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The Rousseau Platform Experience ( Playlist 30/08 - 05/09)


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2 replies to this topic

#1 PinkFreud

    Jung Last

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Posted 06 September 2019 - 11:46 AM

Ascolti e riascolti vari

 

Cibo Matto - Viva! La Woman (1996) [art pop, trip hop] 8

Lana del Rey - Norman Fucking Rockwell! (2019) [pop] 7,5

Airlock - Symptomatic (2004) [trip hop] 7

Battiato - L'era del cinghiale bianco (1979) [new wave] 8,5

The Fall  - Grotesque (1981) [post-punk] 8,5

King Crimson - Discipline (1981) [progressive rock] 8

Traffic - Mister Fantasy (1967) [psychedfelic rock] 7

Various Artists - Strange Days (1995) [film soundtrack] 7,5

Ride - This is Not a Safe Place (2019) [alternative rock] 8,5

Colour kane - A taste Of (2007) [dream pop] 6,5


  • 3

Ja196z8.jpg

superstereo!

*lastfm*

 

 


#2 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Posted 06 September 2019 - 15:45 PM

Luglio e Agosto

Miles Davis – ‘Round about midnight 73/100
Jazz piuttosto classic, da assoluto profano direi godibile e poco più

Doves – Some cities 77/100
Bella band i Doves, questo Some cities ha una vena più viscerale e rumorosa che me lo fa preferire al più osannato The last broadcast

Drones – Feelin kinda free 76/100
I Drones sono miei pupilli assoluti. FKF è ad oggi il loro canto del cigno prima della nuova avventura Tropical fuck storm: pur mantenendo un livello alto di intensità, la parziale sostituzione del feedback chitarristico con effetti elettronici, oltre ad un maggior spazio alla voce femminile che però appiattisce un po’ il tutto dando un effetto troppo felina e ad una scrittura meno selvatica, rimane un po’ di insoddisfazione, ma il fatto è che i dischi precedenti sono quasi tutti bellissimi.

Franti – Luna nera 81/100
Pezzo di storia semi nascosto della musica underground italiana, scorrendo il minutaggio si passa da una prima parte puramente new wave/post punk ad una seconda più free e canterburyana che ricorda gli Area senza l’estremismo vocale di Stratos. Le due anime sono troppo staccate tra loro, c’è come una frattura che crea effetto tipo unione di due EP, e questa sensazione mi impedisce di considerarlo un vero capolavoro.

Here lies man – You will know nothing 75/100
Bel dischetto, buon esercizio di stoner senza un genio della chitarra come Josh Homme, e infatti gli assoli mancano a favore della densità del tutto.

Khalab – Black noise 2084 83/100
Ne avevo scritto ne topic apposito: una sorta di My life in the bush of ghosts declinato al duemila(84), declinato dance, vergine di ego creatori (immensi quelli di Eno e Byrne), visione di un Africa che sottomette finalmente l’occidente costringendo i suoi figli a ballare fino alla fine, naturale o meno che sia.

Lou X – La realtà, la lealtà, lo scontro 84/100
Quando il rap in Italia era puro contenuto, pura vita di provincia, pura creazione, puro vocabolario, senza pose, senza elettronica o chitarre, senza volgarità inutili. Per certi versi, anticipatore degli eccessi letterari di rapper successivi come Murubutu. Un pezzo di storia, una storia.

Stephen Malkmus – Stephen Malkmus 85/100
Malkmus mette da parte le asperità del gruppo di appartenenza e crea pura melodica, una bibbia di indie rock rinfrescante come la propria bibita preferita nel bel mezzo dell’estate. Una delizia.

Manic Street Preachers – Generation terrorists 74/100
L’intransigenza che oggi defineremmo grillina, sia nella forma che nel contenuto (v. Another invented desease), senza freni nella durata e nella limatura di una post produzione che non avrebbe fatto male. Ancora troppo hard rock di strada per essere indimenticabile (v. The holy byble), ma l’autoanalisi di Traci Lords in Baby little nothing, il pezzo migliore per me, non può essere posa.

Psychedelic furs – Mirror moves 74/100
Di album in album la componente pop ha preso sempre più il sopravvento, il sax è diventato sempre più sottofondo, ma se hai la capacità melodica degli Psychedelic è tutto grasso che cola. Band superiore.

Yo la Tengo – New wave hot dogs 73/100
Siamo ancora nella prima fase, non c’è genio, solo una onesta band indie in bilico tra rumore e dolcezza (lo saranno sempre in bilico, ma con canzoni 10 volte migliori, e infatti il pezzo migliore qui è una cover di Lou Reed)

Be your own pet – Get Awkward 73/100
Band che all’epoca del primo disco ebbe il suo quarto d’ora di hype, più che altro schifati per chissà quale motivo dato che i due dischi che han fatto, specie il primo, sono esempi tutt’altro che disprezzabili di punk rock (direi pop punk se non mi facesse schifo la definizione) rumoroso, urlato, velocissimo e ultra melodico, non completamente distante in alcuni momenti a band ben più considerate all’epoca come gli Yeah Yeah Yeahs

Johnny Cash – Ride this train 70/100
Il disco con gli intermezzi parlati che alla lunga rompono le palle, dato che su mezz’ora scarsa quasi metà è spoken word. Però i pezzi ci sono, con anche – finalmente – qualche deragliamento dal solito canovaccio country, tipo Going to Memphis, trascinata da un piano honky tonk sublime.

Fabrizio De Andrè – Vol. I 73/100
Puttane, Gesù e tristezza a palate, praticamente si parla solo di questo. Al netto del santino, è un buon esordio, deprimente a livelli massimi, ma con pezzi volente o nolente entrati nell’immaginario collettivo ed una pepita nascolta come Marcia nuziale.

Dire Straits – Making movies 78/100
La mezza età e la borghesizzazione del sottoscritto avanzano, quindi è ora di iniziare a conoscere anche loro. Molto soddisfatto, come lo dovrebbe essere chiunque si spelli le dita con gente (bravissima eh) come War on drugs o Kurt Vile, che non so se un pezzo come Solid rock l’ha mai scritto.

Faust’o – Poco Zucchero 83/100 + Suicidio 79/100
Poco zucchero depura tutti gli eccessi glam e il continuo effetto di fastidio ricercato dei testi di Suicidio (anche se non è che d’un tratto Rossi canti di coniglietti, ci sono comunque strofe tipo “C’è chi uccide preti/ma è solo un altro modo per restare in piedi” e “La mia lingua sul Tampax/Sfiorà la santità”) a favore di una cappa grigia di rabbia e dolore trattenuti, di pura synth wave, chitarre poche ma graffanti e sax tanto Berlino Est. Così asciutto lo amo molto di più rispetto ai falsetti isterici di Suicidio, che però rimane un disco sinceramente pericoloso ed osceno.

Gabriella Ferri – Remedios 77/100
Mexico, Rebibbia e nuvole.

Jack Garratt – Phase 73/100
Dopo i primi due ascolti entusiastici, mi è rapidamente calato. Tratta benissimo il suono, mixa tutto ciò che è “giusto”, da D’Angelo a Bon Iver passando per gli ultimi 20 anni di elettronica, ma probabilmente manca qualcosa nella scrittura. A tre anni da questo esordio comunque molto apprezzabile, sembra sparito nel nulla.

Heavy Trash – Midnight soul serenade 75/100
Il side project di Jon Spencer e Matt Verta-Ray è un divertissement che amplia di poco i perimetri della Blues Explosion, aumentando in country e limandone gli spigoli a volte fastidiosi. Un giochino per riempire il tempo quindi, ma anche qui, gli autori sono gente di livello e quindi si ascolta che è un piacere.

Patty Pravo – Mai una signora 57/100
Si salva qualcosa, ma spesso è davvero uno strazio, testi imbarazzanti e dramma vocale vacuo.

Elvis Presley - Elvis Presley 80/100
Ho dovuto aspettare 34 anni per ascoltarlo la prima volta, visto che l’ho sempre accuratamente evitato. Quasi sicuramente ho fatto male: il dubbio insinuante che il merito sia tutto il risultato dei suoi splendidi turnisti sparisce di fronte a quel capolavoro vocale assoluto che è la sua versione di Blue Moon

Riascolti Vasco Rossi:

Non siamo mica gli americani 78/100
Colpa d’alfredo 80/100
Bollicine 75/100
Diciamocelo, era veramente un grande.
  • 7
Adescatore equino dal 2005

#3 piersa

    Megalo-Man

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  • Location14-16 Fabrizi Nicola e Aldo

Posted 08 September 2019 - 18:11 PM

Forte 'stu Kim Jong 1
  • 1




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