
quando i fratelli weinstein chiamano rob zombie per cavare fuori qualcosa dalla saga di halloween, pensano ad un nuovo sequel. è il regista a proporre l'idea del remake. zombie riguardando il classico di carpenter si è accorto che c'è tanto, troppo, di non detto su michael myers. chi è myers? da dove nasce la sua pulsione omicida? carpenter ha sempre considerato michael più un archetipo del male, che una persona "in carne ed ossa". più o meno così ha sempre fatto la saga di halloween. e non è un concetto troppo distante da quello di altri slasher: jason di film in film si trasforma in un serial-killer zombi praticamente immortale; freddy kruger non abita neppure nel mondo "reale", ma in una dimensione fantastico-surrealista parallela, perdendo i connotati umani fin dal proprio aspetto deturpato
l'idea di rob è di fare due film: il primo, più un biopic che uno slasher, sull'infanzia di michael, idealmente la genesi del serial-killer, che solo nel finale avrebbe mostrato myers da adulto pronto a ricollegarsi all'eredità della saga; ed un secondo film, invece, che avrebbe seguito le orme carpenteriane, innestandosi in un canovaccio più tradizionale per il franchise. zombie voleva girare i due film back to back. come vi sarete accorti se avete visto il film, l'idea venne bocciata
halloween - the beginning è nei fatti due film in uno: i primi 40-50 minuti sono esattamente ciò che intendeva zombie quando diceva di voler approfondire il background umano di michael, la sua genesi. abbiamo così il mix di situazione familiare disfunzionale e disastrata, complessi edipici/incestuosi, bullismo, crudeltà sugli animali, tutto da vero manuale del serial-killer. poi parte un altro film, uno slasher più canonico, che in realtà non da l'idea di dare un vero seguito a quanto visto fino a quel momento. michael myers è sempre il solito omone mascherato e robotizzato che non parla, e che nulla, neanche i proiettili sembrano scalfire. a ciò si aggiunga che questo è uno rob zombie con il freno decisamente più tirato rispetto al passato. grave mancanza per uno slasher, gli omicidi sono banali, poco fantasiosi e coreografici, poco sanguinolenti
alla fine, al netto della facce laide da b-movie che popolano il film (gustoso tocco tarantiniano del regista), il film nella media tra le cose buone/interessanti proposte e quelle che invece deludono, lascia un po' l'amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere ma in fondo non è stato, cioè un vero nuovo anno zero della saga

inaspettatamente per lo stesso rob zombie, il film diventa un piccolo successo al box office e l'inevitabile sequel è all'orizzonte. ma inizialmente il regista declina l'offerta. poi però vedendo la pre-produzione del film inesorabilmente bloccata e temendo che qualcuno potesse arrivare a rovinare la propria visione di michael myers, decide di accettare, ritornando nelle vesti sia di sceneggiatore che di regista. questa volta zombie non vuole porsi freni, non sapendo più cosa diavolo cavar fuori da una storia per lui già bella che conclusa, decide di puntare sulla follia più totale. e il film è infatti un casino totale, ma non nel senso buono del termine (se ce ne è uno). è il tipico film che firma la condanna a morte di una intera saga. delirante e senza una vera trama di senso compiuto, affastella una miriade di suggestioni e temi in ordine sparso: da una parte vorrebbe continuare il discorso "realistico" sullo slasher mostrando le conseguenze psicologiche sulle vittime e sui sopravvissuti del primo film - in primis l'immancabile laurie strode - ma su questo spunto innesta anche un altro film psico-surrealista che potrebbe piacere a lynch sulla famiglia disfunzionale di michael, composta da lui medesimo bambino, da lui adulto in versione hobo with a knife, dalla mamma qui a metà strada tra una strega e la fata turchina, e dalla sorellina angel (sempre la nostra cara laurie), in un groviglio di traumi infantili e psiche malate che farebbero la gioia del dottor freud, in sequenze girate come un fantasy di terz'ordine
nota positiva: il film è parecchio più violento del precedente, ma è ugualmente insalvabile. così finisce la parentesi hollywoodiana di rob zombie, anche se i weinstein resteranno comunque soddisfatti dei 40 milioni racimolati dal film. un po' meno soddisfatti i fan della serie e vabbè lasciamo perdere la critica, che non è mai stata tenera con lui