Personaggi chiaramente arrivati al capolinea dal punto di vista ontologico*. Allenatori, giocatori, presentatori, attori, scrittori, musicisti: chiunque. Andati in rovina, mentalmente debilitati, vuoi dalla vecchiaia, vuoi dall'alcool e dalle droghe, vuoi dalla scarsa intelligenza che - una volta finita la botta di culo che li ha fatti viaggiare sulla cresta dell'onda forse per troppo tempo - si rivela in tutta la sua forza devastante e devastatrice.
Può essere visto come uno spin-off di Merde, ma forse anche no, però - dato che da lì si parte - inizio con lui.
* Vanno bene anche meteore che magari hanno avuto un isolato momento di gloria e sono poi cadute nel dimenticatoio (meglio se diventate tossicodipendenti o opinioniste a Domenica In).
Arrigo Sacchi
Dopo una grande carriera da allenatore - giunta al culmine a fine anni '80 con la vittoria di uno scudetto e due Champions League con il Milan, e successivamente nel '94 con la vittoria di un mondiale con la nazionale sfiorata di un soffio -, inizia un lento declino che lo porta a mollare definitivamente il calcio nel 2001, mentre è alla guida del Parma, per "problemi di salute per l'eccessiva tensione nervosa provocatagli dalla sua professione".
Comincia, a questo punto, una carriera da commentatore sportivo sulle reti Mediaset. Negli ultimi anni presenta segni sempre più gravi di squilibrio psico-fisico, che vanno dall'ormai celeberrimo malore in diretta (non cagatosi da nessuno) durante una trasmissione sportiva
a commenti e sentenze sul calcio italiano che sconvolgono per pochezza e ristrettezza di vedute, e che evidenziano, fra le altre cose, un alzheimer galoppante -- già leggendaria la sua ultima polemica sulla Champions League vinta dall'Inter nel 2010, sulla quale afferma: "L’ultima volta che abbiamo vinto una Coppa dei Campioni è stato con l’Inter, dove non c’era nemmeno un italiano: questa è assolutamente, a parer mio, una vergogna".
In mezzo a tutto ciò, gravissima incapacità di articolare frasi e concetti (o, talvolta, finanche parole) di senso compiuto, gelatini fuori dall'ospizio
e tanti battibecchi - ai quali non trova la forza e il coraggio di rispondere a tono, con voce sempre tremolante, condita da sorrisi nervosi e tanto disagio - che delineano una fragilità nervosa ormai senza possibilità di ripresa, come nella saga contro la Juve di Massimiliano Allegri.
A voi la palla, sperando non sia un topic troppo settario.