Ispirato dalla lettura del libro che dà il titolo al topic, ma non solo, ho cominciato a pensare che anche io, nel mio piccolo, ho una biblioteca e non una raccolta di libri. Quindi il topic che è a metà tra feticismo e curiosità.
Come è fatta e ordinata la vostra biblioteca, o la vostra libreria? Come siete arrivati a questo ordine? Quali sono le inesplicabili paturnie connesse alla sua gestione?
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Inizio io.
Ho quasi tutti dei poveri scaffali billy dell'ikea, purtroppo bianchi. Poi un mobiletto basso di legno dove tengo la letteratura inglese e americana e un armadio a vetri, dove c'è prevalentemente letteratura italiana e alcuni degli autori che amo di più: gli emiliano-romagnoli (Celati, Cavazzoni, D'Arzo, Delfini) e i siciliani (D'Arrigo e altri).
Lì ci sono anche 4 grandi classici Ricciardi (Leopardi in due volumi, l'Orlando furioso, tutta la poesia di Tasso); quasi tutti i libri in inglese che ho (Hemingway, Roth, Lewis Carroll, R. Yates, la King James Bible..); qualche libro che riguarda il territorio in cui vivo o la lingua romagnola (fiabe, i tre poeti di Santarcangelo di Romagna); qualche altro libro di poesia in dialetto (Salvatore Di Giacomo, De Filippo, Totò, Trilussa); e pochi libri di arte che probabilmente si sentono in esilio.
I libri non hanno invaso la casa, ma sono in ogni stanza escluso il bagno: i più in sala/corridoio, ora qui a fianco a me.
Come avrete capito, per la letteratura seguo una ripartizione per lingua: preponderanza di autori italiani, poi inglesi, francesi, tedeschi, russi, letteratura in lingua spagnola e portoghese insieme perché ne ho pochi (su tutti Pessoa, Saramago, Joao Guimaraes Rosa, e di spagnolo quasi nulla); classici greci e latini; testi sacri cristiani ma anche qualcosa di induismo (Bhagavadgita) e buddismo (Dhammapada).
Gli italiani hanno vari scaffali anche lontani tra loro e sono divisi un po' per aree, un po' per simpatie, un po' per tempi. C'è uno scaffale di classici dal Duecento a fine Ottocento (da San Francesco a Giambattista Basile a Pascoli).
Le altre letterature hanno disposizioni meno rigorose in quanto i libri si possono inquadrare tutti e velocemente a colpo d'occhio: l'importante è che le opere di uno stesso autore siano raggruppate (la collana prevale sull'autore solo con i classici Ricciardi di cui parlavo prima, che vogliono stare insieme).
Oltre alla letteratura ci sono soli tre scaffali di saggistica un po' sparsa, a parte la linguistica che sta abbastanza insieme. In cucina ho anche appoggiate un po' di mappe escursionistiche degli appennini insieme a qualche libro sugli alberi e sulla flora in generale. Lì vicino anche qualche libro "per bambini" (Dahl e Rodari).
Ho ridotto a un solo scaffale i libri di scuola, tutto il resto l'ho buttato in uno scatolone.
Ultimamente ho cercato di eliminare qualche libro di collane da edicola es.
che mia mamma mi comprava quando ero giovane. Ok Jack London, ok Gadda, ok Kafka, che ho letto, andando poi a cercare altre opere. Ma perché tenere libri che stanno lì da un decennio e di sicuro sono interessanti, ma non sono "miei"?
La mia razionalità sta combattendo per non comprare un libro di Cavazzoni -trovato a una libreria dell'usato qui vicino- che la mia ragazza ha e che è pure a casa mia. Sì, ma se ci lasciassimo?
Da qualche anno prendo ormai quasi solo usato, in libreria o su ebay. Spesso si paga di meno e la qualità è migliore. Poi se serve la nuova uscita o la nuova traduzione va benissimo anche il nuovo. Amazon è totalmente bandito, a meno che non sia l'unico rivenditore ad avere un libro che mi serve (mai successo).
Se trovo dei buoni prezzi compro anche qualche libro doppio, che tengo in libreria e magari regalo quando ne ho l'ispirazione (ho due Lunari del paradiso identici; due Doppio sogno di due collane diverse ma sempre Adelphi).
Penso di non aver nulla di introvabile. I più rari probabilmente sono un grande Pinocchio illustrato da Jacovitti, i racconti russi tradotti da Landolfi (Vallecchi), lo Stendhal dei classici Adelphi.