Siamo ritornati alla purezza infinita dei primi tre dischi: i due geni britannici riprendono a sporcare i riff che in questo caso slabbrano i Neurosis e squartano qualsiasi tentativo di imitazione sul nascere.
La musica riparte da una claustrofobia mentale che trova espressione definitiva nel programming swansiano e nell'ottundente rito delle linee di basso di B.C.Green. Justin in queso disco si rivela come il più coerente sperimentatore delle sei corde.
Disco dell'anno assieme a quello dei Laibach.