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Diamond, Jaynes, Cavalli-Sforza: Fascino E Limiti Delle "grandi Narrative" Scientifiche


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11 replies to this topic

#1 wago

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Inviato 04 gennaio 2017 - 11:31

*
POPOLARE

Mi sono reso conto che tra i miei generi letterari preferiti c'è il seguente:

 

Saggi di tema storico/scientifico

Scritti da studiosi di valore, ma non per forza formatisi nel settore di cui scrivono

Capaci di proporre visioni ambiziose e di largo/larghissimo raggio ("grandi narrative")

Che vanno oltre alla consueta limitatezza di argomento del consueto articolo o saggio scientifico ("quello specifico studio lì, su quel ristrettissimo caso lì, di cui si interesseranno solo gli specialisti del settore")
E tentano di fornire "spiegazioni generali", non ortodosse, di un intero gruppo di fenomeni
Ricorrendo in continuazione ad argomentazioni di origine scientifica
Ma adottando tuttavia criteri di "accettabilità" dei ragionamenti diversi rispetto a quelli affermati nella Comunità Scientifica
E sostanzialmente bypassando il meccanismo di peer-review

In ragione di tutto ciò, spesso criticati con validi argomenti dagli studiosi del settore
Ma nondimeno capaci di imporsi presso il "grande pubblico" grazie alle loro virtù esplicative e al fascino esercitato dall'eleganza e alla generalità delle loro tesi

 

Rientrano in questo "filone" lavori come il celeberrimo "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza" dello psicologo Julian Jaynes, che sostiene attraverso un filo che unisce ipnosi, storia dell'epica antica e psichiatria che la mente degli uomini antichi non fosse autocosciente ma scissa in due personalità, di cui una avrebbe controllato l'altra con "voci divine" simili a quelle degli schizofrenici. O i due altrettanto fortunati "Armi, acciaio e malattie" e "Collasso" dell'ornitologo reinventatosi antropologo Jared Diamond, che attraverso esperienze sul campo, dati di archeologia scientifica (studio dei pollini, dei cumuli di rifiuti, di carotaggi di ghiaccio...) e analisi comparate della storia e della geografia dello sviluppo di diverse civiltà formulano tesi molto generali sulle relazioni tra il rapporto uomo/ambiente e il successo o il fallimento delle civiltà umane.

Meno noti, ma a mio giudizio altrettanto affascinanti, sono gli studi dei nostrani Luigi Luca Cavalli Sforza, genetista i cui orizzonti si sono sempre più allargati allo studio della preistoria umana, e Lucio Russo, fisico e poi storico della matematica la cui conoscenza del greco antico lo ha portato a riscrivere in maniera assai ardita la storia della scienza ellenistica.
Il primo, in "Geni, popoli e lingue" e altri lavori ricostruisce in base a studi genetici (analisi della distribuzione di aplotipi nella popolazione mondiale) le dinamiche storiche dei flussi migratori antichi, e accosta i suoi risultati alla criticatissima tassonomia di Greenberg delle lingue, ottenuta tramite mass comparison (metodo assolutamente deplorato dall'ortodossia linguistica), arrivando ad affermarne la validità. Cavalli-Sforza sostiene di individuare forti indizi riguardo all'origine di alcune lingue isolate e delle rispettive popolazioni (baschi, giapponesi, etruschi) e in generale ambienta gran parte delle sue ricostruzioni in epoche che non sono sondabili tramite i mezzi consueti della linguistica storica (eg corrispondenze sistematiche tra gruppi fonetici in due diverse lingue).
Il secondo, a partire da "La rivoluzione dimenticata" si lancia in ricostruzioni coraggiose - ma sempre mirabilmente argomentate - riguardo al contenuto di testi greco-ellenistici non pervenutici, basate su testimonianze indirette (quel che i posteri hanno scritto di quei testi), sui pochi frammenti a noi giunti, e su un pugno di sorprendenti ritrovamenti archeologici dello scorso secolo (il Meccanismo di Anticitera, il Palinsesto di Archimede). La conclusione a cui giunge è il quadro di un incredibile livello di avanzamento della scienza ellenistica, soprattutto sul piano teorico, e delle dinamiche che hanno portato alla "perdita" di tali conoscenze in epoca romana, nonché al ridimensionamento di alcune figure (Tolomeo, presentato come uno studioso capace ma nato troppo tardi per comprendere a fondo i testi su cui si sarebbe basato). In un libro successivo, "L'America dimenticata" Russo arriva addirittura a sostenere tesi iper-diffusioniste riguardo alle tecnologie umane, sostenendo che ci sarebbero prove indirette della conoscenza dell'America (in particolare delle Piccole Antille) da parte della civiltà ellenistica. La tesi è molto probabilmente falsa, ma il modo di argomentarla (la ricostruzione dei metodi usati da Eratostene e Ipparco per misurare la Terra) è lucidissimo e assolutamente magistrale.

 

Non so bene come classificare opere di questo tipo. In qualche modo, sono "pseudoscienza fatta da scienziati". Certamente non hanno, in sé e per sé, il rigore scientifico necessario perché le tesi in essi contenute possano dirsi acquisite. Eppure, credo che lavori dotati di questo livello di ambizione siano in qualche modo necessari, per fornire ispirazione a ulteriori studi, alimentare il dibattito scientifico, mettere in discussione gli assoluti consolidati e - forse la cosa più importante - "spingersi oltre" ai limiti che l'attuale avanzamento delle metodologie scientifiche impone alla conoscenza scientifica stessa.
Per capirci: i dati attuali non sono sufficienti, e probabilmente mai lo saranno, per stabilire attraverso la linguistica storica ortodossa quali fossero le relazioni tra i proto-indoeuropei e gli altri popoli. E la perdita della gran parte dei testi scientifici di epoca ellenistica rende assai poco realistico che, oggi domani o dopodomani, si possa accumulare evidenza sufficiente per tracciare un quadro rigoroso e dettagliato della conoscenza scientifica di quel periodo.
Testi come quelli che ho citato permettono invece di mostrare delle prospettive, con ogni probabilità solo marginalmente "vere", ma in grado di fornire risposte provvisorie - e "derivate dalla scienza" - a grandi domande a cui per un motivo o per l'altro la scienza attuale è costretta ad abdicare. Credo che ciò che questi libri contengono vada preso cum grano salis, ma che ignorarlo sia sbagliato e che un valore e una validità nei metodi e negli intenti che adottano ci sia. Sarà che faccio l'insegnante, ma penso che un errore brillante sia decisamente più interessante di una verità pedissequa.

 

Mi piacerebbe leggerne altri. Conoscete qualcosa? L'argomento non importa più di tanto: è più che altro lo "stile" quello che mi interessa.


  • 12
"It's a strange world." "Let's keep it that way."

#2 neuro

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Inviato 04 gennaio 2017 - 12:01

Armi acciao e malattie molto bello, la parte sugli europei avvantaggiati dalla loro sporcizia la cito sempre - Sforza è nella lista delle cose da leggere quest'anno

 

segnalo due opere

 

una per me di FONDAMENTALE importanza nonostante il titolo del cazzo è

 

PENSIERI LENTI PENSIERI VELOCI - (thinking, fast and slow) di Daniel Kahneman

 

Kahneman, psicologo premio nobel per l'economia, non l'ultimo degli stronzi, mostra evidenze molto chiare del fatto che esistano nel cervello umano DUE strutture cognitive in competizione per prendere le decisioni. Una intuitiva, veloce e poco energeticamente dispendiosa ma non affidabile, e una più affidabile ma più lenta e faticosa. La competizione tra queste due strutture spiega una belle fetta delle contraddizioni dei comportamenti umani. Tutto scientificamente iper-solido dalla prima all'ultima pagina.

 

 

l'altra carina, ma con molti limiti: DA ANIMALI A DEI di Yuval Harari. Mostra ad esempio come molte delle scelte dell'umanità (ad es, passare da nomadi a stanziali) abbiano peggiorato di molto la vita dei singoli esseri umani ma reso la razza umana più prolifica e quindi più vincente. Cosa che lui commenta trovandola assurda ma a me sembra assolutamente sensata. Poi quando arriva alla parte moderna inizia un pò a sparare cazzate.


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apri apri, apri tutto!

#3 Reynard

    No OGM

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Inviato 04 gennaio 2017 - 13:47

 

PENSIERI LENTI PENSIERI VELOCI - (thinking, fast and slow) di Daniel Kahneman

 

Kahneman, psicologo premio nobel per l'economia, non l'ultimo degli stronzi, mostra evidenze molto chiare del fatto che esistano nel cervello umano DUE strutture cognitive in competizione per prendere le decisioni. Una intuitiva, veloce e poco energeticamente dispendiosa ma non affidabile, e una più affidabile ma più lenta e faticosa. La competizione tra queste due strutture spiega una belle fetta delle contraddizioni dei comportamenti umani. Tutto scientificamente iper-solido dalla prima all'ultima pagina.

 

Fa riferimento al programma euristiche e bias?

Ho seguito parecchio da vicino la ricerca sulla fallacia della congiunzione, molto interessante e con diverse ipotesi esplicative in gioco. Una delle più recenti e delle più interessanti è quella per cui le strutture cognitive umane non pensano tanto in termini di pura probabilità, quanto di gradi di conferma delle ipotesi. Ma mi hanno spiegato che è una ipotesi dannatamente difficile da verificare sperimentalmente perché è difficile manipolare il grado di conferma senza manipolare la probabilità.

 

Riguardo al tema generale: gli esempi fatti da Wago hanno due caratteristiche in comuni: sono ipotesi storiche, e sono scritti da scienziati prestati alla storia.

Che i dati scientifici possano essere di grande aiuto nella ricerca storica è pacifico, gli storici di professione però sono di solito più restii a basare ipotesi generali su un unico tipo di dati. E non per sfiducia nella scienza, quanto perché sanno da un lato quanto scarsa e poco affidabile è la documentazione proveniente dal passato, e dall'altro perché le spiegazioni monocasuali di solito si rivelano insufficienti. Prendendo ad esempio Diamond, la sua spiegazione funziona abbastanza bene per spiegare i dislivelli tecnologici tra il blocco eurasiatico e le altre aree geografiche, ma non spiega le differenze all'interno del blocco eurasiatico (perché la rivoluzione industriale si è avuta in Europa e non in Cina?).

Alla fine quindi si tratta di ipotesi esplicative locali, generalizzate selvaggiamente. Non vuol dire che non abbiano un loro valore o una loro funzione, però.

 

Qualche tempo fa ho letto un libro sulla storia del clima, "Tempo di festa, tempo di carestia" di Emmanuel Le Roy Ladurie. Pensavo fosse una storia dell'influenza del clima sulla società umana, invece era strettamente una storia del clima, delle variazioni climatiche ricostruite sulla base di dati geologici, botanici ecc. Ed era così volutamente, direi anche polemicamente: L'autore (che è uno storico dell'economia e della mentalità) sottolineava come, nei primi tempi della ricerca sulla climatologia storica, ci si fosse abbandonati a ipotesi monocasuali (tipo: i cambiamenti climatici causavano le migrazioni) non documentate e spesso vittime di circoli viziosi (dopo aver ipotizzato che i cambiamenti climatici causassero le migrazioni, si usavano le migrazioni documentate come prova di cambiamenti climatici non documentati). In breve il punto di Ladurie era che non si potesse cominciare a fare ipotesi sulle connessioni tra ambiente e storia finché non si ha un quadro chiaro del fattore ambientale.

Troppo poco coraggioso per i tuoi gusti, mi sa asd


  • 2
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#4 Greed

    round control to major troll

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Inviato 04 gennaio 2017 - 14:02

Pascal Boyer, E l'uomo creò gli dei

 

Scusami wago se copioincollo, ma qui è spiegato bene il tema del libro e le discipline che concorrono alla spiegazione. Il libro è brillante e alla portata di tutti, attitudine demistificatoria ma diversamente da quanto si potrebbe credere non "smonta" la religione. Anzi, ne illustra utilità e complessità, smontando semmai i cialtroni che parlano di "abbandonare le superstizioni" (lo dico da ateo!).

Come dici tu, vari passaggi sembrano più "brillanti errori".

 

In questo libro fondamentale, tradotto per la prima volta in italiano, Boyer spiega come gli esseri umani abbiano formato i loro concetti religiosi e i motivi della loro diffusione culturale. Con un approccio che unisce antropologia culturale, scienze cognitive, psicologia e biologia evoluzionista, l'autore giunge a una spiegazione naturalista della religione senza tralasciare nessun aspetto: il sovrannaturale, gli spiriti e gli dèi, il rapporto tra religione, morale e sentimenti negativi, il culto dei morti, l'importanza dei rituali, la formulazione di dottrine e l'esclusione dei non aderenti dal tessuto sociale. Attraverso esempi provenienti dalle civiltà di tutto il mondo, Boyer cerca di dimostrare la sua ipotesi secondo cui le credenze religiose esisterebbero a prescindere dall'utilità che esse conservano storicamente nei fenomeni di coesione sociale e in quelli della trasmissione culturale. Le forme di credenza, molto più semplicemente, appartengono a un insieme di sistemi concettuali alla base degli stessi processi cognitivi grazie ai quali il nostro cervello si è evoluto nel corso dei millenni. Da questo punto di vista, la religione smette gli abiti dell'oggetto di devozione per essere finalmente indagato nelle sue ragioni evolutive e nelle sue potenzialità pervasive di influenza sulle comunità umane.

 

 

Jared Diamond un po' lo avevo letto e mi stava piacendo, cioè è bello in un saggio del genere scoprire dove furono coltivate inizialmente le melanzane e i ceci. Cavalli Sforza dovrei trovarmi il tempo di leggerlo, è roba per me.


  • 1

#5 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 04 gennaio 2017 - 14:08

Cavalli Sforza comunque per un'umanista rinascimentale come me è un mattone. Greed sei avvisato eh


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#6 sud afternoon

    Si legge sud afternùn.

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Inviato 04 gennaio 2017 - 17:37

Ed era così volutamente, direi anche polemicamente: L'autore (che è uno storico dell'economia e della mentalità) sottolineava come, nei primi tempi della ricerca sulla climatologia storica, ci si fosse abbandonati a ipotesi monocasuali (tipo: i cambiamenti climatici causavano le migrazioni) non documentate e spesso vittime di circoli viziosi (dopo aver ipotizzato che i cambiamenti climatici causassero le migrazioni, si usavano le migrazioni documentate come prova di cambiamenti climatici non documentati). In breve il punto di Ladurie era che non si potesse cominciare a fare ipotesi sulle connessioni tra ambiente e storia finché non si ha un quadro chiaro del fattore ambientale.

Troppo poco coraggioso per i tuoi gusti, mi sa asd

 

 

L'altro giorno facendo zapping mi sono fermato su un documentario che aveva quest'andazzo. I grandi passi della storia occidentale spiegati a suon di cambiamenti climatici. Forzatissimo, ma molto affascinante. Cioè, mi ha intrattenuto bene quella mezz'ora.

 

 

Topic fichissimo comunque!


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#7 Ganzfeld

    In un certo senso

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Inviato 04 gennaio 2017 - 21:36

PENSIERI LENTI PENSIERI VELOCI - (thinking, fast and slow) di Daniel Kahneman

 

Kahneman, psicologo premio nobel per l'economia, non l'ultimo degli stronzi, mostra evidenze molto chiare del fatto che esistano nel cervello umano DUE strutture cognitive in competizione per prendere le decisioni. Una intuitiva, veloce e poco energeticamente dispendiosa ma non affidabile, e una più affidabile ma più lenta e faticosa. La competizione tra queste due strutture spiega una belle fetta delle contraddizioni dei comportamenti umani. Tutto scientificamente iper-solido dalla prima all'ultima pagina.

Ho portato l'effetto framing all'interno delle decisioni mediche come argomento della tesi proprio un mese fa :)  Questo lo avevo già addocchiato ed ero indeciso se prenderlo o meno (soprattutto perchè i libri divulgativi tendo a evitarli come la peste e ad affidarmi ai manuali di testo universitari), ma a questo punto...


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#8 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 04 gennaio 2017 - 22:25

Potrebbero essere libri di tipo simile i due principali di Gregory Bateson, "Verso un'ecologia della mente" e "Mente e Natura" [letto, mh], "Il caso e la necessità" di Jacques Monod [letto, piaciuto ma non ricordo], e "The human use of human beings" di Wiener?
Forse no, sono più spezzettati e a puntate e si astengono dall'esplicitare una Grande Narrativa.
Ho sullo scaffale anche un tal "Biologia teoretica" di Von Uexküll che espone una teoria degli organismi come soggetti in mondi propri e chiusi, plasmati dalle caratteristiche fisiche e fisiologiche degli apparati percettivi, e una teoria dell'azione animale.
Adesso triggero Marguati (ma magari pure te, wago), comunque bighellonando in librerie dell'usato e continuando su wiki, youtube, etc, ho incontrato uno dei padri della teoria delle c.strofi, René Thom, che accanto a lavori puramente matematici (da medaglia Fields) ha poi sviluppato interessi biologici, filosofici, linguistici, immagino anche molto fumosi [era criticato già sulla sola matematica per la sufficienza verso il rigore e le prove]. Son riuscito a leggere una specie di dialogo saggistico-epistolare con l'embriologo C.H. Waddington e mi è sembrato un discorso profondo e meraviglioso, però in sottofondo c'è un platonismo che sulla carta ed esteticamente vale, ma contro i fatti probabilmente si sgretola (poi non so, sono argomenti così complessi e ne parlano persone tanto intelligenti che mi sento in torto tanto ad esprimere ammirazione quanto ad esprimere riserve e cautela; comunque è roba da cui non è fiorito molto, o è già stato abbandonato dopo hype).

Altri libri più pertinenti non me ne vengono, specie sul lato storico (Diamond leggiucchiato, Cavalli Sforza no ed è ancora vivo...), però credo di conoscerne e domani spulcio qualche lista dei desideri e faccio mente locale.

Quello di Kahneman, non so perché, non mi ispira proprio.

Ah, ma il solito "GEB: Un'eterna etc"? Non letto, ancora non ho capito che libro sia. Ok, pure questo non storico, però forse c'azzecca nella discussia
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#9 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 04 gennaio 2017 - 22:44

Kahneman è carino.. ma non l'ho finito asd
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#10 Ronald Regaz

    ritardato mentale

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Inviato 05 gennaio 2017 - 23:43

minchia wago, credo di avere il tuo stesso problema: quelli che citi li ho letti tutti, e sono esattamente il mio tipo di saggio scientifico preferito.

 

quindi che dire, sì, mi piacciono (anche) proprio perché sono spesso sedi in cui uno studioso espone delle gran Teorie del Tutto non proprio more geometrico demonstratae. poi, anche solo restando fra i titoli citati, penso che il livello di attendibilità vari: Jaynes è molto affascinante ma le sparava grosse (là dove sono in grado di controllare, ad es. quando tratta di poesia omerica e metrica greca, imbarazzantemente grosse), e lì siamo effettivamente ai limiti della pseudoscienza, mentre non mi sembra che nel suo opus magnum Cavalli Sforza esponga tesi così idiosincratiche o peregrine rispetto al consensus dei suoi pari.

 

comunque è un'esperienza che assimilo in qualche modo al leggere certi filosofi della storia pazzerelli tipo Spengler: non puoi prendere per buono quasi nulla, qua e là espone francamente la supercazzola (fa dei discorsi su come le forme verbali perifrastiche con ausiliare nelle lingue europee moderne esprimerebbero l'anima faustiana meglio dei verbi latini che sono tutti uno spettacolo); ma per altri versi simili costruzioni intellettuali omnicomprensive suscitano ammirazione. per l'erudizione che le sostiene, e per come brillantemente riescono in certe pagine quasi a fartela bere.

poi chiudi i loro tomi come chiuderesti un bel romanzo e torni al tuo sobrio, scettico rigore intellettuale di sempre, ma intanto qualche germe l'han seminato.


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#11 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 09 gennaio 2017 - 10:22

Visto che siamo in un forum di musica consiglio

 

grauer_ev.jpg


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#12 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 15 novembre 2020 - 00:13

Mi sembra eccessivo aprire un topic solo per una domanda, la faccio qua che mi sembra il più adatto, visto il tema geografia/cultura/saggi 

 

Il concetto di cultural turn in geografia in cosa si differenzia dalla sua variante sociologica? ovvero: l'inserimento del discorso culturale (visto come processo sociale attraverso la quale le persone creano la propria identità, definiscono valori e convinzioni [...] ecc.) nel dibattito delle scienze sociali umanistiche. 

 

nella geografia tiene un significato diverso? chiamate Atlas semmai, mi sembra insegni geografia!


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