Marz comunque non mi vuoi dire questa cosa della logicità, peccato.
Avevo già comprato la nutella e il cucchiaio grosso.
pajjetto mio bello ero a rincorrere una persona per la bolletta di fastweb. L'ho trovata. Time please.
Ti dico che quando si traduce il sintagma, la costruzione, il periodo e soprattutto il vocabolo nell'insieme della versione, del suo significato e della sua armonia devi usare capacità che trascendono la pura conoscenza grammaticale e che penso si chiami logica. Quella stessa che ti fa risolvere una disequazione di secondo grado sapendo la regolina. Intuitivo perchè, specie nella scelta del vocabolo greco, è un'abilità che devi trovarti lì, intuire quello che l'autore di tremila anni fa, con una forma mentis di tremila anni fa sta cercando di dire a te, pajjetto, nell'insieme della versione, nella sua costruzione e senza le ferree regole grammaticali che attanagliano il latino e che lo rendono appunto "geometrico". Poi possiamo chiamare la logica Gianna e l'intuizione Stefania e strizzare l'occhio a Wittgenstein. Ma sempre di logica e intuizione parliamo.
Apro parentesi RIPETIZIONI, astenersi diplomandi
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Nella mia disonorata carriera di "
ragazza delle ripetizioni latino/greco/filosofia" ho riscontrato che il problema generale di molti studenti sulla traduzione non è l'incapacità di coordinare i tempi / trovare le parole giuste / sintassi dei casi etc., anche perchè al ginnasio le frasi tratte dal classico nei testi adottati sono tutte ripulite da qualsiasi tipo di complicazione ed adattate alla lezione. Poi tutti gli esercizi si svolgono in base all'argomento, quindi non ci sono problemi oggettivi di comprensione perchè appunto prima di passare da un'argomento all'altro si fanno diverse traduzioni. Il problema che ho riscontrato, dicevo, che frena molti studenti all'apprendimento riguarda l'
ignoranza sul contesto storico/culturale e della Grecia e dell'Impero Romano. Ovvero gli studenti quando traducono non sono introdotti in maniera adeguata a ciò che vanno a tradurre. Non hanno coscienza che ciò che hanno di fronte è un
racconto, ma una serie di pensierini messi in riga alla cazzo. E traducono appunto come pensierini messi in riga alla cazzo. Fenomenale è il passaggio dalle frasette alla versione. Se non si capisce che dietro le frasi in latino/greco c'è una storia, ogni periodo verrà tradotto come frase a sè stante e le parole scelte non aiuteranno a rendere chiara la traduzione. Perchè col cavolo che la traduzione
vien da sè se non sai nemmeno di che cavolo si parla, anche perchè - e questo gli studenti di liceo non lo sanno, cioè lo sanno in italiano ma difficilmente lo applicano automaticamente al latino/greco - c'è un famigerato campo semantico da rispettare. E vai a spiegarglielo. Purtroppo al ginnasio gli studenti vengono considerati come asini su cui caricare nozioni su nozioni. Il latino e il greco vengono imparati meccanicamente, perchè ci sono diverse cose che comunque si devono sapere, ma appunto sono
nozioni, anzi
dogmi che lo studente deve sapere e punto. Non è come la matematica perchè lì una teoria ha una dimostrazione di cui lo studente deve comprendere il processo altrimenti non ci arriverà mai ad assimilarla, nel latino e nel greco niente di tutto questo. La perifrastica, la consecutio, videor perchè si usano come si usano e perchè non si usano in altra maniera? C'hai l'enunciato di due righe che te lo spiega ma non ti chiarisce il perchè. Quindi il povero studente da un lato si trova con nozioni sterilmente imparate a memoria, dall'altro si trova a tradurre frasi, periodi, versioni, di cui non ha alcuna coscienza storico/culturale ed applica tali nozioni in maniera gregaria e inconsapevole.
Ho amato al liceo più il greco che il latino perchè questo rispetto all'altro aveva un'introduzione sui principi della fonetica e filologia (quest'ultima rudimentale) che ho amato molto studiare perchè ti spiegavano punto per punto (si parla di lingua no? qualcosa che si evolve) perchè tale gruppo vocale cadeva, come veniva pronunciato in attico e come in dorico e perchè, qual era stato il processo che ha trasformato la gutturale in spirale etc. Cominciavi ad assimilare l'idea che si parlasse di diversi popoli con una cultura affine ma diversa per cui ognuna c'aveva i propri crismi e le proprie particolarità.
Che il latino o il greco sviluppi la logica, imho, è una grande coglionata, anche perchè quando hai finito il liceo questa logica uno dove la dovrebbe poi applicare? E come? I ragazzi al liceo sono smarriti, hanno gli strumenti ma non sanno usarli e non per colpa loro, perchè l'insegnamento è appiattito sull'idea di nozione e quantità. I problemi seri infatti sorgono gli ultimi 3 anni, quando di fronte hai il classico. Non si è abituati ad assorbire lo stile degli autori,
i docenti fanno imparare a memoria i versi, come se servisse a qualcosa. Seneca quanti ne ha macinati? Una strage che continua ancora oggi. E si va avanti continuando a non capirci niente di niente di nulla, per inerzia.
Quindi finiamola di dire cavolate, l'unica speranza che hanno gli studenti è trovare un docente davvero appassionato della materia, ma non quelli che ti recitano i primi versi del
De rerum natura, quelli che per farti capire
come funziona il latino alzano il culo dalla sedia e si sbracciano per scrivere una frase alla lavagna, scomponendola e poi ricomponendola, per poi ritrovarsi col cappotto di lana tutto macchiato di gesso. Io ne ho incontrata solo una, ed era una supplente purtroppo.
Scusate la lungaggine ma certe cose van dette