
Prendo spunto dalla scelta dell'anno targata Time per aprire una discussione più ampia sulla figura del manifestante nel mondo, in Europa, in Italia. Le sue origini. L'attuale condizione italiana, tra sindacati sempre meno significativi e teste di cazzo che sfasciano negozi. Cosa significa "manifestare" oggi? Ci sono delle differenze abissali tra i vari paesi, dovute ovviamente alle differenti condizioni sociali, politiche, territoriali. Eppure, il 2011 è stato l'anno del "Manifestante un po' ovunque, sia nei paesi più industrializzati, sia in quelli più poveri, soprattutto arabi. Attualmente, non mi sento di includere il nostro belpaese nella lista delle nazioni in cui si è manifestato, visto che da queste parti manifestare significa anche radunare cento galline che urlano come la Pausini e la Nannini, indossare la maschera di V per sentirsi più fighi, urlare come pecore in segno di pseudo trionfo nei giorni in cui il tuo Capo è stato silurato da ben altre entità, inneggiare al primo nuovo arrivato perché così va il vento e scaraventarsi contro di lui come iene affamate dopo neanche 48 ore.
L'editore Rick Stengel commenta così la sua scelta:
"Esiste un punto di non ritorno globale per la frustrazione? Ovunque, a quanto pare, la gente diceva di essere stufa. Dissentiva, domandava, non disperava persino quando le risposte tornavano indietro sotto forma di nuvola di gas lacrimogeno o grandine di proiettili. Incarnava letteralmente il concetto che l’azione individuale può portare a un cambiamento collettivo e colossale. E sebbene fosse inteso in modo diverso a seconda dei diversi luoghi, il concetto di democrazia era presente ogni volta che essa si radunava. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il gesto di un venditore di frutta tunisino, dandosi fuoco in una piazza pubblica di una città quasi introvabile sulle cartine, sarebbe stato la scintilla per le proteste che avrebbero rovesciato i dittatori di Tunisia, Egitto e Libia scuotendo i regimi di Siria, Yemen e Bahrein. O che quello spirito di dissenso avrebbe dato impulso ai messicani per sollevarsi contro il terrore provocato dai cartelli della droga, ai greci per marciare contro i leader irresponsabili, agli americani per occupare spazi pubblici protestando contro la diseguaglianza fra i redditi e ai russi per schierarsi contro un’autocrazia corrotta. Poiché è in grado di acquisire e mettere in evidenza un senso globale di viva speranza, di ribaltare governi e saggezza convenzionale, di combinare le più antiche tecniche con le più moderne tecnologie per accendere una luce sulla dignità umana e, infine, di guidare il pianeta verso un più democratico seppure talvolta più pericoloso cammino nel XXI secolo, il Manifestante è il personaggio dell’anno 2011 di TIME."