Ne hanno dette di tutti i colori su Kim Min-ji in arte Peggy Gou, celebre Dj e fotomodella coreana di buona famiglia e frequentazioni d'alta moda nell'asse Londra/Berlino, grazie alle quali è salita rapidamente in vetta alla scena elettronica contemporanea. Una fumata bianca che non è certo passata inosservata tra le rosicate di colleghi e conoscenti; pare sia stronza, opportunista, falsa, bugiarda e che non produca manco le prorie canzoni, ma essendo figa s'infila nelle locandine più esclusive comandando un cachet di proporzioni mainstream!
Sarà tutto vero? Io francamente propendo per il no, anche se certo mi fa ridere l'idea di una Paris Hilton del Sud Est asiatico che caga in testa ai poveri dall'alto dei propri piatti griffati. Diciamo piuttosto la verità: il problema non si porrebbe se non fosse che questa gran fija de' marketing sta dando alle stampe alcune tra le pagine più fresche e accattivanti della nuova house da streaming. La sua formula è semplice ma efficace: tonda e zompante ma asciutta e pertinente, sottilmente melodica ma mai caciarona né invadente, prodotta ad arte con i pads più morbidi e deep in circolo e poi rifinita con una spruzzatina appena di gamelan per un frizzantino tocco velatamente etno.
C'è pure una chiara evoluzione sonora, a dimostrare la crescita di Peggy come autrice e producer nel corso del tempo. Se l'era del doppio Ep "Art Of War"/"Art Of War Pt.2" e "Seek for Maktoop" (tutti datati 2016) era incentrata su umbratili strumentali techno dedicati alle piste più underground, con i successivi Once (2018) e Moment (2019) la ragazza ha preso il volo, mettendosi anche al microfono su singolazzi come il mio preferito in assoluto "It makes you forget (Itgeane)", e lo slanciato "Starry Night", per il quale la Ninja Tune ha sganciato anche il budget per un videoclip:
Poi, un prontissimo salto della quaglia verso il nascente revival Y2K e "Arriva Progressiva" con "I go", per entrare di soppiatto nel cuore dei Gen Z e assaltare la roccaforte di TikTok senza alienare i vecchi seguaci.
Oggi Peggy cala definitivamente le mutande senza ritegno con l'irresistibile hit estiva "(It goes like) nanana", che sta sbancando un po' ovunque grazie a un furbissimo ladraggio di vecchi pezzi eurodance - viaggia molto bene in streaming, è in top 5 in UK, mentre in Grecia l'hanno appena mandata al n.1:
Dovrebbe arrivare un album di debutto, si spera a breve visto il successo montante del singolo di lancio, sarebbe un peccato perdere momentum proprio adesso.
Per il resto, Peggy la stronza è il nome dance attualmente sulla bocca di tutti, il che può anche essere un demerito a seconda del proprio credo. Ma la sua musica è figa e prodotta molto bene, per quel che mi riguarda il resto del corollario mediatico e modaiolo da copertina di GQ può anche starci. Cosa preferireste voi: dj-set ignorante di un crucco sudato in sandali e calzini di spugna, o Peggy Gou in reggiseno La Perla e tacco dodici?