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Un Thread Per Il Genio Simon House


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4 replies to this topic

#1 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

  • Redattore OndaRock
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Inviato 08 ottobre 2013 - 15:39

*
POPOLARE

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Una breve ricerca svela come nel forum questo autentico genio del rock britannico, violinista e tastierista fra i migliori di sempre, sia stato nominato soltanto una decina di volte: una da Totem e le restanti da me.
Bisogna decisamente rendergli giustizia.

HIGH TIDE
Pubblicano due dischi fra il 1969 e il 1970, "Sea Shanties" (il più celebrato, ma forse ancora un filo acerbo, a causa di alcuni residui psichedelici) e "High Tide", che personalmente trovo più compatto: tre soli pezzi, 32 minuti di durata.
E' una gemma del prog più underground. Non ha le mutazioni continue di Yes e King Crimson, sviluppa bensì un sound ribollente e ossessivo. Il violino di Simon è affilato come una lama, maligno come un sabba, spesso dissonante. Musica bellissima e meno ostica di come sembrerebbe a parole, capace di grandi melodie e dotata di un irresistibile fascino arcano.
http://www.youtube.c...h?v=aChWcBpGtY0

THIRD EAR BAND
Gli High Tide non hanno successo e si sciolgono. Simon vaga e approda alla Third Ear Band, rimanendo con loro il tempo del Macbeth, che però non ho ascoltato (o se l'ho fatto è stato tipo quindici anni fa e vatti a ricordare) quindi non posso commentare il suo apporto. So solo che è il primo disco in cui il nostro fece uso di synth.

HAWKWIND
E' con gli Hawkwind che il suo nome comincia a circolare a alti livelli e che lui diventa una figura di culto dell'elettronica.
Il dottor House apporta cambiamenti profondissimi nella band: pur firmando meno pezzi di Brock, si può dire che marchi gli album in cui compare almeno quanto il leader della band. Vale la pena di soffermarsi anche perché si tratta degli Hawkwind post-Space Ritual, che di solito dall'ascoltatore generico non sono molto considerati (male malissimo).

Girovagavo su wiki e ho letto una definizione buffa di "Hall of the Mountain Grill" (1974), primo album della band con Simon in organico: Black Sabbath meets Moody Blues. Ovviamente è una forzatura abbastanza grossolana, ma degli elementi comuni con le due band ci sono: da una parte chitarre distorte con suoni bassi, dall'altra cangianti tappeti di Mellotron.
Simon è appena arrivato nella band, fa in tempo a firmare la sola title-track, romantica progressione ambient, ma la sua mano è già onnipresente. Fra i brani che preferisco "D-Rider", che dopo un minuto di chitarra shakerata esplode in una cavalcata spaziale dai toni malinconici: Simon sfoggia il Mellotron settandolo sui toni dell'imitazione di un coro, e insieme a una serie di sibili sintetici e al pesante utilizzo del flanger, crea un muro sonoro estatico.
Dalla struttura simile, e dalla melodia forse ancora più riuscita, è la conclusiva "Paradox". Nonostante le chitarre hard rock non dà mai la sensazione di sfociare in quello che su questi lidi chiamate ruock. Le tastiere di Simon immergono tutto in un tono stranito, celestiale, anche quando verso il minuto e mezzo si sfiora il metal: solo una piccola parentesi comunque, perché a 2:20 tutto si dilata e ci si ritrova persi nello spazio. L'ascesa totale del Mellotron non lascia scampo. Gli ultimi 40-50 secondi sono struggenti e tristissimi, mi viene la pelle d'oca solo a scriverne e ho detto tutto.
http://www.youtube.c...h?v=cz3vMVd-DpY

"Warrior on the Edge of Time" (1975) è un disco di culto assoluto per i fan della band, è difatti rientrato nella top-70 inglese anche di recente, in seguito alla ristampa.
L'ingerenza di Simon aumenta ulteriormente: per la prima volta in un disco della band si ha la sensazione che le chitarre siano secondarie.
Eppure la potenza non diminuisce di un briciolo, l'apertura è addirittura trionfale, con uno dei momenti più alti della carriera, l'accoppiata "Assault and Battery"/"The Golden Void", in realtà un unico brano di oltre dieci minuti. La prima parte ha un ritmo torrenziale, cori a tutto spiano, una coltre di tastiere gigantesca, invalicabile muro di Mellotron, VCS3 e organo, mentre Nik Turner si scatena al flauto (niente di somigliante ai Jethro Tull eh, il suo è uno svolazzare leggero dai toni quasi lounge). La seconda parte smorza il ritmo e aumenta la solennità, sembra quasi un hard rock arrangiato dai Tangerine Dream. Un trionfo davvero, non fatemi cercare altre parole -> http://www.youtube.c...h?v=aXHTdGGJ860
Qua e là per il disco c'è in vero qualche tratto parlato di troppo, e qualche brano messo un po' per riempire, tipo "Opa-Loka", a opera dei due batteristi, però nel complesso la sua fama è ampiamente meritata.
Altre perle sono "The Demented Man", bellissima ballata acustica (persino qui Simon affoga tutto nel Mellotron), e "Magnu", torrente di space-rock orientaleggiante, in cui il violino torna a serpeggiare dissonante come ai vecchi tempi.
Sarà l'ultimo disco con Lemmy al basso ("Motorhead" è proprio la b-side del singolo dell'album, "Kings of Speed").

"Amazing Sounds, Amazing Music" (1976) a dispetto del titolo è un disco un po' del cacchio. Rientra alla voce Robert Calvert, che mancava da "Space Ritual", mentre Paul Rudolph rimpiazza Lemmy.
Per qualche motivo l'instabilità della formazione porta a un forte passo indietro nel suono: è un disco di hard rock con giusto qualche schiamazzo elettronico qua e là. Le chitarre però dominano di netto e gli arrangiamenti perdono quasi tutto lo smalto guadagnato coi due dischi precedenti. Persino nei brani che firma la mano di Simon si sente relativamente.
Non è che sia proprio brutto eh, ma è schiacciato in mezzo a una sequenza di album di ben altro calibro.

"Quark, Strangeness and Charm" (1977) è purtroppo l'ultimo disco con mr. House, ma è un finale in grande stile: il Nostro domina infatti incontrastato, e ci sono brani pazzeschi.
L'iniziale "Spirit of the Age" per esempio: dopo un minuto di effetti speciali a cavolo, scatta in una cavalcata mezzokrauta con tastiere angeliche che giuro farà lacrimare anche il santino di Sant'Antonio a casa di vostra nonna -> http://www.youtube.c...h?v=vSR5TnNGKmo (Fra l'altro la voce di Calvert sembra quella di John Foxx).
"Damnation Alley" è un'altro assalto al galoppo, quasi una resa pop dei vecchi Hawkwind di "Doremi Fasol Latido", la title-track è puro glam-rock, non si capisce bene cosa ci faccia qui in mezzo ma è fichissima, "Hassan i Sabbah" è il pezzo orientaleggiante di turno (il testo fa un po' ridere ma il violino fa cose che voi umani!)
E poi c'è "The Forge of Vulcan", pezzo di cui ho già parlato un miliardo di volte nel forum nel corso degli anni, uno strumentale epico e perfetto di tre minuti in cui Simon fa tutto da solo e sfida i Kraftwerk sul loro campo da gioco. Credetemi se vi dico che non ha niente da invidiare ai migliori momenti dei crucchi. http://www.youtube.c...h?v=eg_nQTbyvvk

DAVID BOWIE
Nel 1978 gira dal vivo con Bowie (mostruosa la band di quel tour del Duca: Belew, House, Alomar, Dennis Davis, George Murray, Roger Powell, Sean Mayes).
In questo periodo il violino in mano sua ha ormai perso qualsiasi legame con classica e folk, sembra un laser proveniente da chissà quale futuro. Non è un caso che Bowie lo abbia scelto nella squadra che aveva il compito di aggiornare in chiave avant/wave i pezzi del periodo glam eseguiti durante quei concerti http://www.youtube.c...h?v=2leN8LHddSw (guardate che ganzo è nell'inquadratura a 1:38, e soprattutto sentite che bordello tira fuori verso la fine).
Partecipa quindi alle sessioni di "Lodger": suona il violino in Yassassin, Repetition, Boys Keep Swinging e Red Sails, più il mandolino in Fantastic Voyage.

JAPAN
L'ultimo ruolo veramente importante lo consuma nei Japan. Il suo violino spunta infatti anche fra i solchi di "Tin Drum", e soprattutto caratterizza fortemente uno dei pezzi più belli e meno conosciuti della band, "Some Kind of Fool", registrata durante le sessioni di "Gentlemen Take Polaroids" ma lasciata incompleta all'epoca. Sylvian l'ha portata a termine per l'inserimento nella raccolta "Everything and Nothing" nel 2000.
E' una ballata imponente, per me vale tranquillamente "Nightporter" e "The Other Side of Life", il Duca (il nostro) dice di no, ma io insisto, perché ho ragione. I ricami di Simon poi sono tessuto raffinatissimo. http://www.youtube.c...h?v=mumLa95ZRns
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Tra due anni torniamo per vincere.


#2 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 08 ottobre 2013 - 16:49

Io lo ricordo con commozione nei High Tide più che con tutti gli altri, consiglio oltre i due album ufficiali dei Tide anche "Flood" con brani scartati più brevi ma bellissimi e enigmatici. Dei Hawkwind non posso dire perché ho album in cui lui non c'è...
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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

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#3 Reinessenz

    Roadie

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Inviato 18 ottobre 2013 - 13:13

Sto sentendo in questi giorni i dischi dal 74 al 77 degli Hawkwind e sono piacevolmente sorpreso.
Per ora ai primi ascolti, direi che i primi due ("hall" e "Warrior", a parte le parti parlate) valgono quanto i picchi del periodo "storico". Mi piace meno "Amazing.." e devo ancora decifrare "Quark".
Comunque Simon House fa delle cose spettacolari :ossequi: , grazie per il post (i dischi li avevo da anni ma magari a cose normali li avrei sentiti tra 3 anni).
  • 1

#4 interface

    Matteo Meda

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Inviato 07 gennaio 2014 - 00:41

E' una ballata imponente, per me vale tranquillamente "Nightporter" e "The Other Side of Life", il Duca (il nostro) dice di no, ma io insisto, perché ho ragione. I ricami di Simon poi sono tessuto raffinatissimo. http://www.youtube.c...h?v=mumLa95ZRns


Leggo per caso. Cercando se da qualche parte si sia parlato di una delle mie canzoni preferite dei Japan. Beh, vedo di sì e mi fa piacere, secondo me è favolosa. Sarà che io adoro anche, e non mi vergogno a dirlo, alcuni (non tutti, ecco) momenti di Dead Bees On A Cake che non sono così distanti per atmosfere (I Surrender su tutte).
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comunque 'sta gente che guarda i voti fa un po' ridere. ma leggerla una recensione, no?
tanto difficile da capire che qualcosa che entusiasma qualcuno può annoiare qualcun'altro?


#5 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 07 gennaio 2014 - 13:02

beh, ma Dead Bees era bello dai, molto meglio di Blemish.
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