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Dj Shadow - The Private Press [Island/Mo'Wax 2002]


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6 replies to this topic

#1 Guest_Guy Picciotto_*

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Inviato 16 dicembre 2006 - 18:01

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Ho amato "Endtroducing" e ancora oggi vado pazzo per quel disco, simbolo della musica post-moderna, del "nulla si crea, tutto si ricicla".
Il processo creativo di Josh Davis parte dalle giornate spese ad ascoltare dischi altrui, dalla passione che sfocia nel collezionismo feticista e ossessivo di dischi Hip Hop, Soul, R'N'B.
"Endtroducing" era un tributo al dj, una celebrazione di una cultura e dei suoi membri. Da parte di un bianco che, a conti fatti, lo è solo per il colore della pelle.
Shadow, con quel disco, ha trovato la gloria e, allo stesso tempo, la propria condanna: impossibile ripetersi, hanno detto tutti. Mi unisco al coro: non è pensabile una replica di un disco così evocativo e significativo per la musica dei nostri tempi.
Ogni volta che penso al mio primo ascolto di "endtroducing", al liceo, mi viene la pelle d'oca. Lo comprai, ricordo, perchè lessi un dichiarazione di Damon Albarn dei Blur che lo menzionava come il disco che lo stava letteralmente mandando fuori di testa.
E poi, quell'adesivo sul custodia di cartoncino...dj shadown è per i piatti quello che Jimi Hendrix fu per la chitarra, o qualcosa del genere...e, appunto, quella custodia della prima edizione...praticamente identica a quella di un vinile, con tanto di velina dentro la quale riposava il cd.
Bene, nel 2002 uscì "The Private Press" e molti non capirono. Me compreso che, ingenuamente, lo bollai subito come un passo indietro, una caduta di stile.
Recentemente mi sono ritrovato ad ascoltarlo, anche a causa dell'uscita di "The Outsider", disco non brutto, ma normalissimo, sempre nella media. Anche perchè l'hip hop ha fatto dei passi da gigante anche grazie allo stesso Shadow che si trova ad essere l'artefice della propria attuale mediocrità.
Oh, pure questo "The Private Press" è una bombetta. Un tributo intelligente al genio di Grandmaster Flash e ai suoi Furious Five, influenza inevitabile per qualsiasi dj sulla faccia della terra.
Un album dove Davis si sbizzarrisce tecnicamente, come in Right Thing/Gdmfsob, una cosa cool da fare quasi schifo. i breakbeat, le 303 fuori controllo, i campioni di chitarre soul a sottolineare il battere, talvolta. Un continuo mutare in qualcosa di troppo bello per essere vero. Il fluire incontrastato della musica.
E se questo "The Private Press" deve avere un pregio in particolare, credo sia la varietà. Shadow non si fossilizza mai su un solo movimento, bensì cambia spesso direzione e, tranne alcuni casi, trova sempre quella giusta.
Vi invito a riprenderlo e a rivalutarlo, nel caso non vi avesse convinto più di tanto ai primi ascolti.
Ma se vi piace certa roba, tipo tutta la scena della Sugarhill, tipo certe cose acid house persino...e l'hip hop old skool...mi pare un ascolto obbligatorio.
non come "Endtroducing", irraggiungibile...però...


Ps: e poi..."Walkie Talkie" è o non è da urlo!?!?!?

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#2 Guest_vegeta_*

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Inviato 16 dicembre 2006 - 18:03

per me è un buon album, anche se inferiore al capolavoro precedente.

Hai sentito la versione remix di "Six Days" con Mos Def? Clamorosa!!!
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#3 bebo

    this modern love

  • Redattore OndaRock
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  • 8006 Messaggi:

Inviato 16 dicembre 2006 - 18:08

A me in alcuni punti piace anche più del predecessore, perchè da quelle intuizioni di "recycling" tira fuori della cose meravigliosamente groove (tipo Walkie Talkie o Right Thing che si rifà ai 4Hero).
Secondo me il primo è geniale per l'idea che coglie e per l'istantanea sul mondo e su un modo, quello del patchwork, che stava raggiungendo vette memorabili (con anche Beck), questo per come quell'idea viene poi fatta maturare e vincolata verso un percorso più preciso.
Sono da avere entrambi!
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#4 Guest_gneo_*

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Inviato 16 dicembre 2006 - 18:09

dai, mi hai convinto a riascoltarlo, magari lo rivaluto pure io come hai fatto te (stessa identica impressione, un complesso di inferiorità verso il precedente capolavoro, e che capolavoro...)
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#5 Guest_Guy Picciotto_*

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Inviato 16 dicembre 2006 - 18:13

A me in alcuni punti piace anche più del predecessore, perchè da quelle intuizioni di "recycling" tira fuori della cose meravigliosamente groove (tipo Walkie Talkie o Right Thing che si rifà ai 4Hero).
Secondo me il primo è geniale per l'idea che coglie e per l'istantanea sul mondo e su un modo, quello del patchwork, che stava raggiungendo vette memorabili (con anche Beck), questo per come quell'idea viene poi fatta maturare e vincolata verso un percorso più preciso.
Sono da avere entrambi!


ricordo che più volte ho parlato nel forum di come Odelay di Beck e Endtroducing di Dj Shadow siano due dischi mossi da un'idea di fondo comune.
Il campionamento come forma d'arte, come espediente compositivo, come vulcanica alternativa al songwriting classico.
Ora, se ci si pensa bene, partire da un sample per comporre è quasi banale.
Le cose vanno super veloce man mano che gli anni passano: era il 1997, sono oramai 10 anni.
Sembra passato un secolo. Non per quei due dischi, però, che rimangono a mio avviso di una freschezza sconvolgente.
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#6 Guest_Julian_*

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Inviato 02 gennaio 2007 - 15:40

Il nuovo anno mi ha portato in regalo un disco che da tempo era in attesa di un ascolto chissà perchè continuamente rimandato: parlo di "Endtroducing". Premettendo che si tratta del primo disco di Shadow che conosco, posso dire di essermente lentamente ma inesorabilmente innamorato.
Per prima cosa ringrazio Gneo, che parlandomi di J Dilla e Madlib mi ha aperto le porte di un universo per me quasi totalmente sconosciuto e mi ha aiutato a scoprire tanti dischi bellissimi.
Proverò anche con l'album di cui all'oggetto a questo punto!
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#7 wolfango

    pivello

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Inviato 03 gennaio 2007 - 00:58

disco che pescai un paio di anni fa nella cara vecchia "cesta" dei dischi a 2 euro... un signor disco davvero
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