A Dangerous Method (Cronenberg, 2011)
#1
Inviato 09 ottobre 2011 - 18:59
#2
Inviato 09 ottobre 2011 - 19:02
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#3
Inviato 09 ottobre 2011 - 19:24
#4
Inviato 09 ottobre 2011 - 19:39
Lati negativi:
-Cronenberg verboso
-la lunghissima sequenza dello scambio epistolare(poteva essere sfoltita?)
-la Knightley e la sua mantibola
Lati positivi:
-le sculacciate alla Knightley
-Fassbender e Cassel
#5
Inviato 09 ottobre 2011 - 19:58
Commento medio all'uscita: "Come ha recitato bene la Knightley!" e io pensavo tra me e me che è sempre la solita incapace, recitazione assolutamente stereotipata.Lati negativi:
-la Knightley e la sua mantibola
Devo rimarcare che è un'opinione personale?
#6
Inviato 09 ottobre 2011 - 20:16
quotone sul discorso del melodramma:
Il melodramma cronenberghiano in modo pressoché impercettibile avvia la sua mutazione, ma questa volta non a livello fisico (“La mosca”) quanto a un livello mentale, interiore. Lo spettatore col trascorrere del tempo viene avviluppato in un vortice di riflessioni anguste e pensieri immorali. Cronenberg lo denuda di fronte allo specchio (lo stesso in cui Sabina ha bisogno di vedersi mentre viene punita), lo interroga sulla nostra effettiva natura sessuale, sui nostri impulsi più profondi che trascendono ogni tipo di inibizione e culminano nella parafilia, sui nostri desideri che degenerano in depravazioni desadiane inconfessabili. Il messaggio trasmesso da Cronenberg è racchiuso in una semplice domanda che Jung (un composto Michael Fassbender) pone a sé medesimo e al collega Freud: “Perché tanti affannosi sforzi per soffocare i nostri più elementari istinti naturali?” Interrogativo banale e spiazzante che il regista contribuisce ad alimentare con l’entrata in scena di Otto Gross (Vincent Cassel), paziente perverso e dissoluto, determinato a varcare i confini della morale comune (“Mai reprimere nulla”). In questa esplorazione della sensualità e della sessualità, Cronenberg affronta l’argomento proprio attraverso gli occhi di coloro che direttamente porranno le basi per gli studi futuri sulla psicoanalisi e che cambieranno per sempre il corso del pensiero moderno.
#7
Inviato 09 ottobre 2011 - 21:14
- la mandibola snodabile della Knightley (forse troppo acerba e sopravvalutata per un ruolo così impegnativo);
- la placida accettazione del regista nell'aver tollerato una tale recitazione sopra le righe della sua interprete principale.
Ma tutto il resto mi è piaciuto, e anche tanto. A partire dalla caratteristica principale che contraddistingue questo genio assoluto del cinema contemporaneo: la COERENZA. L'incredibile percorso che ha portato Cronenberg dagli scantinati dell'horror low cost di Toronto, fino a questo film su commissione è contraddistinto da un'incorrutibile rettitudine. Cronenberg è un autore difficilmente scalfibile. Ha una concezione del mondo e dell'essere umano così definita che solo un grande cineasta può permettersi, praticamente, di riprendere il medesimo filone e attaccarlo da tutti i punti di vista anno dopo anno, film dopo film.
Abbiamo lasciato lo splatter, siamo passati dalle mutazioni della carne a quelle dello spirito, fino a ora con le mutazioni della psiche. Ma Cronenberg è sempre lì, a mettere in scena la tragedia secolare dell'uomo che vuole essere ciò che non è. Prima vuole diventare una mosca, poi arriva a inventarsi una nuova identità, infine distrugge se stesso per amore di una donna che, viceversa, trova la sua via rinnegando la cura che le è stata data come via salvifica dalla pazzia.
E poi, ancora una volta, il dramma amoroso così lacerante (l'annientamento di Jung mi ha ricordato tantissimo i due gemelli "Inseraparabili") è una delle cose che a Cronenberg riescono meglio. Quando i due parlano per l'ultima volta, nella situazione paradossale di un equilibrio completamente ribaltato, Carl dice qualcosa come "perdersi è l'unica strada per capire chi si è". E solo attraverso il sacrificio di tutte le sue sicurezze, dentro di sé, Jung capisce l'uomo che sente di voler essere.
Magistrali sia Mortensen che Fassbender. Straordinario il finale, come al solito tagliato al momento giusto per lasciare lo stettatore con la gola mozzata.
Senza il grosso punto interrogativo della protagonista sarebbe stato l'ennesimo capolavoro.
Voto: 8
#8
Inviato 09 ottobre 2011 - 21:20
- la mandibola snodabile della Knightley (forse troppo acerba e sopravvalutata per un ruolo così impegnativo);
mah secondo me il punto è quel tic tremendo della mandibola aveva per le mani un grande personaggio e secondo me ha sfruttato l'occasione per quelle che sono le sue possibilità: senza far gridare al miracolo, perchè è ovvio che se devi andare sopra le righe scientemente e si vede che stai recitando la parte qualcosa non va. la Knightley non è né un'attrice del Metodo, né sarà mai una grande attrice e dovremmo averlo capito da un pezzo.
#9
Inviato 09 ottobre 2011 - 21:52
Magistrali sia Mortensen che Fassbender. Straordinario il finale, come al solito tagliato al momento giusto per lasciare lo stettatore con la gola mozzata.
questo è verissimo, però riguardo al film come sviluppo teorico del mondo autoriale di Cronenberg non ho alcun dubbio. qua va proprio alla radice dello scoperchiamento delle psicosi dell'umanità, delle sue stesse nevrosi, scoperte e studiate da uomini e donne. uomini e donne che erano soggiogati dagli stessi istinti e dalle stesse perversioni che volevano correggere. e poi ovviamente la conoscenza di queste cose come "peste" (come la chiama Freud) che si diffonderà e scuoterà le fondamenta intellettuali del secolo. rimane il mio dubbio: il film poteva essere meno "imbalsamato", meno formalmente corretto? mi rimane l'idea che Cronenberg, trovando già incistato il virus del proprio cinema già prima di fare il film, si sia poi nascosto dietro la macchina da presa.
#10
Inviato 09 ottobre 2011 - 22:06
Credo che il Cronenberg sanguinario che faceva esplodere i cervelli o che faceva entrare James Woods dentro una televisione non lo vedremo più. E forse non vedremo neanche più il genio di Toronto impegnato a mettere in scena drammi di mutazioni eccessivamente fisiche.
Tutto cambia, tutto si evolve. La poetica si definisce con la maturità e con il passare degli anni. Prima ero scettico, credevo semplicemente che Cronenberg si stesse adagiando verso una pensione dorata (in tutti i sensi). Ora credo semplicemente che abbia chiuso un capitolo della sua vita artistica e ne abbia aperto un altro.
Io fra l'altro ho commentato solo uno dei possibili fili conduttori dell'opera, il rapporto fra Sabina e Carl. Ma dovrei spendere altrettante parole su almeno altri due blocchi. Il rapporto tra il mentore e l'allievo, sviscerato quasi con passione carnale (Carl arriva a soffrire più per questo che per amore) e poi, ovviamente, una questione di più ampio respiro (la più debole del film, però), vale a dire l'interesse di Cronenberg per la scienza e la filosofia della psicoanalisi. O forse, e ci ragiono mentre scrivo, volutamente il generale resta sullo sfondo da cornice per meglio concentrarsi sul particolare.
#11
Inviato 09 ottobre 2011 - 22:19
#12
Inviato 09 ottobre 2011 - 22:21
Credo che il Cronenberg sanguinario che faceva esplodere i cervelli o che faceva entrare James Woods dentro una televisione non lo vedremo più. E forse non vedremo neanche più il genio di Toronto impegnato a mettere in scena drammi di mutazioni eccessivamente fisiche.
ma le esplosioni di carne non ci sono praticamente più da "Inseparabili" dai, non credo sia quello il punto. il blocco di film post-Crash (tralasciando la ludica summa di eXistenZ) è subito molto coeso e va verso una direzione precisa. però, ad esempio, "Eastern promises" il dubbio "Cronenberg sì/Cronenberg no" non me l'aveva fatto venire nemmeno per un attimo quello per me è un grande film sotto tutti i punti di vista, girato da un Cronenberg di granito. qua qualche piaga da decubito gliel'ho intravista
O forse, e ci ragiono mentre scrivo, volutamente il generale resta sullo sfondo da cornice per meglio concentrarsi sul particolare.
resta sullo sfondo perché non è un film storico, ma più biografico che si concentra sulle persone che queste idee le ebbero e le portarono avanti e su come convissero con/nonostante esse. il rapporto mentore-allievo è tra l'altro un rapporto doppio: perché sia nella direzione Freud-Jung che in quella Jung-Spielrein la parabola è clamorosamente la medesima anche se segue motivazioni diverse.
#13
Inviato 09 ottobre 2011 - 22:42
Qui, seppur con uno script non suo e con una produzione imposta dall'alto, Cronenberg affronta comunque un universo tematico davvero frastagliato e consono alla sua poetica "storica", diciamo così.
Questa è un'idea per un altro bel thread: i grandi autori che, una volta nella vita, mettono da parte incubi e fobie e si lanciano, soli con la loro tecnica registica, in film di mero genere.
#14
Inviato 09 ottobre 2011 - 22:53
#15
Inviato 09 ottobre 2011 - 23:30
riguardo all'interpretazione della Knightley, che mi ha fatto una gran tenerezza perché è palese che ha provato in ogni modo e in ogni modo inutilmente a fare la performance della vita, ne parlavo con una mia amica che studia disturbi della motilità che rinveniva chiare tendenze distrofiche nello smascellamento, ma nulla di ricollegabile alla schizofrenia. Chissà dove si è documentata per tirare fuori quel campionario di movenze. E come nota Giancarlo... perché Cronenberg glielo ha lasciato fare?- la mandibola snodabile della Knightley (forse troppo acerba e sopravvalutata per un ruolo così impegnativo);
quando ho visto la conferenza stampa della presentazione del film a Venezia sono rimasto stupito dall'interesse di Cronenberg a questioni puramente teoriche che affrontava in modo accademico. Devo dire che quella conferenza è ciò che più mi ha impressionato di "A dangerous Method". Nel film vi trovo tutte le pecche che indica Giuseppe, o meglio le mie attese sono state allo stesso modo disilluse.vale a dire l'interesse di Cronenberg per la scienza e la filosofia della psicoanalisi.
E mi chiedo perché non si sia dato a qualcosa di più interessante, tipo a girare un Robocop (vedere un Robocop di Cronenberg è il mio sogno da tanto tempo). Vabè, spero che sia stata questa la parentesi in cui si è sfogato e che chiuda presto.
I'm too old for this shit
#16
Inviato 10 ottobre 2011 - 11:53
Non saprei. Io credo che a 60 anni si gira in modo diverso da quando se ne hanno 30. C'è un furore diverso, un modo diverso di intendere il senso del mezzo cinematografico.
Questo lo ha confermato lui stesso in conferenza stampa, quindi è un dato certo.
Ci terrei a sottolineare una cosa: il film può piacere o meno (concordo con Giuseppe sul fatto che "Eastern Promises" sia ancora più bello e compatto mentre questo scricchiola in certi punti) ma non si dica che "A Dangerous Method" non sia un film cronenberghiano. Ringrazio Giuseppe per il quotone sul melodramma (e per aver creato il thread, io mi sono dimenticato )
Sulla Knightley stendiamo un velo pietoso, potrei essere cattivissimo.
#17
Inviato 10 ottobre 2011 - 12:49
Non sono un'esperta di Cronemberg, tutt'altro, però anche io devo dire che preferisco "La promessa dell'assassino". Forse con un'altra protagonista la preferenza non sarebbe stata altrettanto ovvia.
#18
Inviato 10 ottobre 2011 - 18:19
#19
Inviato 10 ottobre 2011 - 20:44
C'è da chiedersi: perché la Knightley è in questo film? Gliel'hanno imposta?
Non sono un'esperta di Cronemberg, tutt'altro, però anche io devo dire che preferisco "La promessa dell'assassino". Forse con un'altra protagonista la preferenza non sarebbe stata altrettanto ovvia.
Diciamo che è la domanda principale: fuori parte, eccessiva, anche quando non è schizoide è disturbante. Non saprei dire quanto in questa interpretazione sia dato dal tracimare tipico di chi interpreta il folle oppure da una scelta puntigliosa di un caso specifico (dove si sono documentati per quelle movenze, costrizioni, smorfie?), ma in generale sembra tutto molto eccessivo. Invece bravi gli altri, almeno in parte.
C'è una linea che attraversa il film, è il maschile e il femminile disarticolato fra autonomia dell'uno, sudditanza sociale e psichica dell'altra, ma un'altra si affaccia ed è il rapporto padre vero/putativo, figlio/a allievo, per non parlare dell'ambivalenza razziale e dell'approccio psicoanalitico che vede scienza/umanesimo scontrarsi fino alla rottura. Tutti temi interessanti e corposi stretti in una rappresentazione molto controllata e un pochino stanca: quadri e avvenimenti spesso incollati gli uni dietro gli altri senza molto respiro.
E la parola: la psicoanalisi è parole e indagine su di essa, in jung addirittura è metodo ed è lui il borghee, ariano, cristiano che viola una delle regole principali del rapporto terapeutico vivendo sulla sua pelle il precetto sociale della repressione degli istinti e della impossibilità di farlo. C'è una scissione in Jung fra la sua socialità, persona, che riguarda il mondo ordinato della famiglia tradizionale specchiata da una moglie al limite dell'improponibile in quanto ad autocastrazione e il suo sè, sessualmente libero, totalmente non monogamico. E per quella scissione egli è alla fine "malato".
Se c'è una ricerca della violenza in questo film mi sembra tutta da cercarsi nella violenza dell'autorità, del sistema sociale introiettato, della disparità di genere (impressionante l'approccio ai figli della moglie di Jung rispetto alla liberata sabine), nella lotta con il padre, nella lotta contro se stessi, nella violenza dell'impulso sessuale.
Il cameo di Cassel è il concretarsi di un demone che parla all'angelo bianco borghese istigandolo al peccato della libertà, quella stessa libertà che è tematizzata continuamente fra i tre medici, includendo sabine, come difficilmente definibile.
Tutta da interpretare la barca con le vele rosse (richiamata da un quadro nello studio di jung): dono della moglie e subito mezzo di adulterio, ma rappresentato come un guscio che racchiude quasi un abbraccio in posa fetale (un ritorno all'infanzia preverbale dei due amanti) e subito dopo luogo di confronto fra Padre putativo e allievo, in cui il primo richiama all'ordine il secondo scatenando la colpa o almeno il bisogno di rientrare nelle regole borghesi e con esse lo strumento principe del vivere sociale: la menzogna.
#20
Inviato 11 ottobre 2011 - 09:34
#21
Inviato 13 ottobre 2011 - 21:42
Inevitabilmente film minore e stranamente pacato per Cronenberg, tuttavia non l'ho disprezzato, anzi. La violenza non è nelle immagini, ma nei temi. Però effettivamente, ecco, da lui mi sarei aspettato qualcosa di più spinto. Sembra fin troppo ordinario e composto per essere un film di Cronenberg, anche dell'ultimo più pulito Cronenberg.
#22
Inviato 14 ottobre 2011 - 21:17
ce lo vedo Cronenberg mentre la Knightley recita a dire tra i denti "cagna.... cagna maledetta..."
Io sono d'accordo con chi dice che il film è violento nella trama più che nelle immagini.
#23
Inviato 27 ottobre 2011 - 06:11
Tutto il film è poi una indagine del rapporto paterno, Sabine e Otto sono nevrotici nel loro rapporto distorto con il padre; Freud cerca un figlio putativo, ma proprio nel momento esatto in cui elegge Jung a quel ruolo ne scatena la ribellione e tutta la loro relazione da quel momento si basa, anche simbolicamente, sul legame padre/ figlio (sogni, interpretazioni storiche, freud chiamato a giudicare sulla relazione extraconiugale con Sabine, la necessità di non perdere l’autorità, l’uccisione metaforica del padre).
Densissimo ammetto
#24
Inviato 27 ottobre 2011 - 07:20
Che bello il Liberty
Che belli i vestiti degli uomini di inizio '900.
Che brutto film. Inutile
5,5
#25
Inviato 27 ottobre 2011 - 08:06
Che bella (e inquietante) l'Europa di inizi '900
Che bello il Liberty
Che belli i vestiti degli uomini di inizio '900.
Che brutto film. Inutile
5,5
il 6 abbondante lo prende, anche 6,5 (un film brutto almeno è da 4 no?)
#26
Inviato 27 ottobre 2011 - 08:30
visto per la seconda volta, davvero la Knightley è inguardabile. Rilevano alla seconda visione: il rapporto fortissimo fra cibo e sesso, la lettura del patriarcato. Jung mangia sempre fino all'inizio della sua relazione con sabine, mangia in maniera smodata, è sempre a tavola, anche con Freud, che non vediamo mai mangiare, sgranocchia biscotti, ingurgita torte al cioccolato. Jung è a tavola anche dopo molto spesso, ma il pranzo è finito o il tè bevuto. Sesso e cibo sono ricorrenti, Sabine non mangia e gioca, distrugge il cibo, poi alla fine prende un tè con la moglie di lui, Otto muore di fame. Adesso le ricorrenze diventano troppe, il sesso è il cibo e viceversa nella sua nevrosi anche negata, Jung è famelico nella fase in cui è costretto al solo sesso coniugale e in cui è monogamo cosa che negherà poi per tutta la vita; Sabine si comporta con il cibo con lo stesso atteggiamento sadico che nella sua nevrosi vuole subire; Freud non mangia mai, la sua relazione con il sesso non è mai scoperta.
Tutto il film è poi una indagine del rapporto paterno, Sabine e Otto sono nevrotici nel loro rapporto distorto con il padre; Freud cerca un figlio putativo, ma proprio nel momento esatto in cui elegge Jung a quel ruolo ne scatena la ribellione e tutta la loro relazione da quel momento si basa, anche simbolicamente, sul legame padre/ figlio (sogni, interpretazioni storiche, freud chiamato a giudicare sulla relazione extraconiugale con Sabine, la necessità di non perdere l’autorità, l’uccisione metaforica del padre).
Densissimo ammetto
Va bene per un circolo psicanalitico. Se per farmi piacere 'sto film devo farmi l'integrale di Jung e Freud vuol dire che c'è qualcosa che non va...
#27
Inviato 27 ottobre 2011 - 08:53
#28
Inviato 27 ottobre 2011 - 08:54
#29
Inviato 27 ottobre 2011 - 09:18
Che bella (e inquietante) l'Europa di inizi '900
Che bello il Liberty
Che belli i vestiti degli uomini di inizio '900.
Che brutto film. Inutile
5,5
il 6 abbondante lo prende, anche 6,5 (un film brutto almeno è da 4 no?)
5,5 perché è Cronenberg
6 a Sorrentino perché è Sorrentino
Italiani, brava gente
#30
Inviato 27 ottobre 2011 - 09:23
Che bella (e inquietante) l'Europa di inizi '900
Che bello il Liberty
Che belli i vestiti degli uomini di inizio '900.
Che brutto film. Inutile
5,5
il 6 abbondante lo prende, anche 6,5 (un film brutto almeno è da 4 no?)
5,5 perché è Cronenberg
6 a Sorrentino perché è Sorrentino
Italiani, brava gente
#31
Inviato 27 ottobre 2011 - 12:54
Lo continuo a dire, si può parlare di film minore ma secondo me chi valuta inutile un lavoro come "A Dangerous Method" non ha colto la trasformazione (maledettamente concreta e coerente) di David Cronenberg nel corso di questi ultimi anni della sua carriera.
Piero, in punizione
#32
Inviato 27 ottobre 2011 - 13:01
chi valuta inutile un lavoro come "A Dangerous Method" non ha colto la trasformazione (maledettamente concreta e coerente) di David Cronenberg nel corso di questi ultimi anni della sua carriera.
Mah, non è che questa trasformazione si sia concretizzata in modo decisivo con Dangerous Method (o almeno spero di no perché lo vedrei proprio come un cattivo segno); è già da qualche film che Cronenberg ha cambiato registro, per cui, riguardo a questo film (che io trovo perfettamente inutile) non mi pare si possa tirar fuori la giustificazione stilistica del Cronenberg di adesso rispetto a quello di diversi anni fa. History of Violence mi è piaciuto molto, Eastern Promises pure, ma a quest'ultimo sinceramente non concedo appello.
#33
Inviato 27 ottobre 2011 - 13:05
Che bella analisi Tiresia, io lo dovrei riguardare per analizzare il binomio sesso-cibo anche se effettivamente ricordo molte scene dove il mangiare è sottolineato più volte...
Lo continuo a dire, si può parlare di film minore ma secondo me chi valuta inutile un lavoro come "A Dangerous Method" non ha colto la trasformazione (maledettamente concreta e coerente) di David Cronenberg nel corso di questi ultimi anni della sua carriera.
Piero, in punizione
Come si diceva una volta del teatro di avanguardia: "Le prove fatevele in cantina."
La trasformazione di Cronenberg non mi interessa per il processo ma solo per il risultato (a meno che non si trasformasse in una mosca)
#34
Inviato 27 ottobre 2011 - 18:16
Va bene per un circolo psicanalitico. Se per farmi piacere 'sto film devo farmi l'integrale di Jung e Freud vuol dire che c'è qualcosa che non va...
non ci capisco nulla di psiqualsiasi cosa, anche all'università abbandonai il corso dopo 3 lezioni, noia e poco interesse personale. Potrei aver detto delle emerite cretinaggini e conosco poco in generale sia di Freud, certo su di lui c'è molta vulgata, che Jung. Però alcune cose sono evidenti a prescindere e lungi da me capirne appieno il significato psicoanalitico.
Aggiungo che se c'è un cruccio forte in Freud è sempre stata la sua volontà ferrea di dare valore scientifico alla psicoanalisi, questa tensione si avverte anche nel film dove si scontrano due visioni, due approcci opposti alla gestione di quella che Freud voleva far essere scienza a tutti gli effetti.
#35
Inviato 27 ottobre 2011 - 19:39
RICHARD BENSON
#36
Inviato 28 ottobre 2011 - 18:28
Beh quando nel film ci sono Freud e Jung penso che l'argomento non si possa evitare di trattarlo, anzi!Certo forse la colpa e' mia che forse mi aspettavo un film sull'importanza storica, scientifica e culturale della psicoanalisi e mi ritrovo un film sul sesso, come al solito
#37
Inviato 29 ottobre 2011 - 10:43
Beh quando nel film ci sono Freud e Jung penso che l'argomento non si possa evitare di trattarlo, anzi!
Certo forse la colpa e' mia che forse mi aspettavo un film sull'importanza storica, scientifica e culturale della psicoanalisi e mi ritrovo un film sul sesso, come al solito
certo, ma lo sfondo sessuale predomina e si finisce per parlare piu' di quello che di altro, dato che Jung, nella realta', ha proposto un radicale cambiamento di prospettiva nella psicoanalisi, che magari merita approfondimento in un film. Troppi film secondo me usano dei pretesti per poi incentrare la propria trama sul sesso, che vende sempre
RICHARD BENSON
#38
Inviato 29 ottobre 2011 - 12:34
Non credo che questo sia il caso di Cronenberg, vista la sua filmografia, l'argomento è sempre stato una "costante".no ma lo s
Beh quando nel film ci sono Freud e Jung penso che l'argomento non si possa evitare di trattarlo, anzi!
Certo forse la colpa e' mia che forse mi aspettavo un film sull'importanza storica, scientifica e culturale della psicoanalisi e mi ritrovo un film sul sesso, come al solito
certo, ma lo sfondo sessuale predomina e si finisce per parlare piu' di quello che di altro, dato che Jung, nella realta', ha proposto un radicale cambiamento di prospettiva nella psicoanalisi, che magari merita approfondimento in un film. Troppi film secondo me usano dei pretesti per poi incentrare la propria trama sul sesso, che vende sempre
#39
Inviato 29 ottobre 2011 - 12:46
RICHARD BENSON
#40
Inviato 29 ottobre 2011 - 12:53
ah allora sei partito dal basso... hai tante meraviglie malate da vedertiCronenberg, di cui non ho visto altri film se non questo
I'm too old for this shit
#41
Inviato 29 ottobre 2011 - 12:56
L'avevo immaginato, non volevo essere polemica Dico soltanto che secondo me è una scelta del regista coerente con i temi che ha sempre trattato.sto esprimendo un parere in generale, e nel particolare solo su QUESTO film di Cronenberg, di cui non ho visto altri film se non questo
Infatti:
È vero (dovrei farlo anche io )ah allora sei partito dal basso... hai tante meraviglie malate da vederti
Cronenberg, di cui non ho visto altri film se non questo
#42
Inviato 02 novembre 2011 - 10:21
Ho riconosciuto lo sguardo di Cronenberg nella scelta degli argomenti cui dare pregnanza, nei mille modi possibili in cui poteva essere raccontata questa storia, Cronenberg si è soffermato sulle perversioni represse (Jung) e quelle estremizzate (Gross), sulla dicotomia salute-malattia (Chi può dirsi 'sano'?), sul violento rapporto padre-figlia trasferito nella pulsione all'umiliazione masochistica; per il resto niente.
#43
Inviato 02 novembre 2011 - 11:10
A quelli che non hanno mai visto un Cronenberg, shame on them, consiglio tutte le pellicole da lui realizzate, compresa FAST COMPANY .
#44 Guest_Tyvek_*
Inviato 27 novembre 2011 - 22:43
#45
Inviato 27 novembre 2011 - 23:10
#46 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 08 gennaio 2013 - 11:32
#47
Inviato 08 marzo 2013 - 16:58
per quanto riguarda la recitazione non ci sono dubbi, ma per il resto è abbastanza noioso, troppo incentrato sul sesso, manca del tutto l'azione e la suspence.
Apprezzo il plot ma non è abbastanza.
Sufficienza risicata.
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