Visto che di traduzione/i se ne parla molto, è un tema che è a tutti molto a cuore, ma se ne discute poco, e se ne dibatte ancor meno, ho pensato di aprire un thread apposito: nessuno se la prenderà per un topic in più, vero?
Iniziamo subito pagando i debiti: "Testo a Fronte" rinvia ad una (la più famosa?) rivista che si occupa di teoria della traduzione in italia, edita da Marcos y Marcos. Io ho letto qualche numero, come questo, ma soprattutto il monografico su Samuel Beckett, che, sì, era un autore equilingue francese/inglese.
Parole d'ordine e bibliografia minima - se siamo tutti d'accordo - per non essere buttati fuori:
1) sì, ogni traduzione è un'interpretazione e non viceversa; http://www.4shared.c...ffice/t5pZ0XVQ/* (Jacques Derrida)
2) no, una traduzione non è del tutto una nuova poesia, un nuovo romanzo, una nuova opera. http://it.scribd.com...Benjamin#scribd (Walter Benjamin)
Ci si può occupare di questi problemi anche con "sobrietà", ma stessa radicalità - e risultati diversi - come dimostrano Quine, Davidson, Eco...
http://www.andrew.cm...00/quine-wo.pdf (W. v. O. Quine)
Ri-inizio io con grandi traduzioni: il Montale dei sonetti shakespeariani e il Quasimodo dei lirici greci; secondo me mostrano, con la forza degli esempi, che no, dover essere (grandi) poeti per tradurre (grandi) poeti non implica l'uguaglianza traduzione = scrivere una nuova poesia. (Sì, è un testo nuovo, ma di un autonomo genere letterario, ibridato, circolante, e autonomo.)
Salvatore Quasimodo: qui, http://it.scribd.com...reci-pdf#scribd.
Eugenio Montale:
Allo specchio, ancor giovane mi credo
ché Giovinezza e te siete una cosa.
Ma se una ruga sul tuo volto io vedo
saprò che anche per me morte non posa.
Quella beltà che ti ravvolge è ancora
parvenza del mio cuore che nel tuo
alberga – e il tuo nel mio -; e come allora
decidere chi è il vecchio di noi due?
Poni in serbo il tuo cuore, ed io lo stesso
farò di me: del tuo così zelante
come fida nutrice in veglia presso
la cuna, che ogni morbo stia distante.
Spento il mio cuore, invano il tuo riprendere
vorresti: chi l'ha avuto non lo rende.
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My glass shall not persuade me I am old,
So long as youth and thou are of one date;
But when in thee time's furrows I behold,
Then look I death my days should expiate.
For all that beauty that doth cover thee
Is but the seemly raiment of my heart,
Which in thy breast doth live, as thine in me:
How can I then be elder than thou art?
O, therefore, love, be of thyself so wary
As I, not for myself, but for thee will;
Bearing thy heart, which I will keep so chary
As tender nurse her babe from faring ill.
Presume not on thy heart when mine is slain;
Thou gavest me thine, not to give back again
*Mi sembrava più sensato rimandare ai testo integrali, ma non ho controllato il funzionamento dei link.
PS
Sì, ho visto che c'è un thread in cui si sta parlando di traduzioni, ho aperto apposta questo: credo che la discussione abbia maggiori spazi a sé, che non fusa con l'aneddotica: in caso si chiuda.
PPS
Visto che siamo in un forum di musica, in Un ricordo al futuro, le "lezioni americane" di Luciano Berio, c'è un bellissimo scritto sul tradurre (in/la musica).
Ciao