Lassi ma qual è il nesso tra IDM e l'England Hidden Reverse? Io non l'ho mai notato. LSD dei Coil?
provo a dire delle cose alla rinfusa
il solito (nel senso di già citato) “Trance & Drones: mappa delle musiche più visionarie degli anni 90”, era diviso in 2 parti:
1) robe di derivazione sperimentale/ambient/esoteric/post-industrial: O Yuki Conjugate, Coil, Rapoon, ecc ecc ecc
2) elettronica 90 soprattutto IDM (se non ricordo male)
mi è rimasto impresso perché, in italiano, è stato uno dei primi tentativi di mettere ordine o cmq elencare la materia
all'epoca le 2 parti mi sembravano distanti ma un motivo di trattarle nello stesso libro doveva pure esistere; mi viene innanzi tutto in mente che anche gli artisti riportabili al punto 1 usavano cmq molto l'elettronica, e avevano un taglio intellettuale/sperimentale
e poi questo aspetto che ha espresso bene (sicuramente meglio di me ) Mattioli in un articolo apparso su BlowUP, sui BOC
http://www.prismomag...ards_of_canada/
...l’immagine che, con malcelato compiacimento, la critica rock più retriva applicò al tipico musicista di casa Warp (l’etichetta di riferimento per tutta l’elettronica “intelligente”) era quella di uno smanettone pallido e dall’aria malaticcia, appassionato di videogiochi e non meglio identificate culture cyber, e magari capace di risolvere un’equazione di quinto grado alla stessa velocità in cui un sano rocker della vecchia scuola avrebbe radunato uno stuolo di groupie a concerto appena concluso. Altro che sesso droga ecc ecc...
però: manco a dirlo, fu proprio l’esasperata insistenza sugli aspetti più introversi, enigmatici, persino afasici della (ahem) “generazione elettronica”, a produrre a sua volta un altro culto della personalità, lontanissimo parente di quello che per circa tre decenni era stato officiato attorno a figure come [mettete il nome del vostro classic rocker preferito].
L’IDM dopotutto aveva molti punti di contatto con un altro luogo comune della mitologia rock più evoluta: quello del musicista intellettuale, artistoide e per sua natura un po’ strambo. Era musica fatta “pigiando bottoni” ma era anche musica “intelligente”, che quindi si teneva ad altezzosa distanza dall’elettronica “stupida” fatta per ballare e basta (poco importa che quasi tutti i musicisti IDM si fossero formati in seno alla cultura dance), e che se pure scuoteva poco le budella attivava quantomeno i neuroni, un po’ come un Brian Eno, i Kraftwerk o i migliori Pink Floyd – guardacaso tutti nomi ricorrenti nelle recensioni del periodo.
insomma trattasi di artisti che, è vero non sono dei rocker drogati da immaginario ribelle terra terra, però nemmeno degli spingibottoni come alcuni DJ (magari anche bravissimi eh, non voglio sputare sui DJ); ecco questo è un punto importante in comune con il movimento sperimentale di Rapoon e simili
Mattioli poi, sui BOC, mette in evidenza un altro elemento, esclusivo della band scozzese e non delle altre IDM, che invece, almeno secondo me, li lega al futuro che ormai è presente (pur conoscendo poco i generi mi pare di vederli spesso citati nella vapor, nella chill, nelle hypnate, ecc ecc ecc), ecco:
infine arrivarono i Boards of Canada, due fratelli scozzesi (ma all’epoca non si sapeva) di nome Michael Sandison e Marcus Eoin, che assieme agli stessi Aphex Twin e Autechre finirono per comporre la sacra trimurti del genere. Al contrario del primo, sembravano irradiare una certa, serafica serenità non si sa quanto cosmica o bucolica; e a differenza dei secondi, suonavano talmente umani da farti sprofondare in uno spleen in cui a confondersi erano fotogrammi sbiaditi dell’infanzia e memorie più immaginarie che reali. Erano insomma un gruppo a cui non potevi non volere bene. C’era gente che quando ascoltava un loro brano piangeva.
In più, i Boards of Canada avevano dalla loro un altro ingrediente buono ad alimentare l’attaccamento dei fan: un intero armamentario di simboli, messaggi in codice, riferimenti extramusicali, leggende crittate e misteri che potevano spaziare dal significato che si celava dietro le copertine dei dischi alla stessa biografia dei due. Ogni loro uscita era tutta da studiare, interpretare, decifrare. Niente era mai chiaro.
e che prima avevo cercato di comunicare con
ho sempre pensato che i BOC siano abbastanza tangenziali, citando solaR, rispetto alla IDM (AUTECHRE ma pure APHEX e altri), e che di intelligente, offesa o complimento, ci sia poco nella loro musica molto più legata a un approccio emotivo e a una ambient-psichedelia con punti di contatto con la scena esoterico-magica (e in generale al post-industrial che però era più lo-fi)
magari mi ha dato questa impressione anche l'immaginario, esempio le copertine inquietanti; e l'assenza del tentativo di rileggere musiche ballabili in salsa colta, tipica di quasi tutti i grandi nomi IDM
sui Coil e su LSD direi un no nel senso che forse gli album più rappresentativi dei COIL, se si parla di collegamento alle nuove derive elettroniche, sono quelli della seconda giovinezza, che li ha avvicinati pure al mondo indie --- esempio Time Machines https://www.youtube....h?v=qRQ-kc0ejRA
a nome Time Machines del 1998 mi pare; meno gotici e più ambient-sperimentale del passato, passato in cui cmq LSD aveva un ruolo particolare perché aveva un taglio acid-house che in nessun altro lavoro è così tamarro true --- già solo il singolo omonimo era uno dei loro momenti più torbidi di sempre https://www.youtube....h?v=0ZhpIDs_VQ4