
anche il cinema nel suo piccolo (piccolo?) vive l’incognita che viviamo tutti sul domani, sul ritorno o meno alla normalità, sulla crisi dell’economia e le sue ricadute. non si parla molto dell’industria cinematografica perché indubbiamente non è il primo dei problemi della collettività, ma credo che ognuno di noi che frequenta questa sezione del forum, si sia posto il problema di come questa crisi globale influenzerà il mondo del cinema e dell’intrattenimento, e come influenzerà il nostro rapporto con la sala in un futuro in cui si potrà ritornare a viverla
partiamo dalle conseguenze immediate:
- le sale cinematografiche sono chiuse fino a nuovo ordine, non solo qui in italia ma un po’ dappertutto
- le case di produzione hanno posticipato tutte le nuove uscite primaverili ad un’ottimistica finestra estiva (teniamo presente che il mercato più grosso in occidente, ovvero quello americano, vede la finestra estiva come noi vediamo quella invernale/natalizia: la gallina dalle uova d’oro; contando che la stagione dei blockbusters ormai inizia sempre prima, appunto nel periodo aprile/maggio, perdere anche la finestra estiva equivarrebbe ad un vero tracollo per l’anno 2020)
- sono state rimandate o messe in pausa le produzioni e le post-produzioni avviate o meno di molti film e soprattutto di molti prodotti televisivi, con la conseguenza immediata che alcune serie tv quest’anno non potranno mandare in onda gli episodi conclusivi delle nuove stagioni (è il caso eclatante, ad esempio, di the walking dead)
- la chiusura delle sale sta andando tutta a beneficio delle piattaforme OTT come netflix, amazon prime, disney plus, ecc e in generale di tutti i servizi on demand; alcune case di distribuzione hanno deciso di rendere disponibili i loro ultimi film ancora in sala subito online (la universal per l’uomo invisibile ha addirittura deciso di farlo uscire in contemporanea sia in sala che sulle piattaforme streaming dove è acquistabile in esclusiva); in italia dove è sempre tutto più complicato che altrove, sembra che distributori, registi e produttori non si siano ancora accordati per mettere in campo qualcosa di analogo per tutti quei film italiani finiti nel limbo della non-distribuzione (ricorderete tutti il caso dell’ultimo film di verdone, sul quale tra gennaio e febbraio devono aver speso ¾ del budget solo per tartassarci di spot televisivi, per poi metterlo in naftalina in attesa di tempi migliori)
le conseguenze a lungo termine:
- il coronavirus potrebbe aver accelerato un processo già in atto, ovvero quello della fine della sala cinematografica; in realtà non è così facile la cosa, perché per quanto le piattaforme on demand stiano diventando il business del presente e del futuro in cui si tuffano tutte le grandi corporation di hollywood, nessuno dei grandi blockbusters che le major producono può sperare di fare lo stesso giro di soldi che fa grazie all’approdo nella tradizionale sala cinematografica; nonostante il suo declino, la sala resta ancora indispensabile a certe meccaniche produttive
- a seconda di come finirà quest’anno solare, potremmo assistere o meno alla crisi di un intero settore, di un’industria, come quella hollywoodiana, enorme e potente, e che sicuramente non potrà beneficiare degli aiuti, in primis statali, che nel caso beneficerebbero sicuramente molte cinematografie europee qualora il tracollo fosse davvero senza precedenti (è comunque dal famigerato sciopero degli sceneggiatori di fine anni 2000 che non si assisteva ad hollywood ad uno stop tale delle produzioni e a un ripensamento delle scelte distributive così radicale)
intendiamoci: se anche la produzione rallentasse e uscisse qualche film in meno o, soprattutto, qualche serie tv in meno, non morirebbe nessuno. viviamo quello che è stato definito il peak tv: i prodotti sono così tanti, l’offerta è così mastodontica, che non abbiamo il tempo materiale per vedere tutto. probabilmente questa immagine è anche una buona metafora della nostra stessa società. sicuramente anche in questo settore molta gente perderà il lavoro, perché poi dietro ad ogni show cancellato e ad ogni sala che dovrà chiudere, ci sono delle persone che restano senza una occupazione
ma quello che cambierà, tra le tante cose della nostra vita che cambieranno, è anche il nostro rapporto con la sala cinematografica. per quanto la visione di un film sia paradossalmente sempre una visione privata anche dentro una sala gremita, la visione al cinema è un momento di aggregazione e condivisione sociale per eccellenza. ai tempi di una epidemia, che a sentire gli esperti ci accompagnerà anche per tutto il prossimo inverno, come possiamo immaginarci un ritorno alla normalità anche per il cinema? andremo al cinema con le mascherine osservando il distanziamento sociale? voi tornerete al cinema quando si potrà effettivamente farlo? come sta cambiando il vostro rapporto con i film e l’idea di cinema questa situazione?