Inviato 06 novembre 2013 - 21:53
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Gustavo Reggi - detto El Tanque molto prima di Denis - segnò il suo unico gol alla Fiorentina, grazie ad una papera sesquipedale di Toldo. Dotato di un discreto colpo di testa solo per la distanza cui quest'ultima era posizionata rispetto alla crosta terrestre. La sua scarsezza era seconda solo all'ineleganza nella corsa. Dotato di due piedi non newtoniani, sarebbe stato in grado di giocare con lo stesso profitto - pressoché nullo - anche col pallone SuperTele™. Ricordo come fosse oggi il giorno in cui si smolecolò il legamento crociato - ebbene sì, ne era dotato; un tragico Reggina - Perugia in cui Cosmi ci fece le scarpe, se non erro. Partì in contropiede uno-contro-zero dalla nostra metà campo, con ampie falcate esteticamente assimilabili a quel giochino in flash con l'atleta incontrollabile che andava in voga, anche da queste parti, qualche tempo fa. Poco prima della tre quarti si accasciò senza motivo apparente, rincorrendo il pallone, mentre lo stadio tutto tratteneva il fiato. Qualche ora dopo, mi telefonò mio zio, tecnico di radiologia presso un importante nosocomio della città, dicendomi: "senti, visto che eri allo stadio, come cazzo ha fatto 'sto qua a farsi esplodere il ginocchio, da solo?". Andò successivamente a svernare in Spagna, in squadre di livello poco più che infimo.
Leonel Rios arrivò in era Mazzarri, probabilmente per fare un favore al Genoa che l'aveva tesserato. Sulle sue qualità tecniche, andrei a chiedere lumi proprio all'attuale allenatore dell'Inter. Sarebbe come assistere ad una lezione di bestemmia creativa. Fisicamente immaginate un tizio alla Palacio - peraltro pari ruolo, anche se con tutt'altro talento - senza catenella del cesso. Cesso lo era, però, perché aveva lo spessore tecnico di un geometra comunale. Braccia e gambe rubate all'edilizia. Avrebbe dovuto apportare fantasia e velocità sulla trequarti, ma in realtà provocò solo conati di vomito e grosse concentrazioni di blasfemia domenicale nella zona del Granillo. Fu ceduto poco prima dell'impresa del meno undici, il che lo privò dell'imperdibile titolo di cittadino onorario di Reggio Calabria, conferito al termine della stagione a tutti i componenti dello staff; credo anche al parrucchiere di Mazzarri, con menzione speciale per la marmotta. Dopo essere tornato in patria, inspiegabilmente in squadre gloriose, è andato a finire in Grecia, senza lasciare alcuna traccia, prima di svernare nelle serie minori argentine. In cui regala, tutt'ora, sprazzi della sua incommensurata classe.
Damian Alvarez fu preso dal River Plate per apportare qualità sulla fascia destra. Non riuscì ad esplodere neanche in serie B, semplicemente perché era un nano, fisicamente inadeguato a misurarsi con degli adulti. Fu rispedito in patria in meno di un anno, prima di trovare fortuna in Messico.
Checcaglini è una pippa minore. Giocò pochi minuti in Coppa Italia, mentre militava ancora nei tornei giovanili. Mi dicono sia finito a giocare tra i dilettanti in Toscana, ma non ci giurerei.
Ðorđe Rakić ha almeno avuto il buon gusto di andare a spillare i soldi agli arabi, lontano dai riflettori europei e dai nostri occhi. Impalpabile.
Ma la pippa delle pippe, l'epitome della truffa sudamericana, fu Bruno Lança de Andrade. Secondo anno di Mazzarri, il centrocampo fa fatica e la qualità scarseggia. Carobbio si rivela inadeguato, Luca Rigoni non rende come ci si aspettava. La società decide di affidarsi a non so quale osservatore, che decide a sua volta di affidarsi a non so quale procuratore: dramma ineluttabile. Si presentano con questo qua, titolare di sette presenze e una rete l'anno prima, nella Juventude. La tifoseria ha ancora in mente le giocate dell'ottimo Mozart, arrivato a Reggio, tutto sommato, con referenze simili. L'esperienza di Lança a Reggio dura poco meno di un quarto d'ora, più recupero. Ricordo nitidamente il primo pallone giocato. Giocato, oddio. Praticamente, dal nulla e in maniera totalmente insensata, calcia il pallone fuori dallo stadio. Non in curva o in tribuna. Fuori campo. E non in conclusione di intervento a spazzare. Immaginate un modo creativo e brutale di approcciare un innocuo pallone a centrocampo, con l'avversario più vicino a venti metri. Dopo il fattaccio, ricordo il suo pascolare in maniera incoerente con lo svolgimento del gioco, guardandosi bene dal toccare la sfera, fino al fischio finale.
Inutile sottolineare come non fu mai più visto, né allo stadio, né al Sant'Agata. Probabilmente venne sequestrato come elemento probatorio, nell'ambito della causa intentata al procuratore, perché questo qua - nessuno me lo toglierà dalla mente - non era neanche un giocatore di calcio. Ma neanche un appassionato, ora che ci penso. Probabilmente gli era stato impartito il giusto, un'infarinatura generale - il divieto di toccare la palla con le mani o di colpire gli avversari - e non più di quello. Mai più visto un bipede così scarso a certi livelli.
Probabilmente mi verrà in mente qualcun altro, per ora accontentatevi di questi.
nobody knows if it really happened
At this range, I'm a real Frederick Zoller.
La birra è un perfetto scenario da sovrappopolazione: metti una manciata di organismi in uno spazio chiuso con più carboidrati di quanti ne abbiano mai visti e guardali sterminarsi con gli scarti che producono - nel caso specifico, anidride carbonica e alcol. E poi, alla salute!
