Arik Einstein & Shalom Hanoch – Layla shel kochavim (1970)
Einstein è considerato la voce di Israele. Quando è morto membri del governo si sono presentati al suo funerale, per capirsi.
I suoi dischi sono sempre cointestati al musicista che usava per farsi comporre le canzoni (che in media cambiava ogni paio d'album, salvo reunion).
In questo caso, il compositore è Hanoch, il più grande artista probabilmente prodotto dalla nazione a livello di continuità e diversità dei territori esplorati, in seguito a sua volta celebrato solista.
Il pezzo in questione viene da "Shablool", disco storico in quanto il primo a superare le 50mila copie in Israele. In seguito entrambi avrebbero fatto anche meglio, ma qui si è già ad alto livello, con questo puccioso pop folk donovaniano.
4 stelle
Tamouz – Panas ha’rechov (1976)
Di nuovo Shalom Hanoch (ma dal prossimo turno lo stesso utente non potrà mettere due volte lo stesso artista), questa volta in una band, insieme al cantautore Ariel Zilber. L'unico disco dei Tamouz, da cui viene il pezzo, ha momenti vicini al cantautorato classico e altri più prog. Non la mia canzone preferita del lotto ma comunque bella.
4 stelle
Shimon Gelbetz & Ilan Virtzberg – Shir kdamshnati (1982)
Disco storico dedicato ai testi della poetessa Yona Wallach. Si muove fra art rock, soft rock e post-punk, con grande abilità melodica. Poteva esserne scelta quasi ogni canzone e avrei dato il massimo. Questa è una delle migliori.
(Sui due autori posso dire ben poco, perché dopo questo inizio col botto non hanno prodotto molto altro).
5 stelle
Ehud Banai & the Refugees – Ir miklat (1987)
Banai è uno dei più grandi artisti israeliani. Una carriera ultratrentennale senza mai svendersi a sonorità commerciali. Sempre ispido, raffinato, un po' ombroso. Iniziò nel segno del post-punk contaminato dai suoni del Medio Oriente, per poi spostarsi verso il folk rock (ma non solo).
Il suo debutto, "Ehud Banai & the Refugees", da cui viene questo pezzo, è talvolta indicato come il più grande disco nella storia di Israele. Non mi interessa stabilire se sia vero o meno, ma è sicuramente un album pazzesco.
5 stelle