Vi piacciono Kate Bush e Weyes Blood?
Avete nostalgia delle gommosità di Britney Spears e Natalie Imbruglia?
Vi ricordate quando quei freakettoni degli Shivaree erano roba mainstream?
Come vi posizionate con l'arte dei clown: interessanti espressioni di folklore o figure del demonio?
Che effetto vi fanno le tende con dentro l'imbrogliona di turno che legge i tarocchi alle trentenni ancora single?
Mettete assieme tutto questo ciarpame ed ecco appena una delle possibili chiavi di lettura di The Turning Wheel, terzo infingardo disco di studio della californiana Crystia Cabal in arte SPELLLING:
Ovviamente, dopo vari ascolti, quel che traspare oltre l'utopia da stregona hippie è ben altra pasta: un cantautorato saturo e barocco capace di incastrare ispirazioni ondivaghe sopra solide strutture prog-pop dai sapori seventies - gli oltre sette minuti di Boys At School inscenano un viaggione meraviglioso.
Certo la sua voce è molto particolare, per via di un timbro che si declina verso il teen-pop delle stelline nominate poco sopra, ma unito a una serie di sempiterne melodie (Always, Awaken) rende il tutto più leggiadro e stempera queste partiture art-rococo. Gli arrangiamenti, infatti, chiamano a raccolta quasi trenta musicisti per fornire arpe, zufoli, violini, pianoforti, tastiere e chitarre elettriche a riempire ogni spazio disponibile.
Questa calda e bizzarra coralità viene poi reinscenata nei videoclip, pieni di amici teatranti, disoccupati del Covid e unicorni vegani raccattati per strada - la stessa Crystia un tempo lavorava come face painter alle feste per bambini e si vede:
Per il resto non so cos'altro dire, un disco a-temporale fuori da mode e movimenti eppure proprio per questo capace di congegnare paesaggi e atmosfere da fiabe dei Grimm. Basta drammi e crude verità, viva l'artificio e viva il posticcio fine a sé stesso.
Il libretto del Cd ha testi e credits, io l'ho già comprato.