Non mi aspettavo che avrei trovato apprezzabile questo progetto, ferventemente romano e prodotto da Niccolò Contessa (che tolte le prime cose dei Cani mi aveva sempre fatto più incazzare che altro).
Invece mi pare che questo "Privilegio Raro" sia un disco divertente e prodotto molto bene. Un mix di cantautorato e rap che finisce per somigliare più al secondo che al primo, risultando però decisamente più versatile e fuori dagli schemi rispetto ai cliché del genere. Le basi e il trattamento della voce mostrano varietà ed efficacia, spaziando dalle marcette alla Iosonouncane alle chitarrine indie agli inserti folk al funky e alle synthpopperie, e giocando ampiamente con quel trucco che sdoppia la voce e altre trovate non sempre impeccabili ma spesso intriganti.
Il flow, se così vogliamo chiamarlo, mi piace nel suo accontentarsi di poco; si muove bene tra il parlato-punto-e-basta, il rap cinico non troppo, gli intermezzi citazionisti (un Battiato qua, una Girl of Ipanema là) e le variazioni melodiche opportunamente paracule. I testi invece hanno alti e bassi, più bassi che alti forse. Anche qui la gamma stilistica è abbastanza ampia, ma mi pare si incontri spesso una tendenza a mettere in mostra riferimenti intellettuali alquanto triti. Sembra che sto Giorgio Quarzo Guarascio sia uno studente di quinta liceo che, finito l'orale di maturità, abbia mandato giù gli appunti dell'ultimo anno invece che chiuderli in un cassetto o dar loro fuoco. Qua e là però il gioco funziona, in particolare quando si lasciano da parte i D'Annunzio e i riferimenti cristologici e si lascia prevalere un po' di cazzonaggine.
Nel complesso, direi comunque un mezzo capolavoro. Mezzo nel senso di ★★★☆☆. Per chi non l'ha sentito, due pezzetti. La rece di Alessio Belli (che aveva trattato anche il primo album) invece sta qua: https://www.ondarock...vilegioraro.htm