3 replies to this topic

[tiresia]

Scopro che è parte di una trilogia su Oslo, ma io ho visto solo questo film che ribadisce la bravura di Trier (avevo visto il solo Thelma, davvero maiuscolo) in ogni aspetto, non solo è molto dotato visivamente, ha qull’occhio per cui le sue inquadrature raccontano lo spirito del film (l’inizio in questo caso con Oslo di sfondo sulla protagonista, la meravigliosa scena delle città ferma mentre lei corre per cercare l’altro lui), ma ha anche una notevole capacità di scrittura e qui mette in campo lo spaesamento generazionale dei trentenni e dei quarantenni, con una lei fulminante nel vortice del nomadismo fisico, sentimentale e di prospettive del futuro.
C’è tutto il presente in questo film, padri e madri incapaci di essere genitori, figli che fisiologicamente non trovano cosa essere e neppure cosa fare in un contesto fluido e non prevedibile, adulti che vorrebbero fermarsi e costruirsi, ma soprattutto c’è l’insieme di isterie collettive, di afflati ecologisti, di estremismi artistici, di scontri di genere e di generazioni così vivi, così attuali che fanno di questo un gran bel film.
Scena preferita comunque è l’apice dell’intimità dell’incontro della protagonista con il suo secondo amore, una scena costruita sulla seduzione senza sesso, sulla condivisione dell’intimo e del personale che crea una tensione profondamente romantica, molto bella.
https://www.ondacine...-del-mondo.html

[100000]

non vedo l'ora di recuperare anche questo, ma ho visto gli altri due film della trilogia (vabbè) proprio quest'inverno: apprezzatissimi, e consiglio praticamente ogni cosa di Trier/Vogt (Blind ottimo, del solo Vogt, anche alla regia)
questi film mi riconciliano con il mezzo filmico e fanno dimenticare hollywood supereroi e merda varia, un modo di raccontare e mostrare diverso dal mainstream americano che ormai malsopporto anche nelle sue iterazioni più riuscite. associo questo tono o stile in generale ai filmmaker scandinavi, che inspiegabilmente trovo molto vicini nella sensibilità, forse, o a qualcos'altro che non saprei definire, non so

[100000]

visto, forse dei tre quello che mi ha colpito meno, ma rimane un ottimo film, un confronto generazionale e privo di giudizi morali (a partire dall'ironia del titolo), aspetto che si va a sommare a sceneggiatura e regia di tutta la trilogia nel rendere questi film una boccata d'aria fresca rispetto a ogni asfittico film hollywoodiano sempre uguale. anche gli attori mi sembrano un sollievo rispetto alle solite facce che recitano nel solito modo (forse sono io che sono giunto al massimo grado di insofferenza verso il cinema americano)

tornando al film, interessante anche il farsi da parte del regista e del suo alter ego, mantenendo e descrivendo così bene la propria posizione (esistenziale) e allo stesso tempo mostrando così bene anche quella (sempre più precaria) della generazione successiva, assurta a vera protagonista del film

[tiresia]

Ho concluso la trilogia di Oslo con Reprise e Oslo, 31 august, davvero maiuscola. Per me strepitoso il secondo, un distillato di analisi generazionale condito da un quadro della città spettacolare. Grande regista Trier, grandi sceneggiatori i due, davvero un peccato la minima diffusione dei loro film. Cercherò Blind del solo Vogt.