June of 44
#1
Inviato 30 ottobre 2006 - 23:24
Invece di soffermarci sull'importanza della band ai fini della "scena" , voglio concentrarmi sui meri dischi (voi comunque parlate di quel che volete ):
Engine takes to the water: L'esordio è uno dei capolavori assoluti dei June: un disco che potrebbe essere "salvato" benissimo dalla definizione di post rock, viste le scariche di elettricità pura come la fugaziana "June Miller" o lo straordinario assalto di "Mindel". Eppure "Mooch" e "Pale horse sailor", che più che una semplice canzone pare un'atmosfera attestano l'esatto contrario. Risultato: un fenomenale disco di transizione tra rock e non- rock, dove la maestria della band nell'imlodere ed esplodere, e le prodezze della sezione ritmica, fanno a mio avviso la differenza persino coi più influenti ed importanti Slint. Capolavori la già citata "Mooch", l'incipit "Have a safe trip, dear" e la chiusura affidata a "Sink is busted", unica apertura melodica e gioiello "psichedelico" dell'album.
Tropics and Meridians: Mi piace di meno del precedente. Sembra che la band abbia meno carte da giocare sulla consueta formula math rock(se eccettuiamo "Sanctioned in a birdcage", al tempo stesso dolce e disturbata, limpida e noisy), mentre dia il meglio nelle novità, come il bellissimo strumentale "Lawn bowler"e la vagamente jazzy e melodica(seppur dolcemente stonata) "Arms over arteries". Peccato non ci sia spazio nel disco per la tromba, che è una delle migliori armi segrete del combo...
The anatomy of sharks: considerato da chisappiamonoi la migliore produzione del gruppo contiene due ottimi brani come "Boom" e "Seemingly endless steamer", ma in fondo si attesta sullo stile(salvo la citata "Boom") e sulla qualità media della band.
Four great points: l'altro grande capolavoro dei Nostri spacca il cuore con il cantato dell' iniziale "Of information and belief" ma ferisce ancor più profondamente col recitato,che in determinato momenti tocca vette di intensità assoluta(rabbrividisco ogni volta che sento le perole with marginal desperation in "Cut your face" o a lucky strike in North America in "does your heart beat slower"...).
Musicalmente il disco presenta meno dinamismo ritmico, preferendo lavorare su soluzioni semplici e progressive stratificazioni, soprattutto per quanto riguarda i pezzi strumentali,aggraziati anche da un piacevole e non invasivo uso dell'elettronica("Lifted bells"). Una struttura simile s presenta anche nella giù citata "Does your heart...", dove un semplice riff di chitarra viene via via abbellito. Concessoni al passato- riproposto comunque in maniera più lineare- sono "The dexterity of luck" e "Cut your face", ma generalmente il mood è più da post rock "canonico" che altrove. Menzione a parte per i due brani finali: ascoltare la parte centrale di "Shadow pugilist" immersi nel vuoto notturno, please. Sembra di sentire Mueller recitare dopo aver pianto. "Air#17" è pi semplicemente perfetta, con la sua voce narrante, gli arpeggi e la liricissima tromba di Erskine che sembra provenire da molto lontano. Un brano che sa suonare potente pur abbandonando il rumore chitarristico pure tanto utilizzato.
Anahata: Se ne parla alternativamente come un brutto disco o come un album interessante ma non completamente riuscito. Io l'ho ascoltato molto poco, ma pare pieno di idee ottime forse non molto a fuoco. L'album sembra pagare un debito verso il post punk più terzomondista ed ha il grande merito di dare uno scossone ad un tragitto stilistico in evoluzione ma fin troppo lineare. Peccato per lo scioglimento...
#2
Inviato 30 ottobre 2006 - 23:34
manca Tropics and Meridians, bellissimo (era in un topic del vecchio forum che avevo aperto sul gruppo):
Uno dei gruppi incaricati di creare la musica del dopo rock. Compito infame! Obiettivo assegnato rimescolare le carte partendo dalle ultime derive hardcore e dagli Slint. Nulla di impossibile per ex membri dei Codeine e dei Rodan.
Pur non essendo l'album della maturità artistica Tropics and Meridians inquadra perfettamente l'arte dei June of 44 e risulta uno dei vertici della loro discografia. La band di Louisville guida una barca senza rotta, la musica prende forma istante per istante ma non si tratta di libera improvvisazione, tutto sembra freddamente calcolato.
Il rumore bianco emerge improvvisamente nell'incedere casuale dei brani e diventa ossessivo, quasi disperato; le geometrie si sfaldano senza apparente ragione. Scatti di violenza e muri di suono. Lawn Bowler e Arms Over Arteries regalano alcuni minuti di pace alla mente affaticata.
La confezione di cartone contiene un foglio di francobolli raffiguranti tra le altre cose vecchi battelli e velieri; non so il significato di questo allegato ma la musica dei June of 44 mi ha sempre ricordato il ponte di una nave in tempesta.
No, più che altro avevo scritto Four great points!!!
correggo subito...
Comunque il discorso del concept sulle navi nel mare in tempesta affascina molto anche me; pare che il gruppo riesca a rendere quest'idea in musica in modo tale che non c'è quasi bisogno di richiamarla a livello di titoli, testi ecc.
#3 Guest_lassigue_bendthaus_*
Inviato 30 ottobre 2006 - 23:38
No, più che altro avevo scritto Four great points!!!
correggo subito...
Comunque il discorso del concept sulle navi nel mare in tempesta affascina molto anche me; pare che il gruppo riesca a rendere quest'idea in musica in modo tale che non c'è quasi bisogno di richiamarla a livello di tit, testi ecc.oli
ah ok scusa
The anatomy of sharks: considerato da chisappiamonoi la migliore produzione del gruppo
ma da chi ??
#4
Inviato 30 ottobre 2006 - 23:40
#5
Inviato 31 ottobre 2006 - 00:35
Per il resto ammetto le mie lacune: conosco solo "Tropic and Meridians" e "Four Great Points", due dischi che reputo eccezionali. Forse il brano che preferisco e' il 5/4 iniziale di "Four Great Points".
#6 Guest_gneo_*
Inviato 31 ottobre 2006 - 07:33
#7
Inviato 31 ottobre 2006 - 07:37
The anatomy of sharks: considerato da chisappiamonoi la migliore produzione del gruppo contiene due ottimi brani come "Boom" e "Seemingly endless steamer", ma in fondo si attesta sullo stile(salvo la citata "Boom") e sulla qualità media della band.
Essendo questo mini composto da tre brani, la dimenticanza dell'iniziale e strepitosa Sharks and Sailors è voluta oppure è solo una svista?
From Their Minds To Yours
Domanda: È vero che in una delle vostre prime performances ingoiaste dei microfoni?
Ilpo: Sì, quando io e Mika ci chiamavamo "Sine", dopo gli Ultra 3. Uno di noi ingoiò i microfoni e l'altro suonò il suo corpo battendogli il torso.
warning: there is nothing wrong. all distorsions are fully intentional.
#8 Guest_DiamondSeaII_*
Inviato 31 ottobre 2006 - 07:46
Ritengo Engine takes to the water la loro vetta, ma anche il resto della discografia sta' su ottimi livelli.
#9
Inviato 31 ottobre 2006 - 07:58
Beh, parlare di "consueta formula math-rock" per "Tropic and Meridians" mi pare eccessivo, visto e considerato che e' tutto da vedere se si possa parlare di math-rock prima dei Don Caballero. In ogni caso al di la' degli Slint (che raramente vengono considerati math) non vedo immediati paragoni con i June of 44 di quel disco tra le altre band "math" o proto-math del periodo!
Quel "prima" è usato in termini temporali? Perchè a dire il vero i Don Caballero hanno esordito 2 anni prima rispetto ai June of 44.
Gli immediati paragoni che, a mio avviso, si possono fare sono con gli Shellac di At Action Park: se questi vengono considerati math non vedo perchè ci si debba stupire di vedere i nostri accumunati a questo genere.
From Their Minds To Yours
Domanda: È vero che in una delle vostre prime performances ingoiaste dei microfoni?
Ilpo: Sì, quando io e Mika ci chiamavamo "Sine", dopo gli Ultra 3. Uno di noi ingoiò i microfoni e l'altro suonò il suo corpo battendogli il torso.
warning: there is nothing wrong. all distorsions are fully intentional.
#10
Inviato 31 ottobre 2006 - 09:35
#11
Inviato 31 ottobre 2006 - 10:35
#12
Inviato 31 ottobre 2006 - 11:14
grande band... Four Great Points è il mio preferito. Ottima spinta, sonorità decise... decisamente un buon disco.anzi.. ottimo.
è anche il mio preferito.....discone.
#13 Guest_gneo_*
Inviato 31 ottobre 2006 - 11:53
grande band... Four Great Points è il mio preferito. Ottima spinta, sonorità decise... decisamente un buon disco.anzi.. ottimo.
è anche il mio preferito.....discone.
Mi associo, disco compattissimo e formalmente perfetto. Un po' meno aspro dei precedenti, ma più sperimentale.
#14
Inviato 31 ottobre 2006 - 12:37
Ottimo approfondimento su una delle band più importanti dell'universo post rock americano. Per quanto mi riguarda non vedo grosse differenze qualitative tra le loro opere (escluso Anahata che non conosco), non ho un album preferito essendo tutta la loro produzione in linea di massima tutta sullo stesso ottimo livello. Mi soffermo però su questa tua osservazione:
The anatomy of sharks: considerato da chisappiamonoi la migliore produzione del gruppo contiene due ottimi brani come "Boom" e "Seemingly endless steamer", ma in fondo si attesta sullo stile(salvo la citata "Boom") e sulla qualità media della band.
Essendo questo mini composto da tre brani, la dimenticanza dell'iniziale e strepitosa Sharks and Sailors è voluta oppure è solo una svista?
E' voluta. Ritengo quel brano niente più che un bignamino della scuola June of 44, a scapito di quegli stessi autori che ne tessevano le lodi.
Per quanto riguarda la mia ascrizione della band al genere math rock wago ha in parte ragione. Ma l'uso dei tempi dispari, il chitarrismo tipicamente Touch and Go, le particolari convulse figure di basso spingono a mio avviso in quella direzione ancor più degli Shellac di "At action park" (secondo me eccessivamente lineari a parte "Pull the cup", vero brano math del disco).
#15
Inviato 31 ottobre 2006 - 20:08
segue engine takes to the water, graniticamente post-rock. four great points lo trovo sopravvalutato (relativamente, eh), non riesco quasi mai ad ascoltarlo per intero.
#16
Inviato 01 novembre 2006 - 17:57
per me Four Great Points su tutti anche se fra quelli che ho ascoltato (manca solo Anatha) è veramente difficile scegliere; penso sia una delle band con la qualità media più elevata.
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