in tal senso sono i degni eredi della commedia all'italiana degli anni 60 e 70
tutta giocata sul contrasto e sullo scontro tra antico e moderno, ignoranza e novità, cultura contadina e cultura cosmopolita, sud terrone e nord industriale
il cinema italiano è zeppo di contadini che vanno in città, di emigranti e turisti alle prese con la modernità dell'altro mondo, di gente all'antica che affronta il progresso
e di quella tradizione si sono dimostrati eredi appassionati e ottimi conoscitori
sapore di mare è, per me, il miglior musicarello fatto in italia, giusto 15 anni dopo la fine del genere del musicarello
gli anni 90 hanno ammazzato i film dei vanzina perchè hanno ammazzato quel contrasto tra antico e moderno
negli anni 90 si sono estinti gli ignoranti, si sono evoluti in tamarri, ma (almeno a me) non fanno più ridere
se n'era detto qualcosina pure qua
Sul "degno" erede ti dico... si e no.
La grande commedia all'italiana aveva un fondo nero, nerissimo. Non solo perché si rideva per poi scoprire di aver riso di se stessi e in una veste che non può farci piacere. Ma anche perché nel bel mezzo del riso più caustico e feroce t'arrivava la stilettata di dramma. "Il sorpasso", "Amici miei"... ci siamo capiti.
Beh, i Vanzina hanno tentato. Gliene dò atto. "Sapore di mare" (che è un film decente per quel che mi riguarda), per fare un esempio, ha quel finale all'insegna della maliconia che, va bé, è didascalico e un po' tagliato con l'accetta, ma hanno tentato. Non è una vena che gli è riuscita particolarmente bene, non sono Dino Risi, ma non gliene faccio una colpa.
Lo stesso per la satira. Le intenzioni a volte c'erano, i risultati erano in proporzione al talento (scarsino, secondo me), ma hanno tentato.
Poi hanno smesso di tentare. Di questo, francamente, non li perdono. Col filone dei cine-panettoni hanno scoperto la facile e redditizia via di istant-movies che non sono che raccolte di scorie massmediatiche facilmente riconoscibili, e pronte all'uso. Ma satira o anche solo "fotografia" di una realtà, per quanto superficiale, ciccia. Non fotografano altro che la cultura televisiva di cui si alimentano e di cui fanno un riassunto a fine anno, ed è per questo a mio avviso che piacciono. Si ride perché si riconosce quel che si vede (indipendentemente dalla qualità o meno delle battute) ma, a differenza di quel che era la commedia all'italiana, non si riconosce se stessi. Non si ride di se stessi. Né in senso crudele né bonario (mica per forza la satira dev'essere dramma).
L'ultima cosa di fronte a cui uno spettatore si trova, quando va a vedere un Natale a sticazzi, è uno specchio. Vede il bignami della beceritudine, e la cosa non lo tocca. Sarà per questo che piacciono.
Di certo, l'eredità della commedia all'italiana, se mai l'hanno avuta in mano, l'hanno allegramente tradita. E forse hanno anche tradito loro stessi.
(il che non vorrei farla suonare stile accusa, "ah! dannati! si siete venduti!". Sticazzi. Che film hanno voglia di fare sono, naturalmente, fatti loro. Ma facendo quei film, non mi invogliano a che siano anche fatti miei, diciamo. Mentre su un "Sapore di mare" magari un pensiero lo faccio...)
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.