mentre ero convintamente occupato a rollarmi un cannone eligabalico con almeno 2 e sottolineo 2 grammi di light marijuana nella vanissima - e ormai pressoché inconsistente - speranza di ottenere qualche marginalissimo beneficio a livello parasimpatico, lo schermo - malpropriamente lasciato in funzione - rimbalzava l'ennesimo successo dell'attuale amministrazione capitolina con lo sradicamento dell'attuale amministratore delegato dell'azienda trasporti urbani
ciò che ha catturato la mia attenzione è stato, sempre riferito all'Atac, quel più di un miliardo di debiti; ora Roma è di certo un bel paesotto quanto ad abitanti ed estensione, ma qui parliamo di una partecipata che si occupa di una sola utility (trasporto urbano): come cazzo fa ad avere più di un miliardo di debiti? ma poi quant'è più di un miliardo?
tosto mi scarico il bilancio 2015 dell'Atac scoprendo che - in totale spregio al codice civile, non hanno ancora depositato il bilancio 2016 (che però immagino riserverà numeri sempre comunque orribili).
L'Atac a fine 2015 ha 1,350 miliardi di debiti, quindi direi un bel po' più di un miliardo, tra l'altro - con mia sorpresa - ben ripartiti tra vari soggetti come segue:
La controllante ovviamente è Roma Capitale, mentre la voce consistente "altri debiti" raccoglie una marea di soggetti, tra cui Co.Tr.Al. Spa (61mil), Trenitalia (47mil), e un debito per adeguamento corrispettivi Roma TPL scaturente da un lodo arbitrario da giusto 52milioni. Questi 1,350 miliardi, come si vede, sono comunque in diminuzione rispetto al 2015 (1,564miliardi), 2014 (1,698miliardi), 2013 (1,692miliardi). Ora, come cazzo è possibile che un'azienda in perdita sistematica (156milioni di perdita nel 2012, 219mil nel 2013, 141mil nel 2014, 79mil nel 2015, ovvero circa 600milioni di perdite in un quadriennio) riesca a rientrare dei debiti? E' presto detto: continue ricapitalizzazioni. Infatti, solo nel 2015, Roma Capitale ha versato 180milioni di euro a titolo di capitale sociale, e così - quasi ogni anno (mi perdonerete se non sono andato troppo indietro negli anni).
Questo per dire che la dimensione dei debiti, di per sé abnorme ed inverosimile, non da comunque la misura esatta di quanti soldi abbia bruciato l'ATAC negli anni, in quanto occorrerebbe sommare ad essi le continue ricapitalizzazioni (che - per i non addetti - sono versamenti a titolo di capitale a perdere, che quindi non generano un obbligo di restituzione - come avviene per i debiti, ma vengono usate per ripianare perdite a livello contabile e pagare i debiti a livello finanziario).
Mi è capitato nella mia esperienza lavorativa di revisionare aziende di trasporti urbani, con dimensioni di ca. 1/10-1/12 di Atac, tutte in utile (e che pagavano dividendi al comune); parliamo di realtà del Triveneto, quindi dove un barlume di civiltà permane ancora, ma comunque non vi è motivo economico per cui una municipalizzata ai trasporti sia in perdita sistemica, specie a Roma. Infatti nel caso delle piccole municipalizzate ai trasporti vi sono necessariamente tratte a bassa densità (per es. extraurbane) che ovviamente sono gestite in perdita - garantite per interesse pubblico, sovvenzionate in parte da contributi pubblici e in parte dalle tratte più ad alta densità. A roma l'enorme bacino demografico dovrebbe anche limitare la sovvenzione incrociata delle tratte.
La cosa peggiore del bilancio comunque sono i ricavi in calo: dal 2012 persi ca. 64milioni (mentre il trend dovrebbe essere per forza in aumento). Non deve ingannare neppure la minor perdita del 2015 rispetto agli anni passati: in bilancio mancano infatti 120milioni di svalutazioni rispetto al 2014, per cui se contabilmente il risultato economico è migliore rispetto alla perdita del 2014, finanziariamente (quindi assorbimento di denaro) è addirittura peggiore.