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Gretchen Parlato


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9 replies to this topic

#1 Damy

    pophead

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Inviato 14 novembre 2011 - 17:32

Appena scoperta questa signorina grazie alla sua partecipazione al London Jazz Festival di quest'anno.

0921-WU-Gretchen-Parlato_t598.jpg?b7052f

Figlia d'arte (il nonno era un trombettista jazz, il padre ha suonato il basso per Frank Zappa), Gretchen ha già fatto parlare molto di se dopo aver vinto nel 2003 il Thelonious Monk International Jazz Vocal Competition. Tre album solisti all'attivo:

Gretchen Parlato (2005)
In A Dream (2009)
Lost And Found (2011)

ai quali vanno aggiunte almeno una cinquantina di collaborazioni sparse come guest vocalist dal 1994 fino ad oggi. Conosco ancora molto poco pure di lei, ma Lost And Found che sto ascoltando in questi giorni è un gran bel disco. Mi viene da fare il paragone con Diana Krall (anche se Gretchen è molto più composta), e forse anche con Norah Jones e Melody Gardot, rispetto alle quali però Gretchen è più jazz e meno pop nella forma dei brani. Tra l'altro è dotata di una voce piuttosto idiosincratica e riconoscibile tra mille, soffice nel tono, priva di vibrato e dalla cadenza quasi latina (come una sorta di Astrud Gilberto del nuovo millennio - del resto alcuni dei suoi brani sono cantati in portoghese). Arrangiamenti eterei raffinatissimi, puliti e molto soft.

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#2 dick laurent

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Inviato 14 novembre 2011 - 17:38

delle nuove cantanti è di sicuro quella che ho trovato più interessante, anche per la scelta di roba che mi piace molto (repertorio di Shorter e cose simili) e tutto quello che ho sentito mi è sembrato molto piacevole, poi vabbè fender rhodes a tutto spiano per cui con me vince facile
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#3 Damy

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Inviato 19 marzo 2012 - 20:32

Continua il mio amore per la signorina Parlato.
L'altro giorno in negozio ho finalmente trovato In A Dream, e me lo sono subito portato a casa anche se d'importazione costicchiava un po' troppo:

Immagine inserita

Disco molto bello e rilassante, colonna sonora da aperitivo tardo/primaverile. Come tante altre, anche Gretchen paga il doveroso tributo al jazz latino con atmosfere in aria di bossa nova, ma qua' e la' infila pure qualche pezzo piu' originale come la cover di "I Can't Help It" di Michael Jackson che e' molto divertente. I pezzi migliori tuttavia sono quelli originali, tra i quali il bellissimo In A Dream che fa venir voglia di pennichella in amaca all'ombra di un ciliegio in fiore con un bel bicchiere di rosso alla mano.

http://www.youtube.com/watch?v=hSfhowdHjR0
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#4 Damy

    pophead

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Inviato 12 settembre 2012 - 11:54

Oggi invece ho il pallino per "Holding Back The Years", che sono sicuro conoscete tutti:



Il primato rimane ovviamente ai Simply Red, ma mi piace molto il anche taglio nuovo dato da Gretchen a questa cover. Ma sono io o, generalmente, le cover in chiave jazz di brani pop/rock vengono solitamente snobbate dalla maggioranza degli amanti del jazz?
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#5 dick laurent

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Inviato 12 settembre 2012 - 12:12

Argomento già affrontato un'altra volta. Non è questione di snobbare, al contrario, è che i jazzisti hanno bisogno di composizioni con cambi d'accordo interessanti per improvvisare, mentre il pop (inteso in senso molto largo) dai sessanta in avanti spesso e volentieri si regge soprattutto su suoni, arrangiamenti, personalità del musicista, voce, testo. I jazzisti ci tentano a inserire in repertorio pezzi di band moderne (beatles, radiohead, bjork, stevie wonder, steely dan, joni mitchell) perchè per loro sarebbe un grandissimo vantaggio avere degli standard nuovi e soprattutto conosciuti da un pubblico giovane, ma quasi sempre l'armonia è troppo semplice e quindi ne verrebbe fuori una sorta di smooth jazz non molto convincente.
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#6 Damy

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Inviato 12 settembre 2012 - 13:02

Ma e' solo una questione di armonie piu' complesse? Oppure c'e', alla base, una sostanziale differenza tra il "credo" degli ascoltatori per cui raramente chi ama la semplicita' del pop scavalca la staccionata e viceversa (discorso ovviamente non riferito a te che mi sembra di capire ascolti entrambi)?

Adesso comunque mi hai incuriosito: quale altro genere potrebbero usare i jazzisti per creare nuovi standards che non sia il jazz stesso? A me viene in mente solo bossa nova/tropicalia ed affini proprio per costruzione armonica e melodica, ma del resto sono gia' generi gia' ampiamente "abusati" in quanto in moltissimi (Diana Krall, la Fitzgerald e tantissimi altri inclusa la Gretchen stessa ) hanno gia' fatto diverse collaborazioni:


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#7 dick laurent

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Inviato 12 settembre 2012 - 13:30

Ma e' solo una questione di armonie piu' complesse? Oppure c'e', alla base, una sostanziale differenza tra il "credo" degli ascoltatori per cui raramente chi ama la semplicita' del pop scavalca la staccionata e viceversa (discorso ovviamente non riferito a te che mi sembra di capire ascolti entrambi)?


penso che davvero il discorso principale siano le armonie. Ma questo in un senso implica che poi gli ascoltatori pop diffidino del jazz, ma il motivo è esattamente che non conoscono il brano di partenza. Nel senso che quando tu conosci la canzone/standard hai la melodia in mente anche quando il jazzista improvvisa per cui sai da dove si è partiti e dove si sta andando per così dire.
Chi non conosce il brano, o addirittura non è abituato ad ascoltare jazz sente un jazzista improvvisare e sente magari un interminabile assolo difficile da decifrare (cosa accentuata a dire il vero nel periodo dopo coltrane, che in qualche modo è colpevole di avere sdoganato i mattoni da mezz'ora/un'ora che si a volte sono belli ma uno capisce anche perchè uno diffidi, allo stesso modo per cui molti guardano con lo stesso sospetto giustificato molta classica moderna/contemporanea). In soldoni, poi ovviamente ci sono improvvisazioni buone e meno buone, fedeli all'anima del brano o che lo stravolgono completamente per dire.
Per cui ecco il motivo per cui i jazzisti ci terrebbero eccome a svecchiare il repertorio ma spesso non possono. Non è un caso che come detto un'altra volta il declino della popolarità del jazz coincide col declino dell'american songbook e con l'avvento del rock.


Adesso comunque mi hai incuriosito: quale altro genere potrebbero usare i jazzisti per creare nuovi standards che non sia il jazz stesso? A me viene in mente solo bossa nova/tropicalia ed affini proprio per costruzione armonica e melodica, ma del resto sono gia' generi gia' ampiamente "abusati" in quanto in moltissimi (Diana Krall, la Fitzgerald e tantissimi altri inclusa la Gretchen stessa ) hanno gia' fatto diverse collaborazioni:

http://www.youtube.com/watch?v=5SJlPxnCBA0


si si, infatti la musica brasiliana viene usata eccome proprio per quel motivo, jobim, edu lobo, ivan lins, djavan, francis hime e altri. Poi forse ci si potrebbero mettere certe colonne sonore che a volte rappresentano una continuazione del songbook, cose di gente tipo johnny mandel o michel legrand per esempio... oddio esempi non esattamente recentissimi ma non sono molto ferrato. Il problema è che se peschi il brano mainstream perchè sia conosciuto deve essere conosciuto, altrimenti ha poco senso.
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#8 Damy

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Inviato 12 settembre 2012 - 13:59

Non è un caso che come detto un'altra volta il declino della popolarità del jazz coincide col declino dell'american songbook e con l'avvento del rock.


Questo pero' dovrebbe incidere piu' sul jazz cantato che non su quello strumentale no? Con lo strumentale si puo' osare di piu' (l'esempio che hai fatto di Coltrane che stravolge tutto) ma anche di meno (mi viene in mente il rifacimento di "Autumn Leaves" di Davis che, per lo meno nella prima parte, mantiene la melodia originaria) ed ottenere comunque degli ottimi risultati, ascoltabili da un pubblico piu' ampio. E' col cantato semmai che le cose si fanno complicate, visto che c'e' necessariamente bisogno di un canovaccio melodico da cui partire (ed ovviamente un testo con parole da "rispettare"). Tuttavia i risultati ottenuti nel campo del cantato li trovo deliziosi, e mi stupisce che musica come quella di Gretchen Parlato (soft jazz o meno), non abbia piu' successo...

Pero' in linea generale capisco il tuo discorso, e forse e' proprio per questo che mi ha sorpreso il nuovo disco jazz di Neneh Cherry del quale parlavamo l'altro giorno...l'hai ascoltato?
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#9 dick laurent

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Inviato 12 settembre 2012 - 14:15


Non è un caso che come detto un'altra volta il declino della popolarità del jazz coincide col declino dell'american songbook e con l'avvento del rock.


Questo pero' dovrebbe incidere piu' sul jazz cantato che non su quello strumentale no?


penso di no, perchè le due cose sono intescambiabili, gli standard vengono affrontati sia come brani vocali sia come strumentali, a volte nascevano come pezzi vocali e diventavano più famosi come pezzi strumentali, altre volte come pezzi strumentali a cui in seguito veniva aggiunto un testo (pezzi tipo laura o invitation o molto ellington per esempio)

Con lo strumentale si puo' osare di piu' (l'esempio che hai fatto di Coltrane che stravolge tutto) ma anche di meno (mi viene in mente il rifacimento di "Autumn Leaves" di Davis che, per lo meno nella prima parte, mantiene la melodia originaria) ed ottenere comunque degli ottimi risultati, ascoltabili da un pubblico piu' ampio. E' col cantato semmai che le cose si fanno complicate, visto che c'e' necessariamente bisogno di un canovaccio melodico da cui partire (ed ovviamente un testo con parole da "rispettare"). Tuttavia i risultati ottenuti nel campo del cantato li trovo deliziosi, e mi stupisce che musica come quella di Gretchen Parlato (soft jazz o meno), non abbia piu' successo...


non so, nel caso della Parlato forse può contare il fatto di non avere video. Oddio a dire il vero non lo so se non ne abbia, magari sbaglio clamorosamente


Pero' in linea generale capisco il tuo discorso, e forse e' proprio per questo che mi ha sorpreso il nuovo disco jazz di Neneh Cherry del quale parlavamo l'altro giorno...l'hai ascoltato?


Ancora no, solo il pezzo del video (appunto?)
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#10 Damy

    pophead

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Inviato 20 settembre 2023 - 14:28

Ammazza, avevo pure aperto il thread! asd

 

Se vi sentite in vena di ascolti radical chic, la collaborazione di Gretchen col chitarrista Lionel Loueke merita un ascolto: Gretchen Parlato, Lionel Loueke - Lean In :: Le Recensioni di OndaRock


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