Ma non c'è alcuna disputa tra USA e Russia, siamo seri. La Russia non è più un impero da molto tempo, dal punto di vista economico e militare USA e Russia stanno su due livelli completamente diversi, tanto che gli americani stanno tenendo da anni l'esercito russo impegnato solamente fornendo un po' di armi all'Ucraina.
Agli Stati Uniti interessa la Cina e il medioriente piuttosto, la Russia non è più IL nemico, è un tema di secondaria importanza nella loro agenda adesso, come lo era nel 2022.
E' proprio il fatto di essere sempre meno importante negli equilibri mondiali che non va giù a Putin, non le basi NATO 100 km più in qua o più in là, e i suoi deliri imperialistici sono la diretta conseguenza di ciò.
Guarda, nella politica estera russa non c'è mai stato nulla di delirante in tutta la sua storia, perché hanno obiettivi molto precisi e chiari a tutti. E nello specifico Putin non fa eccezione. Il che non vuol dire che io la condivida.
Caso mai ci sono errori, quelli sì, ad esempio l'idea di voler prendere tutta l'Ucraina con quello che Putin si aspettava fosse un colpo di mano grazie a un attacco su molteplici direzioni.
Deliri no. È tutto molto coerente. È un paese con un confine enorme e pertanto vive da sempre anche di paranoie.
Ovviamente tutti i paesi con grandi mezzi sono imperialisti, per il semplice fatto che storicamente tutti sono portati a usare quello che hanno. Ma di imperialismo converrebbe non parlare mai, perché è un concetto molto malinteso.
In politica estera si sfruttano le opportunità. Putin non è andato in Siria per fare conquiste, ma perché quel regime è sempre stato "amico" della Russia e quindi voleva sfruttare l'opportunità di riprendere contatti, rapporti e presenza.
In Ucraina una parte del paese è molto filo-occidentale e un suo governante (Poroshenko) ha deciso di agire nettamente e senza indugi per chiedere a gran voce di aggregarsi alla Nato e al blocco occidentale.
Non stiamo qui a giudicarlo, ma il fatto è che questo ha fatto precipitare tutto. Perché per la Russia è inconcepibile.
Non dico che bisogna intendersi di politica internazionale, perché ognuno ha il suo lavoro e i suoi interessi, ma almeno di geografia sì. La vicinanza tra Russia e Alaska non c'entra una minchia. C'entra che Mosca è a un tiro di sputo dal Donbass così come San Pietroburgo è a un tiro di sputo dalla Finlandia. Solo che Alaska e Finlandia non offrono opportunità alla politica estera russa, mentre l'Ucraina sì, con la sua vicinanza, i suoi legami, la sua storia e la sua lingua.
Gli inglesi sono molto coinvolti in questo gioco e spingono sull'acceleratore. E sono senza scrupoli tanto quanto lo sono i russi con il Regno Unito. Hanno una guerra strisciante da anni e se le danno ad ogni occasione. Gli Stati Uniti hanno circoli che hanno molto spinto anche loro sull'acceleratore. Mentre Biden è stato l'ultimo arrivato e ci si è trovato in mezzo. (Biden o chi per lui, perché i suoi collaboratori hanno avuto parecchia mano libera vista la sua condizione).
Un Biden lucido avrebbe fatto molto, molto meglio, perché ricordo che su Afghanistan e Iraq quando era vice presidente era lui quello sveglio e saggio, mentre gli Usa continuavano a prendere inutili mazzate.
Non mi metto a parlare dell'Europa sennò facciamo notte.
Dico solo che chiudere questa faccenda con Trump non sarà comunque una buona cosa, perché è l'intera situazione che è partita male. E ancora peggio l'abbiamo giocata, scoprendo tutte le nostre carte. Sia quelle buone, come l'immensa tecnologia, una buona compattezza e il flusso di aiuti, sia quelle pessime, come la fragilità della compattezza nel medio-lungo termine, una volontà delle opinioni pubbliche molto molto divisa, una gran debolezza economica che potrebbe presto vedere una guerra doganale tra UE e USA, e l'incostanza dei nostri obiettivi di politica estera.
Trump qualunque cosa farà molto probabilmente non sarà buona e non darà buoni segnali. A breve potrebbe sembrarlo, ma difficilmente nel lungo, perché renderà ancora più visibili i nostri lati deboli, che già abbiamo ampiamente mostrato (e non avremmo dovuto assolutamente farlo), in tutti gli angoli del mondo.
Putin lo sa e sta intensificando ora che c'è un vuoto politico transitorio a Washington.
È una fase molto critica, anche se fa parte del gioco.
E anche la stabilità del governo ucraino è a forte rischio, perché lì c'è chi vorrebbe chiuderla il primo possibile (ma gli inglesi non vogliono) e chi è pronto a tutto. Zelensky è in un momento critico anche lui, perché i nazionalisti (per non dire di peggio) sono pronti a rovesciarlo al primo segnale di debolezza.
L'unica soluzione buona per tutti noi è una fine tipo guerra Iran-Iraq, ovvero quella che auspicava Kissinger negli anni Ottanta e che in quel caso si verificò: "l'ideale sarebbe che perdessero entrambi".
Ecco, l'ideale anche stavolta, secondo me, è che tutti perdano qualcosa. Tutti. Se Trump invece sgarra perdiamo più noi, e non va bene. E che non sgarri mi pare piuttosto difficile.