Vai al contenuto


Foto
- - - - -

Richie Hawtin - De9 | Transitions (M_nus, Novamute - 2005)


  • Please log in to reply
5 replies to this topic

#1 xtal

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1202 Messaggi:

Inviato 03 febbraio 2007 - 21:52

Immagine inserita

Ok, se n'è già parlato, ma sul nuovo forum non c'è ancora un thread specifico... indi lo apro io.

De9 | Transitions è l'ultima uscita discografica di Richie Hawtin, nome che, per gli appassionati del genere, non ha certo bisogno di presentazioni; per gli altri, invece, basti sapere che è l??esponente più autorevole di quel filone, oggi tanto in voga, che prende il nome di minimal techno. De9 è un progetto curato da Hawtin fin dal 1999, quando uscì il primo disco a suo nome, intitolato appunto Decks, Efx and 909; Transitions è il terzo disco della serie e porta con sé importanti innovazioni.

Chiariamolo fin dall'inizio: Transitions non è un tradizionale dj-set. E' stato, infatti, interamente realizzato in 5.1, con la tecnologia Dolby Surround; per questo motivo, ovviamente, è stato rilasciato in DVD, insieme a un'edizione CD ridotta a soli (!) 74 minuti (la versione intera invece supera i 90). All'interno del DVD, in un'intervista, il canadese spiega che la scelta è dovuta alla volontà di dare una "profondità spaziale" alla musica e di aprire nuove prospettive all'attività del DJing e illustra il metodo con cui è arrivato a questo risultato.
Un'altro passo avanti rispetto ai comuni dj-set risiede nella modalità di realizzazione dell'opera. Come egli stesso afferma, Transitions è basato appunto sull'idea di "transizione" da un pezzo all'altro; ma invece di limitarsi a mettere in fila dei dischi, Hawtin estrapola piccoli loop da un contesto, li tagliuzza, li modifica con ogni tipo di effetto, li unisce a mille altri e crea una composizione del tutto nuova, dal suono profondo, austero e stratificato. La stessa suddivisione in tracce è puramente indicativa, perché il risultato è un unico flusso sonoro in cui è impossibile distinguere i brani di partenza. E' il minimalismo sonoro interpretato alla luce delle nuove tecnologie: anzi è un monumento alla techno minimale, un mix dove compaiono tutti i maestri del genere, passati e presenti (tra gli altri Robert Hood, Maurizio, Ricardo Villalobos, Sleeparchive, Stewart Walker e Mika Vainio).

Spesso ci si chiede in cosa differisca il filone ??minimale? rispetto al resto della techno. Per avere la risposta basta inserire De9 | Transitions nel lettore. Se la Detroit techno, pur essendo realizzata interamente con strumenti elettronici, mantiene una certa fisicità nel ritmo e nelle progressioni, tipica della musica nera, la minimale adotta un approccio più distaccato e intellettuale: i suoni sono ridotti al minimo indispensabile, nessun fronzolo è concesso. Anche la ritmica, la cassa, non è mai debordante, ma sempre misurata, i synth s??inerpicano su territori atonali, le frasi sono spesso costituite da poche note ripetute fino allo sfinimento.
Tutto questo lo ritroviamo in Transitions all??ennesima potenza. Si parte con Welcomm(in): pian piano emergono dal silenzio suoni indefiniti, oscuri e inquietanti... poi si fa strada un ritmo distaccato, ma sempre più incalzante e qualche nota che sembra fluttuare nell'aria. Interviene una voce filtrata e ripetuta in loop; suoni squillanti, simili a campanelli, man mano si sfaldano e decompongono, fino ad arrivare al silenzio. E Subtracting la prima pausa significativa, dal suono tenue e "ambientale". Ma poi con Visioning il ritmo diventa di nuovo padrone; pieno di beat tossici e melodie atonali, è uno dei momenti migliori del disco. Una voce ripete ossessivamente ? Research... research...", una nota reiterata sale sempre più d'altezza e intensità, fino a sovrastare tutto il resto: è We(all)search, il primo singolo dell'album. Con Jupiter lander il set si sposta su toni meno oscuri e più classicamente minimali, ma comunque carichi di groove. Arriviamo così a Minimal master, dove si avverte un??improvvisa accelerazione, che ci porta dritti a The tunnel, una delle espressioni più alte della tecnica compositiva di Hawtin. Frutto della sovrapposizione di oltre cinque pezzi in contemporanea, The tunnel parte in sordina, con un suono denso e rotondo, ma poi si carica man mano, per arrivare a momenti di totale delirio da dancefloor. La musica rallenta e diminuisce d??intensità e confluisce direttamente in Minimission, ma dopo due minuti di stasi si riparte con il ritmo squadrato di Noch nah®. Dopo il motivo malinconico di The hole, arriviamo ad un altro gioiellino dell??album. E?? (D)ecaying beauty, delicato e commovente quadretto ambient-techno, sorretto da una base evanescente e impreziosito dai sample di Carl Craig. Segue un altro momento più ritmico, che porta alla fase conclusiva del set. L??essenza stessa del minimalismo. In Regaining control, infatti, la base è ridotta solo ad un alternarsi di cassa e hi-hat, su cui spiccano i loop di Speedy J (una sola nota ripetuta all??infinito) e Ricardo Villalobos. La ritmica si fa sempre più esile, fino a scomparire del tutto, per lasciare spazio a Transition dell??Underground Resistance, un monologo recitato dai toni esistenziali (??Am I happy with who I am? Am I happy with what I'm doing? Am I happy with the way my life is going? Do I have a life or am I just living??) accompagnato dagli archi di I don??t know di Plastikman. Ora è davvero finita.

Oltre alla versione estesa del set, il DVD contiene anche i videoclip di We(all)search e The tunnel, dal gusto piuttosto surreale, che nelle intenzioni dell??autore dovrebbero rappresentare graficamente le sensazioni evocate dalla musica. E?? presente, inoltre, un estratto di circa 30 minuti di un live registrato a Mannheim il 2 aprile 2005, in cui il nostro sfoggia uno stile molto più esuberante e vicino alla techno ??tradizionale? rispetto ai ritmi stilizzati a cui ci ha abituati negli ultimi anni. Tutto ciò costituisce un valore aggiunto per un album che, pur con i suoi momenti di stanca, ci segnala l??ottimo stato di salute della musica elettronica di oggi.

7,5/10


P.S. Che dite, è troppo lunga? Fa quasi schifo o è accettabile? (la rece, intendo)

  • 0

#2 bebo

    this modern love

  • Redattore OndaRock
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8006 Messaggi:

Inviato 04 febbraio 2007 - 00:36

Ricordo una bella discussione sul vecchio forum nata dalla rece di Nicola, in cui si poneva l'accento appunto sula lato "compositivo" laddove la sovrapposizione di elementi differenti creava una sostanza nuova, e di conseguenza ragionare su questo metodo come confine tra campionatura e scrittura (seppur in senso lato). Sono appena le 1.14, io sono ubriaco e purtroppo sono già a casa, domani magari approfondirò di più.
  • 0
Do you wanna come over and kill some time?
Tell me facts, tell me facts, tell me facts
Tell me facts
Throw your arms around me
Do you wanna come over and kill some time?
Throw your arms around me


a beast caged
u
nderwater dancehall

#3 xtal

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1202 Messaggi:

Inviato 05 febbraio 2007 - 19:30

Ricordo una bella discussione sul vecchio forum nata dalla rece di Nicola, in cui si poneva l'accento appunto sula lato "compositivo" laddove la sovrapposizione di elementi differenti creava una sostanza nuova, e di conseguenza ragionare su questo metodo come confine tra campionatura e scrittura (seppur in senso lato). Sono appena le 1.14, io sono ubriaco e purtroppo sono già a casa, domani magari approfondirò di più.


Non penso che il metodo di mixaggio di Richie sia assimilabile alla "scrittura" vera e propria, ma comunque considero Transitions come qualcosa di più di un semplice mix: l'editing è talmente marcato che, senza l'ausilio del video, risulta impossibile capire quando inizia un pezzo e ne finisce un altro.

E che cavolo, m'aspettavo un po' più di partecipazione! Capisco che non tutti sono disposti a sorbirsi 96 minuti di cassa e minimalismi assortiti (anch'io a volte arrivo alla fine stremato), però provateci almeno...
  • 0

#4 darc said

    Groupie

  • Members
  • StellettaStellettaStelletta
  • 414 Messaggi:

Inviato 06 febbraio 2007 - 00:26

Allora, me lo sono regalato qualche mese fa.
Devo dire che il packaging è succosissimo. Un DVD con un'esibizione dal vivo formidabile in una discoteca in germania (mi sembra a Mannheim) e l'audio completo, oltre al cd.

E' bellissimo. Ma è anche una prova di resistenza.
Sono arrivato alla fine solo del cd, più volte, ma il dvd gna faccio.
Comunque è un disco stupendo, è stupenda l'idea, è stupenda la realizzazione, sono stupendamente pulite le sonorità. Eppure, sono riuscito anche al primo ascolto a beccare frammenti di pezzi e riconoscerli al volo. Il lavoro fatto è enorme, si tratta di una delle avanguardie musicali più avanzate che abbia mai sentito, perchè questa cosa di creare una crema pasticcera da tuorli, zucchero, farina e mascarpone è una cosa fenomenale. L'organicità del disco lascia stupefatti. Dopo un po' diventa una mezza palla per chi non piace il genere, e anche a chi piace è dura arrivare in fondo, ma preso a pezzi rimane stupendo. Il problema è come fare a prenderlo a pezzi visto che si tratta di un unico film....Secondo me io sono ancora troppo piccolo per capire questa roba, oppure sono semplicemente troppo lucido quando la ascolto per capire lo stato d'animo di Hawtin quando l'ha creata.

Il DVD è slurposissimo, ripeto.
Vale la pena comprarlo solo per quello

  • 0

#5 xtal

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1202 Messaggi:

Inviato 06 febbraio 2007 - 12:58

Secondo me io sono ancora troppo piccolo per capire questa roba, oppure sono semplicemente troppo lucido quando la ascolto per capire lo stato d'animo di Hawtin quando l'ha creata.


Diciamolo pure che ci sono dei passaggi un po' pallosetti, di cui si poteva fare tranquillamente a meno (per questo non ho messo 8 ) e che se per apprezzare un disco ti devi imbottire di pasticche è meglio lasciarlo lì dov'è...

Per quanto riguarda il live, i primi 10 minuti sono formidabili, adoro in particolare 4 bit logic di Plan A, di cui non sono riuscito però a trovare la versione originale (mi sa che è solo su vinile)... poi va calando un po', ma rimane sempre a buoni livelli.
  • 0

#6 BlackiceLORDofSILENCE

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3036 Messaggi:

Inviato 06 febbraio 2007 - 17:21

a me non è piaciuto, ma sarà perchè non mastico questo genere di elettronica.
  • 0
<a href="http://rateyourmusic...ofSILENCE"><img border=0 src="http://rateyourmusic...DofSILENCE.png" width=250 height=72></a>

http://rateyourmusic...ceLORDofSILENCE
http://www.anobii.com/people/moro/
http://www.lastfm.it...r/BlackiceLORD/

la mamma dei sottogeneri del metal è sempre incinta

Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.





0 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi