Ciao sud, non ti preoccupare, non pensavo certo che un post sul forum facesse miracoli. Si fa per chiacchierare, anche se chiacchierando ho avuto due-tre dritte interessanti. Il problema non è capire la situazione riguardo il mio dominio-professione: quella la conosco ahimè bene, e non è rosea in tutta Europa (in altri continenti non lo so). Mestieri non del tutto caratterizzati come quello dell'architetto (un po' scientifico, un po' umanistico, un po' artistico) non fanno presa sui potenziali datori di lavoro. La libera professione? Devi fare i conti con la concorrenza e con la necessità di doversi fare una bella rete di conoscenze e agganci. Molto spesso poi bisogna scontrarsi con la realtà che ti fa accorgere che, mentre all'università progettavi musei e stadi, al lavoro ti fa chiedere un permesso per una canalizzazione.
Dal mio punto di vista, guardando quello che ho fatto e cercando delle prospettive appetibili per il futuro (per inciso, io qua in Polonia sto facendo dell'altro e non mi piace per un cazzo, salvo che mi pagano abbastanza bene e ho parecccio tempo libero in più), sono giunto alla conclusione che bisogna spostarsi per quanto si riesce dal lato ingegneristico dell'architettura: calcoli strutturali se si ha il tempo e la voglia di approfondirli (all'uni ti danno piuttosto un'infarinatura), soluzioni per il risparmio energetico, topografia, rilievi. La figura dell'architetto che studia i volumi, l'inserimento dell'edificio, il genius loci e tutte ste robe qua, semprechè esista, io non l'ho mai incontrata fuori dall'uni.
Dal mio punto di vista personale: la Polonia mi ha stufato (o forse, non tanto la Polonia come paese, ma Cracovia come città). Ho buoni motivi per credere che la ventata di euforia che ha portato molte corporazioni a investire e aprire sedi qua sia destinata ad esaurirsi, allora tutte le multinazionali cominceranno a delocalizzare altrove: il progetto (adesso si chiamano così) in cui lavoravo precedentemente ha già chiuso, tre mesi di preavviso, sede spostata a Lisbona e bye bye. Devo cominciare a fare dei programmi un po' a lunga scadenza perchè nel mio attuale lavoro non sto facendo nessuna esperienza pratica (il mio unico asset è la conoscenza dell'italiano e il mio lavoro consiste nella ripetizione monotona degli stessi comandi senza che nessuno mi preoccupi di spiegarmi o farmi capire che cosa c'è a monte: del resto a nessuno interessa fino a che i comandi vengono ripetuti senza errore e velocemente). Nel CV, i miei ultimi tre anni di lavoro non contano un cazzo. Un trasferimento in un qualsiasi altro paese estero può andare bene, questo è il mio vantaggio: sono molto elastico, anche se la Francia sarebbe favorita perchè conosco la lingua.
chi di voi vive a Parigi meets il muro del pianto :-)