Le dichiarazioni di Amato sono state, almeno nella fase iniziale, sorprendentemente dirette. Però è evidente che
non ha mai affermato di essere in possesso di prove definitive o conclusive che dimostrassero senza alcun dubbio la responsabilità francese nella strage di Ustica. La sua intenzione era piuttosto quella di provocare una reazione da parte dei Macron, una figura che, almeno in teoria, avrebbe potuto prendere l’iniziativa per fare chiarezza.
Purtroppo, Macron ha scelto di non fare nulla. Questa reticenza potrebbe essere attribuita alla difesa del diritto della Francia di difendere i propri segreti di Stato, decidendo di rendere pubbliche eventuali informazioni riservate solo se e quando lo riterrà opportuno. In alternativa, proprio come si è ipotizzato nel caso italiano, è possibile che anche le autorità francesi abbiano avuto tutto il tempo necessario per distruggere eventuali prove, rendendo di fatto inutile qualsiasi ulteriore tentativo di indagine.
Qualunque sia la spiegazione reale, mi sembra ovvio che l’ipotesi francese rimanga, ad oggi, la più plausibile. Sia Amato che mi pare Cossiga, ciascuno a suo modo, hanno indicato quella direzione, e trovo difficile immaginare che due tra le più alte cariche istituzionali italiane avrebbero preso una simile posizione senza avere almeno una solida base di sospetto.
In realtà noi abbiamo percepito come dichiarazioni dirette quelle che un quotidiano ci ha scaltramente presentato come dichiarazioni dirette, ma che l'autore stesso ha considerevolmente ridimensionato.
Tant'è vero che nulla è stato portato nelle sedi competenti, manco un nome, una circostanza, niente di niente. Ma manco un suggerimento nelle sedi non competenti.
Macron nulla ha fatto e nulla avrebbe dovuto. L'onere della prova spetta al paese sul cui territorio è avvenuto il fatto. Bizzarro che un ex governante di un paese sovrano chieda al paese accanto di autoaccusarsi. Intanto, se avessimo avuto anche uno straccio di prova, non penso proprio avremmo coperto la Francia. Gli Stati Uniti sì, la Francia non credo proprio.
Bizzarro anche che il recupero dei relitti sia stato disposto con tanti anni di ritardo.
Suggestivo il fatto di Solenzara, ma la distanza Ustica-Corsica non è poca. E si consideri che proprio dietro il volo Itavia c'era un volo Air Malta, che nulla ha visto o segnalato (altri aerei, esplosioni ecc.).
Si consideri anche che un Mig avrebbe potuto mettersi nella scia dell'Itavia (magari scambiato per l'Air Malta, visto che l'Itavia a quell'ora non avrebbe dovuto essere lì, ma avrebbe dovuto già essere atterrato da un pezzo) per abbatterlo, visto che l'Italia era in procinto di firmare un accordo con Malta, che prevedeva da parte italiana la garanzia militare sulla sovranità aerea e marittima di Malta (accordo firmato il 2 agosto, giorno della strage di Bologna), o semplicemente per andare indisturbato in Libia. E magari ha urtato l'Itavia nel tentativo di starvi troppo attaccato, causando danni tali da farlo precipitare (il che è compatibile con le conclusioni di tanti periti, che non parlano né di bomba né di missile).
E magari contemporaneamente i francesi stavano davvero cercando il Mig (oppure no), ma non l'hanno trovato.
E quindi poi ovviamente tutti hanno negato tutto, perché nessuno voleva esservi implicato.
Oppure a cercarlo erano gli americani, che lo hanno abbattuto sulla Sila. Oppure c'è stato messo dopo.
Oppure oppure oppure, perché tanto ipotesi così vaghe sono tipiche di chi effettivamente non ha scoperto nulla.
Poi magari ti leggi lo studio di Goran Lilja (pubblicato e disponibile), uno dei periti più competenti al mondo in fatto di incidenti aeronautici, e ti convince che è stata una bomba, dall'analisi del relitto e non da ipotesi più o meno suggestive.
E poi ti leggi lo studio un po' meno scientifico ma molto meticoloso e molto competente del comandante Bonifacio e pensi che non sia stato né il missile né la bomba, e che i magistrati (pm) coinvolti hanno avuto un'attitudine poco rigorosa.
Poi ti leggi tutti gli altri libri e ti cascano le braccia, perché fanno copia/incolla l'uno con l'altro senza aver mai accertato nulla.
Poi ti leggi il suggestivo libro di Gatti e la sua pista israeliana (libro ripreso inopinatamente da Report senza nulla verificare, copia/incolla), che però potrebbe in qualche modo essere compatibile con una ipotetica presenza francese, quindi una sorta di battaglia aerea franco-israeliana, risolta mettendo sulla Sila un Mig fasullo il 18 luglio fingendo che sia lì da fine giugno).
In tutto questo, la sentenza penale di striscio dice che di altri aerei in volo è stato accertato che non ve ne fossero.
Meglio ha fatto quella civile: considerato che l'incapacità di uno Stato di accertare la verità è una colpa in sé, lo Stato italiano pagherà un risarcimento a tutti i familiari. (Secondo me, decisione giustissima).
Allorché dei militari hanno chiesto al governo Renzi di fare ricorso, perché accettare la sentenza civile sarebbe stata un'ammissione di responsabilità anche dell'Aviazione militare, che responsabile dice da sempre di non essere.
Renzi non li ha ricevuti, ma lo fece il capo del suo ufficio legislativo, che non accolse l'invito a fare ricorso.
Amen, da allora la vicenda è chiusa e viene ripresa periodicamente da qualche giornale giusto per spargere qualche altra inutile suggestione (parola non a caso più ricorrente in questo post).