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Anime Nere (Munzi, 2014)


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12 replies to this topic

#1 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 23 settembre 2014 - 11:19

Anime Nere è la storia di tre fratelli, figli di pastori, vicini alla ndrangheta, e della loro anima scissa. Luigi, il più giovane, è un trafficante internazionale di droga. Rocco, milanese adottivo, dalle apparenze borghesi, imprenditore grazie ai soldi sporchi del primo. Luciano, il più anziano, che coltiva per sé l’illusione patologica di una Calabria preindustriale, instaurando un malinconico e solitario dialogo con i morti. Leo, suo figlio ventenne, è la generazione perduta, senza identità. Dagli avi ha ereditato solo il rancore e il futuro è un treno che per lui sembra già passato. Per una lite banale compie un atto intimidatorio contro un bar protetto dal clan rivale. In qualsiasi altra terra, sarebbe solo una ragazzata. Non in Calabria, tantomeno in Aspromonte. È la scintilla che fa divampare l’incendio. Per Luciano è di nuovo il dramma che si riaffaccia dopo tanti anni dall’uccisione del padre. In una dimensione sospesa tra l’arcaico e il moderno i personaggi si spingono fino agli archetipi della tragedia.

 

 

locandina.jpg

 

 

http://www.ondacinem...anime_nere.html


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#2 Carlo86

    mainstream Star

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Inviato 28 settembre 2014 - 13:21

Visto ieri...Mi ha colpito l'atmosfera estremamente cupa: i luoghi, i volti dei protagonisti, la sceneggiatura, l'interpretazione, tutto trasuda tragedia... Crimine, morte, disperazione, vendetta, rassegnazione al proprio destino. Un film crudo ed essenziale.
  • 1
"Non possiamo parlare di Dio, o come preferisci chiamarlo, ma soltanto della nostra reazione a esso. Allo stesso modo, non penso che si possa parlare della musica, ma di una reazione soggettiva a essa" (Barenboim)

#3 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 28 settembre 2014 - 14:12

Bel film davvero. Mostra in maniera credibile e verosimile (con quella che resta alla fine un'opera di fiction, ovviamente) l'impasto antropologico della realtà criminale calabrese attraverso le vicende di una famiglia (e tre fratelli). L'impossibilità tragica e "adelchiana" per uno di essi di restare davvero fuori - come individuo - da un contesto sociale che risponde a regole tendenzialmente criminaloidi.

Fare il torto o subirlo, in poche parole. Dialoghi quasi sempre in dialetto (sottotitolati, ma comunque comprensibili oltre che composti da poche battute alla volta), da attori professionisti e non professionisti ma tutti calabresi.


  • 1

«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#4 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 08 ottobre 2014 - 12:26

l'ho trovato sconvolgente. di là in Muro del pianto chiedevo riscontri di realtà perchè la tragedia di quei luoghi è pazzesca. non posso credere che ci siano luoghi in cui l'unico legame col presente sembra essere il consumo di droga

ditemi che il paese senza strade, con le case non finite e la scuola distrutta è una metafora


  • 1

In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#5 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 11 ottobre 2014 - 09:26

l'ho trovato sconvolgente. di là in Muro del pianto chiedevo riscontri di realtà perchè la tragedia di quei luoghi è pazzesca. non posso credere che ci siano luoghi in cui l'unico legame col presente sembra essere il consumo di droga

ditemi che il paese senza strade, con le case non finite e la scuola distrutta è una metafora

 

il film è stato girato veramente ad Africo, quindi i set sono tutti reali. però quella scuola magari è ancora attiva, poi non so...


  • 1
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#6 {`tmtd`}

    Enciclopedista

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  • LocationBologna

Inviato 03 novembre 2014 - 09:09

Recuperato ieri sera, a me è sembrato un film sconvolgente e di assoluto valore sociale. Uno spaccato della realtà criminosa e delinquenziale forse più incisivo del tanto incensato Gomorra. Pessimismo, degrado, violenza, tutto il film è un centrifugrato di emozioni deprimenti. Munzi si conferma un regista fra i più validi nel nostro paese.


  • 1

#7 selva

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Inviato 06 novembre 2014 - 13:15

Sembra la brutta copia di The Funeral di Ferrara, altri e alti livelli 

 

Non mi ha convinto, anzi trovo film del genere inutili o, esagero, dannosi. L'errore sta nelle intenzioni più che nella forma, abbastanza solida, con una sceneggiatura non eccelsa ma passabile. Intenzioni che aspirano a mostrare un paesaggio deturpato dove inserire una storia di famigghia malavitosa con tutti i luoghi comuni che questo comporta. Sembra che ogni regista che si avvicini a raccontare storie in cui c'entrano mafia, ndragheta, camorra, evitino di calcare la mano. Si tratterebbe solo di dare un'occhiata al "reale" per capire che le vicende di Anime nere sono il nulla messe a confronto con il fenomeno malavitoso in Calabria.

 

L'unica soluzione (se proprio vogliamo attribuire un valore sociale al cinema)  è prenderli per il culo ma non come quel democristiano di Pif, ma come Ciprì e Maresco e il "grattami i cugghiuni" dal grottesco estremo.  


  • 2

#8 Carlo86

    mainstream Star

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Inviato 06 novembre 2014 - 14:02

Sembra la brutta copia di The Funeral di Ferrara, altri e alti livelli

Non mi ha convinto, anzi trovo film del genere inutili o, esagero, dannosi. L'errore sta nelle intenzioni più che nella forma, abbastanza solida, con una sceneggiatura non eccelsa ma passabile. Intenzioni che aspirano a mostrare un paesaggio deturpato dove inserire una storia di famigghia malavitosa con tutti i luoghi comuni che questo comporta. Sembra che ogni regista che si avvicini a raccontare storie in cui c'entrano mafia, ndragheta, camorra, evitino di calcare la mano. Si tratterebbe solo di dare un'occhiata al "reale" per capire che le vicende di Anime nere sono il nulla messe a confronto con il fenomeno malavitoso in Calabria.

L'unica soluzione (se proprio vogliamo attribuire un valore sociale al cinema) è prenderli per il culo ma non come quel democristiano di Pif, ma come Ciprì e Maresco e il "grattami i cugghiuni" dal grottesco estremo.


Non dimenticare che è un film, non un documentario...Racconta una storia. Non pretende di analizzare e fotocopiare per filo e per segno le vicende della malavita calabrese. Affonda in quelle radici, ma non esaurisce il tema. Almeno, per come la vedo io...
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"Non possiamo parlare di Dio, o come preferisci chiamarlo, ma soltanto della nostra reazione a esso. Allo stesso modo, non penso che si possa parlare della musica, ma di una reazione soggettiva a essa" (Barenboim)

#9 William Blake

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Inviato 06 novembre 2014 - 14:49

Sembra la brutta copia di The Funeral di Ferrara, altri e alti livelli 

 

Non mi ha convinto, anzi trovo film del genere inutili o, esagero, dannosi. L'errore sta nelle intenzioni più che nella forma, abbastanza solida, con una sceneggiatura non eccelsa ma passabile. Intenzioni che aspirano a mostrare un paesaggio deturpato dove inserire una storia di famigghia malavitosa con tutti i luoghi comuni che questo comporta. Sembra che ogni regista che si avvicini a raccontare storie in cui c'entrano mafia, ndragheta, camorra, evitino di calcare la mano. Si tratterebbe solo di dare un'occhiata al "reale" per capire che le vicende di Anime nere sono il nulla messe a confronto con il fenomeno malavitoso in Calabria.

 

L'unica soluzione (se proprio vogliamo attribuire un valore sociale al cinema)  è prenderli per il culo ma non come quel democristiano di Pif, ma come Ciprì e Maresco e il "grattami i cugghiuni" dal grottesco estremo.  

 

sono parzialmente d'accordo con te. secondo me, Pif ha fatto un esempio di cinema popolare non eccelso ma comunque passabile. mentre è evidente che "Anime nere", pur partendo da una matrice di genere, aspiri a competere con gli Autori. e il paragone con "Gomorra" è impervio: Garrone sembrava ricostruire il mondo-gomorra da zero sotto tutti i punti di vista (regia, luce, suoni, recitazione), mentre il lavoro di Munzi è molto più spoglio, limitandosi a illustrare la situazione senza reinventare alcunché. 


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#10 piersa

    Megalo-Man

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  • Location14-16 Fabrizi Nicola e Aldo

Inviato 06 novembre 2014 - 15:20

 

Sembra la brutta copia di The Funeral di Ferrara, altri e alti livelli 

 

Non mi ha convinto, anzi trovo film del genere inutili o, esagero, dannosi. L'errore sta nelle intenzioni più che nella forma, abbastanza solida, con una sceneggiatura non eccelsa ma passabile. Intenzioni che aspirano a mostrare un paesaggio deturpato dove inserire una storia di famigghia malavitosa con tutti i luoghi comuni che questo comporta. Sembra che ogni regista che si avvicini a raccontare storie in cui c'entrano mafia, ndragheta, camorra, evitino di calcare la mano. Si tratterebbe solo di dare un'occhiata al "reale" per capire che le vicende di Anime nere sono il nulla messe a confronto con il fenomeno malavitoso in Calabria.

 

L'unica soluzione (se proprio vogliamo attribuire un valore sociale al cinema)  è prenderli per il culo ma non come quel democristiano di Pif, ma come Ciprì e Maresco e il "grattami i cugghiuni" dal grottesco estremo.  

 

sono parzialmente d'accordo con te. secondo me, Pif ha fatto un esempio di cinema popolare non eccelso ma comunque passabile. mentre è evidente che "Anime nere", pur partendo da una matrice di genere, aspiri a competere con gli Autori. e il paragone con "Gomorra" è impervio: Garrone sembrava ricostruire il mondo-gomorra da zero sotto tutti i punti di vista (regia, luce, suoni, recitazione), mentre il lavoro di Munzi è molto più spoglio, limitandosi a illustrare la situazione senza reinventare alcunché. 

 

 

Mi era sfuggito il topic ma il rif a Ferrara è venuto pure a me e nel confronto ci perde anche perché chi si può permettere di pagare Vincent Gallo per fare il morto in 3/4 di film? E' come il calcio alla fine


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#11 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 27 marzo 2015 - 11:21

L'ho recuperato recentemente.

La prima parte è molto buona ma quando arrivano in Calabria il film si perde in eccessive sottolineature e ripetizioni esasperanti che lo fanno girare a vuoto.

Non male tutto sommato.


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#12 polo

    King of the lurker

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  • LocationAfrico, Reggio Calabria.

Inviato 27 marzo 2015 - 12:09

"Gira pe Leccu"

Il film da un messaggio fortissimo soprattutto per come è nata l'opera : dal romanzo di Criaco (costituitivo di una trilogia), che pare andare e venire dall'immaginario al reale troppo reale, alla ricostruzione nel film, con trama completamente diversa, di una "tipica tragedia greca". La storia dei luoghi si legge nella storia dei tre fratelli, così come la storia della malavita calabrese basata sui rapporti familiari e sul "rispetto" (sentimento inculcato fin da bambini alle anime tristi e nere di africo, platì, san luca). Africo è così come lo si vede nel film, la "scuola" è veramente una scuola, la scuola materna dove ho avuto la mia prima esperienza scolastica, oggi è abbandonato. Napoli non sarà mai così grigia.

Fortissima esperienza pedagogica nata da un popolo che si è sempre dovuto "educare" da solo.


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Io sono la mia S'ignora. (C.B.)

#13 John Trent

    Genio incomprensibile

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  • LocationBassa Depressa Bergamasca

Inviato 03 dicembre 2016 - 11:16

Per me è sbagliata l'equazione film di mafia uguale film sociale (o metaforico). A me sembra un gran bel film di genere. Sono anni che tutti parliamo (giustamente) della crisi del nostro cinema di genere e poi quando ce ne piomba uno addosso girato come si deve, con una bella atmosfera, ben recitato, cupo fino in fondo senza redenzioni, lo scambiamo per altro.
Ma poi il realismo, il non cogliere bene la realtà, mah, perché "Il padrino" è un documentario? Rende la realtà delle cose*? Non è tanto questione di fedeltà, è questione di non scadere nella pornografia. Nemmeno Ferrara è duro quanto la realtà dai, perché alla fine si finirebbe con l'annoiare.

*La suggerisce deformandola, come fa anche questo film.
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