Secondo me è ora di provare a discuterne in (questa) separata sede.
Anche al netto dei due eventi musicali di maggior risonanza globale degli ultimi anni (dall'annuncio dell'Eras Tour di Taylor Swift nel 2023 alla presunta reunion degli Oasis nel 2025), ciò che lascia basiti è la sempre crescente isteria che accompagna il tentativo di accaparrarsi biglietti sempre più costosi - ormai nessuno batte ciglio per qualunque cifra dai 50 € in su -, anche per eventi ricorrenti come i tour dei Coldplay o dei Muse.
Ormai non credo nemmeno si tratti della "fame da bagno di folla" che tutti avevano pronosticato sul finire del biennio Covid, quanto dell'accentuarsi del famigerato fattore psicologico FOMO (fear of missing out), di pari passo con un sempre più forte senso di frustrazione per la propria vita privata e/o lavorativa che spinge la massa ad annullarsi nell'inebriante bombardamento sensoriale di concerti dove a malapena c'è aria per respirare.
A ciò si aggiunge ovviamente lo strategico sfruttamento del fattore nostalgia da parte delle major, che stanno portando a riunirsi tutte le maggiori band con membri ancora in vita poiché, escludendo fenomeni pop sproporzionati come Taylor e compagnia, i fatti dimostrano che garantiscano molto più guadagno delle nuove proposte.
Quanto c'è di vero nell'entusiasmo che trasuda dal frastornante battage social/mediatico? Quanto di tutto ciò, oltre ai fattori summenzionati, ha invece a che fare col bisogno di nuovi "contenuti" per il racconto di sé sui social (come avviene oggi per il turismo, ovvero una spasmodica ricerca di nuove scenografie per stories e reel)?
A voi.