno alla musica di questi anni.

 

Tuttavia, quanto osservato da wago con l’analiticità che gli è propria non sembra poi così distante dalla realtà, a cominciare dalla palese constatazione che oggi “tira più un nome conosciuto da vent’anni che non una misconosciuta gemma appena dissotterrata dal sottosuolo delle migliaia di uscite giornaliere”. Semplicemente, i Radiohead o i Godpeed You! Black Emperor di oggi sono (con le dovute proporzioni) i Cure o gli Smiths di vent’anni fa: lo sono dal punto di vista anagrafico, loro e nostro, così come da quello della risonanza del nome (relativamente) più noto, che in maniera del tutto naturale e spontanea attira di più rispetto a uno non conosciuto, proprio perché di base ha una propria platea che anche soltanto lo conosce o l’ha sentito nominare.

 

Questo rappresenta anche un po’ il circolo vizioso delle famigerate “scelte editoriali”, che per motivi di cassetta privilegiano appunto proposte dal feedback assicurato, lasciando in questo modo in proporzione sotto un cono d’ombra quelle alle quali viene comunque riconosciuto una sorta di diritto di cittadinanza, in un contesto nel quale i numeri rilevanti li fanno pur sempre altri. È la legge della domanda e dell’offerta, inevitabile se si vuole stare in qualche modo sul mercato.  

 

Inoltre, visto che già vent’anni fa parlavamo della mutata fruizione della musica e del racconto musicale, non si può non tenere conto dei contatti sempre più labili, in particolari delle generazioni più giovani, con lo stesso formato disco e ancor di più con il concetto di critica. Se all’epoca noi eravamo una generazione di mezzo, che aveva scoperto le infinite possibilità della rete dopo aver in qualche modo conosciuto un diverso mondo musicale, oggi di musica come eravamo abituati a parlare noi continuiamo solo noi ultraquarantenni, con eccezioni rarissime.

 

Nel frattempo, la frammentazione delle scene e delle sottoculture si è ulteriormente frazionata, con infinite micro-nicchie, i cui protagonisti nemmeno sentono l’esigenza di mettersi in un qualche sistema e allo stesso modo quelli che provano a raccontarle, ammesso che ancora abbia un senso o – meglio – un pubblico. Non so se trapper e autotuner di oggi saranno i Radiohead o i Cure del 2044 (molto probabilmente no!), ma la loro stessa esistenza rappresenta un segno dei tempi, sicuramente sfuggente alle categorie e alle modalità di fruizione alle quali noi eravamo abituati, tanto quanto il loro pubblico lo è alle nostre modalità narrative, che personalmente non mai smesso di mettere in discussione, da vent’anni a questa parte.


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in eremitaggio su http://musicwontsaveyou.com

#32 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 15 ottobre 2024 - 21:57

ma io non pago manco 10 centesimi proprio per principio, come non pago per andare al cesso, se mi dicono "2 euro" allora io dico "ah si? e allora tanti saluti e buona fortuna" poi vado fuori e piscio al primo albero che trovo nella speranza che non spuntino fuori bambini come in questo caso quasi sempre accade. 

 

io per evitare pubblicità proprio non leggo nulla da mobile (oltre per salvarmi alla lunga la retina) semmai un click veloce per vedere classifiche nuove o la nuova pietra, ma poi non leggo mai, anche il click solo in casi di estrema noia/ momenti morti

 

RL922L.gif


  • 3

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#33 Psychonaut

    Psiconauta

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Inviato 16 ottobre 2024 - 07:54

 

bello leggere messaggi da forum 2004.

 

In effetti sembra proprio di leggere una delle mitiche analisi-pippone del 2004. Se così, allora…

 

Come premessa, la prima cosa utile da fare sarebbe uscire dalla prospettiva di un singolo forum/sito/rivista, perché – evidentemente – le sue proposte e i feedback da esse ricevuti non può rappresentare un campione significativo di tutto quello che gira intorno alla musica di questi anni.

 

Tuttavia, quanto osservato da wago con l’analiticità che gli è propria non sembra poi così distante dalla realtà, a cominciare dalla palese constatazione che oggi “tira più un nome conosciuto da vent’anni che non una misconosciuta gemma appena dissotterrata dal sottosuolo delle migliaia di uscite giornaliere”. Semplicemente, i Radiohead o i Godpeed You! Black Emperor di oggi sono (con le dovute proporzioni) i Cure o gli Smiths di vent’anni fa: lo sono dal punto di vista anagrafico, loro e nostro, così come da quello della risonanza del nome (relativamente) più noto, che in maniera del tutto naturale e spontanea attira di più rispetto a uno non conosciuto, proprio perché di base ha una propria platea che anche soltanto lo conosce o l’ha sentito nominare.

 

Questo rappresenta anche un po’ il circolo vizioso delle famigerate “scelte editoriali”, che per motivi di cassetta privilegiano appunto proposte dal feedback assicurato, lasciando in questo modo in proporzione sotto un cono d’ombra quelle alle quali viene comunque riconosciuto una sorta di diritto di cittadinanza, in un contesto nel quale i numeri rilevanti li fanno pur sempre altri. È la legge della domanda e dell’offerta, inevitabile se si vuole stare in qualche modo sul mercato.  

 

Inoltre, visto che già vent’anni fa parlavamo della mutata fruizione della musica e del racconto musicale, non si può non tenere conto dei contatti sempre più labili, in particolari delle generazioni più giovani, con lo stesso formato disco e ancor di più con il concetto di critica. Se all’epoca noi eravamo una generazione di mezzo, che aveva scoperto le infinite possibilità della rete dopo aver in qualche modo conosciuto un diverso mondo musicale, oggi di musica come eravamo abituati a parlare noi continuiamo solo noi ultraquarantenni, con eccezioni rarissime.

 

Nel frattempo, la frammentazione delle scene e delle sottoculture si è ulteriormente frazionata, con infinite micro-nicchie, i cui protagonisti nemmeno sentono l’esigenza di mettersi in un qualche sistema e allo stesso modo quelli che provano a raccontarle, ammesso che ancora abbia un senso o – meglio – un pubblico. Non so se trapper e autotuner di oggi saranno i Radiohead o i Cure del 2044 (molto probabilmente no!), ma la loro stessa esistenza rappresenta un segno dei tempi, sicuramente sfuggente alle categorie e alle modalità di fruizione alle quali noi eravamo abituati, tanto quanto il loro pubblico lo è alle nostre modalità narrative, che personalmente non mai smesso di mettere in discussione, da vent’anni a questa parte.

 

amen

spotify et similia hanno lanciato la "moda" editoriale dell'uscire coi singoli, le nuove generazioni (mi fa impressione dirlo) sono abituate ad ascoltare musica dalle casse del telefono mobile o del notepad, vivendo un'esperienza sonora così bassa che non li fa nemmeno appassionare criticamente a certe cose. un pippone di 10 minuti che fino a 10 anni fa era ben visto, ora è diventata una roba da matusa

mi chiedo tra 20 anni a che punto si arriverà, tra un tik tok e l'altro


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#34 wago

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Inviato 16 ottobre 2024 - 09:26

Però non stiamo parlando di nuove generazioni degenerate e non stiamo parlando di signora mia ai miei tempi sa (questi giovani di oggi si triturano le orecchie con quelle trappole portatili ascoltando musicaccia tutta uguale e ripetitiva: si diceva nei primi anni Novanta riferendosi ai walkman). Il thread sarebbe dedicato soprattutto al fatto che i "matusa" — ma non solo i boomeroni decrepiti, anche semplicemente chi ha attorno ai trent'anni anni — ancora interessati al rock portano avanti questa passione con un'attenzione morbosa rivolta solo ai fossili, sono dispostissimi ad ascoltare e riascoltare una nuova uscita degli Smile in cerca di qualche fremito emotivo che possa giustificare il loro bisogno di chiamarlo "capolavoro" ma non hanno né apertura né interesse verso la scoperta di artisti che già non conoscano da vent'anni (o facciano musica che per loro stessi è indistinguibile da quella). Poi per carità, allargare il discorso e occuparsi del più e del meno è un po' parte del gioco, ma non arriverei a prospettive di fatto opposte come, fra le righe, mi è parsa quella espressa subito sopra da Psycho.
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#35 Damy

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Inviato 16 ottobre 2024 - 10:01

Purtroppo credo rimanga vera la ricerca fatta qualche tempo fa: arrivati ai 30 anni, il grosso del pubblico smette di scoprire musica nuova. Gli ascolti si calcificano, non solo come suono, ma proprio come attitudine e ideali culturali.

 

Why We Stop Discovering New Music Around Age 30 - Business Insider

 

I pochi disadattati che continuano nell'impresa stanno sul forum di OndaRock dash.gif


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#36 mongodrone

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Inviato 16 ottobre 2024 - 10:26

Beh ma nel 2000 chi aveva 40 anni e si era formato a 20 coi Cure li ascoltava i gybe o no? Chi ha 40 anni ora ascoltava i gybe a 20 e i gybe ora. È questo il punto.
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#37 good vibrations

    Il primo disco del White Album è davvero un disc one

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Inviato 16 ottobre 2024 - 12:10

Magari ascoltava Battiato e riteneva che il suo migliore fosse un live ("GYBE ROSSE")


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#38 Trespassive-aggressive

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Inviato 16 ottobre 2024 - 12:23

ma forse non sono stato capito, io in realtà sono soddisfattissimo, leggo ben volentieri approfondimenti/pietre e monografia dal PC, nessun problema pure con le pubblicità 

 

da mobile dico che non si può leggere nulla per principio, almeno parlo per me poi non so gli altri 

 

quello che dico io è: occhio che bisogna saper leggere bene i dati, perchè sarà anche vero che ci sono più accessi da mobile ma saranno immagino al 80% equivalenti di zapping, mentre chi vuole leggere in modo più approfondito continuerà da PC secondo me

 

Tempo fa mossi la stessa critica relativa a banner, pop-up, ads, totale illeggibilità da mobile, ecc...ecc...ma Claudio rispose che "le visite erano aumentate". Quindi direi a posto così


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#39 Psychonaut

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Inviato 16 ottobre 2024 - 14:12

Però non stiamo parlando di nuove generazioni degenerate e non stiamo parlando di signora mia ai miei tempi sa (questi giovani di oggi si triturano le orecchie con quelle trappole portatili ascoltando musicaccia tutta uguale e ripetitiva: si diceva nei primi anni Novanta riferendosi ai walkman). Il thread sarebbe dedicato soprattutto al fatto che i "matusa" — ma non solo i boomeroni decrepiti, anche semplicemente chi ha attorno ai trent'anni anni — ancora interessati al rock portano avanti questa passione con un'attenzione morbosa rivolta solo ai fossili, sono dispostissimi ad ascoltare e riascoltare una nuova uscita degli Smile in cerca di qualche fremito emotivo che possa giustificare il loro bisogno di chiamarlo "capolavoro" ma non hanno né apertura né interesse verso la scoperta di artisti che già non conoscano da vent'anni (o facciano musica che per loro stessi è indistinguibile da quella). Poi per carità, allargare il discorso e occuparsi del più e del meno è un po' parte del gioco, ma non arriverei a prospettive di fatto opposte come, fra le righe, mi è parsa quella espressa subito sopra da Psycho.

 

pardon mi ero fatto fottere dagli ultimi commenti e ho degenerato :D


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#40 Damy

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Inviato 16 ottobre 2024 - 14:12

Beh ma nel 2000 chi aveva 40 anni e si era formato a 20 coi Cure li ascoltava i gybe o no? Chi ha 40 anni ora ascoltava i gybe a 20 e i gybe ora. È questo il punto.

 

Ma Cure e GYBE non hanno ascoltatori necessariamente sovrapponibili (anche se su questo forum medio-alto ci sono ascoltatori che apprezzano entrambi). L'ondata punk/nu-metal dei 2000 era SCHIFATISSIMA dai fan del ruock, dinamica che mi pare persista tutt'oggi, basti vedere le reazioni alla pietra miliare dei Green Day. Quindi in un certo senso direi che si, i gusti si calcificano attorno ai 30.


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#41 music won't save you

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Inviato 16 ottobre 2024 - 15:41

Beh ma nel 2000 chi aveva 40 anni e si era formato a 20 coi Cure li ascoltava i gybe o no? Chi ha 40 anni ora ascoltava i gybe a 20 e i gybe ora. È questo il punto.

Infatti gran parte del discorso si riduce alla differenza tra chi aveva vent'anni negli anni 80 e chi nei Duemila e, in parallelo, a quella tra chi raccontava musica nei rispettivi periodi. 

Sotto il primo aspetto, per motivi anagrafici il trenta-quarantenne del Duemila è riuscito a vivere in tempo l'amplificazione della proposta e delle possibilità di accesso, in un'età nella quale non era ancor a del tutto subentrata la "calcificazione degli ascolti" (cit.), peraltro a fronte di quello che forse può considerarsi l'ultimo vero momento di evoluzione delle proposte musicali: mentre chi ha cominciato in quel periodo è più facile che rimanga legato a sonorità per certi versi da allora non più superate (post-rock, drone e pure certo indie-rock/indie-folk non hanno trovato analoghi eredi "di rottura" né picchi qualitativi che ne giustificassero la successione) e di fronte alla realtà di un'offerta sempre più caotica e frammentata, che peraltro molto spesso guarda al passato.

Del resto, anche sotto il secondo aspetto, non mi sembra vi via stato particolare ricambio nel modo di raccontare la musica e nelle stesse persone e testate che la raccontano. Vent'anni fa era più facile leggere l'entusiasmo magari naive di un poco più che ventenne che scopriva un'universo musicale nuovo e aveva la possibilità di diffonderlo senza essere "istituzionalizzato"; oggi invece, in larga parte, la musica è ancora raccontata da quelle stesse testate, che nel frattempo nella maggior parte dei casi si sono a loro volta istituzionalizzate, e spesso dalle stesse persone i cui ascolti si sono a loro volta calcificati, per non parlare dei tanti che già all'epoca erano dall'altra parte della barricata e oggi non hanno ancora smesso e magari pensano di poter ancor dettare la linea per i meriti acquisiti sul campo. 

 

Se dunque i quarantenni di oggi ascoltano GY!BE o Radiohead come quando avevano vent'anni è anche perché sono, per la maggior parte, le cose che vengono proposte dai ventenni del 2000, per tutta una serie di motivazioni che non mancano di fondamento artistico ma sono anche di natura editoriale. Solo che nel frattempo è passato un quarto di secolo e tutto intorno è mutato, mentre anche noi siamo qui a discuterne come se fosse il 2004.

Ovviamente, si tratta di un discorso generale, che non pretende di essere esaustivo; anche perché, da poco oltre ventenne profondamente colpito dai GY!BE, continuo a cercare di ascoltare quanto di più di quello che esce nel 2024 e che credo possa interessarmi, pur nella consapevolezza di non allontanarmi ormai troppo dalla "comfort zone" i cui semi riconosco in molta musica dell'epoca.
Ben altro è invece raccontare la musica di questi anni, che forse è bene che siano altri a farlo, ammesso che ne abbiano interesse e ve ne ravvisino la necessità. Lascio idealmente a loro la risposta (la penna, i tasti del pc), per evitare che noi ventenni di un quarto di secolo fa diventiamo patetici pretendendo di applicare categorie e propensioni, più o meno "calcificate", a realtà che magari schifiamo nella stessa misura in cui altri trattavano ex cathedra delle "rotture" a cavallo del Duemila, rispetto alle quali il tempo ha dato loro torto.


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#42 cerezo

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Inviato 16 ottobre 2024 - 15:46

 

Che altri format si possono pensare, sia per solleticare un po' di curiosità da parte di chi si è impigrito che, eventualmente, per avvicinare un'utenza nuova, più giovane o anche soltanto più aperta alla novità?

 

 

potreste creare una playlist su spotify con i pezzi più interessanti dell'ultimo periodo, tipo "alta rotazione in redazione" da aggiornare togliendo ed aggiungendo brani per tenerla sempre sul pezzo

sull'account di OR già ci sono un paio di playlist 2024 divise per macrogeneri (elettronica, rock, italia mi pare),

perché non riunirle?

perché non aggiornarle con un lavoro di togli-il-vecchio-metti-il-nuovo in maniera da stimolare anche chi le ha già ascoltate ad utilizzarle come una sorta di radio dove assaggiare e lasciarsi incuriosire dalle ultime novità?

e soprattutto (a meno che non sia cecato io e già l'avete fatto) perché non piazzare queste playlist in bella evidenza in prima pagina (o in tutte le pagine) e permettere al visitatore del sito di ascoltare mentre legge?


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#43 wago

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Inviato 16 ottobre 2024 - 15:50

Sulle playlist io ho da sempre un dubbio.

Ste playlist "a rotazione", che anche altre webzine usano: ma qualcuno davvero le segue e periodicamente le riascolta?

Io riesco a immaginarmi che uno se la salvi e le dia un'ascoltata, ma che torni lì mese dopo mese mah, non lo farei e non lo faccio. Diverso sarebbe avere una playlist nuova ogni mese, quello sì. Sarebbe anche più facile da promuovere (lancio in home, post sui social ecc) e l'archivio delle passate playlist costituirebbe uno storico da spulciare. Invece così va perso tutto.

Peraltro le uniche stats visibili riguardo alle playlist sono date dal numero di utenti che se le è salvate, nessuna indicazione di quanti in effetti le ascoltino e quando ecc. Dunque indagare la cosa in modo empirico è pressoché impossibile.


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"It's a strange world." "Let's keep it that way."

#44 Claudio

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Inviato 16 ottobre 2024 - 16:42

 

 

ma io non pago manco 10 centesimi proprio per principio, come non pago per andare al cesso, se mi dicono "2 euro" allora io dico "ah si? e allora tanti saluti e buona fortuna" 

 

E allora ti tieni i banner, ringraziando pure, perché ti rendiamo un servizio gratis!

 

servizio che però è sempre stato gratuito, gratuito da almeno 22 anni das.gif

 

mi dovete ringraziare voi a me per i click semmai, direttore, non diciamo cazzate, troppo gran business pigliarsi i soldi per la pubblicità e poi farsi anche pagare per non vedere la stessa pubblicità

 

E' gratuito perché siamo generosi e ci piace farlo gratis, nel momento in cui decidessimo che è a pagamento (come si era anche già pensato di fare due anni fa), non lo sarebbe più e buonanotte: dovresti abbonarti per leggere gli articoli, come accade in altre testate. Così, almeno, puoi sempre leggerlo gratis, anche se con i banner. Chiederci di più sarebbe invitarci all'autolesionismo.


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#45 cerezo

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Inviato 16 ottobre 2024 - 16:48

Diverso sarebbe avere una playlist nuova ogni mese, quello sì. Sarebbe anche più facile da promuovere (lancio in home, post sui social ecc) e l'archivio delle passate playlist costituirebbe uno storico da spulciare. Invece così va perso tutto.

 

in verità pensavo proprio alle playlist mensili della rivista Rumore che io uso per vedere se c'è qualcosa di interessante tra le nuove uscite

ma in quel caso la periodicità mensile della playlist è legata alla periodicità della rivista, quindi ad ottobre ci saranno brani dei dischi recensiti su Rumore di ottobre (ma non solo le nuove uscite, anche brani vecchi di artisti sui quali sono stati scritti articoli, a proposito oramai le copertine riguardano più spesso le band oggetto di retrospettiva che quelle con i dischi nuovi in uscita, a conferma della premessa che facevi)

 

comunque una forma di colonna sonora del momento secondo OR sarebbe interessante per un pigro come me che ancora ha la curiosità di capire che cavolo succede nel mondo del rock


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#46 markmus

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Inviato 16 ottobre 2024 - 17:03

 


quel che dici è probabilmente vero.. sicuramente per ondarock e le poche testate cartacee rimaste, non conosco abbastanza l'universo delle riviste online per giudicare il ricambio generazionale ma sembra possibile.

in aggiunta al problema ascoltatore e recensore c'è anche da considerare la lifespan di un genere musicale e rendersi conto che culturalmente il rock e dintorni non è quello che era anche solo 20 anni fa, è un linguaggio che comunque sta diventando vecchio, anche quello secondo me condiziona.

 

io ascolto sempre tanta roba nuova rispetto ai coetanei ma sono meno le cose che stupiscono rispetto a un tempo non penso solo per l'età delle orecchie ma anche per la riduzione nel numero di permutazioni (ok, questa è una cosa soggettiva ma se ci sono cose particolarmente "nuove" come estetica/poetica non le pubblicizzano bene asd).


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#47 wago

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Inviato 16 ottobre 2024 - 19:01

Che non siano pubblicizzate bene non c'è dubbio (anche se ci sono eccezioni), io però porterei un paio di esempi di cose che sono rock e sono, come estetica, nuove degli ultimi anni:

 

Glass Beach e in generale tutto il filone post-emo

Mercury Tree (da "Spidermilk" in poi) e in generale tutto il rock microtonale

La frangia più rock dell'hyperpop pure: 100gecs, underscores, dynastic

 

Loro malgrado direi che anche tutta la roba postpostpunk molto proggheggiante (black midi, Squid, mettiamoci pure HMLTD e Eunuchs anche se lì il percorso è un po' diverso) è piuttosto inedita come estetica, nel senso che ovviamente rimandi al passato ci sono ma il filone in sé è piuttosto riconoscibilmente odierno e con tratti solo suoi.

 

 

Volutamente cito solo cose che rientrano bene o male nel mio orticello, immagino in altri campi ci siano altrettante novità. Il punto è che queste bolle non si parlano e non riescono ad arrivare all'appassionato un po' meno nerd, che vede in giro poco più che il nuovo degli Smile e si autoconvince sia il meglio sulla piazza, una genialata totale, e l'ultima cosa da salvare prima del definitivo tramonto del rock.

 


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#48 il mistico

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Inviato 19 ottobre 2024 - 17:10

Dopo infiniti thread sulla situazione del forum, intervallati da infiniti (meno uno) thread sulla condizione del sito, ecco finalmente... un thread sulla situazione del sito. E anche un po' del forum. E anche un po' di altro.

 

Ascolto l'ultimo album degli Smile - che per inciso mi sembra davvero il loro più interessante - e rimugino su una serie di osservazioni che ciclicamente mi sono ritrovato a fare in questi mesi e a ben vedere anche anni. Nella fase musicale che viviamo, ci sono numerosi artisti di buona fama e lunga carriera che sono riusciti a mantenere una produzione qualitativamente consistente, e soddisfacente per una buona parte della loro relativamente ampia fanbase. Ne cito alcuni che hanno pubblicato cose di recente (ognuna con le proprie vicende, iati, eventuali reunion): Radiohead/Smile, Nick Cave, Godspeed You Black Emperor, Cure, Peter Gabriel, Slowdive, Blur e dintorni, Yo La Tengo, Swans.
Alcuni di questi sono nomi a cui sono molto legato, altri per nulla: in nessun caso, ammetto, le loro recenti uscite mi hanno fatto gridare al miracolo, e men che meno convinto che questi artisti abbiano una qualche centralità negli sviluppi musicali di questi anni, anche soltanto in campo rock. Eppure, la risonanza e il consenso riscosso da questi nomi è, comparato alla gran parte delle nuove leve, ciclopico.

 

Premetto che la mia prospettiva risente di un inderogabile bias: baso le mie impressioni in larga misura su visite e interazioni di Ondarock e delle sue pagine social. Stando a queste, eccetto forse i bersagli d'odio tipo i Maneskin e una specifica assai ristretta fetta di (non-più-tanto) nuovi virgulti post-post-punk, nulla "tira" di più dei grandi vecchi: quelli che ancora pubblicano musica ritenuta valida, ma anche quelli che si limitano a annunciare tour, parlare del più e del meno, o andare in TV tramite un documentario d'archivio.
Il pubblico di Ondarock sarà particolarmente sclerotizzato, ma non mi pare che "fuori" le cose vadano tanto meglio: grossomodo gli stessi nomi di cui sopra sono spesso i pochi ricollegabili al rock a comparire nelle rassegne di fine anno sia delle testate musicali figlie della cultura indie/alternativa, sia spesso di quelle generaliste.
Accetto comunque che il mio punto di vista possa essere condizionato dall'aver a che fare con una comunità di appassionati specifica: visto però che l'ambiente in cui il sito opera è quello, mi chiedo come interpretare la cosa e, soprattutto, come ci si dovrebbe comportare a riguardo.

La mia principale fonte di crucci è che non penso affatto che in ambito rock non ci siano fenomeni recenti, interessanti ed emozionanti: senza dubbio oltre a quelli c'è molto altro di stimolante in campi altri che non hanno granché a che fare col rock, ma non mi sembra davvero uno di quei periodi (se mai ci sono stati) in cui l'ascoltatore rock non può fare altro che affidarsi al passato e alle solide garanzie dell'usato garantito.
L'altro elemento che mi sconcerta è come riguardo agli artisti sopra proliferino gli elogi. I loro non sembrano mai essere buoni dischi, album da ascoltare volentieri se si è fan consolidati del tal artista: no, sono inevitabilmente capolavori, segno di un genio incommensurabile, quasi doni divini lasciati per noi da creature mitiche lasciate a presidiare la cultura rock in via di inesorabile estinzione. Fra i termini maggiormente ricorrenti, indipendentemente dal mese d'uscita, si incontra nei commenti social "disco dell'anno": ogni volta che mi capita, mi domando quali siano gli altri dischi ascoltati da chi scomoda così agilmente l'espressione, se sono io ad avere un entusiasmo davvero volubile o questi ascoltatori a lasciare davvero poco spazio alla curiosità per stimoli altri rispetto al già noto.

La risposta me la danno, in parte, di nuovo le statistiche legate al sito: a prescindere dalla valutazione ricevuta dai dischi e dall'enfasi con cui il sito li raccomanda, gli artisti poco noti a chi ci segue suscitano pochissimo interesse. Non è raro che album scelti come "creste" per la rispettiva sezione ricevano zero commenti su Facebook e compaiano bassissimi (o non compaiano affatto) nella lista delle pagine più visitate del mese. O la curiosità, o la fiducia verso le proposte del sito, o una combo delle due, sono davvero scarse presso una fetta maggioritaria di chi ci segue.
Le discussioni, quando queste avvengono, sono poi spessissimo orientate a una riproposizione di dogmi e agiografismi inflessibili dei soliti tre-nomi-tre, condite di accuse di svendita se a essere trattati sono anche nomi non propriamente rock (o rock, sì, ma "troppo commerciali" per un ascoltatore di presunto buon gusto). Il tutto a conferma della sostanziale chiusura, non solo verso i nuovi ascolti ma anche verso il confronto, di chi partecipa sulle nostre pagine social.

Capiamoci, una parte di ciò che descrivo è fisiologica: si invecchia e invecchiano i gusti, il pool degli ascoltatori rock si riempie assai più lentamente di nuovi adepti di quanto lo facesse un tempo, è ovvio che chi è noto a molti attirerà l'attenzione di molti mentre chi deve ancora emergere si muova su numeri piccoli. Altri fattori mi sembrano più contingenti e nuovi: la macchina dell'hype, efficiente quasi in modo parossistico nei primi anni Duemila, sembra ampiamente rotta almeno per le uscite ricollegabili al rock, e l'economia delle piattaforme porta a dinamiche per cui se sei già grosso lo diventerai sempre di più mentre se non disponi subito della massa critica sei destinato al fallimento (a meno di sorprese virali e supporto di specifiche community), le pagine pubbliche di social network come Facebook sono diventate una cloaca di odio nemmeno più tanto represso, e i meccanismi di fruizione dettati dal mobile e dallo sminuzzamento dell'attenzione penalizzano le letture corpose e facilitano ulteriormente ciò che acchiappa perché già dotato di un suo proprio "slancio" legato al nome.
Il combinato disposto di questi elementi, però, determina una spirale che trovo mortifera: anziché spingere sulla diversità e tenere gli occhi aperti sui fenomeni emergenti (cosa che, coi suoi limiti, Ondarock risolutamente fa), il sito è incentivato a puntare su contenuti riguardanti i mostri sacri: approfondimenti, rianalisi sotto nuove prospettive, comparazioni e altri contribuiti di qualità, ristampe ma anche annunci di ristampe, classifiche di terze parti riguardo ai migliori dischi del tal artista, dichiarazioni pubbliche, ecc.

Posto che la dinamica questa è, ed è forse più saggio cercare di sfruttarla e incanalarla a proprio vantaggio (come il sito sta facendo, con successo in termini di visite), mi chiedo anche come e se si possa provare a controbilanciarla, a promuovere con efficacia anche un approccio più aperto, a stimolare curiosità.
Un'iniziativa lanciata durante l'estate, e finora capace di raccogliere buoni consensi, è stata creare su Facebook un "recap" mensile dei dischi su cui il sito ha scommesso: un classico carosello di copertine, con breve lancio e link alla recensione del disco del mese, di tutte uscite indicate come "sulla cresta dell'onda" e di tutte le pietre miliari del mese. È qualcosa, senz'altro non abbastanza; soprattuto, però, raggiunge solo chi segue Facebook che è probabilmente la fascia più sclerotizzata dell'utenza.
Che altri format si possono pensare, sia per solleticare un po' di curiosità da parte di chi si è impigrito che, eventualmente, per avvicinare un'utenza nuova, più giovane o anche soltanto più aperta alla novità? A me sono venuti in mente titoli paraculi tipo "Cinque dischi che devi ascoltare se ami 'Ok Computer'". Anche recapponi composti da nuclei sintetici e contenuti meno legati al testo scritto e/o destinati ad altri social potrebbero essere d'aiuto, ma si tratta in ogni caso di iniziative onerose (se non in termini di denaro, almeno in termini di progettazione e impegno) e non vale certamente la pena di lanciarcisi senza avere valutato bene a cosa convenga dare priorità.

Perché lo scrivo qui, visto che in fondo è una questione redazionale?
Beh, in primis perché in realtà non lo è davvero. Parto dal contesto che vivo, ma mi sembra che la dinamica sia più generale e riguardi, come da titolo, un diffuso calo di curiosità da parte degli ascoltatori di musica rock. Come tale, credo la discussione possa interessare un po' tutti qui visto che quello è il background che quasi tutti condividiamo - anche solo per concludere magari che no, che è tutto un abbaglio mio (ne sarei davvero lieto).
In secondo luogo, perché anche il forum risente da tempo (forse da più tempo ancora?) di questo calo di coinvolgimento attorno alle nuove proposte, ma benché non più vispo come quindici anni fa mi pare conservi, rispetto a ciò che vedo fuori, un interesse comunque maggiore, sia in termini di curiosità che di apertura al confronto. Insomma mi sembra un posto giusto per provare a ragionare su cosa sia possibile costruire: siamo dentro al fenomeno ma con un'intensità diversa, abbiamo un legame col sito ma da tempo non così forte come agli inizi, e possiamo insomma guardare al tutto con uno sguardo critico che in un altro ambito della rete non sarebbe scontato.

Grazie a chiunque vorrà dare un suo contributo.

 

fatti una birra, la vita ti sembrerà più facile


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#49 wago

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Inviato 19 ottobre 2024 - 17:41

Mistico sei fuori fase, perché sembri un vero thread del 2004 la formulazione da usare per esprimere un concetto sì raffinato è "get a life"
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#50 simonisback

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Inviato 21 ottobre 2024 - 09:10

La morte interiore purtroppo è solamente una metafora che comunica, e comunica bene.

 

Ieri sera, tra un branzino e una cotoletta conoidale, pensavo come il rock fosse tutto sommato un virus. Gli stessi accordi degli anni cinquanta sono ancora vivi e nonostante tutto siamo arrivati a gargarismi splendidi come questi BUNUEL, che non conoscevo per nulla.

 

Se sei cartesiano non penseresti mai alla morte interiore, se sei hegeliano non esiste (i).. credo che la critica apre croste terrestri di axiologie trasposte da altri canali informative per portare avanti generi musicali.

 

Ieri sera ho letto una bellissima semi monografia di MARK FISHER sui mitologici THE FALL.. ecco forse quel tipo di collezione di enunciati tra il colto e il passato dei compossibili sia troppo datata.. comunque tutto è retroattivo. 

 

Bisognerebbe studiare o meglio sforzarci da spezzare via le violenze semiotiche SUL rock e categorizzarlo, ontologizzarlo appunto.

 

Secolo scorso ha significato solamente una cosa: dopo Hitler tutti i migliori filosofi hanno messo in discussioni tutto e il TUTTO, decostruendo.. e da quell'imene bruciante radioattivo sono nati tanti micro insetti mutanti che si sono ispirati anche alla grande letteratura feticista psicotica americana tipo il pasto nudo etc.

 

Non ascolto più musica rock, tranne i BUNUEL, ma ascolto tantissima DRONE MUSIC, IMPROVVISATA e AVANTGARDE. Il rock comunque ha sfiorato, dicasi solamente sfiorato, la scrittura basica di un PUZO per diventare i SONIC YOUTH, la più grande fregatura di sempre.

 

REYNOLDS nel 2008 intervistato da MARK FISHER diceva tutto questo, intravvedeva che il nuovo fine del capitalismo sarebbe stato il palmare, la compulsione di un nulla a più nulla, l'apparato di cattura definitivo dell'INDIFFERENZA NON SATANICA PER IL PROSSIMO. Un cristo ebraismo che ritrova le proprie regole, le proprie Inquisizione. Guardate troppo in alto, la fioritura ottocentesca dei palazzi, vi trastullate con il comedone del liberty.. e intanto sotto, sotto la terra ci sono strati che si spezzano e ritornano migliorati o peggiorati e orientano la distanza dal quieto vivere bucolico del folk anni settanta.


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