Poeti Con Le Chitarre: Usi, Abusi, Aldobusi E Stilemi Della Parola In Musica Nell'italia Moderna
#51
Posted 04 July 2014 - 09:37 AM
Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
#52
Posted 04 July 2014 - 09:39 AM
In più, non so se ho capito cosa tu intenda con il testo adattato alle strofe, ma ad esempio i Baustelle hanno il vizio di mettere sillaba per sillaba le parole sulle crome, con l'accento della parola opposto all'accento musicale. Il vizio è tanto letterario quanto compositivo (sempre arpeggi, poi recupero un articolo di dissing spinto ma non scriteriato).
I testi di Bianconi in genere non mi piacciono, ma in particolare trovo molto poco riuscita la fusione con la musica. Aspetto verbale e aspetto musicale mi paiono due binari paralleli, ed in più c'è il fastidioso vezzo di sottolineare i 'momenti salienti' come se non si confidasse nel potere delle parole di essere evocative di per sé.
(A parte il fatto che fare del name dropping così spudorato prendendosi sul serio mi indispone. I They Might Be Giants, per dire, nel fare riferimenti ben più esoterici si presentano scientemente come dei buffi nerd).
#53
Posted 04 July 2014 - 09:40 AM
Mueller ma in merito alla diatriba Dylan/De Andrè che ci dici? Il sommo poeta è un allievo del menestrello?
De Andrè si è ispirato a tanti colleghi, Dylan è uno di questi certamente...come Cohen e Brassens ...ma poi ha creato il suo stile e la sua poetica.
#54
Posted 04 July 2014 - 10:34 AM
Lasciamo stare le scuole, ringrazio Captain. Ecco, Bianconi anche vocalmente mi sembra imitare DeAndré, tono, dizione nonostante geograficamente non siano troppo affini, ed entrambi sono atei se non erro, ma usano l'immaginario cristiano, nello stesso modo? Può darsi, mi dà sempre quel senso di "scrivo di Dio peché 'sto povero cristo che narro ci crede, ed è un povero cristo anche per questo". Lo fanno anche i poeti, sono ateo pure io ma vorrei vedere l'espressione della madonnina scolpita da Boccadoro in Narziss und Goldmund, comunque tante volte stucca.
Agnelli invece ha il vizio per il rapporto malato, il pisello-coltello + elemento organico (adrenalina, fegato, patologie dei visceri). Non so se si possa chiamare curiosità semiotica o per la ricerca tale, la mia, pensavo di restare abbastanza sul semplice nemen_ij, boh, quando riesco do un ascolto all'altro brano. In più, non so se ho capito cosa tu intenda con il testo adattato alle strofe, ma ad esempio i Baustelle hanno il vizio di mettere sillaba per sillaba le parole sulle crome, con l'accento della parola opposto all'accento musicale. Il vizio è tanto letterario quanto compositivo (sempre arpeggi, poi recupero un articolo di dissing spinto ma non scriteriato). Però non calcano sulla rima, che De André non tralascia quasi mai (a proposito di "poesia")
Come valuteresti tecnicamente testi come "La guerra di Piero", "La città vecchia" o "Il testamento"?
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Leggetevi il Dean
#55
Posted 04 July 2014 - 11:07 AM
Se ho tempo stasera li pubblico qui e commento, commenti sono, non valutazioni tecniche, dai. Però vorrei un po' contraddire l'idea che siccome qualcosa è arte non si possa andare oltre il percepirla con i sensi per i quali è progettata per arrivarci senza poter fare considerazioni secondarie, perché se il tuo commento sta per "come puoi dire qualcosa di questi testi, avendo essi un valore artistico che trascende la materia al di qua dell'empireo" io ti dico qualcos'altro. A me come testo di De André, dei pochi che conosco, francamente piace la iperinflazionata (e fraintesa, suppongo, lì su facebook, dalle ragazze, sempre la stessa porzione) Verranno a chiederti del nostro amore. Col tempo metto pure Tenco, di lui posso dire non solo di apprezzare i testi ma anche di notare qualcosa che tecnicamente, specie se di proposito, mi piace molto, come l'evitare di proposito una rima scontata e mettere un sinonimo o un termine comunque calzante o volutamente straniante nella frase. Poi so che la musica non è questo, ma visto quel che non s'è visto nel commento d'apertura, che andrò a modificare [...] così è se vi pare
Come valuteresti tecnicamente testi come "La guerra di Piero", "La città vecchia" o "Il testamento"?
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#56
Posted 04 July 2014 - 12:04 PM
ma ad esempio i Baustelle hanno il vizio di mettere sillaba per sillaba le parole sulle crome, con l'accento della parola opposto all'accento musicale.
le modifiche sugli accenti sono tutte figlie di Max
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#57
Posted 04 July 2014 - 12:12 PM
SIDUN
(Sidone)
U mæ nininu mæ
u mæ
lerfe grasse au su
d'amë d'amë
Il mio bambino il mio
il mio
labbra grasse al sole
di miele di miele
tûmù duçe benignu
de teu muaè
spremmûu 'nta maccaia
de stæ de stæ
tumore dolce benigno
di tua madre
spremuto nell'afa umida
dell'estate dell'estate
e oua grûmmu de sangue ouëge
e denti de laete
e i euggi di surdatti chen arraggë
cu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ
e ora grumo di sangue orecchie
e denti di latte
e gli occhi dei soldati cani arrabbiati
con la schiuma alla bocca cacciatori di agnelli
a scurrï a gente cumme selvaggin-a
finch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a qué
e doppu u feru in gua i feri d'ä prixún
e 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziún
a inseguire la gente come selvaggina
finché il sangue selvatico non gli ha spento la voglia
e dopo il ferro in gola i ferri della prigione
e nelle ferite il seme velenoso della deportazione
perché de nostru da a cianûa a u meü
nu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeü
ciao mæ 'nin l'ereditæ
l'è ascusa
perché di nostro dalla pianura al molo
non possa più crescere albero né spiga né figlio
ciao bambino mio l'eredità
è nascosta
'nte sta çittæ
ch'a brûxa ch'a brûxa
inta seia che chin-a
e in stu gran ciaeu de feugu
pe a teu morte piccin-a
in questa città
che brucia che brucia
nella sera che scende
e in questa grande luce di fuoco
per la tua piccola morte
#58
Posted 04 July 2014 - 12:31 PM
I dialetti, specialmente gallici o comunque nordici, necessitano di un loro alfabeto, la leggibilità dell'italiano (sono curioso di sapere quali altre hanno una aderenza almeno pari tra carattere e suono) è davvero preziosa e perderla all'improvviso, col vuoto sotto i piedi, mi spaura. Forse è troppo problematico, perché varie parole nascono nell'italiano e si introducono camuffate nel dialetto, quindi riconoscerle come troncamenti e simili ha una certa importanza, ma le righe si affollano di inchiostro
/OT
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#60
Posted 04 July 2014 - 14:02 PM
OT
I dialetti, specialmente gallici o comunque nordici, necessitano di un loro alfabeto, la leggibilità dell'italiano (sono curioso di sapere quali altre hanno una aderenza almeno pari tra carattere e suono) è davvero preziosa e perderla all'improvviso, col vuoto sotto i piedi, mi spaura. Forse è troppo problematico, perché varie parole nascono nell'italiano e si introducono camuffate nel dialetto, quindi riconoscerle come troncamenti e simili ha una certa importanza, ma le righe si affollano di inchiostro
/OT
Forse in questo articolo un po' datato potrai soddisfare in parte la tua curiosità, mi è venuto in mente quando hai parlato di aderenza tra carattere e suono
il mio blog -- RYM -- Last.fm
Leggetevi il Dean
#61
Posted 04 July 2014 - 14:51 PM
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#62
Posted 04 July 2014 - 15:09 PM
musica
poesia
chitarra
vediamo chi ci arriva per primo (io dico gozer)
https://www.youtube....h?v=FMYcA_09zew
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#63
Posted 04 July 2014 - 15:24 PM
musica
poesia
chitarra
vediamo chi ci arriva per primo (io dico gozer)
https://www.youtube....h?v=FMYcA_09zew
#64
Posted 04 July 2014 - 15:26 PM
è proprio IL poeta con la chitarra
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#65
Posted 04 July 2014 - 18:47 PM
Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi non serve a niente
tanto all'inferno ci sarò già
ai protettori delle battone
lascio un impiego da ragioniere
perché provetti nel loro mestiere
rendano edotta la popolazione
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
voglio lasciare a Bianca Maria
che se ne frega della decenza
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto
sorella morte lasciami il tempo
di terminare il mio testamento
lasciami il tempo di salutare
di riverire di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo
signor becchino mi ascolti un poco
il suo lavoro a tutti non piace
non lo consideran tanto un bel gioco
coprir di terra chi riposa in pace
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d'oro
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d'oro
per quella candida vecchia contessa
che non si muove più dal mio letto
per estirparmi l'insana promessa
di riservarle i miei numeri al lotto
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati
quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà
se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
a te che fosti la più contesa
la cortigiana che non si dà a tutti
ed ora all'angolo di quella chiesa
offri le immagini ai belli ed ai brutti
lascio le note di questa canzone
canto il dolore della tua illusione
a te che sei costretta per tirare avanti
costretta a vendere Cristo e i santi
quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà
cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro già sulla terra
amammo tutti l'identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli.
#66
Posted 04 July 2014 - 18:56 PM
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#67
Posted 04 July 2014 - 19:02 PM
se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
eh be' leggerissima divertentissima purissima levissima
I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった。」
#68
Posted 05 July 2014 - 00:41 AM
(..) Non so se si possa chiamare curiosità semiotica o per la ricerca tale, la mia, pensavo di restare abbastanza sul semplice nemen_ij, boh (..) non so se ho capito cosa tu intenda con il testo adattato alle strofe, ma ad esempio i Baustelle hanno il vizio di mettere sillaba per sillaba le parole sulle crome, con l'accento della parola opposto all'accento musicale. Il vizio è tanto letterario quanto compositivo (sempre arpeggi, poi recupero un articolo di dissing spinto ma non scriteriato). Però non calcano sulla rima, che De André non tralascia quasi mai (a proposito di "poesia")
#69
Posted 05 July 2014 - 06:20 AM
se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
eh be' leggerissima divertentissima purissima levissima
Sì, quella parte lì lo è.
Se mai è nel finale che emerge la tristezza.
#70
Posted 05 July 2014 - 08:29 AM
"ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
[...]
voglio lasciare a Bianca Maria
che se ne frega della decenza
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto "
Ma non ha influenzato le band attuali, no no.
"SOVIET SAM" un blog billizzimo
7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:
Tra due anni torniamo per vincere.
#71 Guest_Franzy_*
Posted 05 July 2014 - 08:33 AM
Paolo Conte - Luna Di Marmellata ( 1975 )
Lungo il viaggio
e anche noioso
arriviamo affaticati
le valigie son pesanti e i vestiti stropicciati
Meno male
eccoci qua, in un albergo illuminato
una stanza c'è per noi
noi che abbiam tanto viaggiato
So tutto
di questi posti ormai
e il freddo so
di questa chiave in mano a me
E ti prepari ad abitare
questa stanza come fosse
una casa
e io che aspetto
mentre metti nei cassetti
la tua roba e anche la mia
e al di là della finestra
c'è una luna strepitosa
che ci guarda con tristezza
Luna di marmellata per noi due
che abbiamo casa e figli tutti e due
ma abbiam sorriso senza alcun pudore
all'idea di un ultimo amore
#72
Posted 05 July 2014 - 08:58 AM
Che ora fai? È un'ora inglese, si va,
agguanta la mia mano e ce ne andiamo
tanto di noi si può fare senza,
e chi vuoi
che noti mai la nostra assenza
Ah, ragazza, tu sei bella
ogni giorno di più
non farti prender dalla sonnolenza
C'interessa, no, questa conferenza
che tanto il tempo passa
anche sotto ai sofà
Sì che il tempo passa sotto ai sofà,
nemico numero uno
degli aspirapolvere di tutta città,
è là che lui tiene la sua accademia
sotto lo sguardo vitreo
dei bicchieri di Boemia,
e intanto il Comune
cambia colore ai tramways
è che la gente poi ci prende confidenza
sì, ma di noi si può fare senza
da-da-da-da-da-da-da-da-da-da
È tutto un grande addio,
un giorno Gondrand passerà,
te lo dico io,
col camion giallo porterà
via tutto quanto e poi più niente resterà
del nostro mondo
da-da-da
La fuga della vita, chi lo sa
che non sia proprio lei
la quinta essenza
sì, ma di noi si può fare senza
Sì, tanto il tempo passa anche sotto ai sofà
http://www.youtube.com/watch?v=Xbt1tE33BLs#t=112
Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
#73
Posted 05 July 2014 - 09:12 AM
Un altro appunto su De André, a me pare sempre molto atemporale o passatista tanto la sua lingua quanto ciò che racconta, anche se una Storia d'un impiegato, immagino tutto come un pastiche di tutto l'Ottocento. Una cosa che mi succede anche con Gabriel Garcìa Màrquez, probabilmente è parte del loro fascino o la loro detestatibilità secondo chi li fruisce
Direi che la tematica più o meno sotterranea che attraversa l'opera di quasi tutti i cantautori storici, diciamo dal Modugno di "Vecchio frac" fino al Battiato pop degli anni 80, è il cambiamento sociale, culturale, psicologico e (forse soprattutto) paesaggistico avvenuto in quegli anni in Italia.
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
C'è chi lo ha fatto in modo assolutamente esplicito (i più: Tenco, Paoli, Jannacci, Endrigo, Guccini, Ciampi, Lolli), chi più sottotraccia (Dalla, De Gregori, Venditti, Battisti/Mogol), chi scegliendo - appunto - un'atemporalità culturale in cui mischiare le carte dei vari rifermimenti culturali (De André, Battiato, Conte).
Non a caso quando negli anni 80 quella tensione culturale e sociale si è assopita il cantautorato nostrano è rapidamente declinato, la sua lezione in seguito assorbita e neutralizzata dal ritorno sulle scene delle canzoni quasi esclusivamente sentimentali (Ramazzotti & Co).
E sempre non a caso i pochi cantautori contemporanei che cercano di scrivere ancora in quel modo (Capossela, Max Manfredi, Van De Sfroos) si devono proporre fin già a livello personale come della specie di freak fuori dal tempo, per essere credibili nel loro mettere in scena una sorta di gotico provinciale nostrano ormai inesistente.
#74
Posted 05 July 2014 - 09:38 AM
C'è chi lo ha fatto in modo assolutamente esplicito (i più: Tenco, Paoli, Jannacci, Endrigo, Guccini, Ciampi, Lolli), chi più sottotraccia (Dalla, De Gregori, Venditti, Battisti/Mogol), chi scegliendo - appunto - un'atemporalità culturale in cui mischiare le carte dei vari rifermimenti culturali (De André, Battiato, Conte).
Battiato nei suoi dischi migliori (i 4 capolavori fra il 79 e l'82) più che altro trollava quelli di sinistra nei vari riferimenti politici. "Alla riscossa stupidi" gli valse la nomina di cantante "di destra" al soldo della Confindustria.
"La voce del padrone" è il disco successivo, il titolo non è casuale
Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
#75
Posted 05 July 2014 - 09:40 AM
Un altro appunto su De André, a me pare sempre molto atemporale o passatista tanto la sua lingua quanto ciò che racconta, anche se una Storia d'un impiegato, immagino tutto come un pastiche di tutto l'Ottocento. Una cosa che mi succede anche con Gabriel Garcìa Màrquez, probabilmente è parte del loro fascino o la loro detestatibilità secondo chi li fruisce
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
Va detto che è la strada anche della poesia nostrana, che i cantautori costeggiano, già dalla prima metà del Novecento con i vociani. Poi ha proseguito (anche con lo strumento di un dialetto "polemico" da parte di alcuni) e si è intrecciata col malessere del boom che ha colpito a destra e a manca.
Quella della poesia italiana è in parte anche la storia di un disagio nei confronti della città.
Talmente brutto che e' da considerare 90
In pratica vogliono il magical negro senza i poteri magici, sai che palle.
I voti sono sull'attività svolta e sulle iniziative dichiarate o parzialmente avviate
#76
Posted 05 July 2014 - 09:51 AM
Quella della poesia italiana è in parte anche la storia di un disagio nei confronti della città.
Indubbiamente. E lo stesso discorso vale anche per il cinema e la prosa.
#77
Posted 05 July 2014 - 10:14 AM
Absy, tu che sai, e la poesia contemporanea? Versa in condizioni disastrose secondo te? E conosci o pensi possano o meno esistere autori che abbiano un qualche legame, che costeggino la via di uno dei filoni della poesia italiana attuale?
Un altro appunto su De André, a me pare sempre molto atemporale o passatista tanto la sua lingua quanto ciò che racconta, anche se una Storia d'un impiegato, immagino tutto come un pastiche di tutto l'Ottocento. Una cosa che mi succede anche con Gabriel Garcìa Màrquez, probabilmente è parte del loro fascino o la loro detestatibilità secondo chi li fruisce
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
Va detto che è la strada anche della poesia nostrana, che i cantautori costeggiano, già dalla prima metà del Novecento con i vociani, per poi proseguire (anche con lo strumento di un dialetto "polemico" da parte di alcuni) e intrecciarsi col malessere del boom che ha colpito a destra e a manca.
Quella della poesia italiana è in parte anche la storia di un disagio nei confronti della città.
La cosa è tutt'altro che necessaria e anche all'estero le cose sono varie, non ne so nulla ma penso che tra Prévert e certa canzone francese le affinità non manchino. Adesso forse è troppo distante la poesia, o troppo ignorante/disinteressata la canzone? Avendo citato Bianconi che butta riferimenti colti (o meglio, nomi di persone su cui si possono fare riferimenti colti, ma lui non mi sembra capace di prenderne uno e sviluppare delle sue tematiche, ne deve nominare otto e se ti piace il suono te li cerchi su internet o in biblioteca) nei testi, ma sempre passatisti, il problema è delle parti o insito nella mole di produzione culturale, magari sempre più di nicchia, che impedisce ad un artista in un ambito di approfondire la contemporaneità degli altri?
Vado a cercare Capovilla, promesso
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#78
Posted 05 July 2014 - 10:15 AM
se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
eh be' leggerissima divertentissima purissima levissima
capisco che stai trollando da tre giorni, ma almeno fallo bene....la battuta della levissima è talmente scontata che forse persino la premiata ditta non la usa più
#79
Posted 05 July 2014 - 10:16 AM
Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
#80
Posted 05 July 2014 - 10:25 AM
il mio blog -- RYM -- Last.fm
Leggetevi il Dean
#81
Posted 05 July 2014 - 10:29 AM
Io la vedo come l'amara fine di un miserabile (che non è per forza un poveraccio, alla faccia del sinistrello ) che travasa bile da sempre repressa, cercando di sdrammatizzare con la lingua pungente la paura per la morte imminente
analisi perfetta e sintetica.
#82
Posted 05 July 2014 - 10:31 AM
Io la vedo come l'amara fine di un miserabile (che non è per forza un poveraccio, alla faccia del sinistrello ) che travasa bile da sempre repressa, cercando di sdrammatizzare con la lingua pungente la paura per la morte imminente
Beh c'è sempre la parte dedicata alla donna amata che lo riscatta, tipico anche questo di De Andrè in effetti.
Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
#83
Posted 05 July 2014 - 10:33 AM
Absy, tu che sai, e la poesia contemporanea? Versa in condizioni disastrose secondo te? E conosci o pensi possano o meno esistere autori che abbiano un qualche legame, che costeggino la via di uno dei filoni della poesia italiana attuale?
Un altro appunto su De André, a me pare sempre molto atemporale o passatista tanto la sua lingua quanto ciò che racconta, anche se una Storia d'un impiegato, immagino tutto come un pastiche di tutto l'Ottocento. Una cosa che mi succede anche con Gabriel Garcìa Màrquez, probabilmente è parte del loro fascino o la loro detestatibilità secondo chi li fruisce
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
Va detto che è la strada anche della poesia nostrana, che i cantautori costeggiano, già dalla prima metà del Novecento con i vociani, per poi proseguire (anche con lo strumento di un dialetto "polemico" da parte di alcuni) e intrecciarsi col malessere del boom che ha colpito a destra e a manca.
Quella della poesia italiana è in parte anche la storia di un disagio nei confronti della città.
La cosa è tutt'altro che necessaria e anche all'estero le cose sono varie, non ne so nulla ma penso che tra Prévert e certa canzone francese le affinità non manchino. Adesso forse è troppo distante la poesia, o troppo ignorante/disinteressata la canzone? Avendo citato Bianconi che butta riferimenti colti (o meglio, nomi di persone su cui si possono fare riferimenti colti, ma lui non mi sembra capace di prenderne uno e sviluppare delle sue tematiche, ne deve nominare otto e se ti piace il suono te li cerchi su internet o in biblioteca) nei testi, ma sempre passatisti, il problema è delle parti o insito nella mole di produzione culturale, magari sempre più di nicchia, che impedisce ad un artista in un ambito di approfondire la contemporaneità degli altri?
Vado a cercare Capovilla, promesso
Cacchio, mi dai due o tre anni per risponderti?
Talmente brutto che e' da considerare 90
In pratica vogliono il magical negro senza i poteri magici, sai che palle.
I voti sono sull'attività svolta e sulle iniziative dichiarate o parzialmente avviate
#84
Posted 05 July 2014 - 10:45 AM
non sono molto d'accordo
Un altro appunto su De André, a me pare sempre molto atemporale o passatista tanto la sua lingua quanto ciò che racconta, anche se una Storia d'un impiegato, immagino tutto come un pastiche di tutto l'Ottocento. Una cosa che mi succede anche con Gabriel Garcìa Màrquez, probabilmente è parte del loro fascino o la loro detestatibilità secondo chi li fruisce
Direi che la tematica più o meno sotterranea che attraversa l'opera di quasi tutti i cantautori storici, diciamo dal Modugno di "Vecchio frac" fino al Battiato pop degli anni 80, è il cambiamento sociale, culturale, psicologico e (forse soprattutto) paesaggistico avvenuto in quegli anni in Italia.
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
C'è chi lo ha fatto in modo assolutamente esplicito (i più: Tenco, Paoli, Jannacci, Endrigo, Guccini, Ciampi, Lolli), chi più sottotraccia (Dalla, De Gregori, Venditti, Battisti/Mogol), chi scegliendo - appunto - un'atemporalità culturale in cui mischiare le carte dei vari rifermimenti culturali (De André, Battiato, Conte).
Non a caso quando negli anni 80 quella tensione culturale e sociale si è assopita il cantautorato nostrano è rapidamente declinato, la sua lezione in seguito assorbita e neutralizzata dal ritorno sulle scene delle canzoni quasi esclusivamente sentimentali (Ramazzotti & Co).
E sempre non a caso i pochi cantautori contemporanei che cercano di scrivere ancora in quel modo (Capossela, Max Manfredi, Van De Sfroos) si devono proporre fin già a livello personale come della specie di freak fuori dal tempo, per essere credibili nel loro mettere in scena una sorta di gotico provinciale nostrano ormai inesistente.
quegli autori che come scrivi raccontano il passaggio di un epoca credo che semplicemente scrivano ciò che gli accade intorno senza chissà quali pretese sociologiche
così dovrebbe essere per ogni epoca, ma non si sa come c'è stato un calo nel saper rappresentare il presente
io penso che negli anni 50 e 60 ci fossero semplicemente nell'aria pulita molti più odori e sapori che solleticavano la fantasia poetica
credo che un poeta e scrittore musicale vero debba essere per forza a conttato con realtà folkloristiche
il folk nelle città è sempre stato solo la delinquenza e la degenerazione, la depravazione:
il cuore pulsante della civiltà moderna
poi insomma se un tempo era il folk il genere in cui gli scittori musicali si esprimevano e guardacaso in un contesto ancora tra campagna e città
dalla fine 70 diventò il rock (elettronico o meno) il nuovo folk della città
il cantautore non ha più senso di esistere se non come scrivevi per fare il buffone o il sensibilone
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#85
Posted 05 July 2014 - 11:27 AM
non sono molto d'accordo
quegli autori che come scrivi raccontano il passaggio di un epoca credo che semplicemente scrivano ciò che gli accade intorno senza chissà quali pretese sociologiche
Mica ho detto che fosse un processo sempre consapevole o nutrissero tutti le stesse ambizioni.
Ovvio che come in tutte le cose ci sia stata anche un'enorme dose di casualità nella concomitanza di fattori culturali e sociali che portarono all'esplosione di quella scena musicale.
Per dire, un Bindi credo si trovò al di là di ogni sua intenzione e sicuramente suo malgrado a rappresentare, nell'ambito del pop di quegli anni, una sensibilità aulica e melodrammatica che tramontò con una rapidità impressionante a cavallo dei 50 e 60.
#86
Posted 05 July 2014 - 11:54 AM
comunque niente volevo ricordare visto che incredibilmente non è mai stato sottolineato che con poesie in musica con chitarra come definito dal titolo del topic ci si riferisce quasi unicamente alla scena folk
ancora oggi poi
una tipologia di poeta musicale con chitarra lo vedo inserito in un ambiente ancora rurale o comunque non definitivamente modernizzato che ha bisogno di semplicità e raccoglimento
non definirei folk nè una sonata per pianoforte nè una per sintetizzatore
quindi il poeta musicale per chitarra non può che risalire alla tradizione del musicante giullare di strada
quindi è un genere tradizionale che non muta
forse è per questo che chi vuole ripendere tale tradizione risulta sempre anche troppo naive
cantare di modernità complessa in modo semplice e evocativo è molto difficile
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#87
Posted 05 July 2014 - 12:02 PM
quindi il poeta musicale per chitarra non può che risalire alla tradizione del musicante giullare di strada
quindi è un genere tradizionale che non muta
Questa è veramente enorme.
"SOVIET SAM" un blog billizzimo
7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:
Tra due anni torniamo per vincere.
#88
Posted 05 July 2014 - 12:03 PM
Ad esempio non rientrano nella categoria i Verdena, di cui sono fan (quasi solo di WOW ma col magone), visto che Ferrari pur avendo usato il verbo stenuo ha sempre detto che si basa sulle impressioni e sui suoni. Non è (più) vero che scrive nonsenso, ma non se ne uscirà con il libro alla LIGABUE. Ben accetti post su I Cani, anche in stile vice, poi la discussione la continuiamo in modo nostro, ma astio e cinismo o ironia e filiera indie/non-indie va bene per alimentare un po' il fuoco
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#89
Posted 05 July 2014 - 12:10 PM
nella pazzia c'è il genio: dove tu vedi enormi errori io colgo la rivelazione
quindi il poeta musicale per chitarra non può che risalire alla tradizione del musicante giullare di strada
quindi è un genere tradizionale che non muta
Questa è veramente enorme.
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#90
Posted 05 July 2014 - 14:07 PM
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#91
Posted 05 July 2014 - 16:07 PM
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
Però non mi pare che questa elegia provinciale sia del tutto sparita dalla circolazione. E' che ora magari non è più nell'aria, è più una evocazione letteraria, intrisa di nostalgia e filtrata da un tono ironico o comunque di prudente distacco. Mi vengono in mente, in maniera manifesta, gli Offlaga Disco Pax, e in maniera più sottile (più nei toni che nelle tematiche) nei Perturbazione.
Invece un modello abbastanza inedito, per l'Italia, di rapporto tra parola e canzone mi pare di trovarlo nei Massimo Volume. Che danno alla parola (e con pretese letterarie) uno spazio centralissimo, ma in fatto di stile e tematiche c'entrano poco con la tradizione cantautorale italiana. Evocano atmosfere urbane, decadenti/decadute e moralmente nulle, che nella canzone italiana si trovano di rado.
#92
Posted 06 July 2014 - 07:56 AM
magara m'aveva pure menato da qualche parte una voltaDa questo thread per ora l'unica realtà venuta fuori è che LFT è l'erede di Wago.
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#93
Posted 06 July 2014 - 09:14 AM
Banalizzando diciamo che quasi tutti, ognuno a suo modo, hanno cantato la fine delle atmosfere provinciali con l'irruzione dell'urbanizzazione, o comunque la fine di una cultura nel bene e nel male "classica", ancorata ancora a riferimenti come minimo ottocenteschi, e l'inizio della modernità.
Però non mi pare che questa elegia provinciale sia del tutto sparita dalla circolazione. E' che ora magari non è più nell'aria, è più una evocazione letteraria, intrisa di nostalgia e filtrata da un tono ironico o comunque di prudente distacco. Mi vengono in mente, in maniera manifesta, gli Offlaga Disco Pax, e in maniera più sottile (più nei toni che nelle tematiche) nei Perturbazione.
Invece un modello abbastanza inedito, per l'Italia, di rapporto tra parola e canzone mi pare di trovarlo nei Massimo Volume. Che danno alla parola (e con pretese letterarie) uno spazio centralissimo, ma in fatto di stile e tematiche c'entrano poco con la tradizione cantautorale italiana. Evocano atmosfere urbane, decadenti/decadute e moralmente nulle, che nella canzone italiana si trovano di rado.
Vero. Com'è vero che esiste ancora tutto un sottobosco di musicisti che si rifanno alla lezione dei cantautori degli anni 60 e 70. Da noi su OR arrivano le cose più indie (chessò... i "Non voglio che Clara"), ma ce ne sono tantissimi, basta tenere d'occhio siti come La Brigata Lolli o L'isola che non c'era.
Una scena che fino a qualche anno fa seguivo molto, ma che ora ho quasi totalmente rimosso dai miei interessi. Un po' per gusti personali, un po' perché, anche quando fatte bene, erano davvero SEMPRE le stesse cose. Che poi mi rendo conto della contraddizione visto che il 90% della musica anglofona del presente che ascolto è altrettanto passatista e manierista. Però boh, in inglese funziona e non solo per una questione di testi.
Gli Offlaga e i Massimo Volume, con i loro molti pregi ma anche i loro non pochi limiti, per me sono tra le poche cose nuove della musica italiana degli ultimi 25 anni. Trovo significativo che per ottenere quel qualcosa di "nuovo" entrambi abbiano dovuto far ricorso ad un certo grado di anti-musicalità, come se mancasse la chiave giusta per usare la melodia nel descrivere l'Italia del presente.
#94
Posted 08 July 2014 - 20:29 PM
In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle
#95
Posted 09 July 2014 - 10:37 AM
Nonostante io lo apprezzi principalmente per la musica , mi piacciono molto i testi che Paolo Conte scrive : efficaci , sintetici ed evocativi .
Paolo Conte - Luna Di Marmellata ( 1975 )
Una delle canzoni più tristi in assoluto.
"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"
#96
Posted 09 July 2014 - 22:01 PM
il mare d'inverno
e' solo un film in bianco e nero
visto alla t.v.
e verso l'interno
qualche nuvola
dal cielo
che si butta giu'
sabbia bagnata
una lettera
che il vento
sta' portando via
punti invisibili
rincorsi dai cani
stanche parabole
di vecchi gabbiani
e io che rimango
qui solo
a cercare un caffe'
il mare d'inverno
e' un concetto che il pensiero
non considera
e' poco moderno
e' qualcosa che nessuno
mai desidera
alberghi chiusi
manifesti gia' sbiaditi
di pubblicita'
macchine tracciano
solchi su strade
dove la pioggia
d'estate non cade
e io che non riesco nemmeno
a parlare con me
mare mare
qui non viene mai nessuno
a trascinarmi via
mare mare
qui non viene mai nessuno
a farci compagnia
mare mare
non ti posso guardare cosi'
perche'
questo vento
agita anche me
questo vento
agita anche me
passera' il freddo
e la spiaggia lentamente
si colorera'
la radio e i giornali
e una musica
banale si diffondera'
nuove avventure
discoteche illuminate
piene di bugie
ma verso sera
uno strano concerto
e un ombrellone
che rimane aperto
mi tuffo perplesso
e momenti
vissuti di gia'
mare mare
qui non viene mai nessuno
a trascinarmi via
mare mare
qui non viene mai nessuno
a farci compagnia
mare mare
non ti posso guardare cosi'
perche'
questo vento
agita anche me
questo vento
agita anche me
mare mare
qui non viene mai nessuno
a trascinarmi via
mare mare
qui non viene mai nessuno
a farci compagnia
mare mare
non ti posso guardare cosi'
perche'
questo vento
agita anche me
questo vento
agita anche me
#97
Posted 10 July 2014 - 12:33 PM
[OK - qui le chitarre non ci sono, ma la poesia sì? Nel caso, si può benissimo ignorare come al solito]
Un tempo la musica industriale puntava parecchio sui testi e anche l'Italia non faceva eccezione, partiamo coi CC CNC NCN:
Questa è una poesia tout court, ma musicata:
https://www.youtube....h?v=67_L2v6o6ws
Questo testo invece è complesso e pieno di tragico lirismo:
https://www.youtube.com/user/ccccncncn
ovviamente il lavoro non si esaurisce così, ma hann osempre puntato alla comunicazione come arma assieme al suono.
Di pasta simile, le officine Schwartz, anche qui le parole non sono solo condimento, in cui il sentimento si sposa con lo spaesamento dell'uomo nell'alienazione (quasi Hegeliana direi) moderna:
https://www.youtube....h?v=MzRmiDNbhW8
Qui il testo è giusto poetica a sè, fuga dalla e verso un'identità, ma la macchina è sempre presente:
https://www.youtube....h?v=HN2UvNlXTOY
Sotto l'eternità fitta il cielo
pietre di sabbia con ombre oro
sogni che vivono oltre il confine
mari di sabbia cieli di dune
sotto le speranze fitte il buio
freddo alle mani in grigie frontiere
vite disperse e avverse trai
polvere ero polvere sono
occhi dipinti in mantelli neri
sguardi infuocati di desiderio
brivido copre fughe di vita
donna passione di terra ostile
mare di sabbia morde i cilindri
tracce di storia in rossi tramonti
canta motore traccia la scia
mani di nervi braccia d'acciaio
dune di vita lungo i sentieri
asce dell'uomo nei miei destini
sotto le speranze fitte il buio.
Caldo rimani a toccare il sole.
#98
Posted 29 October 2015 - 18:14 PM
Interessante articolo di minima&moralia sui rapporti fra la poesia di Pavese ed i testi di Incani (ossia IOSONOUNCANE), e molto altro. Infatti prrobabilmente lo posto anche nel topic di Marguati sulle analisi quantitative, per dire, quindi evito di riproporlo anche nel topic dell'artista.
LA POESIA CHE S’INTRAVEDE DENTRO DIE, L’ALBUM DI IOSONOUNCANE
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#99
Posted 17 September 2017 - 12:17 PM
Mamma mia quanto non mi dicono un cazzo i testi di Dalla.
miamusica
______________
And if I have some kind of need / Maybe the thing I need is the thing I've got
And if I look inside of me / I find the thing that can't be took or bought
Anytime you’re gonna grow, you’re gonna lose something. You’re losing what you’re hanging onto to keep safe. You’re losing habits that you’re comfortable with, you’re losing familiarity.
#100
Posted 17 September 2017 - 12:23 PM
Mamma mia quanto non mi dicono un cazzo i testi di Dalla.
di dalla concosco poco e niente, pero' adesso che sono fuori dalla mia sicilia... quando ascolto sta canzone quasi mi commuovo, e che vuoi abbiamo anche sentimenti anche se guidiamo moto di grossa cilindrata
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