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La Playlist Dell'autoctisi Dell'essere


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10 replies to this topic

#1 simon

    Scaruffiano

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Inviato 01 luglio 2016 - 07:45

*
POPOLARE

in nove anni è la prima playlist che apro. scusate se è poco. sono tornato a tempo pieno a intossicarmi la mente con la miglior musica del pianeta terra. sesso balneare. buio abissale e luce celestiale. bestiale.

 

 

SWANS TO BE KIND

 

è il capolavoro assoluto di tutte le arti post novecento, dunque non do voto.

 

 

COLD SUN DARK SHADOWS

 

psichedelia monolitica. squarci dell'inconscio dell'inconscio che catturano la psiche di questi virtuosi del rock. (9)

 

 

GHOST SECOND TIME AROUND

 

post psichedelia orientale da spaccarti la mente. drogati, intelligenti, mozartiani, lussureggianti, agghiaccianti quanto una logica del senso. (9)

 

BARDO POND PEACE ON VENUS

 

rumore etereo per spettri indiavolati che si incamminano verso la contingenza di una metafisica da panzer. (8)

 

SAINT VITUS CHILDREEN OF DOOM

 

necrofilia dell'orgasmo. dilatazione estrema del dolore estremo. psicoterapia per i morti. ambientale per ospedali psichiatrici e case di riposo sepolte in qualche periferia di metropoli assurde, cubiste. non do voto. da amare con tutto il cuore.

 

DEAD CAN DANCE WITHIN THE REALM OF A DYING SUN

 

storia. storie. colossale preghiera trascendente per uomini vissuti, consumati dalle esperienze, ma con il cuore ancora pronto ad aprirsi al romanticismo più oscuro. novalis in musica. (10)

 

THE BEVIS FROND INNER MARSHLAND

 

scoppiato, leggendario. un monumento psichedelico per tutte le età. (9)

 

 

BRAVE NEW WORLD IMPRESSIONS ON READING ALDOUS HUXLEY

 

forse il mio disco tedesco preferito. è una magnifica sintesi della musica progressiva che esce dal suo guscio e cangia in un miasma controllato, timbricamente seducente, con squarci di chitarra acida che seziona letteralmente il ghiacciolo-golem della tua anima post aristotelica. brezza che ti accarezza lo zigomo sinistro. sinistro. (9)

 

THE ORB LIVE 93

 

ambient-sperimentale iper psichedelica che non smetterà mai di affascinare. calmare le acque mai agitate. colossi della scienza del campionamento e dei sintetizzatori analogici. dub galattico, immersioni nella placenta radioattiva. non metto voto.

 

HELDON INTERFACE

 

rock spaziale, astrazioni elettroniche, euforia prog. politica del dissenso. (8)

 

ROVO SYSTEM 7 PHOENIX RISING

 

partiture techno house con contaminazioni virali di dub tribale eseguite dagli Hawkind. (9)

 

COIL BACKWARDS

 

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  • 17

„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#2 Garp Buzzy Power

    Inelegantly Wasted In Papa's Penthouse Pad In Belgravia

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Inviato 01 luglio 2016 - 09:32

Settimana povera ma di qualità

 

 

The Smiths - Louder Than Bombs (1987)
Echo and The Bunnymen - Songs to Learn & Sing (1985)
Gil Scott-Heron - Pieces of a Man (1971)
Jake Bugg - On My One (2016)

  • 0
"Garp sei un pochino troppo monotematico coi gusti secondo me."
 
"Io sono tutto ciò che vale. Non sono uno come Garp che ascolta solo un genere."
 
"Che imabarazzante battuta e due cretini ti hanno dato pure i più riparatori. Sei sempre fortunato, prima o poi ti arriverà una mazzata in testa riparatrice spero."
 
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."
 
"Coglione"
 
"Ma basta sto tipo di musica da sfattone finto dai"
 
"vabbeh garp te oltre alla barriera linguistica c'hai pure la barriera monogenere"
 

 


#3 Bandit

    Lorenzo Righetto

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Inviato 01 luglio 2016 - 09:51

The Jayhawks - Tomorrow The Green Grass (1995): 8 folk-rock

Rick Redbeard - Awake Unto (2016): 6.5 alt-folk

Warm Morning Brothers - A Bunch Of Weeds (2016): 7 folk-pop, lazy soul

Tiny Moving Parts - Celebrate (2016): 6 emocore


  • 0

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#4 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 01 luglio 2016 - 09:54

SWANS TO BE KIND

 

è il capolavoro assoluto di tutte le arti post novecento, dunque non do voto.

 

 

 

Finalmente un giudizio equilibrato.


  • 3

esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#5 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 01 luglio 2016 - 10:12

Throwing Muses - Limbo 7

Meno diretto e accessibile di Univeristy , è comunque un gran disco con almeno due grandi pezzi : la title-track ( un compendio di tutto l'alt-rock anni 90 in 4 minuti e rotti) e "Tar Kissers"

 

The Red Telephone - The Red Telephone 6,5

Pop-rock non molto originale a dir la verità, ma comunque ben suonato e gradevole , con un paio di pezzi sopra la media ("Piranha" e "World is Loud").

 

Young Marble Giants - Colossal Youth

Francamente continuo a non capire il culto dietro a questa band.

 

Camp Cope - Camp Cope 6,5

Caruccio e simpatico, ma non capisco l'entusiasmo generale dietro a questo disco.


  • 0

Ja196z8.jpg

superstereo!

*lastfm*

 

 


#6 Gonzalo Pirobutirro

    Tony Nelli

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Inviato 01 luglio 2016 - 11:00

Settimana poverissima anche per me; e fin troppo "classica":

 

Pink Floyd - "The piper at the gates of dawn" (1967)

Pink Floyd - "Meddle" (1971)

Traffic - "S/T" (1968)

Depeche Mode - "Songs of faith and devotion" (1993)

Depeche Mode - "Ultra" (1997)

Pulp - "Different Class" (1995)

Brian Eno - "The Ship" (2016)


  • 0

#7 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 01 luglio 2016 - 13:15

 

BARDO POND PEACE ON VENUS

 

rumore etereo per spettri indiavolati che si incamminano verso la contingenza di una metafisica da panzer. (8)

 

<3


  • 1

#8 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 01 luglio 2016 - 14:37

Lucio Battisti - E già 6,5

Un Battisti assolutamente minore, ma mai così contraddittorio forse. Mi sembra paradossale infatti che riesca ad essere il suo disco più leggero, non impegnato nè impegnativo, pubblicato senza farsi nemmeno un minuto di elucubrazioni, e contemporaneamente ti accorgi come, nel suo essere sdraiato in canzoni completamente sintetiche (credo che non ci sia la chitarra), rilassate, gracili quasi, a tratti stupidine ma probabilmente mai così autobiografiche,autoironiche e rinneganti l'ingombrante passato (il testo di Registrazione dice tutto: "la musica come l'amore è un divertimento/quando si complica invece diventa un tormento/ed al piacere allora subentra la noia e davvero la noia/si affaccia la fatica del tuo ruolo/da tanto in alto ch'eri ti senti al suolo/senza intellettualismi dagli sfogo” e anche “ho sempre amato Jagger e gli Stones/i Beatles un po' meno insieme ai Beach Boys/forse perchè hanno il nome che comincia per B/da Paul McCartney ho imparato a cantare/da Ray Charles ad emozionare/da Dylan a dire quello che mi pare/e dal poeta ad alleviar l'umanità”)appaia così appesantito. Nessuna canzone è benché lontanamente avvicinabile alle sue vette, ma è un disco che scorre come acqua e si lascia ascoltare molto volentieri.


The Knife - Shaking the abitual 8

Disco-monstre di un'ora e venti che è una piccola summa di musica elettronica, cangiante e sfaccettata, molto vicina sia a tentazioni disco (house?), ed etno, che a velature dark, oltre ad essere ostinatamente percussivo. Percussioni e batteria sono infatti il tratto che unisce tutte le composizioni, anche qui la chitarra mi sembra assente completamente. Da segnalare un singolo spaccapista come Full of fire, Without you my life would be boring, che pare rubata a M.I.A., le inquietanti e splendide A cherry on top, Raging lungs e A cherry on top, l'ottima performance voce dell'iniziale A tooth for an eye. Magari una sforbiciata di un paio di pezzi (quindi 20 minuti ) non avrebbe fatto male, ma fa nulla: Shaking the abitual è come stare in preda di un cielo gigantesco in cui cambia sempre il clima, passa dal sereno a tempeste di tuoni ma non piove mai, e tu ovviamente stai lì sotto senza ombrello.


Colder - Again 7,5

Se all'inizio pare un disco anonimo, oltre che pedissequo e revisionista, pian piano si è lasciato apprezzare e non poco per quel che è: una specie di tesi di laurea di uno studente molto promettente e sveglio che decide di fare tutto da solo (si sente che è un lavoro profondamente solitario). Il risultato finale sa di neon blu, di città viste senza espressione dalla finestra, di notti (è un disco molto notturno per me), di omaggi più o meno dichiarati ai Suicide (la title track),incorniciato da due pezzi veramente sopra la media (Again come detto, e Crazy love, nu-new wave in provetta).


Liquid Liquid – Slip in and out of phenomenon

I 3 EP più qualcos’altro. Alla fine i semi di quelli che dieci anni fa chiamavamo punk-funk oltre che della house music imbastardita sono tutti qui. Percussioni, marimba, basso pulsante e “voce” strascicata, acuta e sbrindellata, no chitarra (sembra una costante questo mese) ed interesse mal celato verso la no wave: lo spettro è ben più ampio di quel che sembri, e ci si può trovare dentro qualcosa anche degli strumentali dei Minutemen e dei primi RHCP. 7,5 a tutti e tre gli EP: Liquid Liquid e Successive reflexes, che sono più selvatici e tribali, e Optimo, che è più percussivo ed ordinato, oltre ad avere il loro pezzo migliore (Cavern, che è White lines dei Grandmaster Flash). Forse più importanti che belli da ascoltare, hanno intrinsechi un senso di incompiutezza che probabilmente si è espresso anche nell’incapacità di creare un LP vero e proprio.


Depeche Mode – Violator 7,5

Innegabile l’importanza dei due singoli e, molto meno, del corredo. Fondamentalmente, i Depeche Mode sono un gruppo che odio ma non ho il coraggio necessario per ammetterlo.


Led Zeppelin – Presence 8,5

Non so cosa ne pensiate voi, perché mi sembra che il mondo si divida molto su Presence: senza andare troppo lontano, su OR ha 5, Il Mucchio lo mette nei suoi 1000 dischi. A me è sembrato un disco post sbornia (di successo esagerato, di droga, alcool e soprattutto figa), poco mosso, più meditato e quasi vittima di un’emicrania perenne. Ma non per questo smorto: i saliscendi di Achilles last stand, gli stop and go di Nobody’s fault but mine e Hots on for nowhere, il blues geometrico di For your life, i ceselli malinconici di Tea for one sono capi, davvero non capisco. Forse è il disco in cui Page fa un mezzo passo indietro e JP Jones un passo avanti, mentre Bonzo e Plant non si sono mossi di un centimetro, ma sono degni di essere incisi sul Monte Rushmore.


Susan Pillsbury – Susan Pillsbury 8

Probabilmente l’alveolo delle/dei folksinger a cavallo tra fine 60/inizio 70 è inesauribile. Lei per me è davvero brava: folk semplicissimo, accordi elementari, pochi orpelli di batteria e elettrica, mi sembra pochi o zero archi, e voce molto personale e calda. Brown eyes e Joe and Luther i pezzi di gran lunga migliori.E poi era una bella topolina cattolica ( le migliori).
Tom, questa ti piace per me.


Radiohead – In rainbows 8,5

Dopo Hail to the theaf (7,5), bello, a tratti bellissimo, ma evidentemente vittima di una strisciante ansia da prestazione, anche se non lo ammetteranno mai, In rainbows è il disco in cui i Radiohead tornano ad essere padroni di se stessi, zero margini di errore, controllo totale, mutande dei fans bagnate, numero dei posts di Lassigue in tripla cifra giornaliera. Mix umano/tecnologico equilibrato, languore costante (i due capolavori: Nude e Videotape), testi umanamente umani:il sogno, Godrich chirurgo, parole e silenzi che tagliano l’anima (ancora Videotape: This is my way of saying goodbye/Because I can't do it face to face/I'm talking to you after it's too late/No matter what happens now/You shouldn't be afraid/Because I know today has been the most perfect day I've ever seen). Come ha scritto a conclusion della recensione di Moon shaped pool il sempre buon Maurizio Blatto: Man A. O anche il sempre preciso Scaruffone nostro: Qualunque critico che acclami quest'album come un capolavoro deve essersi perso il 99% della musica uscita nello stesso mese.
Vado a farmi il bidet.

Spidergawd – I 8

Questi li ho comprati solo perché Rumore gli ha messo 10. Ovviamente niente doppia cifra, ma dischi hard rock fatti così bene, con una produzione così a fuoco ed un suono così potente, capaci di essere sia veramente hard ma senza cadere in patetici cliché (il vero cancro di questo genere) e quindi senza annoiare, oltretutto strizzando l’occhio al “mainstream” (QOTSA,FooFighters: Into tomorrow, Million $ sommersault) ed al prog/metal classico (la cavalcata super epica Empty Rooms), è roba rara. Sono dello stesso giro dei Motorpsycho.


Kevin Ayers & the whole world – Shooting at the moon 9

Che meraviglia Kevin, ancora meglio rispetto al già bellissimo Joy of a toy. Maestro nel mescolare sapientemente pop sghembo e acidulo (ma mai lo-fi) e rigurgiti di rumore e/o avanguardisti. Pezzo migliore, nonché riassunto delle due anime, per me è Rheinardt & Geraldine, praticamente un pezzo di dolcezza Soft Machine in cui deraglia a metà un gioco di manipolazioni sonore e si chiude con una coda di tromba degna di una ninna nanna.

Riascolti:

Japan – Gentlemen take polaroids 9

Sempre preferito a Tin Drum


Doors – The soft parade 5


Sonic Youth – Goo 7,5


  • 5
Adescatore equino dal 2005

#9 simon

    Scaruffiano

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Inviato 01 luglio 2016 - 16:02

 

SWANS TO BE KIND

 

è il capolavoro assoluto di tutte le arti post novecento, dunque non do voto.

 

 

 

Finalmente un giudizio equilibrato.

 

 

era dal 1946 che non ascoltavo un disco di Swans... che cosa posso dirti, gentilissimo amico (e adorato pure)? sicuramente sono stato tronfio come un deputato forzista della prima repubblica, ma l'emozione, il cuore pascaliano ha trionfato. è post lisergico alla fine... alla fine diciamo di una bellissima martellata e ripetuta dentro il cervello. rotazioni o meglio dervisci, la simulazione di tesi e anti tesi ovvero rumore e rumore per creare l'edicificio rudimentale dell'americana. un corpo sonoro bellissimo e quella voce mai stata così unilateralmente sensuale, come quella di un pitone dello stoner rock che si avvita fino a strozzarsi, come nelle migliori partiture para ambientali di una laptop demenza assurdista fatta a pezzi da raggi laser nurse with woundiani.

 

mi ha commosso, è stato come assistere alla nascita di qualche cosa, di farla vivere, muoverla capisci? amarla fino a quando, legge naturale? de-cede per tuffarsi a testa in su nell'immenso anti cattedratico abisso della morte defenestrata finalmente da qualsiasi linguaggio umano, perciò divinizzato.

 

funky, contemporaneo al mio muovermi a piccoli passi, comprendendo(mi) attraverso immolanti stordimenti e avventure empirico asimoviane verso chissà che cosa. l'estetica spiegata da cacciari mentre si rade un pizzico di barbina con il rasoio elettrico, mediceo, affabulante, occhi grigio demenza a tratti persi nella beatitudine del vuoto.


  • 2

„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#10 bosforo

    ¬`¬`

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Inviato 02 luglio 2016 - 09:55

Bill Drummond - The Man, 1989

Ho sempre apprezzato le trovate eccentriche di Drummond, ma ho al contempo snobbato questo suo disco, che in realtà è più che piacevole. Mi piace proprio la sua voce.

 

Secos & Molhados - s/t, 1973

Altri matti.

 

Jacks - Vacant World, 1968

Mi accompagna da un sacco di tempo e non riesco a staccarmene. C'è qualcosa di magico nel folk giapponese, specie come lo trattano con il rock acido.

 

Amber Arcades - Fading Lines, 2016

Indiepop contemporaneo, sulla scia di Real Estate e band simili. Devo riascoltarlo, ma mi era parso buono seppure troppo omogeneo.

 

Thomas Dolby - The Golden Age of Wireless, 1982

Tastierista superbo e altrettanto bravo a scrivere canzoni non banali, all'insegna di quell'estro creativo e dedito alla scrittura bizzarra e stravagante che era proprio degli Xtc, con cui ha avuto tra l'altro un'audizione come tastierista. Ci sono molte versioni, la migliore è quella con più bonus track, così si può ascoltare tutto quello che ha fatto in questa sua prima parte di carriera.


  • 0

#11 corrigan

    気持ち悪い

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Inviato 02 luglio 2016 - 11:16

 

Jacks - Vacant World, 1968

Mi accompagna da un sacco di tempo e non riesco a staccarmene. C'è qualcosa di magino nel folk giapponese, specie come lo trattano con il rock acido.

lo ricordo bellissimo, ma non lo ascolto da tanto.


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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 





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