Definire la musica di Sam Gendel come ambient jazz fatto di processori, loop e destrutturazioni melodiche sarebbe riduttivo.
Personalmente lo ritengo uno di quei musicisti che non si possono incasellare in delle categorie, perché la sua musica trascende i generi dentro i quali la si vuole confinare, perché ci si può sentire un certo tipo di jazz ma anche tanta psichedelia e soul (se non è musica che viene dall'anima la sua...).
Musicista dalla produttività impressionante, uno dei pochi ad essere stato in grado di creare un suono personale che lo distingue da chiunque altro (almeno tra i sassofonisti degli ultimi 20 anni), alla ricerca di un'evoluzione continua. L'unico consiglio che si può dare nell'approcciarsi alla sua musica è quello di perdersi completamente negli universi sonori creati in ogni disco, esperienza che reputo ogni volta e ad ogni ascolto meravigliosa.
La pubblicazione più recente è quella con il chitarrista Shin Sasakubo:
Qualcuno di voi se lo ricorderà per aver lavorato anche con Moses Sumney e nel recente album di Pino Palladino e Blake Mills (Notes With Attachments).
