Madame in "tu si 'na anatra"
Maron pure na disscuss su Madame.
Bisogna saper attendere x dare giudizi, questa frenesia di dare opinioni a caldio, soprattutto in un genere giovanolistico, magari quando si hanno più di 40 anni poi...
Ritorno un pochino sulla polemica da me aperta l'altra volta: leggere recensioni da parte di non più giovani sulla musica x giovanissimi mi puzza tantissimo di mestieranza, di forzata esigenza di esserci.
Un pacato scivolamento nell'oscura fase del non giudizio almeno x cose che appartengono ad un'altra generazione.
Largo ai giovani, anche in redazione.
Da esponente della generazione di Madame, e sua grande fan, mi sento di dire questo (in parte rielaborando cose che ho già scritto nel commento sopra)
Con la premessa indispensabile che la "recensione 100% obiettiva" non è possibile se non da parte di pochissimi super-pro, cosa che io decisamente non sono, e forse neanche da parte loro, perché c'è sempre una parte di noi che risuona più con alcune forme e non con altre
Io la differenza di Madame rispetto ai suoi compari la sento innanzitutto a livello di carisma. Ha una presenza più magnetica, più coinvolgente, più empatica rispetto al resto della squadra. Sono perfettamente consapevole che i produttori sono sempre gli stessi. Ma la personalità di Madame è forte, e questo fa sì che i produttori lavorino sulla sua specificità, cosa che con altri compagni di squadra non succede. Rkomi non ha una personalità altrettanto forte. Irama non ha una personalità altrettanto forte. Sangiovanni non ha una personalità altrettanto forte. Blanco non ha una personalità altrettanto forte (ma più forte di altri, ma secondo me comunque non al livello di Madame). Il risultato è che sugli altri prevale la visione del produttore. Dei produttori. Che appunto sono sempre gli stessi. Sangiovanni prodotto da Dardust non è particolarmente diverso da "tutti gli altri" prodotti da Dardust. Madame prodotta da Dardust è un prodotto che percepisco unico, perché unisce il carisma e la specificità di Madame alle specificità di Dardust che a sua volta tira fuori un lavoro superiore alla propria media. Almeno, così lo recepisco io. Poi può darsi che ad altri faccia schifo. Ma secondo me "La festa della cruda verità" è un lavoro particolarmente riuscito per Dardust a livello di costruzione della base e cucitura intorno alla voce di Madame, così come lo sono alcune sue produzioni per Mahmood, che considero un altro potenziale campione di scuderia, ancora più di Madame.
Ascoltando attentamente i testi di Madame, poi, non è difficile individuare riferimenti al disagio giovanile che sono stilettate, perché possono essere scritti solo da una persona che certe cose le ha vissute (autolesionismo, disturbi di personalità indotti dalla mattanza psicologica e culturale oggi in atto sulla mia generazione e ancora di più su quelle successive). Queste violenze le ho vissute anch'io, in modo anche parecchio diretto. E sento in lei un modo di organizzare la scrittura, i testi, le immagini e le sensazioni che evoca, che sono di una precisione talmente devastante che o anche lei le ha vissute in prima persona come e peggio di me, o ha un'empatia talmente prodigiosa che riesce a immedesimarsi come ben pochi riescono a fare. E' una forma di malessere specifica della mia generazione e trovo normale e legittimo che chi ha molti più anni non se ne accorga neanche. Ma c'è. C'è e urla forte. Non per niente questo è un album senza featuring, è un album che vuole raccontare qualcosa, ce lo racconta Madame, non parla solo delle solite smargiassate da trapper ma di una sofferenza che è reale, esiste, e lo fa con una forma che indugia nel cantautorato secondo me non per velleità (o non solo per velleità) ma perché il cantautorato è un format diretto e navigato che permette di veicolare questo malessere senza mezzi termini. Ed è anche un format ben conosciuto a chi è più "anziano", ci vedo in qualche modo un tentativo di comunicare proprio con chi è più vecchio, e forse paradossalmente proprio questa mediazione le fa perdere forza, secondo me. Posso comunque dire che, nella mia famiglia, mia madre non ha apprezzato il primo disco perché non lo capiva, questo invece le è piaciuto, ha sentito una connessione con un linguaggio che le è familiare, e si è commossa pensando anche alla mia stessa storia, che abbiamo condiviso insieme, ogni singolo istante. Ma mi rendo conto che la commozione di mia madre non vale niente sul piano statistico. Però è un'esperienza personale che penso valga la pena di segnalare.
Magari è un fuoco di paglia e sono io che ho un abbaglio. Ma questa emozione me la tengo cara e non la dimenticherò.
A livello tecnico, non credo che sia un capolavoro, l'ho già detto. Ma credo che sia un buon prodotto, con un valore aggiunto che è il carisma di Madame e la sua capacità comunicativa superiore, che però forse solo i suoi coetanei possono cogliere. Questa selettività generazionale immagino possa essere considerata una debolezza. Non per questo credo non valga la pena di farla notare.