Inviato 21 novembre 2012 - 13:35
Ascoltato in due tronchi. Molto bello, sentito, conturbante e da scoprire nel tempo ovviamente con dedizione e gradualità, comprendendo i testi e magari aspettando i momenti giusti in cui predisporre una maggiore attenzione nei confronti di un artista da sempre a dir poco singolare. L'unica cosa che mi manca, e non poco, è la rincorsa epica. Quel crescendo epocale alla stregua di "The Seventh Seal" e altre perle storiche da lui tracciate. In un momento come questo, mi sarebbe piaciuto anche un Walker meno propenso agli spigoli, meno ansiogeno. Luce ne vedo a tratti in "The Day The Conducator Died", in cui Scott sembra suggerire una parziale e sopita speranza prima di (de)cadere, sprofondare nuovamente nell'ombra, risalendo in coda con un'interpretazione intensissima e degna del suo nome.
Per adesso nel lettore c'è solo lui.
"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)
"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)
La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).