comunque leggere Claudio è leggere uno che scrive di professione, ma in fin dei conti porta in se la controindicazione di avere uno stile di scrittura quasi impersonale, troppo professionale
manca il guizzo folle e ironico di un Blackwater, l'acidità passionale di Gozzy o la simpatia avvolgente di Damy ecc...
Grazie, mi fa piacere anzitutto che tu l'abbia letta (non contavo su tanto interesse qui dentro, proprio per le ragioni che citava Kerzhakov) e anche le osservazioni critiche sono sempre graditissime, perché mi considero perennemente in evoluzione, come stile, come contenuti e come tutto. Anzi: penso che proprio chiunque faccia questo mestiere debba esserlo. Damy, non è un mistero, è anche uno dei miei preferiti: prima aveva grandi intruizioni annegate in una prosa abbastanza ridondante e confusionaria, ora è diventato quasi perfetto: sempre ironico ma decisamente molto più "pulito". Blackwater è un grandissimo, ma quasi inimitabile, Gozer quando non sentenzia è impeccabile.
Nel mio caso, ho sempre pensato di avere proprio questo problema dello stile troppo professionale/asettico, e infatti negli anni ho cercato di cambiare un po' (ti assicuro che confrontando quello che scrivo oggi con quello che scrivevo nel 2002 si nota). Poi, in generale, mi piace più parlare della storia delle band che dei miei contorti meccanismi e ricordi personali, questo sì. Però una frase come "che si può fare a Rhyl nel 1977, se sei adolescente e ti annoi a trascorrere le serate al pub tracannando una pinta dietro l’altra?" nel 2002 non l'avrei mai scritta. E pensavo che l'acidità passionale trapelasse dall'incipit 
Quanto agli Alarm, credo anche di aver suggerito cose che altri troveranno aberranti, in quello sono stato pochissimo asettico. Però sono una grande band, gli attestati di stima da parte dei vari Young, Dylan e compagnia non sono casuali, dal vivo poi erano una vera potenza.
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